Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

martedì 31 dicembre 2019

Semplicemente

Chiudere questo anno non sarà certamente più difficile di come sia stato iniziarlo...

Semplicemente,
Buona fine e buon principio.
A.A.

martedì 24 dicembre 2019

Un Augurio per questo Natale

Gli ultimi attimi di questa vigilia di Natale li trascorro qui.
Mentre tutti dormono in questa casa affollata di affetti e generazioni, guardo l'albero e le sue luci accese, e penso che entro pochi attimi dovrò chiudere tutto ed andare a letto, perchè sennò non passerà Babbo Natale.
La bimba ha lasciato tre biscotti (...anzi due e mezzo...visto che metà se l'è pappato lei) ed un bicchiere di latte, ed assieme alla nonna ha guardato fuori dalla finestra per vedere se c'era movimento intorno la casa: domani mattina sarà per lei Gioia pura.
Solo poche righe, dedicate a Voi, lettori abituali o avventori occasionali, a voi che fate periodici e lunghi interventi, o a voi che mi leggete silenti, magari per la prima volta, magari da sempre.
Non una lettera per Babbo Natale, visto che adesso c'è già chi ci pensa in famiglia, ma solo un abbraccio ed un sorriso a voi.
In molti modi, in questi anni, tanto alternandovi, quanto rimanendo qui stoicamente, mi avete sostenuto, criticato, aiutato, trattenuto, consigliato.
Grazie, grazie, grazie...
L'augurio che faccio a tutti voi, ed anche a me stesso, è che per qualche meravigliosa magia natalizia, non vi sentiate più giudicati da persone che non abbiano la voglia (o la capacità) di comprendervi nel vostro essere diversi da loro.
Questo il mio augurio.
E voi cosa augurate al prossimo per questo Natale 2019?

Buon Natale
A.A.

giovedì 19 dicembre 2019

Era "solo" una nuvola...

Le mani che frugano nella cassetta degli attrezzi.
Tasselli e viti, spessori e cacciavite...ed un pavimento da riassestare.
Mi fermo, mi tiro su, e cerco un pò di luce sana, oltre quel faretto che mi illumina il lavoro.
M'affaccio alla finestra, e tutto pare bigio: non è nebbia, non sta piovendo, eppure non si vede oltre cinquanta metri, e tutto è ingrigito, tutto s'inumidisce.
Miliardi di gocce d'acqua, come nebulizzate, sul giaccone, sulla finestra, bagnano con leggerezza.
Spuntano due caprioli da dietro la legnaia, si fermano e guardano dentro casa.
S'accostano quasi, per poi schizzare via nella nuvola.
Apro l'uscio, c'è silenzio.
Un silenzio che t'arriva al petto, un silenzio che disarma.
Nessun uccello, nessuna foglia che si muove, tutto sembra "fermo", e forse anche il tempo s'è fermato.
La nuvola continua a mangiare la casa, il campo, le vette dei castagni.
Odore di camino, di stufa, di fuoco di castagno: condisce l'odore di erba bagnata e di umidità.
Mi perdo mentre cammino nel prato ancora verde, mi volto, e la casa è sparita, il ciliegio è sparito, son solo, mentre mi si bagna la faccia, e con le mani fò fatica a tenermi calde le dita.
Mi accuccio, ginocchio a terra, m'abbasso e mi guardo intorno: sono solo, da qualche parte di fronte casa, ma solo.
Sono inghiottito nel silenzio più fragoroso.
Un attimo ancora.
Ecco che il bigio s'abbaglia, si scosta il manto dalla terra, riappare la sagoma di casa: il tetto, le finestre, i comignoli.
Mi giro, come osservato, e i due caprioli son lì, a dieci metri, impassibili, tra un digrumo ed un battito di palpebre.
Ci guardiamo, incollati in quella cartolina sbiadita che si sta dissolvendo.
Un raggio di sole sfonda.
Un altro, ed un altro ancora...
Mia moglie mi chiama da dentro casa, mi alzo, scappano i caprioli, tornano a volare le foglie di terra.
Sfonda il sole, e vedo il silenzio spostarsi oltre: una motosega canta nella collina difronte, mentre il fosso ha ripreso a mugliare.
Torno in casa, m'aspetta un piatto di minestra abbollore.
Era "solo" una nuvola...

