Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

giovedì 25 aprile 2013

Ripartenza... (Ma chi si era mai fermato?)

Primavera.
Ed anche io non posso esimermi dal postare le notizie sulla stagione, sull'orto e sugli animali.
Sarò breve: due settimane senza pioggia hanno permesso di fare quelle cose che per mesi (e mesi) non era stato possibile, e certamente il primo a rendersene conto è stato proprio il mio orto.
Nelle ore serali trascorro del tempo a leggere e curiosare "negli orti altrui" (la potenza del web), e vedo che moltissime persone erano praticamente disperate (e non uso un eufemismo) di fronte all'impossibilità di rimettere mano al proprio adorato orto: la maggior parte di loro lo fa per diletto, per passatempo, per convinzione oppure per necessità.
Ed ecco che io, che punterei all'autosufficienza alimentare, senza un ort degno di tale nome per mesi e mesi, mi sono trovato "un tantino" in difficoltà (e qui ho volutamente usato l'eufemismo).
Quanto ero riuscito a mettere a dimora nei caldissimi mesi estivi (ve la ricordate la siccità???), ha stentato a crescere, e l'orto autunnale non ha regalato niente di niente...come del resto quello stivo, e adesso affronto la primavera con una fila di broccoli striminziti, un'esigua area dedicata alle fave, una cinquantina di agli e qualche toppo d'insalata.
Sabato scorso sono finalmente riuscito a girare la terra, e la vangata di turno ha permesso al terreno di liberarsi della tanta erba che era ricresciuta sullo strato di concime lasciato a maturare durante gli ultimi mesi di freddo.
Una volta interrato il concio (letame) di capre e di maiali, con mia moglie abbiamo messo le patate Kennebec.  Questa varietà, seppur non sia certamente la mia preferita perchè non ha niente a che fare con l'autoctonicità, ha la capacità di adattarsi benissimo in zone a clima montano e resiste alla siccità: dopo svariati tentativi fatti con le Monnalisa, le Primura e le Spunta, ho dovuto cedere per ottenere una modesta scorta (ed oltretutto le Kennebec sono ottime per il purè, le miestre e il tortino).
Ne ho messe 20Kg (102 in tutto), rigorosamente intere e non tagliate.
Ricordo che quando ero ragazzetto al paese c'era chi metteva le patate spezzettandole come se dovessero essere fatte arrosto, ma questo poteva essere fatto solo in terreni molto fertili e ben drenati e qui dove vivo non me lo posso permettere.
Oltre ai 3 solchi di patate, ho messo 4 solchi di ceci (una varietà locale di cui recupero il seme solo da due anni) e 2 solchi di cicerchie (tanto buone per le zuppe).
Nel semenzaio son pronti a germinare gli zucchini, le zucche, i cetrioli, i pomodori ed i peperoni...tutte di varietà locali.
Ma oltre all'orto ho iniziato a trinciare l'erba nella vigna, visto che oramai quel luogo sarà interdetto alle capre sino a dopo la vendemmia: le foglioline che si aprono rappresentano un'attrattiva troppo golosa per questi animali, che ignorerebbero volentieri la bella erba che ho alle prode (bordi) della vigna per gettarsi a capofitto sui filari.
Ho quindi trinciato l'erba, trascorrendo sei ore a vedere tanto di quel prato finire come futuro humus.
Ho comunque deciso di lasciare abbondanti zone dove poi porterò a pascolare i miei animali (munito di recinzioni mobili...naturalmente).
Trinciata la vigna adesso bisogna tilleralla (passarla con l'estirpatore) in modo da rompere la crosta che si è inevitabilmente formata dopo tutti questi mesi di pioggia, e cercare anche di mettere le radici dell'erba all'aria, in modo da rallentarne la ricrescita.
Purtroppo per me i campi non sono comunque riuscito a seminarli, e salvo un campino dove il favino è ricresciuto dall'anno scorso, quest'anno non avrò alcun raccolto in trebbiatura.
L'annata delle capre sta andando molto male, ed oltre a degli errori di valutazione che io ho fatto, ci si è messa pure la sfortuna a tartassarmi.
In compenso nel pollaio la prima chioccia accenna la cova (inizia a manifestare la volontà di covare), e quindi credo che da domani le metterò sotto 13 uova (alla faccia delle superstizioni).
La billa (tacchina) aveva portato avanti uan covata di 9 uova, messele sotto più per placarla che per convinzione (tende a schiacciare la prole subito dopo la nascita), ed infatti a meno di 24 ore dalla schiusa, solo 3 pulcini si erano salvati.
Li ho portati in casa e grazie alle cure amorevoli di mia moglie adesso stanno bene e si alimentano regolarmente.
I tre pulcini sopravvissuti

Ma di cose da fare ce ne sono tante...tantissime.
Mi sento dire in paese: "Adesso ti tocca lavorare...dopo così tanto riposo!"
E ripenso al riposo che non è certo abbondato, anzi...ai disagi che sto avendo dai primi di settembre per colpa della pioggia, ai sarti mortali fatti per segare la legna usata per cucinare e per riscaldarci, al fieno (nel fienile) che si è bagnato, alla mota (fango) dai maiali...e penso a quante corse e quante acquate ho dovuto sopportare ogni giorno.
Primavera.
Momento di passaggio.
Le rondini garriscono ed il cucule (cuculo) canta nel poggio davanti casa.