Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

lunedì 31 dicembre 2012

...E a quanto pare questo 2013 inizierà all'insegna del bel tempo.
Tiro un sospiro di sollievo, e penso ai campi da seminare.
Ma non vi voglio tediare ancora una volta con questi benedetti campi!

Questa mattina, mentre ero dalle capre a liberarle, pensavo a questo 2012 e a quante cose sono accadute qui al Podere.
Avrei pagine e pagine di considerazioni, ma credo che una su tutte possa essere la più rilevante: 2012 anno particolarmente ricco di contrasti.
Molte le difficoltà, riscontrate soprattutto grazie all'andamento climatico.
Il doversi adattare comporta uno sforzo fisico e mentale non indifferente, e per uno che come me non vuole saperne di coadiuvanti chimici ed interventi drastici, il 2012 è stato un anno veramente colmo di stimoli a cercare soluzioni, a sapersi accontentare, ed anche a fare delle rinunce.
Alcuni esempi.
Da 6 chiocce del 2011 sono passato a 2 chiocce: le galline non avevano voglia di covare, e dopo un inizio promettente nel mese di aprile, tutto poi si è fermato.
La produzione di uova è calata del 70%...con a disposizione l'alimentazione di sempre, ma la deposizione è diminuita ugualmente.
Solo il 50% delle capre sono rimaste gravide, ed oltretutto la produzione del loro latte è calata di almeno 1/3 rispetto all'anno precedente.
L'orto poi, quello si che è stato tutto un gran patimento: il 21 marzo seminai (in semenzaio) tutte le colture estive), ma la stagione di aprile ha praticamente azzerato il mio lavoro, facendomi ripartire (tardissimo) a metà aprile con la semina.   Questo mi ha messo in condizioni di trapiantare tardi (in giugno inoltrato) ed avere una produzione di fine estate.
Pessimo il raccolto delle zucchine fiorentine, con una produzione di solo 1/5 rispetto al 2011.
Poi la vigna, e la ghiacciata di Pasquetta: produzione di uva dimezzata!
L'orzo è stato forse il mio più grande insuccesso: seminato a metà febbraio, si è beccato 40 giorni di siccità (ha piovuto solo per i 3 di Aprile), e praticamente non è riuscito a sviluppare, portandomi ad avere una produzione del 50% di quella auspicata.

Al tempo stesso, però...
Nel 2012 sono accadute cose molto positive, ed alcune decisamente insperate.
Ottimo raccolto di favino, ben oltre le mie più rosee aspettative: tanta granella ma anche ottimo azoto naturale per i miei campi.
Un raccolto di fieno bellissimo, come non si ricordava da anni: ho stivato ben oltre le 220 presse, senza contare quelle di erba medica.
Più che discreto il raccolto delle olive e sopratutto della resa dell'olio: veramente buono!
Nell'orto i peperoni, le patate, le cipolle, i ceci, le cicerchie e le melanzane hanno avuto un'annata da annoverare tra le migliori in assoluto, e certamente le scorte di sott'oli ne hanno giovato non poco.
I maiali sono cresciuti, ho avuto un parto, e ho macellato con successo.
Il formaggio di mia moglie viene sempre meglio, ed i suoi esperimenti sapranno darci grandi soddisfazioni nell'anno che verrà.
E poi il vino (di vendemmia 2011): quello si che m'è garbato!

Un anno ricco di contrasti, dove alcune cose sono andate veramente male grazie alle pioggie primaverili e alla siccità estive, ed altre veramente bene...grazie proprio al medesimo clima.
Tra qualche ora saremo nel 2013, ed una nuova sfida inizierà sin da domani mattina, fra buoni propositi e vecchie considerazioni.
L'importante è prenderlo giorno per giorno..questo 2013!
Buon Anno

domenica 16 dicembre 2012

Caro Babbo Natale quest'anno vorrei un ciuco...

Il Natale si avvicina, e nonostante per me sia la Madre di tutte le feste, quest'anno mi sento combattuto nell'accingermi ad affrontarlo.
Da una parte c'è l'entusiasmo per quell'albero e le sue lucine che tanto continuano a piacermi e a mettermi di buon umore, della cena della vigilia, del pranzo di Natale e di quello di Natalino, della soddisfazione di fare regali (semplici regali) e di avere un pò più di tempo per godermi la famiglia.  Ci sono le canzoni natalizie, il ritrovo con gli Amici (pochi ma buoni), le chiacchiere davanti al fuoco (che più o meno ci sono sempre) e magari la Tombola.
Ma dall'altra parte ci sono una serie di preoccupazioni (nuove e vecchie) che non mi permettono di godermi a pieno questo periodo.
I soldi sono i medesimi dello scorso Natale, e la crisi la sento ma cerco di sopravviverle con i tanti espedienti che il mio mestiere di Agricoltore mi offre: bene o male si campa del nostro, e letteralmente riusciamo a mangiare del lavoro che portiamo avanti, ed ecco che non ci manca niente, e quello che ci manca non ce lo facciamo mancare...semplicemente non pensandoci.
L'Autarchia, il riciclo, la sobrietà sono fattori che ci contraddistinguono indipendentemente dal periodo natalizio, e certo questo ci permette di vivere (forse) meglio, o perlomeno prendendosela meno rispetto ad altre persone: non applichiamo un rigore illogico, ma bensì una consapevole radicalità nell'evitare determinate spese...e come detto si vive bene ugualmente.
Quindi i regali saranno sempre all'insegna dell'autoproduzione (sopratutto alimentare), e chi ci vuole bene ha sempre ben accettato  questo nostro modo di "regalarci".
Maya o non Maya...
...tempeste solari o non tempeste solari...
...le ansie che ho sono altre, e non nego che anche l'andamento climatico inizia a darmene alcune.
Io...che sempre ho detto che BISOGNA PRENDERE QUELLO CHE VIENE DAL CIELO (unicamente inteso in senso meteorologico), ultimamente inizio a vacillare (almeno un poco...permettetemelo), perchè proprio dalle stagioni dipende l'unico sostentamento per me e la mia famiglia.
Ancora non ho seminato i campi che mi daranno foraggio per i miei animali...e già il Favino non lo potrò più mettere.
I campi sono sempre fradici d'acqua, e la tramontana della scorsa settimana poco o nulla a fatto: la terra era molle (bagnata) e non ci s'entrava con il trattore.
Ed ecco che ho deciso: se non la smette di piovere entro il 15 gennaio, e non asciuga un poco, io me ne frego e semino a mano tutti i campi, magari passando con l'erpice attaccato al cavallo.
Non mi sgomento...ma comunque la cosa mi da pensiero.
Come sopratutto mi da pensiero la scrofa che si è azzoppata per uscire dalla mota (melma) che ha nel suo recinto: inconveniente che certo chi alleva maiali nei castri di cemento non avrà, ma io che li allevo all'aria aperta...con tutta quest'acqua incessante dai primi di settembre...beh, il problema era inevitabile.
Ci sono le capre che non godono quasi mai del pascolo, e tutta quell'erba (sempre più rigogliosa) rimane all'aria, mentre loro nella stallina devono andare avanti a fieno.
E speriamo che il becco abbia beccheggiato (abbia coperto le femmine): è giovane e con questa stagione non mi è parso di notare molti calori tra le capre.  Se questa stagione di monta fosse fallita vorrebbe dire che non ci sarebbero nuove capre per l'allevamento, niente latte (e quindi niente formaggio!!!) e niente capretti.
Per molti questi potrebbero apparire come problemi RIDICOLI...lo sò, come per me potrebbe apparire come problema ridicolo il fatto che venisse a mancare il segnale telefonico per un giorno intero.  Ognuno c'ha il suo.
Il contadino oggi deve contrastare con mille cose che quotidianamente minano il suo percorso, ed oltre alle tasse e tassette, crisi e mutui, bollette e rate...lui c'ha da contrastare anche con la stagione.
Questo Natale forse sarà piovoso (ma va!?), ma si spera in un Gennaio bello asciutto che ritiri via un pò di tutta quest'acqua e che ci permetta di seminare, potare e segare un pò di legna (che sennò qui manco ci si scalda).
Ed ecco che in un'ipotetica lettera a Babbo Natale avrei tanta voglia di scrivere...
" Caro Babbo Natale,
quest'anno ho fatto del mio meglio per essere buono, ed anche se qualche parolaccia m'è scappata di bocca, ho cercato di fare di tutto per meritarmi i tuoi regali.
Ci sarebbero tante cose che forse potrei...e dovrei... chiederti, ma una su tutte: quest'anno vorrei un ciuco.
Lo desidero da quando ero ragazzetto, ma nessuno ha mai esaudito questo mio desiderio: all'età di dieci anni te lo chiesi, ma forse quello non sarebbe stato il momento giusto.
Del ciuco apprezzerei tutto: in primis la sua intelligenza, la sua voglia di fare, la sua compagnia, la sua caparbietà, la sua forza, la sua rusticità, la sua attitudine al lavoro...ed anche la sua cacca!
Vedi te Babbo Natale se quest'anno ce la farai a portarmelo, o se intanto mi porterai una stalla...che eventualmente a comprare il ciuco ci penso da me.
Grazie"