giovedì 12 dicembre 2019

La prima Neve al Podere

Oggi è caduta la prima neve al Podere...
La minima sotto zero, la previsione di pioggia nel primo mattino, ci avevano fatto preparare a questo, ma trovare il giorno mentre sta nevicando, è stata comunque una sorpresa.
La prima neve... e sappiamo che le nostre vite saranno strettamente legate a questo fenomeno atmosferico, come al freddo (freddo..freddo!), al vento forte di tramontana e grecale, alle gelate, alle piogge frequenti, ai temporali improvvisi e violenti.
Vivere in montagna è anche questo, ne siamo consapevoli, e proveremo a fare di tutto per adattarci e imparare a conviverci.
Ma l'emozione della neve che cade...
Ancora non ci sono animali da accudire, colture da proteggere...c'è "solo" una casa che deve essere scaldata con la legna: camini, stufe, e una vecchia caldaia che vuole essere "governata" ogni ora.
Non siamo ancora attrezzati al meglio, in effetti siamo forse ancora accampati ed improvvisati, ma lo spirito di adattamento non ci manca.
Magari sarà un Bianco Natale...

domenica 17 novembre 2019

Notte di tuoni e stanchezza: l'inizio

E' notte,
di quelle che passo a ripensare alle cose fatte.
Di quelle che passo a riflettere sulle cose da fare.
E' notte, e mentre il temporale sbatacchia i suoi pugni sulla finestra, riposo le gambe stanche e aspetto che venga presto giorno.
Il vento ulula come un disperato, e il fuoco nel camino inizia a spegnersi: devo attizzarlo, non ho legna fina.
Ancora un tonfo, un'altro, un'altro ancora...tre ore che va avanti, e chissà per quanto continuerà a scuotere la casa.
Mesi interi senza una goccia d'acqua, ed un Novembre che non sa chiudere le cannelle.
Nel bosco la legna giace fradicia e coperta di foglie; nell'aia, tutto è da fare; presto arriveranno gli animali, ed al podere non ho ancora realizzato un recinto.
Non c'è affanno, magari stanchezza, ma niente affanno: in futuro ci ricascherò, ma farlo adesso sarebbe troppo stupido.
Domani ci sarà una cantina da svuotare, tante cose da buttare, e una vita da progettare.
Nessun affanno, solo sana stanchezza.
Sorrido.
Tuonano bombe, la luce saltella, il computer si spegne...buonanotte.

martedì 29 ottobre 2019

Non ho mai smesso di guardarmi allo specchio

Mettere in fila tutte le idee, arginare la troppa parte emotiva di questo momento, e cercare di fare chiarezza lasciando spazio alla testa e tenendo a freno la pancia.
Non è facile quando si sente che lì, proprio a pochi centimetri dalle mani, c'è luce che già ti scalda occhi e pensieri.
Non è facile quando il bimbo che abita dentro di te scalcia per la voglia di fare, di scoprire, di assaggiare.
Mettere in fila tutte le idee, di una Vita intera, di quando ero bimbo e babbo e mamma mi vedevano maturare questa passione, di quando nonno mi teneva la mano e mi "faceva scegliere" il sogno più bello per me, di quando adolescente mandavo a quel paese il professore di turno che voleva demolirmi i sogni, le idee di me studente universitario, sognatore pragmatico, e di quando vedevo nella tradizione e nella Naturalità, l'unica via.
Guardare negli occhi i fallimenti, saper loro dare un nome, un colore, e capire dove siano iniziati e come non possano ripresentarsi più, almeno quelli.
Essere pronto a fallire ancora, facendo a cazzotti con la propria ombra, salvo poi saper far pace col cervello e ripartire.
Impegnarsi per non cadere nel vittimismo, senza neppure rischiare di essere troppo sicuro di se stesso, imparando quella via di mezzo che a quanto pare è davvero lastricata d'oro.
Fregarsene platealmente di quei diti puntati contro, sapendo quanto piccine siano le persone che vi stanno dietro, ed ascoltare piuttosto chi ha voglia di ascoltarti.
Lividi e carezze nello stesso posto, ma questa è la Vita di tutti, mica solo quella di un Agricoltore Anacronistico.
Punto ed a capo, dicevo qualche giorno fa, mentre continuo a guardarmi nello specchio.
Sorrido.



