Taglio dell'erba per gli animali del podere

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lunedì 6 giugno 2016

Nutrire le Api

In questi giorni le visite alle Api sono più frequenti, e la constatazione è sempre la medesima: scarsa attività fuori dall'alveare.
La pioggia per prima, e le temperature minime ancora sotto i 10°C, costituiscono un enorme FRENO alle Api.
Non escono, e non c'è quindi attività: le bottinatrici rimangono nell'alveare, e le operaie sono costrette ad attingere alle proprie scorte di miele per sopravvivere.
In pratica: le apri non escono, le api quindi non bottinano, le apri devono comunque nutrirsi, le apri usano il miele stoccato e già opercolato (saldato con uno strato di cera).
Il primo miele che viene usato è proprio quello dei melari, la porzione dell'alveare dove risiedono i telai a miele...propri i telai che vengono usati dall'apicoltore per smielare, ossia togliere il miele.
Terminate quelle scorte le api si spostano nei telai a nido (quelli più grandi che risiedono nella parte bassa dell'alveare), e compiono la medesima azione.
E poi?
E poi le api non hanno più miele a disposizione per sopravvivere, e non possono uscire in rpesenza di brutto tempo.
Ed ecco che la pioggia può rappresentare, in questo periodo dell'anno deputato proprio alla bottinatura, non solo uno stop alla produzione di miele per l'apicoltore, ma anche un pericolo per la vita delle api.
...
Se penso ai melari di fine aprile ed inizio maggio, ed a come si stavano riempendo di ottimo miele...
...e se penso che con la visita di stamani non ho trovato neanche una celletta di miele nei melari...
...inizio ad essere preoccupato.
Nutrire le api diviene a questo punto un obbligo.
Acqua di fonte e zucchero di canna (rigorosamente bio), assieme per divenire uno sciroppo prelibato.
Un nutritore per alveare, e tanta pazienza.
Questa mattina le api erano letteralmente impazzite di fronte a quella "manna".
Le api devono sopravvivere.
Ed intanto le nuvole nere tornano a solcare il cielo caldo di inizio giugno, mentre la botte è pronta con il ramato e mi attende un pomeriggio di trattamento della vigna...l'ennesimo.
Piove!

30 commenti:

  1. Tu che nutri le api: è incantevole quest'immagine. E non avevo pensato, stupidamente, che anch'esse avrebbero potuto avere bisogno di qualcuno che le nutrisse. Le ho sempre viste come animaletti operosi che donano miele. Che stolta.
    Grazie per avermi insegnato anche questo ed avermi fatto riflettere sul bisogno di aiuto che qualsiasi essere vivente ha, comunque.
    Un caro saluto Susanna

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    1. Questo tuo intervento è veramente Bello!
      Sono io a ringraziare te.
      A.A.

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    2. Ciao! Volevo dirti, caro amico delle Api, che sono tornate alla grande qui da me! Hanno ripreso possesso del tiglio e di tutto ciò che è fiorito nel mio giardino. Dopo tanta pioggia (non ti dico ieri pomeriggio/sera) stamane un brusio che mancava da troppo. Evviva!
      Un saluto e buon inizio di settimana
      Susanna

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    3. Ottima cosa!
      Vuol dire che il clima sta girando al favorevole, e che l'aria è pulita.
      Spero che anche le mie compagne riprendano la via bottinatrice...ma qui è prevista pioggia per questa notte e (molta) per giovedì.
      ciao
      A.A.

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  2. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  3. Anche fa me un grazie enorme per tutto ciò che racconti, che mi fai scoprire e su cui mi fai riflettere.
    E incrocio le dita perché torni il tempo bello , io sono in ufficio e posso brontolare.. .ma più di tanto non mi cambia la vita, nell'immediato! incrocio le dita per te e per tutti quelli come te.
    Emanuela

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    1. Incrocia le dita per tutti: dalla terra viene il nostro vivere, ed anche chi lavora in ufficio sa che il cibo non nasce nei supermercati.
      E' l'origine di tutto che talvolta è minata.
      La pioggia passerà, ed allora sarà calura.
      Ciao
      A.A

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  4. Oggi prima dell'ennesimo temporale sono uscita nell'orto, tra i rovi in fiore molte api indaffarate a tuffarsi tra i petali candidi, ho pensato: eccole, sono tornate...
    Per chi fa agricoltura come te che non avveleni la terra ma la custodisci, deve essere ancora più dura gestire i capricci del tempo, mi auguro che tutto si sistemi e che tu possa salvare il salvabile...

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    1. Molte saranno le cose che si salveranno, ed alcune di queste lo faranno proprio adattandosi a questa pazza stagione.
      Il mio pensiero è che tanto quest'anno quanto i prossimi anni avremo stagioni assurde, e che quindi l'ingegno, la pazienza e l'osservazione dovranno prevalere nella mente e nel cuore di ogni Agricoltore.
      Ciao Lolle
      A.A.

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  5. Ho appena scoperto il tuo blog, davvero complimenti. Pure io ho galline, api e orto, il tutto ritagliato in città... Tornerò a leggerti! Andrea

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    1. Piacere di averti qui Andrea.
      Interessante la realtà dell'orto di città: se ti farà piacere potrai parlarne senza problemi.
      Ciao
      A.A.