A tutti voi che leggete con costanza le tante bischerate che scrivo...
...e a tutti quelli che si sono affacciati qui tra le mie parole,
auguro un SERENO Natale.




giovedì 29 novembre 2012

Il pollo Furbo e quello Strullo

La mia esperienza...
Dall'età di sedici anni allevo polli.
La mia passione, spesso strana agli occhi dei miei cari, mi ha sempre portato ad ammirare questi pennuti ritenuti, da qualsiasi stereotipo e luogo comune, come animali Strulli (Citrulli...poco intelligenti).
Nei primi anni di esperienze di allevamento mi affidavo a polli comprati presso negozi specializzati, dove fra consorzi e cooperative mi offrivano sempre il medesimo prodotto: il pollo industriale da carne, o la gallina ibrida ovaiola.
Era bello allevarli, e ricordo quante ore passavo a progettare pollai e giacigli, attendendo il momento in cui avrei potuto realizzarli.
I polli venivano acquistati come "polletti", ossia pulcinoni cresciuti che mettevano il piumaggio da adulti, ed erano severamente allevati con grano, mais e semola.
Ma il vero piatto forte era sempre lui: IL PASTONE.
Una serie di scarti alimentari, per lo più costituiti da frutta e verdure, con l'aggiunta di pane secco...ed il tutto bagnato come a costituire una "zuppa prelibata".
Ed i miei polli vivevano felici, approfittando delle due ore di pascolo che venivano loro concesse, e dell'ampio pollaio dove giornalmente venivano riversate carriole di erba fresca di ogni genere.
Ma i polli...non erano certo furbi.
Attendevano sulla porta il mio arrivo, ed anche se spalancavo loro la possibilità di uscire dal recinto, mi correvano appresso attendendo il cibo.
Non si trattava certo dell'imprinting, visto che erano nati in incubatrice nei mega allevamenti intensivi, ma di associazione: io per loro ero il cibo; dalle mie mani arrivava loro cibo.
Per farli uscire talvolta dovevo gridare, agitare le mani e letteralmente spaventarli: non volevano proprio capire che fuori da quella porta li attendevano ampi pascoli erbosi ricchi di insetti, lumachini, vermi e vermetti di ogni genere.
Così è stato per anni.
Nel maggio 2008 sono riuscito a far decollare un progetto che avevo in mente sin da quando avevo 16 anni: allevare il Pollo Livorno, e grazie ad una cara amica, sono riuscito a rimediarne una covata di 30 esemplari.
Son passati dalle lampade ed i trucioli, ad un pollaio degno di tale nome; passati dalle temperature controllate a quello che il Padreterno (o chi per Lui) gli offriva; sopratutto passati dalle super miscele aziendali ricche di vitamine e mille altre sstanze, al grano mollo (grano tenuto a bagno) ed il brillato di mais.
Nel giro di dieci giorni ne morirono 16 su 30: uno strazio, sopratutto per uno che si definiva "esperto".
All'istituto di Zooprofilassi mi dissero, analizzando la carcassa di un povero pulcino, che era morto per malnutrizione...
...ma io il cibo lo somministravo in abbondanza.
Semplicemente loro non lo riconoscevano come cibo, e piuttosto che assaggiarlo si lasciavano morire.
Una difficile selezione è avvenuta e da quel maggio sono trascorsi 4 anni e mezzo, ed oggi sono alla quarta generazione dei miei Livorno.
Le uova vengono rigorosamente covate dalle chiocce, e le covate crescono e vivono con la mamma sino ai due mesi e mezzo di vita.
La chioccia insegna loro a razzolare (ruspare il terreno in cerca di cibo), a vivere in gruppo, e difendersi...e ad essere future mamme (naturalmente questo vale solo per le femmine).
Si crea quel senso di "famiglia", che perdura per tutta la loro vita, e quando apro loro la porta del pollaio dovreste vedere come volano fuori, avidi di razzolare per l'intera giornata.
Si sanno difendere, e riescono e prfino a tenere a bada i gatti.
Ottime ovaiole (come la razza richiede) ed estremamente territoriali.
Ma non certo animali robusti per la tavola...ed ecco che quest'anno mi son lasciato convincere, e dopo tanti anni sono tornato al negozio specializzato ed ho comprato 10 polletti da carne.
Non ero convinto, ma ho voluto provare.
Li ho messi in un reparto a se, lasciando che si ambientassero, e mettendo con loro dei polletti di Livorno nati da una mia covata.
Non hanno mai legato...ed il giorno che li ho liberati assieme a tutti gli altri adulti, è accaduta una cosa strana: non tanto non volevano uscire, ma una volta che questo erano fuori, non volevano più rientrare.  Al calar della notte erano ancora fuori, ed uno ad uno li ho rimessi dentro io stesso.
Questo è accaduto per venti giorni...una follia, e la follia più grossa è che continuano, di fronte alla porta aperta, a starmi fra i piedi aspettando che io dia loro il cibo.
Ma io il cibo non lo do mai alla mattina quando escono, ma solo alla sera al loro rientro.
Stanno li, fermi da una parte, non razzolano, e sembrano quasi a disagio di fronte a tutte quelle piante e agli altri animali così diversi da loro.
Non riescono proprio ad associare il cibo al pascolo, e neanche a dimitare gli oltre sessanta polli che razzolano attororno a loro.
Potrei andare avanti ancora per molto sull'argomento, ma la morale (se mai ce ne fosse una) è questa:  in diciassette anni di esperienza con i polli, ho notato un'immensa differenza tra i polli cresciuti in incubatrice e quelli da chioccia...e sopratutto fra i polli che sono nati e hanno vissuto (anche se per poco tempo) in allevamenti intensivi e quelli che vivono all'aperto.
Chioccia con piccolo di Livorno ed altri pulcini meticci


Che i polli da allevamenti intensivi abbiano perso la loro memoria (o attitudine) sulla cova, è cosa indiscussa: gli è stato imposto dall'uomo in modo che non "perdessero tempo" a covare e continuassero così a sfornare uova.
E' come se, nel codice genetico...o nella loro memoria, i polli del primo caso avessero veri e propri limiti...limiti che forse solo il tempo cancellerà.
Quest'anno infatti una gallina ovaiola di 4 anni, che fu acquistata (per regalo) in una cooperativa specializzata, ha covato e portato avanti 11 uova e relativi pulcini.
Lei, che era figlia dell'incubatrice, aveva IMITATO le altre chiocce, ed aveva imparato a covare come gli atlri polli.
Magari uno di questi 10 polletti diverrà proprio una chiocia, ma ad oggi credo che di anni gli ce ne vorrebbero 10...almeno per imparare a razzolare.  Figuriamoci per capire la cova...

lunedì 29 ottobre 2012

Torna l'orario solare

Primo giorno di orario solare: qualcosa cambia, e torna il ritmo più lento dell'agricoltura.
Questa mattina la sveglia è suonata alla solita ora, e indistintamente dal fatto che fosse domenica, qualcosa era cambiato: il cane, che ama abbaiare alle prime luci dell'alba, perpetuava con il suo latrare nonostante la sveglia ancora non fosse suonata.
Confesso che nel dormiveglia non riuscivo a capire bene che fosse la prima mattina di orario nuovo, e per un attimo non ho quasi fatto caso alla luce che filtrava dagli scuri della finestra.
L'aria frizzante della camera mi ha presto scionnato (svegliato), e da quel momento ho capito che la sveglia avrebbe dovuto adeguarsi al sole...e che quindi la mattina si doveva rincominciare a svegliarsi prima delle sei.
Ho riattizzato il camino, e aprendo la porta mi si è presentata davanti una fredda giornata, fatta di pioggia, temporale, grandine e temperatura attorno ai 3°C.
Riaccesa anche la stufa, in casa regna l'odore di legna e di fuoco, mentre i panni da lavoro gocciolano sulla sedia davanti alla fiamma ed il cane sonnecchia alla luce di questa.
E' come se nel giro di una notte tutto fosse cambiato, ed è come se la lunga..LUNGA estate fosse definitivamente finita, e svanita in quel poco che è rimasto dell'orto ed in quelle magliette a manica corta presto riposte nel baule a riposare.

Il frutto di una girata vicino casa
Ma l'autunno si sa che regala molte cose, ed anche io sono riuscito a trovare il tempo di infilarmi nella macchia e di regalarmi qualche fungo.
Credo che con il freddo che è arrivato i cucchi (ovoli) e i porcini spariranno in poche giornate.

Pupole nell'orto
Ma lungo la proda dell'orto continuano (e continueranno ancora) le pupole (mazza di tamburo): fungo semplicissimo ma ottimo se fatto in gratella con olio, aglio, sale e rosmarino.