Cammino nel castagneto: annata funesta, con il 70% di castagne bacate.
Avessi avuto i maiali, avrei saputo io come rifarmi.
Cammino nel castagneto, e non c'è fungata nuova: conto i giorni che mi separano da quella che sarà, molto probabilmente, l'ultima occasione per porcini ed ovoli, mentre le foglie stanno coprendo tutto.
Sarà difficile scovar castagne buone e funghi mangerecci sotto a questa coltre gialla.
Devo potare, e potare molto: avrò legna di castagno per il prossimo inverno, ma ci vorrà cavallo, tempo, e schiena buona per portare tutta questa legna sino al podere.
Il trattore adesso proprio non posso permettermelo: rimetterò in uso il vecchio motocoltivatore, lo carrellerò, e mi accomoderò così per questo inverno.
Cammino e penso che tra poco potrebbe iniziare il periodo della neve, e per tener sgombra la strada mi ci vorrà...il trattore, appunto.
Una cosa alla volta: il fuoristrada saprà cavarsela, e se non ce la farà allora studierò un'altra soluzione.
Nel bosco, a margine del torrente, c'è odore di fresco,  Secondo me in estate qui ci saranno tafani da far rabbrividire.
Risalgo, c'è salita, tanta, ma la strada è carrabile. Un gruppo di pini indica l'inizio del pascolo che si affaccia a sud, ancora castagni, e poi tutto è verde.
Vedere il podere da qui è un'emozione grandissima: un abbraccio tra campagna e montagna, dove l'aria è pungente, ma gli odori sono di un agro che vuol ripartire.
Un tempo le pecore e gli asini, domani chissà,
Il susino è martoriato dai caprioli che lo usano come gratta corna: queste lesioni prima o poi lo faranno seccare.
In terra i cinghiali hanno lavorato come un coltro.
Se non recinto io qui non ci colgo un frutto...non ci faccio nemmeno un poco di orto.
Orto di montagna: patate, patate e patate...ma proverò a portar quassù l'esperienze di una vita di orti, e vediamo se nel giro di tre anni sarò riuscito a trovare il modo di farci venire anche i pomodori.
Cammino, e la catasta di legna di fonte alla casa mi dice che, da subito, avrò lavoro da fare: senza legna qui non si campa.
Entro in casa; ancora c'è odore di una vita non mia, non nostra, ma i muri ci abbracciano.
Mobili non scelti, stoviglie, foto ai muri, scarponi...tutti di altri: presto ci sarà cambiamento per la casa, ma senza fretta, prima devo sistemare gli animali, poi noi.
Il sole sta tramontando, ed io non lo vedo: qui l'affaccio è verso est, ma le montagne si tingono di rosso, scatto una foto nella mia testa, immagino quella che sarà la mia prima alba qui.
Sarà una grande Avventura questa.

martedì 22 ottobre 2019

Punto ed a capo

Da dove riprendere?
Potrei usare metafore, potrei dirlo prendendola alla lontana, potrei far finta di niente e rincominciare...
Semplicemente, ho terra sotto i piedi, e posso riprendere il mio lavoro, la mia Vita.
Un'apnea lunga, dolorosa, complicata, ma...necessaria.
Mi sono spostato, son salito di altitudine, ed ho lasciato molto di quello che mi aveva dato da vivere in passato.
Un rinnovamento bello e buono, un cambiamento radicale, frutto di una delle più profonde catarsi che nella mia Vita io abbia mai dovuto affrontare.
Catarsi che ha coinvolto tutta la mia famiglia, e che ci sta rendendo ancor più uniti, ancora più convinti che la scelta fatta sia quella che più ci appartiene, ancor più pronti a sacrificarci per avere anche solo un pezzettino di terra che possa essere nostro, un giorno.
Intanto, saremo pronti a recuperare, accudire, coltivare e rivalutare la Terra che qualcun'altro non ha più voglia (o possibilità) di coltivare.
Quindi, punto ed a capo.