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  6. Mia cognata abita in una zona della pianura pontina dove ci sono frangivento di eucalipti, così come aveva disposto B. Mussolini durante la bonificazione. A me piace tanto quella parte della nostra pianura, ogni podere (O.N.C.) è circondato da eucalipti. Quando gli eucalipti sono in fiore un apicultore di Chieti trasporta le sue arnie da mia cognata, sono bellissime quelle casettine colorate lungo le frangivento !!! Poi ci regala sempre del miele. Non pensavo che si potessero aiutare le api come hai fatto tu con acqua e zucchero di canna !!??Questa cosa (sicuramente non c'entra niente ) mi ha fatto ricordare che quando ero bambina, a casa mia usavamo molto il miele, però i miei ogni tanto esclamavano (magari ce l'avevano anche regalato)" questo miele non è molto buono,c'è stato aggiunto lo zucchero"!!! Questa cosa mi è rimasta però non me la spiegavo. Ricordo me bambina alle prese con una bottiglia tipo quella dello spumante con il miele solidificato e lo tiravo con un ferro della maglia....Ma che stranezze ...il miele dentro le bottiglie!!!(anni 50 dalle nonne) Un saluto!!!

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    1. Conosco il miele di Eucalipto: non è tra i miei preferiti, ma è comunque molto indicato per il mal di gola e qualche volta l'ho usato proprio con quello scopo.
      Se il miele cristallizza credo sia assai difficile toglierlo da una bottiglia.
      C'è chi lo tiene a bagno maria per qualche ora, ma toglierlo da un contenitore a collo stretto è comunque complicato.
      Ciao Franca Rita
      A.A.

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  7. Da noi passava una vecchia signora vestita di nero, fazzoletto in testa, gonne lunghe, grembiule bicicletta caricata con un grande bidone di alluminio come quelli che si usavano per il latte, con il tappo che si chiudeva con il gancio, era pieno di dolcezza. La vecchia affondava un mestolino nell'ambra scura del miele, e lo rovesciava nei barattoli di chi lo voleva comprare.
    Un miele piuttosto scuro, penso di bosco, che qando induriva creava dei grossi cristalli separati li uni dagli altri. Scavavo nei barattili dei minuscoli pozzi nel centro, pian piano il miele rimasto fluido ci colava e io, bimba, lo attingevo dal loro cuore.

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    1. Che belli questi racconti d'infanzia!
      Da bimbo, quando ero dalla mia bisnonna, amavo curiosare in quella vecchia credenza bianca, e dentro trovavo sempre il "barattolone": un barattolo di vetro da almeno due chili, con il miele tanto vecchio quanto buono.
      Ricordo che era stratificato, una parte solida ed una liquida, e lo gustavo sempre su una bella fetta di pane fresco.
      Ciao
      A.A.

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  8. Che bello!
    Mio padre faceva il miele ... quanto ne ho mangiato sul dito, mentre usciva!

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    1. Questa esperienza io l'ho provata per la prima volta lo scorso settembre...a 36 anni.
      Ciao Silvia
      A.A.

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    2. Ma il miele delle api nutrite #artficialmente# non ne risente?

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    3. Ma il miele delle api nutrite #artficialmente# non ne risente?

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    4. Secondo me si, e la vedo come una cosa ovvia vista l'assenza del floreale che crea i connotati del miele.
      Ma è anche vero che la dose somministrata è pari, perlomeno con una stima abbastanza improvvisata, a quello che avrebbero bottinato le api in tre-quattro giorni.
      Non credo quindi che, alla fine della stagione quando andrò a smielare, si possa sentire quel "calo di floreale" (non so se il termine sia esatto ma rende l'idea) dato dal nutrimento che ho somministrato per un lasso di tempo così breve.
      Io spero piuttosto che quel nutrimento sia servito a loro per sopravvivere, e non per fare miele da smielare...l'intento era quello.
      Se per un anno le api non faranno miele, io mi adatterò...ma non voglio che periscano in un'annata veramente balorda.
      Ciao e grazie per l'interessamento
      A.A.

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    5. Un provvedimento di emergenza quindi ... un po' come quando mio marito in inverno mette del panettone nella mangiatoia degli uccelli ... non è che poi il loro canto cambia ...
      Va beh forse non è il paragone più azzeccato :(

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    7. E' uno dei pilastri del mio modo di vivere l'agricoltura: lasciare che la Natura gestisca, mai contrastarla, sempre avvicendarla e coadiuvarla.
      Come detto quindi, se non sarà un anno di miele (e la stagione per adesso pare che porti proprio in questa direzione) non farò certo forzature per contrastarla, ma...se posso (e posso), voglio aiutare le mie compagne a sopravvivere.
      Sopravvivere...non fare più miele.
      Ciao
      A.A.

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  9. Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post "Nutrire le Api":

    Se tu avessi mangiato merendine ora saresti in camicia e cravatta ad agonizzare in qualche ufficio! :-)) Ciao AA Fabio

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    1. Devo confessare che il mio "mangiare poco le merendine" è stato gestito sempre da genitori e nonni che erano contrari a quel tipo di merenda/colazione.
      All'epoca non capivo, oggi li ringrazio.
      Ciao
      A.A.

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  10. ... mi hai fatto tornare in mente quando da bambino masticavo la cera impregnata di miele dopo la disopercolatuta (buonaaaaa!)...
    ps... mio babbo aggiungeva allo zucchero e all'acqua (una volta raffreddata) il succo di mezzo limone... non so perché...

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    1. Anche io sto pensando di fare questo.
      Le motivazioni sono molteplici, ed oggi viene vista (l'aggiunta di limone) come una mossa contro la varroa.
      Si tende ad abbassare il ph dell'emolinfa delle api, in modo che l'acaro Varroa non ne sia più attratto...o qualcosa del genere.
      Magari altri apicoltori più esperti potrebbero spiegare meglio questa cosa.
      Ciao e grazie
      A.A.

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  11. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  12. Il tuo blog è bellissimo, persino nei commenti! Hai messo in moto tanti tanti pensieri... grazie!

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