Ultima colta dell'anno: peperoni, pemente e melanzane
E come detto nell'orto poco è rimasto.
L'ultima colta di "rosso" ha regalato due panieri di peperone dolce, peperone corno di toro e pementa rotonda (ottima se fatta ripiena con acciughe e capperi).
Mi rammarico del fatto che ancora non sia riuscito a seminare le fave, ma temo che questo autunno sarà difficile fare molte cose nell'orto vista la stagione che è.
Poco male, si farà quel che si potrà fare senza prendersela troppo, e si metteranno le fave come l'agli: di novembre.
Intanto è iniziata la colta delle ulive, ma procederemo a singhiozzo per tutto il mese, visto quello che preannunciano le previsioni del tempo.
I campi, arati di settembre, sono ancora in attesa delle semine.  Girando qui intorno ho visto che la maggior parte dei contadini sono nella mia stessa situazione, e tutti si aspetta qualche giornata di tramontana che possa asciugare la terra e permetterci di seminare i cereali ed il favino.
Intanto oggi il pettirosso cantava sul davanzale della finestra, e (come dicono i vecchi) era venuto a dirmi che arrivava il freddo...
...ed il freddo è arrivato, credetemi.
Un buon "orario solare" a tutti.

domenica 9 settembre 2012

...e la Natura ha reclamato la Pioggia

La mia memoria è cosa breve, ma sentire i vecchi che non avevano ricordi di un'estate così siccitosa, mi ha dato da pensare molto.
In genere non me la prendo se piove per lunghi periodi, anzi...
Ma quando non piove per lunghi periodi me la prendo eccome, anzi...
E quest'estate mi ha letteralmente scorticato le meningi, ed a fine giugno già non ne potevo più del caldo.
(Ma vi ricordate che caldo ha fatto a giugno?)
Beh...sommateci due altri mesi BELLI PIENI di sole e siccità, ed ecco l'estate 2012.
Ma la Natura ha reclamato la pioggia, e con l'arrivo si settembre è arrivato pure il fresco.: ha piovuto per circa sei giorni, e la terra ha regalato quel bel profumo di bagnato che tanto adoro.
Il tavolo davanti l'uscio di casa

Mettere una copertina nel letto è stato a dir poco entusiasmante, ed alla faccia dei cicloni africani, mi sono pure spesso immaginato il camino acceso.
Il piacere di bere dell'orzo caldo...
...lo starsene abbracciati nel letto senza dover sudare sino all'inverosimile...
...e quel maglione pesante messo la mattina all'alba e la sera al tramonto...
..grandi piaceri ritrovati!
Ma siamo di settembre, e nonostante il "settembrino" sia giunto coi primi giorni del mese, certamente il caldo dispenserà altre giornate, all'insegna del sole e del mare (per chi avrà il piacere di farlo).
Per me saranno giorni di vendemmia, e successivamente di aratura.
E spero che con la prossima luna abbia il tempo di andare a cercare i funghi, che certamente usciranno abbondanti.
Buon settembre...mese meraviglioso.

giovedì 26 luglio 2012

Appunti di luglio fatti sotto al sole

Potrei mettermi a parlare della siccità, e dei disagi che questa comporta...
...ma qualsiasi lettore con un minimo di sale in zucca, pur se legge dalle quattro mura del suo appartamento di città (ed è quindi distante dalla vita di campagna), comprende cosa voglia dire non vedere una goccia d'acqua da più di 50 giorni.
E' vero: l'estate è bella proprio perchè non piove...ma se non piove qui non si mangia.
Ed ecco che rischia di annullarsi tutto il "bel lavoro" fatto dai quaranta giorni di pioggia (fra aprile e maggio), e l'orto piange lacrime asciutte.
Anno di bolla del pomodoro, anno di frutti rinseccoliti e asciutti, poche le zucchine e meno ancora le melanzane.  Il basilico va a fiore che ancora è basso, il prezzemolo ingiallisce, e all'orizzonte pare che voglia piovere.
La bolla del pomodoro: vero flagello dell'orto di questa estate

Ma quei nuvoloni carichi di acqua decidono di andare oltre, e per beffa scoppiano gli incendi boschivi, e luglio passa (e passerà) senza una goccia d'acqua.
Le capre stanno calando di molto la loro produzione di latte, ma la vita va avanti nel podere, e nasce la seconda mandata di pucini (schiusa di pulcini).
E la scrofa mette alla luce i lattonzoli, mentre i prati sono oramai secchi, e la vigna pare voler appassire prima del tempo.
Scrofa con piccoli a 15 ore dal parto

Mi chiedo a quanto dovrebbero essere vendute quelle poche verdure reduci di questo giugno-luglio da girone dantesco: sono saporitissime, ma quanta fatica per loro e per il mezzo ortolano che le lavora e annacqua alla meglio (annaffia come meglio può).

Ma intanto l'orzo ed il favino sono stivati, e finalmente non c'è da pensare più alla trebbiatura.
Trebbiatura che è andata molto male per l'orzo e bene per il favino.
L'orzo, seminato il 18 di febbraio, ha visto la pioggia SOLO il 3 aprile: troppo tardi per permettergli un corretto accrescimento e sviluppo, ed infatti è rimasto basso ed è cresciuto spargolo.
Avevo messo in conto di non avere una produzione sufficiente per sostenere i miei animali, ed il lavoro adesso è trovare del buon orzo "pulito" da coltivazioni con concimi chimici e diserbanti: chi cerca torva sempre.
Il favino, seminato in ottobre, ha dato un raccolto più che soddisfacente ed oltre le mie aspettative: ha azotato il terreno (ottimo per la semina di orzo e/o grano del prossimo anno) e mi ha permesso di stivare una cospicua quantità di granella che dovrebbe bastarmi per tutto l'anno.


Ecco come si presentava il favino nel mese di maggio...

...ed ecco un particolare della trebbiatura di questo i primi giorni del mese di luglio

E' estate, e mentre nella strada rombano le moto (che paiono aver tanta fretta di arrivare al mare), io mi chiedo quando pioverà.
La vita del contadino è anche questa: starsene tante ore a testa bassa, faccia a faccia con la terra, per poi trascorrere lunghi momenti con il naso all'insù a scrutare stelle ed interpretare le nuvole. 

venerdì 6 luglio 2012

Giugno ed il fieno: il mese più lungo


Mettermi seduto di fronte al computer mi appare oramai come una cosa remota e strana.
Il mese di giugno è SENZA ALCUN DUBBIO il mese più lungo dei dodici che compongono il mio anno, ed in questo mese si giunge all'apice della lunghezza di giorno rispetto alla notte, esplode il lavoro nell'orto, gli animali danno il loro massimo daffare, la frutta inizia a maturare, c'è la vigna da sfemminellare e accapannare, e ancora molte altre cose.
Ma forse, per quanto mi riguarda, il lavoro più impegnativo è senza dubbio la fienagione: il taglio del fieno che sancisce il termine dell'anno vegetativo dei prati.
Ma partiamo dall'inizio: ho due tipi di prati , di cui uno di poco meno di un ettaro dove ho dell'erba medica ed un altro di oltre 4 ettari dove ho un polifita oramai settennale.
Doverose sono delle precisazioni.

Il prato, il pascolo e l'erbaio spesso vengono confusi, o intesi come la medesima cosa (sopratutto per chi non mastica molto di fienagione): il pascolo è quel luogo dove si lasciano (appunto) pascolare gli animali, e dove generalmente non si effettua alcuno sfalcio; l'erbaio è un campo che viene arato e seminato ogni anno in modo da offrire una coltura annuale (per esempio avena, loietto, etc) che viene sfalciata e che terminerà il suo ciclo non fornendo più altro tipo di foraggio (a meno che non venga riseminata l'anno successivo); il prato è quel campo che viene lavorato, seminato...e che per anni offrirà erba da sflacio (volendo anche da pascolo) e che esaurirà il suo ciclo produttivo solo dopo diversi anni.

Prato di Erba Medica pronto per il Secondo Taglio

L'erba medica, che generalmente è la più usata per fare i prati, è una pianta erbacea dicotiledone che viene molto impiegata in zootecnia: cresce un pò ovunque, è molto proteica, azota il terreno su cui dimora e offre almeno due sfalci (detti TAGLI) a seconda della stagione.
Io l'erba medica la uso per i conigli (generalmente di secondo taglio) e per le capre (di primo taglio).
Quele la distinzione fra i due tagli?
Il Primo Taglio viene fatto (nella mia zona e alle mie altitudini) a fine maggio: è un taglio che è ricco anche di tutte quelle piante erbacee che sono nate nella primavera (per esempio avena selvatica, orzo selvatico, rapacine, etc) e quindi l'erba medica è talvolta in minore percentuale rispetto a tutte le altre varietà presenti nel campo.   Per molti è considerato un taglio meno nobile, ma per le mie capre è un vero toccasana in fase di lattazione: infatti l'erba medica aiuta molto la produzione di latte dei ruminanti, e le tante varietà minori (e povere) presenti in questo taglio risultano molto più appetibili in associazione fra di loro.  E un fieno molto apprezzato anche dai cavalli e spesso questo è anche detto Fieno Naturale (proprio per la presenza massiccia di erbe spontanee rispetto all'Erba Medica).
Il Secondo Taglio di erba medica vede la presenza di questa ben oltre il 90%, e quindi è un fieno bello concentrato (a mio avviso troppo per le mie capre...perlomeno per quelle che sono le mie pretese nei loro confronti), ma adattissimo ai palati fini e delicati dei conigli.  Io almeno la uso per questo, oltre che per mescolarlo ad altri fieni decisamente più poveri.
Nelle estati piovose è possibile anche fare il Terzo Taglio, dove l'erbamedica è presente al 100%, ma inizia ad essere molto dura nel gambo...e spesso più povera delle sue sostanze nutritive. In alcune zone d'Italia si riesce a fare pure il Quarto Taglio, ma qui da me è un'utopia già fare il terzo.