domenica 16 giugno 2019

Un saluto a tutti voi.
Come è evidente non riesco a mantenere l'impegno preso di avere una presenza più costante in questo Blog.
Mi dispiace per tutte quelle persone che nel tempo si sono affezionate a questo luogo...o al sottoscritto: sento di trascurarle.
I mutamenti della Vita, tanti a dire il vero nei miei ultimi due anni, mi portano ad essere sempre "distante", in qualche modo, dalla capacità di scrivere qui.
Se avete letto gli ultimi post sapete che ho lasciato andare tante cose, e che presto mi dovrò trasferire: sento di avere fatto degli errori in passato, di aver capito troppo tardi dove e come stessi sbagliando, e di non avere avuto la capacità di gestire e rimediare. Ma ho anche la certezza di avere fatto delle buone cose, di essermi portato sempre avanti nel mio cammino di vita, tanto da un punto di vista professionale quanto umano.
Con fatica, magari qualche rimpianto, molta tristezza, ma piena consapevolezza del fare bene, adesso mi accingo a cambiare pagina, e a scrivere un nuovo capitolo lasciando indietro molto.
Non lascio però indietro questo Blog, che seppur trascurato, è una cosa "mia" che ho aperto "a chi abbia voglia di leggere".
Era il settembre 2011, parlavo di ideali e di scelte.
E' il giugno 2019, e sono ancora qui a farlo.

Nell'attesa di ripartire, vi lascio qui il mio indirizzo email.

agricoltoreanacronistico@gmail.com

Ciao a tutti e Buona Estate

mercoledì 15 maggio 2019

Ho finito la legna per scaldare la casa

Era il giorno di San Valentino, lo ricordo bene, il 14 di Febbraio.
Nell'aia, alle 11 del mattino, avevo le maniche della camicia tirate su, ed...ero solo in camicia, senza avere freddo.
C'era il sole, tanto, ed era forte in quel suo voler scaldare.
Era metà Febbraio, ed in quei giorni pareva che tutto si stesse ribaltando, e che la Natura si stesse ancora prendendo gioco del sottoscritto.

...

Era ieri, non posso certo scordarlo, il 14 di Maggio.
Nell'aia, alle 11 del mattino, avevo la camicia di flanella, la felpa e la giacca a vento, patendo freddo alla faccia che era scoperta.
Non c'era il sole, tirava la tramontana, ed era un freddo che strizzava le meningi.
Era, è metà Maggio, ed in questi giorni pare che tutto si stia ribaltando, e che la Natura di stia ancora prendendo gioco del sottoscritto.

... a tre mesi di distanza continuo a chiedermi: "Ma sono l'unico ad essere preoccupato per tutto questo???"
Ho quarantanni, e non ho memoria di una cosa del genere, anche se mi dicono che nel 1987 accadde qualcosa di simile... ma è dal 2011 (tra l'altro anno di fondazione di questo Blog) che ogni anno gli esperti spendono tempo per rassicurarci che "un'annata così anomala per..." l'avevamo già avuta un'altra volta.
Continuo a chiedervi, "Ma a voi tutto questo fa stare tranquilli???".

venerdì 29 marzo 2019

Pensieri Anacronistici sull'Agricoltura Naturale (Parte 1°)

Avere (quasi) quarant'anni mi permette di poter stendere qui un'analisi, da un punto di vista strettamente personale, di come stia cambiando il ruolo dell'Agricoltore al giorno d'oggi.
Mi guarderò indietro, come sempre faccio, ma lancerò i miei pensieri oltre il domani, nella speranza di produrre qualcosa che possa FAR RIFLETTERE chi avrà voglia di leggere.