Prato di Erba Medica dopo il Secondo Taglio


Parliamo adesso del prato polifita.
Nel mio caso si tratta di un prato vecchio di sette anni, che in origine era stato seminato con della Festuca, del Trifoglio Ladino, del Loietto e del Ginestrino, ma che ad oggi presenta anche varietà come la veccia villosa, la gramigna, il tarassaco, la sulla, l'avena selvatica e l'erba marzolina.
E' un prato ricchissimo, e perfetto per i cavalli e per il mantenimento delle capre: offre un unico sfalcio all'anno, ma che fornisce grandi quantità di fieno, e quest'anno ben 500 presse di questo fieno sono stivate nei vari fienili intorno casa mia.

Pressatura del prato polifita

Per chi alleva erbivori il taglio del fieno (e quindi la fienagione) è il massimo impegno perchè rappresenta l'alimentazione di tutto un anno, e quindi è un momento delicato dove ci si deve scontrare con la stagione (il rischio di pioggia mina la serenità del sottoscritto per oltre un mese) e con i macchinari (che al momento che vai a riutilizzarli hanno sempre nuovi acciacchi e mille modi per avvelenarti la giornata).
Ma quando il fieno è stivato...ci si sente più leggeri e si ha voglia di ridacchiare ed andarsene a letto per una settimana filata.
Le presse pesano, e come per la legna ci scaldano molte volte ...ma peccato che siamo di Giugno, e tutto quel "calore" non si richiederebbe affatto.
In parallelo alla fienagione c'è poi da mungere le capre, curare l'orto ed iniziare ad annaffiarlo, fare il formaggio, accudire tutti gli altri animali, e come detto all'inizio, la vigna che reclama lavori lunghissimi.
Quest'anno mia moglie e mio babbo mi hanno dato (e mi stanno dando) una bella mano: non mi aspettavo tutto questo fieno, e quindi la mole di  lavoro ha superato ogni mia aspettativa.

La "barca": una stiva di presse impilate e coperte con un telo

Ma torniamo a Giugno...
La notte canta l'assiolo e, mentre i cani dei poderi vicini latrano alla luna, il tempo che si rimane coricati è sempre molto breve: io generalmente vado a letto dopo le undici di sera, e mi svaglio verso le 5 - 5:30 del mattino.  Al pomeriggio il riposino è dìobbligo, anche perchè il caldo forte non permetterebbe di lavorare all'aperto.
Giugno ha il profumo dello spigo (fiore di lavanda) colto per San Giovanni assieme all'Iperico, dell'erba tagliata, del fieno cotto al sole, della terra dell'orto bagnata e scaldata, del fiore di malva e delle foglie di pomodoro.
Giugno ha il suono delle prime cicale, del garrire delle rondini, del bramito dei caprioli, delle capre che belano perchè il pascolo inizia a seccare, del trattore che sfalcia il fieno, del vento che muove le piante d'orzo.
Giugno ha il sapore dolce della frutta matura e quello aspro di quella ancora acerba (ma tanto buona da lasciarsi assaggiare ugualmente), ha quello succoso del primo pomodoro, e quello infinitamente speciale del fiore di zucchina (magari fritto), del vino di casa tenuto un pò al fresco per dissetare meglio e del salmastro trasportato dal vento di ponente.
Giugno ha il colore del fieno verde appena tagliato, e di quello giallo oramai arso al sole (e da pressare), dell'arancione del sole che brucia gli occhi (a fissarlo), e del rosso del mio trattore che non se ne sta fermo un attimo, dell'azzurro del cielo di giorno e del blu tutto stellato di notte.
Giugno è un mese bellissimo, ma forse troppo lungo per chi fa il contadino come me.

giovedì 24 maggio 2012

Constatazione

Non nego che la mia grande "imbranataggine" per la realizzazione di questo piccolo blog sia certamente un limite alla realizzazione dello stesso.
Ma oggi ho scoperto l'area "Statistiche": grandissima ganzata che mi permette di vedere in quanti stiano seguendo giornalmente il blog, e quali siano le discussioni più interessanti (per voi avventori).
Vedere che così in tanti mi seguite mi lusinga, ma anche aumenta la responsabilità per quello che dico e per come lo dico.
Forse il mio modo "alla buona" di parlarvi è ben lontano dalle sintassi tecniche e corrette, o da discorsoni tanto forbiti quanto prolissi.
Qui (nel blog) parlo come parlo nella vita, e provo a dire le medesime cose (magari qui cerco di non imprecare come nella realtà mi scappa un pò troppo di fare), senza bruttacopia o rettifiche del giorno dopo.
Certamente faccio (e farò ancora) molti sbagli...come nella vita di tutti i giorni, ma non sono qui a vendervi una vita migliore o peggiore...in effetti non son qui a vendervi un bel nulla, lontano anni luce dal voler fare politica (anche se credo che la politica la si faccia nella maggior parte delle cose che diciamo e facciamo...) ne tantomeno a parlare di Religione.
Son qui per parlarvi delle lavorazioni della campagna, degli animali, delle stagioni, del passato e del futuro... e lo faccio dal punto di vista di un Agricoltore Anacronistico, certamente fuori da questo tempo, che alla fin fine sono proprio IO (tanto qui nel Blog che nella realtà).
E proprio a questa maniera vi ho parlato della neve, della pioggia, delle capre e dell'orto, delle rondini che partivano e dei campi da lavorare.
E proprio in questa maniera vi ho parlato della Vita dei miei animali: le nascite e le morti.
Ed ecco che, proprio grazie a questo cosino nuovo che ho scoperto, ho potuto vedere cosa vi è piaciuto seguire nel mio blog.
La discussione del giorno 16 Marzo 2012 intitolata "L'equilibrio tra la morte e la vita nelle Azioni dell'Agricoltore" è stata la più seguita e la più commentata sino ad oggi.

http://agricoltoreanacronistico.blogspot.it/2012/03/lequilibrio-tra-la-morte-e-la-vita.html

Questo mi ha reso meno felice e vorrei condividere con voi anche questo mio ennesimo pensiero.
Sapevo che avrei potuto suscitare le ire di chi non la pensasse come me, ma del resto questo lo potrei fare ogni volta che scrivo, e temevo di sollevare un polverone che rischiava a molti di andare sugli occhi.
Il MEA CULPA, semmai dovvessi davvero farne uno, è in relazione al fatto che evidentemente ho parlato di questo argomento troppo presto...forse dovevo svelarmi un pò alla volta...non saprei.
La cosa che mi rende meno felice è appunto che lì sono molti gli avventori del sito che si sono cimentati in commenti, e la maggior parte di questi sono utenti che non frequentavano (o frequentavano prima di allora molto poco) il blog stesso.
Ma il fatto è che ne è uscito un contronto tra me (evidentemente il cicciaio di turno) e vegetariani e/o vegan.
Tutto questo mi ha disturbato, anche perchè volevo solo parlare di come l'Agricoltore avesse l'onere e l'onore di decidere della vita (Nascita e Morte) dei suoi animali, e di come doveva rendere omaggio a tali vite usando (consumando...sfruttando...mangiando...trasformando...insomma avete capito) nel miglior modo possibile le loro carni e non solo.
Non riesco a vedere niente di tremendo in un galletto cotto al forno con le patate, ma riesco a vedere molto tremendo un pollo cresciuto in batteria che giace sulle sue stesse feci e che mangia polveri e miscele derivate dalle ossa (e non solo) di suoi pari...o di pesci...o di chissà altre cose.
Mi fa pena quel pollo che mai ha visto e mai vedrà la luce del sole, potrà correre e mangiare erba e granaglie, lumachini ed insettini, razzolare e dormire sugli alberi.
Mi fa pena quel pollo che muore per mano di una macchina, che magari non viene toccato da mano se non per esseree posizionato in una vaschetta di polistirolo.
Mi fa pena quel pollo che non riceve alcun tributo di rispetto per la sua vita che è finita, nella speranza che siano i suoi consumatori a dargliene apprezzando le sue carni.
Ma davvero si apprezzano le carni dei polli vissuti in quel modo?
Non so...ma ho un ricordo bieco dell'ultimo pollo che ho mangiato ad una mensa universitaria: sapeva di nasello con la consistenza della polenta...faceva veramente schifo (e a me non piace accostare la parola SCHIFO alla parola CIBO...la trovo un sacrilegio).
PARLO BENE IO...direte voi leggendomi...CHE VIVO IN CAMPAGNA E CHE POSSO MANGIARE COSE SANE...e magari molti di voi hanno smesso di mangiare carne proprio per questo motivo.
Beh, Amici e Lettori occasionali, non crediate che nelle vostre amate zucchine e insalatine ci sia chissà quanta salubrità se vengono da un'agricoltura intensiva ed industriale.
Non voglio parlare della vita di queste, ma forse tento (peccando di presunzione) di parlare dell'etica che sta dietro ad una mela che è cresciuta su alberi bombardati di anticrictogamici, pesticidi, diserbanti e velenucoli vari...e lo accosterei al pollo di cui sopra.
La sensibilità di molti di voi è stata toccata dal fatto che ho parlato dell'Uccidere, e a poco sono valse le mie parole sull'accostamento dell'animale al vegetale: un'animale morto è un animale morto, e questo me lo avete detto chiaramente.
Per me UNA VITA E' UNA VITA..punto e basta!
Uccidere un pollo e segare al piede una quercia mi da la medesima RESPONSABILITA' di come lo faccio (terminare una vita...appunto) e dell'utilizzo che ne farò.
Sarò fatto male?
Sarò fatto male!
Ma la vedo così, e mi fa rabbia (questo lo confesso) in fatto che ancora per molti ci sia questo tremendissimo tabu' sulla parola morte, che addirittura rievoca traumi infantili o peggio ancora.
Penso ai miei genitori, e prima di loro ai miei nonni, e prima di loro alle mie bis-nonne: loro mi spiegavano (SOPRATUTTO DA BIMBO) cosa fosse la vita (nascite e morti) e come si dovesse capire, accettare e tributare questa.
Mi hanno insegnato che i paperini parlavano nei burattini (cartoni animati) ma che nella realtà la parola l'aveva l'uomo, e che gli animali non avevano quella sensibilità, quella memoria e quelle emozioni che aveva l'uomo.
Potrà sembrare barbaro, ma per me è stato semplice capritlo...capire che l'uomo è l'uomo, e che non ci dovrebbe essere alcuna indignazione..o stizza..o rabbia..o ribrezzo a concepire le vite animali come vite animali.
L'umanizzazione del regno animale è una cosa che fa rabbia a me, che con gli animali ci vivo e ci campo.
Mi fa rabbia perchè non posso pretendere di accostare la vita umana a quella di una capra, credendo che questa abbia i MEDESIMI SENTIMENTI..PENSIERI..PAURE..GIOIE..

Una lettura che vi consiglio è quella de "L'Anello di Re Salomone" di Konrad Lorenz...etologo.
Etologia...e non credo di essere la sola persona che conosce cosa sia.
E' etologicamente sbagliato umanizzare un animale: oltre ad un immenso gesto egoistico è anche una violenza vera e propria che si fa all'animale stesso, privandolo di una sua identità.
E credo che dietro a tante indignazioni, stizze e così via ci sia anche (A N C H E) un pochina di ignoranza su i vari tipo di violenze che si fanno ai nostri amati animali.
Evito di andare avanti con questa mia (oramai) lunga constatazione e vi chiedo questo: ma davvero è bastato accennare (perchè quello ho fatto...accennare) alla morte degli animali da reddito per passare dall'avere un'immagine bucolica ad una di Boia Cattivo?
Io tornerò a parlare del quotidiano, e forse alcuni di voi li perderò con questo mio ultimo post: mi dispiace, ma non posso cambiare la realtà che vivo ogni santo giorno con un'immagine (per me..sia chiaro) distorta della Vita.
I polli continueranno a razzolare nel campo, le capre a pascolare, i maiali a grufolare...ed io continuerò a fare il contadino, toccando e vivendo ogni giorno (e non lo ripeto più) quelle tante vite che mi orbitano attorno.

Concludo dicendo che lunge da me fare provocazioni (e spero che questo almeno lo si sia capito) e che tra i tanti commenti pubblicati ce n'è stato qualcuno un pò meno delicato che ho deciso di non pubblicare per decenza e rispetto di chi legge.
Io non faccio il bloggher di professione, e se uno mi viene a trovare a casa mia e si comporta male io lo invito ad andarsene...visto che a casa mia non ce l'ho chiamato in alcun modo, ma cìè venuto di sua spontanea volontà.
Grazie a tutti e scusatemi se sono stato lungo (come al solito).

domenica 22 aprile 2012

D'Aprile ogni goccia un barile

D'Aprile ogni goccia è un barile.
Alla faccia di quanti mi chiedono (con tono estremamente polemico e vagamente cinico): "Sei contento che piove ora?" ...e che mentre lo dico ti guardano con quell'aria ebete come a giustificare l'inevitabile polemica (perchè chi lo chiede la pioggia non la vorrebbe mai).
SONO CONTENTO!!!


Il detto che apre il mio intervento fa un netto riferimento alla vigna e alla produzione di vino: infatti i vecchi dicevano che l'acqua di aprile era "santa" perchè benediva il tanto vino che sarebbe venuto.
Un'altro detto invece recitava "In Aprile ogni goccia vale mille lire"...quindi noi Agricoltori non ci dovremmo propio lamentare (anche se è nella nostra indole farlo).
Forse il mio essere Anacronistico mi porta (da sempre) ad accettare la stagione per come viene, e non ho mai trascorso molto tempo a lamentarmi delle piogge, del freddo, della neve o del caldo (...forse di quest'ultimo mi lamento un poco in effetti): noi siamo i veri custodi della Natura, ed anche se non vestiamo divise o abbiamo leggi da imparare a memoria, sappiamo cosa vuol dire vivere seguendo l'andamento di questa.
Ed ecco che, seppur con alcuni problemi legati alla pioggia che cade (quasi) ininterrottamente da 16 giorni, la vita agricola continua qui al podere.
Alla mattina e alla sera prosegue la mungitura delle capre.

Rigorosamente a mano il latte munto sarà poi utilizzato in cucina per vari scopi, oltre che per divenire formaggio (mia moglie fa una robiola eccezionale), yogurt ed essere consumato fresco.
Noi il latte non lo compriamo, e quindi questo è l'unico latte di casa.
Purtroppo per loro, in seguito alle pioggie continue e ai prati molli (bagnati), le capre non escono al pascolo oramai da molti giorni, quindi gli porto qualcosa di straforo (in più) durante la giornata: il fieno naturale ed il fieno di medica sono accompagnati dalle cimature del granturco stivate quest'estate (vi parlerò di questo in agosto quando ne preparerò di nuove).

Nei momenti di tregua dalla pioggia ho ripreso a segare un pò di legna, perchè oltre alla cucina economica (sempre accesa) per cucinare ne ho bisogno per riscaldare un poco la camera alla sera: l'umidità ed il fresco fanno richiedere una focatella serale.

Gli alberi sono quasi tutti in boccio, e l'allegagione pare procedere benissimo.
L'albicocco ha tanta voglia di regalarci la frutta per fare la marmellata (di cui andiamo ghiotti), e mai come quest'anno era stato carico.
Anche il melo Decio (detto nesta) ha fiorito per la prima volta: da un astone di due anni lo abbiamo trapiantato oramai 4 anni fa, e nonostante i visibili danni di una grandinata pare essere pieno di speranze (lui...ma anche noi).
I ciliegi acidi sono ancora indietro, e si mostrano in tutta la loro beltà: nella macchia davanti casa si notano le pennellate di bianco tra i carpini e le querce, e le api ronzano tra i loro profumatissimi fiori.
Oltre che per essere consumate fresche, le ciliegie acide (dette anche viscioline oppure servatiche) saranno destinate ad andare sottozucchero, per poi allietare le lunghe serate d'inverno o guarnire i dolci di mia moglie.

A meno che una grandinata non rovini tutto...e la siccità non ci faccia ripagare la goduria di questi giorni...parrebbe che di frutta quest'anno ce ne dovrebbe essere.
Ma in agricoltura mai essere certi di certe cose...

I prati sono rigogliosi, e certamente loro godono più di tutti di queste acquate continue: il primo taglio di medica non è più compromesso, e quest'anno il fieno non mancherà (finalmente).

Questa sera, mentre la prima chioccia ha iniziato a covare, un bel tramonto fa presagire che siamo alla fine di questa lunga perturbazione.
Si prende quello che viene...



domenica 8 aprile 2012

La scelta di vita

Sento la necessità di postare un intervento scritto (In parte) alcuni mesi fa all'interno di un forum sull'agricoltura: lì si parlava delle scelte di vita, e di come alcune fossero eccezionali e speciali.
Mi arrabbiai molto quando mi venne detto che io avevo fatto una scelta in tale senso (eccezionale e speciale), e mi prodigai molto affinche la "miticizzazione" o (peggio ancora) la pena non si avvicinassero a questa.
Era un forum, ma è così anche nella vita di tutti i giorni...