Partiamo dall'Agricoltura
Dei Settori Economici il Primario è senza dubbio il più importante, in quanto è quello che provvede al diretto sostentamento dell'essere umano attraverso l'utilizzo e sfruttamento delle risorse che la Natura ci consegna.
Le miniere, la pesca, la selvicoltura, e poi...l'allevamento e l'agricoltura.
L'Agricoltura è l'attività economica più antica, seconda soltanto alla caccia, e da sempre è alla base di qualsiasi sviluppo sociale ed economico delle più differenti civiltà, nel tempo.
L'Agricoltura ha da sempre subito la propria evoluzione, seguendo quella della civiltà Umana, spesso condizionandone il cammino.
Strettamente legata alle forze che regolano la Natura, da sempre considerata come una delle più faticose e meno redditizie attività economiche, sempre a rischio poichè direttamente esposta al clima, agli agenti atmosferici ed al mutare delle stagioni.

Quali i fattori che hanno contribuito a mutare l'Agricoltura?
Il Progresso ha trovato spazio anche nell'Agricoltura, mutando spesso radicalmente la vita di chi lavorava nelle campagne, talvolta violentando la Natura in modo indiscriminato, spesso migliorando la stessa conduzione agricola da parte dell'uomo, sempre spingendo verso un'evoluzione che avrebbe dovuto far meglio di quanto fosse stato fatto in precedenza.
Dalla Rivoluzione Agraria del 1700 in poi, questo è stato il fattore principe che ha fatto mutare l'Agricoltura.
- Il Consumismo ha poi definitivamente condizionato l'opera dell'Agricoltore spingendolo a "produrre ad ogni costo" andando ad ignorare le oggettive possibilità di un territorio, talvolta uccidendone animo e struttura. Un'Agricoltura dei numeri, dove la sostanza ha dovuto far spazio alla quantità.
Seppur sia arrivato a metà del 1900, ha segnato in modo tangibile il modo di pensare (e fare) Agricoltura partendo proprio dalla richiesta di prodotti agricoli.
- La Globalizzazione ha abbattuto le distanze, permettendo una evoluzione in paesi svantaggiati, ed una involuzione a sfavore delle tradizioni in buona parte del mondo, spingendo comunque sempre l'onda del Consumismo contro le piccole realtà a conduzione familiare.  O piuttosto portando il sapere agricolo laddove questo potesse migliorare... o piuttosto disconoscendo l'etimologia e l'origine stessa di quanto fosse stato fatto per secoli prima, tanto per far bene, quanto per far male al territorio, all'attività agricola, e talvolta all'uomo stesso.
Tra tutti è il fattore più recente, ma che più ha drasticamente stravolto il concetto stesso geografia e storia legati all'Agricoltura.

Progresso, Consumismo, Globalizzazione: oggi in Agricoltura molte le vittime, alcuni i sopravvissuti.
La Chimica ha cavalcato tutti questi cavalli, e con lei le industrie, le lobby, le multinazionali, i potenti: non si deve demonizzare questo poichè è questo che l'uomo ha evidentemente voluto.
Tra gli anni cinquanta e gli anni novanta nelle campagne del mondo sviluppato sono state riversate, spesso indiscriminatamente, sostanze di ogni sorta nei campi che ci hanno nutrito, che hanno nutrito generazioni e che nutriranno i nostri figli ed i nostri nipoti.
Progresso, Consumismo e Globalizzazione non hanno saputo gestire tutto questo, lasciando che il Mercato cambiasse e si piegasse definitivamente a ciò: la Chimica ha risolto problematiche vecchie di secoli, ha debellato malattie animali e vegetali, ha reso fertili terreni improduttivi, ha fatto aumentare le produzioni di latte, di grano, ed ha ingrassato le tasche di pochi, a discapito di tutti.
La Genetica, che sempre ha avuto il suo naturale cammino, è stata rivista e stravolta: sotto il manifesto delle più alte ed onorevoli speranze, ha soppiantato (e spesso ucciso non troppo lentamente) la storia agricola vecchia di Un Sempre, per contaminare addirittura in modo irreversibile talune varietà.
La Chimica e la Genetica sono, a detta dei più, le risorse dell'Agricoltura del domani...dove il terreno a quanto pare non varrà più molto.
Tutto questo è a dir poco agghiacciante poichè accade, sotto gli occhi di miliardi di persone, senza che (quasi) nessuno alzi una mano per fare e farsi qualche domanda.
La richiesta crescente di prodotti alimentari giustifica tutto ciò...