Essere un Agricoltore Anacronistico mi ha portato da subito  a concepire l'agriocoltura e l'allevamento NON come una "predominante fonte di reddito", ma in diverso modo...
Lontano dai dettami dell'agricoltura/allevamento industriale, da subito ho preso atto che mai avrei potuto trarre sostanziosi vantaggi economici dai miei campi e animali: si è trattato di impostare un progetto a MISURA D'UOMO.
La misura d'uomo è cosa che oramai le nostre frenetiche vite ci impongono di non osservare più, sempre alla ricerca della venticinquesima ora giornaliera, con rate e tassi che ci attanagliano, e nuove ansie che ci spingono a seguire la massa (spesso a capo basso...spesso senza alternativa).
Una lunga interminabile fila di idee spesso trattenute, ali tarpate e ritmi insostenibili.
Io sono semplicemente sceso da quel treno, e non l'ho fatto con stoicismo ne tantomeno con l'arroganza di avere da che insegnare al prossimo.
Non l'ho fatto credendo di fare qualcosa di speciale.
Non l'ho fatto crdendo di fare qualcosa di Speciale: lo ripeto perchè questo aspetto spesso mi mette in contrapposizione con quanti credano che l'abbia fatto proprio per quello.
La mia visione della vita, tanto romantica quanto talvolta in parte anarchica con punte di forte riflessione e di un individualismo altruistico, mi ha portato a soffrire di uno strano male invisibile, che giorno dopo giorno mi lorogava nello spirito e nel mio compiuto: l'unica cura era quella di rivalsa nei miei stessi confronti...nei confronti della mia vita.
Ed ecco che da quel treno ben presto mi sono accorto che volevo scendere (forse per prenderne altri che ancora non so di aver preso...), e sono sceso e basta, con il rischio dell'eremitizzazione dietro l'angolo, o PEGGIO ANCORA con il terrore di "divenire personaggio da zoo".
Sono sceso e basta, senza fragori ne proclami pubblici, ma semplicemente mettendo un piede in terra e sentendo il calore di questa sotto la mia pelle.
Avete mai provato a togliervi le scarpe e affondare le dita e le piante dei piedi nella terra appena lavorata?
Fatelo, e forse capirete quello che quel giorno ho provato io.
E' stato come riappropriarsi di qualcosa che mi era stato sottratto...di qualcosa che io mi ero sottratto per troppo tempo: tornare a sorridere con occhi di bimbo e mani di gigante.
Solo dopo molto tempo ho deciso di mettere alcune mie idee in pubblico: esperienze e punti di vista che evidentemente risultano spesso fuori tempo, messe a disposizione di quanti vogliano curiosare, prendere spunto o criticare.
Non importa quale faccia io abbia, nè tantomeno quale sia il mio nome o dove io viva: sono un giovane Agricoltore che "gioco forza" si trova spesso a remare controcorrente, a fare cose che gli amici di un tempo non riescono a capire, a compiere scelte che talvolta lo allontanano "dai più".
Sono una persona che ha un cuore, una mente e due grandi mani...e che tutti i giorni cerca di mettere assieme queste tre cose in armonia e nel piacere di farlo.
Soldi?
Pochi: ho podere in affitto, terreni in affitto, una macchina scalcinata da cambiare, una televisione rotta, ed un armadio pieno di asciugamani...
Non mi daranno mai un mutuo perchè "non posseggo niente", e lo stipendio di mia moglie serve per pagarci le spese mensili.
Ma ho cose che mi arricchiscono ogni giorno: ho l'amore intorno a me, ho l'amore dei miei cari ed ho l'amore per quello che faccio.
Vivo di quello che le mie mani riescono a darmi, e sempre più escludo il resto dalla mia vita: non un feudo immaginario, ma un equilibrio fatto di piccole grandi cose quotidiane.
Sapersi accontentare è un termine che spesso mi va stretto, e quando posso cerco di essere contento (semantica...ma cosa ben diversa dalla precedente) di quello che ho, e più mi guardo attorno e più vedo che non mi manca niente..anzi, che ho moltissimo.
I troppi averi materiali spesso mi pesano, e poco a poco tento di liberarmene nel rispetto di chi me li ha donati e a favore di chi forse ne ha più bisogno.
Non un moderno San Francesco (come ironicamente mi ha detto un bischero conosciuto ad una fiera qualche giorno fa), ma uno qualunque che fa cose che DOVREBBERO essere normali (e che per lui sono normali).
Ma proprio perchè tale normalità non viene percepita dalla maggior parte del prossimo, il mio sentirmi Anacronistico aumenta di giorno in giorno.
"Hai la percezione di fare qualcosa di speciale?" a volte mi viene chiesto, e tale domanda mi fa scuotere tanto la testa, e cerco di spiegare che per me tutto questo è normale..e che dovrebbe essere normale poter fare certe scelte che ci fanno riappropriare del proprio IO: io faccio il contadino, e lo faccio con una filosofia di vita che punta alla Naturalità come unica via...e non è certo speciale tutto questo, ma forse NECESSARIO.
Non ho tristezza in questo, ma solo consapevolezza.
Il mio gesto non è un chiudersi, ma un RIAPRIRSI alla vita.
Non vivo sul poggio lontano dalla civiltà...non rifuggo molte modernità...non escludo il confronto con il prossimo...non chiudo i cancelli dei miei pensieri a chi mi fa domande...
Vivo ascoltando la Natura, tentando di interpretarla e coadiuvarla, ed in questo non trovo niente di speciale.
Se poi un piccolo orto, un pugno di animali e qualche albero possano far la differenza, io questo non lo so...
...ma so che in qualche modo mi pongo a cuneo nei confronti di quella parte della società che mi dice che "se voglio campare non posso vivere in questo modo".
A quanti mi dicono che il vino naturale non può essere fatto perchè i rischi son troppi ed è troppo deteriorabile...
...a quanti mi dicono che non ha senso allevare dieci o venti capre perchè non ti daranno mai da mangiare...
...a quanti mi dicono che i cereali non mi verranno mai se non uso diserbanti o concimi chimici...
...a quanti mi dicono che la mia frutta è troppo bitorsoluta e poco lucida per essere venduta...
...a quanti mi dicono che le mie varietà da orto non sono adatte al commercio...
...a quanti mi dicono che per ingrassare un maiale ci metto una vita se non uso le miscele...
...a quanti mi dicono che la carne dei miei polli è molto dura...
...a quanti mi dicono che mi ci vorrebbero almeno tre trattori per fare quello che faccio io con uno...
...a quanti mi dicono che lavorare con il cavallo è solo un gesto folkloristico e non più attuabile...
...a quanti mi dicono che essere agricoltore oggi è una pazzia...
...a quanti mi dicono che un figlio non potrò mai "permettermelo"...
...a tutti questi (e soprartutto agli ultimi) non faccio alcun dito medio e nessuna pernacchia, ma li ringrazio di cuore: loro non sanno quanto stanno contribuendo a farmi andare avanti in questo mio progetto di vita, con la volontà un giorno di fargli provare (anche solo per un attimo) quello che faccio e offrirgi una piccolissima alternativa.
Io ho rispetto del prossimo, anche se sempre meno riesco ad averlo per tutti quegli agricoltori che avvelenano l'ambiente (e quindi anche se stessi e i loro figli) in modo consapevole.
Dico sempre che noi agricoltori dobbiamio fare coltura e cultura: forse in qualche modo (e anche grazie a questo blog) io lo sto facendo.
C'è la possibilità di vivere in modo Naturale...e di dare al prossimo la possibilità di farlo.
Ne più e ne meno questo sono io...e questa è la mia Scelta.


Mi scuso con tutti voi se ho parlato ancora una volta di me, ma tra di voi c'è certamente chi non riesce a capire...e che forse non vorrà mai capire me, mia moglie e la nostra vita..solo forse perchè richiederebbe troppa apertura mentale.
Ma, come diceva Albert Einstein "La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre".
Forse con un piccolo sforzo...

giovedì 29 marzo 2012

Aspettando la pioggia

Quest'oggi ho fatto un bel giro per i campi per vedere la situazione.
Nel frutteto le api ronzano compiendo il GRANDE lavoro dell'impollinazione, e questo mi rende felice e sereno.
Da un paio di anni circa 40 arnie sono sistemate in un poggetto a circa 400 metri dal podere (nel bosco), e le instancabili lavoratrici si operano affinchè i miei frutti possano crescere numerosi.
Quanto prima dovrò mettere delle catinelle con dell'acqua per lasciar loro la possibilità di abbeverarsi: la scorsa estate riempivano il trogolo della scrofa ed i trogolini (abbeveratoi) dei polli, che a quanto pare erano l'unica fonte di acqua continua nei dintorni.
Le api non sono mie, ma l'idea che queste si diano tanto da fare (anche per me) mi responsabilizza nei loro confronti, ed inoltre sono animali che adoro e che un tempo spero potrò allevare.
Gli alberi da frutto sono belli carichi di fiori e, salvo le classiche burrasche di vento di fine marzo, quest'anno dovrei riuscire a vedere una cospicua allegagione dei frutti.
Meli, peri, susini e ciliegi...tutti rigorosamente selvatici, un tempo dovevano fungere da supporto per delle viti maritate, ma di quelle solo una è sopravvissuta ai tanti anni di abbandono del podere che oggi conduco io.
Spero di riuscire a fare come due anni fa: tanta marmellata e altrettanta frutta per i miei maiali.
Poi...
le viti sono oramai tutte stralciate, e le gemme iniziano a mettere il pelo (schiudersi e gemmare): questo vuol dire che anche la vigna si sta risvegliando dal lungo letargo e che a breve diventerà zona vietatissima alle capre.  La loro attenzione infatti sarebbe proiettata proprio verso le gemme ansichè verso l'erba che continua ad abbondare nelle prode (bordo dei gradoni).
Proprio oggi ho portato una nuova capretta al pascolo per la prima volta, ma ha trascorso più tempo a belare che a camminare: nella collina di fronte il vicino se la rideva sentendo il "gran concerto" che faceva la piccola...ed è così che le ho scelto il nome: la chiamerò Carmen.
Nell'orto mi sono dato daffare tutto il pomeriggio, ed ho messo due solchi di ceci e due di fagioli barzotti (borlotti). La terra si presenta dura, nonostante l'abbia lavorata la settimana scorsa: la pioggia non si fa vedere.
Se non piove entro una settimana rischiano di essere seriamente compromessi il campo di orzo che ho seminato un mese e mezzo fa (e che stenta a nascere), i campi di favino (che sono in fiore ma che hanno bisogno di una puppata d'acqua per andare ad allegare), i prati intorno casa (dove dovrei fare il fieno per tutto il prossimo anno) e l'orto stesso (oggi ho dovuto annaffiare la cicoria mentre le patate ancora non spuntano).
La pioggia...
...noi contadini siamo noti per lamentarsi sempre per la sua assenza, ma credo che adesso tutti ne sentano la necessità.
I fossi sono secchi...
...i pozzi iniziano a dare meno acqua...
...le cisterne sono svuotate...
...e nei paesi vicini già si parla di razionamento dell'acqua pubblica.