Esistono Alternative a tutto questo?
La Biodiversità oggi è un faro che segna la via oltre tutto quanto l'abbia preceduto.
La Biodiversità rappresenta quel ponte tra "il fu" ed il "potrà ancora essere", percorribile da tutti ma sempre e solo con Osservazione e Rispetto.
L'Agricoltura che più vuol rappresentare la Biodiversità è quella che abbraccia una filosofia quanto più Naturale possibile, deviando quanto più si possa da tutte imposizioni (invisibili e non) che il Mercato ci chiedeva sino a pochi anni fa; contrapponendosi ad una Chimica che si insinua cinicamente in ogni respiro e sospiro che sappia di Agricoltura.
L'Agricoltura Naturale si dice che non sfamerà il mondo.
L'Agricoltura Naturale si pensa (ma non si dice) che abbia l'arduo compito di salvare il mondo.
L'Agricoltura Naturale , per molti, nemmeno esiste.
Biologico, Biodinamico (entrambe Agricolture Certificate da enti che hanno il dovere di regolamentarle), la Permacultura, l'Agricoltura del non fare...e tutte quelle interpretazioni, tanto territoriali quanto personali, che derivano da tutto questo.
L'Agricoltura Naturale rifugge la chimica di sintesi.
L'Agricoltura Naturale non prevede azioni invasive (o comunque depauperanti) per le lavorazioni in campo e sulle piante.
L'Agricoltura Naturale si avvale tanto di Autarchia quanto di Ricerca, tenendo sempre presente l'intero ecosistema, e mai forzando verso un indirizzo avverso a questo.
L'Agricoltura Naturale, faro e nebbia, si presenta in modo tanto etereo quanto materiale, proponendo piccole grandi azioni di alternativa a quanto è già stato deliberato, e facendosi talvolta portavoce di una vera e propria disubbidienza civile.
L'Agricoltura Naturale è Moda.
L'Agricoltura Naturale è emarginazione.

Il recupero di quanto è stato perso, cancellato, dimenticato, oggi è volano per quegli Agricoltori che NON OSTANTE TUTTO si stanno adattando a quelle forze avverse che minano il loro operato.
Burocrazia, che illegittimamente livella il minuscolo Coltivatore Diretto con l'Industria Agricola.
Contaminazioni portate dalla globalizzazione, di nuovi agenti di danno, malattie inverosimilmente sempre più resistenti, infestanti indomabili.
La Lobby che detiene il "monopolio" dei semi, e che non riconosce l'immenso patrimonio di storia che ha abitato nelle nostre tradizioni agricole (e nelle nostre tavole).
La Lobby che "obbliga" ad usare colture resistenti, salvo poi obbligarle a "trattamenti specifici", salvo poi obbligarle ad un NON rinnovo legato al loro essere ibrido commerciale.
La Lobby che spinge "sotto il tappeto" gli OGM, contaminando per sempre specie come i vari Mais Autoctoni, od obbligando i consumatori ad un abitudine poco spiegata ma forzatamente propinata.