Aspettando la pioggia ricordo un detto che dice sempre la mia nonna:
Non è bella la Pasqua se non gocciola la frasca.
..e quindi spero che questa Pasqua sia bellissima!

giovedì 22 marzo 2012

Entra la Primavera...

Oggi è il secondo giorni di priumavera.
Le rondini quassù ancora non si vedono, ma la scorsa domenica (il giorno 18 marzo) le ho viste lungomare.
Le temperature qua in collina sono più miti rispetto alla pianura, e la notte fa ancora fresco: il fuoco acceso in casa assicura tepore e compagnia, ma durante il giorno si lavora in maniche di camicia.
In questa settimana ho provveduto a togliere la paglia ed i teli (di tessuto-non tessuto) da sopra la verdura: anche se i primi giorni di aprile spesso la stagione ci regala delle clamorose diacciate (gelate), ho voluto dare più sole ed aria alle piante.
Inoltre l'erba in questi mesi è cresciuta alta (sopratutto dove avevo abbondantemente concimato con letame di cavallo), e andava levata prima di girare la terra.
Questo il mio rimedio...
Come si può ben vedere ho un decespugliatore che non inquina, e che concima pure...
La Capra Iole (con relativa prole in fase di svezzamento) si è prestata ben volentieri a tale operazione.
Le ho legato (per precauzione) una fune al collare, ma non l'ho mai utilizzata: temevo che si facesse prendere la mano e prendesse a bocconi i tanti cavoli sopravvissuti...ma si è "accontentata" dell'erba.
In un pomeriggio ha letteralmente rasato l'intero orto (che è bello grosso).

Successivamente ho girato la terra, lasciando che la seconda concimazione (la prima estiva era già stata interrata) venisse presa dal terreno.
Faccio due concimazioni all'anno perchè questa terra ha molti problemi: non è stata lavorata per quarantanni.; prima c'era un pascolo; il terreno è tremendamente argilloso...
Tutti fattori che mi stanno portando a fare una doppia concimazione ORGANICA (ogni sei mesi circa) nell'intento di ridare struttura e nutrienti ad un terreno dove non cresceva più neanche l'erba.
...e adesso è un orto...
Una volta girata a terra è stata la volta del riposo: la lascio rifiorire per 24 ore e poi faccio una successiva passata con la zappa o l'ubbidiente.
Poi...i solchi, e via di patate.

Accanto si vede la fila di cicorie, cavolo romano ed infondo le cipolle fiorentine.

Ho poi deciso di mettere le patate anche in un'altra parte dell'orto, lavorata solo una volta con l'ubbidiente e decisamente molto più dura in fatto di terra.
In questo caso ho fatto solchi profondi che poi ho riempito per metà con della paglia vecchia: la patata dovrebbe essere aiutata nel suo sviluppo, e la paglia fungerebbe da "cuscino" tra lei ed il terreno.
Una tecnica che ho visto fare in montagna..e l'ho provata.
Infine, dopo aver tolto le ultime erbacce scampate dalle fauci della brava Capra Iole, ho rincalzato i carciofi e gli agli rossi, aggiungendo un pò di concio di cavallo...che non guasta mai.
A questo punto manca solo una cosa: una bella e copiosa acquata primaverile....

venerdì 16 marzo 2012

L'equilibrio tra la morte e la vita nelle azioni dell'Agricoltore

Ho una Cara Amica che in ogni sua visita al podere mi pone la medesima domanda: "Ma poi cosa ci fai?"
E questa domanda me la rivolge con un tono tanto intimorito (per la risposta scontata) quanto polemico (sempre per la risposta scontata), indicandomi sempre un nuovo nato o un nuovo arrivo tra gli animali dell'azienda.
Anche se la domanda potrebbe far intuire larghe risposte, dove si va a descrivere lo stile di vita che condurrà l'animale additato... la sua importanza nell'allevamento interessato... o piuttosto quanto questi inciderà sull'andamento dell'azienda, il senso della domanda è ben diverso: lei vuole sapere sempre se quell'animale sarà destinato alla tavola.
Quanto è difficile spiegare ogni volta...



Esiste un equilibrio in Natura, fatto di nascite e di morti, tanto nei fiori che nelle farfalle, quanto negli animali da compagnia che in quelli da reddito.
Esiste una soglia di incomprensione comune a molti, fatta di preconcetti...ignoranza...e poca voglia ragionale.
Esiste un ruolo (quello dell'agricoltore) che partecipa come protagonista nella decisione, selezione, inizio e fine delle vite che  orbitano attorno al Podere.
Esiste un equilibrio nel Podere, fatto di animali che vivono BENE per poi divenire cibo.
Ed Esiste sempre poca voglia di parlare di questo argomento.
Nel mio essere Anacronistico, mi ritrovo anche ad essere così sfrontato dal volerlo affrontare qui.

Io allevo polli, conigli, tacchini, anatre, maiali e capre...e tutti questi animali sono allevati per molteplici motivi.
Il pollo è un animale che io adoro tanto in vita che nel piatto: questi si nutre di tutto, è rustico, vive ovunque senza pretese, mangia gli insetti, razzola il terreno, offre un ottimo concime, fa le uova, e...ha una carne BIANCA buonissima.
Che sia arrosto o in umido, che sia fritto o in brodo, il pollo prima o poi tale fine farà.
Ci saranno polli longevi per la loro produzione di uova, e polli scarsi che non vogliono crescere di più...
...ci son polli che possono viver molti anni (magari perchè hanno l'attitudine alla cova come chiocce) e ci son polli che è bene far subito arrosto perchè altrimenti farebbero danni.
Eppure, salvo l'atto dell'uccisione, raramente suscitano pena o tenerezza da parte di chi viene a trovarmi: solo un "poverino" viene loro dispensato quando appaiono sul tavolo oramai pelati.
Un primo livello intolleranza all'uccisione degli animali da reddito è dato proprio dal loro essere (o essere stati) cuccioli.
Semmai facessi riferimento (proprio nel momento in cui il pollo si trova nel piatto) al fatto che quel pollo PRIMA era un DOLCISSIMO PULCINO...potete solo immaginare cosa accadrebbe.
Eppure quando le fauci degli avventori della mia tavola sgranocchiano le ossa degli animali del pollaio...non mi pare di notare tanta pena e rammarico per quanto stanno facendo, anzi...
Il primo livello di intolleranza è forse il più duro da abbattere, poichè si rischia di cadere nel cinismo per il "troppo pragmatismo" tenuto nella descrizione del piatto.
Infatti generalmente dico "...era un bel galletto...", e l'occhiata di mia moglie mi blocca dall'andare avanti con l'inevitabile provocazione.
Quelle bocche che elargiscono giudizi etici e morali sull'uccisione del pollo...sono le medesime che bissano nell'addentare le sue carni.