Demoni e spettri nelle vite di chi ci crede, e...ci vive di Agricoltura, senza la capacità di resistere a quanto di così immensamente grosso ed opposto.
Rabbia e sconforto nel cuore di chi non vuole cedere il passo a qualcosa che non gli saprebbe più appartenere.
Forze avverse sulle tempie, sui i sogni e sui bisogni di chi ha le mani sporche di terra e l'animo lindo del suo "aver saputo scegliere".
Una voce troppo fievole per essere udita da chi non ha orecchie.
Io vedo due soluzioni nell'oggi: soccombere, per lasciare il passo ad un Tempo Nuovo che rivoluzionerà per sempre, azzerando quanto fu, a favore di quanto deciso dai pochi del Mondo....oppure farsi piccoli, in un'agricoltura di Resilienza.
Il Piccolo Agricoltore, custode ed artigiano delle proprie origini, deve plasmarsi ai colpi inferti con l'obbiettivo principale di non sentirne più il dolore, e riuscire a continuare la sua opera.
Mai smettere di credere...in quello in cui si crede, se ci si crede davvero.

(segue PARTE 2°)

mercoledì 20 marzo 2019

20 Marzo 2019, l'Equinozio di Primavera

E' passata una stagione.
Tre mesi, tanto il periodo di silenzio in questo mio angolo.
Tre mesi per fare, tre mesi per disfare, tre mesi per pensare.
Cosa è successo in questi passati tre mesi rimane tanto sigillato nel tempo, quanto avrà un'eco ricco delle sue piccole grandi eclatanze.
Entra la Primavera, la stagione della rinascita, del bel tempo, delle temperature miti, dei fiori, dell'erba verde, delle api che svolazzano, ma...
...ma tutte queste cose qui al podere sono già presenti da almeno un mese.
Già perchè, la fioritura del susino Goccia d'Oro è iniziata a metà febbraio, e le altre varietà di susini hanno fiorito di lì a poco; le prime api si sono viste a San Valentino nella fioritura dei rosmarini; un mese fa si sono toccati i 20°C nell'aia, e le giornate erano calde sin dal primo mattino.
Tanta, troppa confusione per animali,  piante ed Agricoltori.
Non piove, salvo una grandinata improvvisa di una settimana fa, dai primissimi giorni di febbraio.
Non piove, e la terra è dura, già si crepa.
E' l'Equinozio di Primavera, e stamane erano 0°C nell'aia, mentre in casa si fa fatica a mantenersi vicino ai 17°C con un camino che galoppa con legna secca per alimentare i termosifoni.
C'è odore di polvere nel campo, mentre l'orto è invaso dall'erba che scrocchia, tanto adorata dalle galline che lì razzolano e preparano il terreno alle prossime lavorazioni.
Nessun capretto a belare, quasi come a sigillare quel senso di fallimento ed inadeguatezza che provo nei confronti di quella stalla a cui tanto ho dato negli ultimi dieci anni.
Le api che visitano le fioriture intorno casa provengono da alveari non miei: le mie casette sono vuote, e se ne stanno accatastate su di un pianale dietro casa.
Il maiale non grufola col grugno in terra, ne credo che presto ce ne sarà qualcuno nel recinto del castro.
La legna sta calando, senza alcun rinnovo di un taglio vernino: lentamente consumo le mie riserve.
Non so se affronterò un altro inverno qui al podere e non posso accumulare per poi non riuscire a portarmi dietro, chissà dove.
Sono triste?
Forse un pò lo sono, ma non è poi così importante questo.
Sono Preoccupato?
Certo, sarei un folle a non esserlo.
Sono scoraggiato?
Mai...in fin dei conti è Primavera, la stagione della rinascita.
E che rinascita sia.








Una preghiera per voi: aiutatemi, se avete il piacere di farlo, a non rendere questo blog un piagnisteo, ma piuttosto a fargli riprendere luce e freschezza.
Credo, indipendentemente dalla mia situazione, di avere ancora molto da condividere, e sento la volontà ed il dovere di continuare a farlo.
Ho parlato, e continuerò a parlare, del mio personale, questo è ovvio, ma aiutatemi a non lasciare che questo prevarichi il senso del Blog stesso.
Son certo che mi capirete.