...lo so che detta così la cosa è brutta...
...ma immaginate il solito siparietto per ogni animale della Podere.
Noto sempre con "polemica soddisfazione" che le salsicce ed i prosciutti sono graditi, e che quando dico "questo era il mio maiale" la gente è soddisfatta di ciò.
ED ECCO IL CONTRASTO...
...e proprio questo contrasto crea un Secondo livello di Intolleranza, dato dalla "forma dell'animale ucciso".
Non si tratta più del cucciolo, ma anche della razza.
Il coniglietto...è tanto bellino e carino.
Il maialino evidentemente no, e quindi merita la morte.
Riuscite a capire il mio ragionamento?
..ed ecco che qui le occhiate di mia moglie non riescono più a fermarmi ed inizio a scaldarmi davvero tanto.
"Ma povero caprettino...non lo mangerai mica?!"
Ed ecco che il capretto e il coniglio diventano animali tenerissimi, come pure il pulcino ed il paperottolo...
...mentre invece il maiale continua a "poter morire" anche da giovane.
In tutto questo spesso me la prendo con tutti quei cartoni animati che da sempre continuano ad UMANIZZARE gli animali, dando loro voci e sentimenti al pari di quelli umani.
Un bambino che cresce con tali immagini capisco che faccia fatica ad accettare nel proprio piatto l'animale che "avrebbe voce e sentimenti umani"...
...ma mi affido sempre al buon senso degli adulti, che sappiano spiegare ai bimbi la GRANDE ADIFFERENZA CHE C'E' TRA UOMO E ANIMALE DA REDDITO.
...animale DA REDDITO...lo ripeto.
Ma ecco che spesso sono proprio gli adulti a non voler capire, e loro stessi si bloccando di fronte al capretto arrosto, dicendomi che preferiscono l'arista di maiale.
Niente da fare...non ci siamo.
Non parlo di gusti (anche se sono convintissimo che l'aspetto condizioni in cervello anche in questo...), ma del fatto di non volere a prescindere un animale perchè "tenero e carino".
Evidentemente tutto questo è anche frutto del consumismo, dove siamo arrivati a poter scegliere se una cosa decidiamo di mangiarla oppure no...prima forse era diverso, e si mangiava tutto per necessità.
Ma rientriamo nel ragionamento...
Ho amici e conoscenti che sono divenuti vegetariani per questo motivo: gli dispiaceva uccidere gli animali.
Su questo non ho niente da dire, e rispetto (anche se a volte non condivido...) tale ragionamento.
Il libero arbitrio deve poter dare anche questo, ed oggi (come dicevo poche righe sopra) è possibile fare tale scelta.
Non me ne vogliano i vegetariani alla lettura, ma io continuo ad essere onnivoro e a mangiare soltanto carne che produco.
Ma...
...non tollero quelli che "...preferisco il pollo del supermercato che è già sporsionato e pronto, piuttosto che prendere un tuo pollo e mangiarmelo..."
Mi chiedo se si tratti realmente dell'avere "impressione del sangue" oppure se si tratti di qualche altra strana cosa.
Mi chiedo... perchè non torniamo a capire che se si mangia BENE poi noi stiamo BENE.
Ma perchè non torniamo a mangiare BENE...
Perchè preferiamo mettere la "testa sotto la sabbia" e preferiamo rischiare di mangiare qualcosa che certamente ci farà MENO BENE?
Ed eccolo lì, lo spetto del pollo da batteria...
...del maiale che vive in mezzo metro quadrato...
...del capretto da allevamento intensivo.
Ed eccola...l'IPOCRISIA!

RARAMENTE la gente si pone una domanda secondo me (SECONDO ME) CSACROSANTISSIMA: "Quello che mangio COME AVRA' VISSUTO?"

Ed eccoci al punto finalmente.
Non posterò qui immagini di polli da allevamento intensivo...di polli che MAI hanno visto la luce del sole, mai hanno beccato in terra, che mai hanno gustato qualcosa al di fuori di miscele ricche di vitamine, antibiotici, elementi aggiunti e derivati di altre carni...
...polli che vivono ammassati, che non razzolano, non corrono, non si ossigenano...
..polli che a mio modesto parere di Agricoltore Anacronistico vivono male...vivono MALE.

Tali polli finiscono in vaschette di polistirolo, con tanto di pellicola trasparente...già pronti per riempire le pance di tutti.
Mentre il galletto di sette mesi che razzola felice nell'aia...
...il capretto che corre nell'erba alta e che trascorre le giornate sotto al sole...
...ed il maiale che mangia zucche e cavoli, che dorme nella paglia e che vive da solo laddove in un allevamento vivrebbero in mille...
...tutti loro è ORRIBILE che vengano uccisi dal contadino.
Grande Ipocrisia.

Il contadino non è un boia spietato che gode nel togliere la vita agli animali che "hanno la possibilità di vivere bene", ma...
...il contadino è colui il quale REGOLA e ASSISTE molti degli equilibri della vita, tra cui..NUTRIRSI.
E lo fa con animali SANI..che hanno vissuto una vita SERENA, che hanno mangiato BENE e che hanno trovato la morte con RISPETTO e con CAUSA... ben lontani da tutti quei lager che invece continuano a rifornire le tavole di tutti noi.

Voglio bene a questa Cara Amica, ed ogni volta che lei mi chiede "come faccio a fare tutto quello che faccio", io le rispondo così:
"Per me è un Dovere dare a me e ai miei cari del cibo SANO e PULITO.  Per me è un Piacere farlo.
Non è un Piacere l'uccisione in se, ma è un piacere allevare per mangiare: l'uccisione è una delle tante fasi dell'allevare...forse la meno piacevole, ma comunque altrettanto importante per completare LO SCOPO DI TALE ALLEVAMENTO...il nutrimento".


Magari un giorno mi metterò ad allevare soltanto pappagallini, e allora sarà tutto diverso...

P.S.
Prego tutti gli avventori di questa discussione di avere anche la pazienza (qualora lo gradissero) di leggersi anche i vari commenti e risposte che ne seguono.
Il mio intento non è quello di Moralizzare su chi non mangia Carne, ma neanche quello di venire Moralizzato perche io lo faccio.
Qui (e di seguito) spiego ampiamente i miei motivi, l'approccio che ho con la nascita, la vita e la morte degli animali: prima di inviarmi un commento vi prego solo di leggerveli, in modo da non farmi ripetere troppe volte le medesime cose.
Vi ricordo anche che questo piccolo blog non vuole mettermi nella posizione di giudicante, ma è altresì inevitabile che esprimendo dei miei concetti questi possano essere in contrapposizione a quelli di chi sta leggendo: questo non porta al giudizio ma al confronto.
Buona lettura.

sabato 4 febbraio 2012

Inverno...inverno!

Sono qui a parlare in prima persona di queste fredde giornate di inizio febbraio.
Anche qui la neve non si è fatta aspettare, e i lavori di routine sono divenuti lavori estenuanti.
La neve è bella, e non sarò certo io a fare sciocche digressioni su quanto sia bella "solo sui monti": io sono un contadino, e piglio quello che viene.
E adesso viene la neve, quindi c'è da attrezzarsi.
Alla mattina infatti la semplice governatura degli animali si è trasformata in un'impresa che assorbe gran parte della mattinata: ogni volta che vado da un gruppo di animali devo portare due secchi di acqua calda.
Ogni volta che voglio l'acqua calda devo tornare al podere.
Ogni volta che torno a podere devo ripercorrere stradelli (e non) innevati.
Ogni volta che ripercorro gli stradelli innevati arrivo al podere già stanco...e l'acqua calda va preparata.
Infatti, come volevasi dimostrare, la caldaia è andata in blocco (o non so io cosa mai abbia), e mi ha lasciato alla "vecchia maniera", con i pentoloni sulla cucina economica 24ore al giorno.
I pentoloni bollono, e costantemente attingo acqua per scongelare gli abbeveratoi degli animali: dalle bottiglie dei conigli al trogolo delle scrofe.
Ed oltre all'acqua c'è da rinterzare la paglia, aggiungendone sempre di nuova; c'è da portare fieno e pastoni; c'è da controllare che tutto proceda bene..e c'è da spalare ancora la neve.
Il ghiaccio, vero nemico di queste giornate, si insidia sotto il bianco manto, e gli scivoloni sono in agguato.
Il nuovo paio di stivali che ho è certamente molto comodo, ma le due paia di calzettoni di lana non mi proteggono dal freddo...e i piedi sono sempre diacci marmati.

Comunque le fronde degli alberi sono innevate, e la neve non si decide a scendere..ed anzi pare attendere nuove nevicate.
Nelle ultime 72 ore la neve è scesa copiosa a più riprese, e tutto intorno pare tacere..essere come addormentato.
Un lontano cigolio annuncia l'arrivo dello spazzaneve, ma agli animali poco importa che la strada sia finalmente sgombra: loro hanno fame, e quindi è bene che siano approvvigionati a dovere.

I maiali grufolano intorno al trogolo felici per le manciate di granturco che eccezionalmente gli ho dato per l'occasione.

da loro la neve è bassa e non c'è bisogno di spalare per liberargli il passaggio.

Le capre si affacciano in cerca di erba, ma rientrano subito al caldo.
In questi giorni sono iniziati i parti, e quindi paglia e fieno bono non devono mai mancare.

Polli, anatre e conigli sono al chiuso nei pollai, e rimangono a debita distanza da tutto "questo bianco": la neve da loro è oltre mezzo metro e preferisco tenerli al chiuso per qualche giorno, foraggiandoli a dovere con crusca, grano e farina di gran turco.

Infine l'orto...
...silente e sommerso lascia intuire che i tanti cavoli, fave, agli e cipolle rischiano una drastica ghiacciata e bruciata da freddo.
Ma si ripartirà da quanto rimasto senza troppo sgomentarsi, visto che non ci si può far nulla.
La mattinata si conclude poco prima dell'ora di pranzo quando, dopo aver fatto i carichi di legna per le stufe ed il camino, rientro finalmente nel tepore della casa e mi levo gli stivali.
Nel canto del fuoco mi scongelo i piedi, attendendo un bel piatto di minestra calda.
Ma la giornata non è finita, visto che al pomeriggio c'è da ripetere tutto...solo che con la fretta del buio.
Ma la neve è bella..come l'inverno.
Ci si scalda dal freddo, mentre l'acqua penetra nelle viscere della terra e tutto si prepara per la primavera.
L'inverno è bello..e ci vuole.