Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

sabato 25 maggio 2013

Brevi da un fine Maggio infreddolito

Come sempre la Natura vuol fare di testa sua...
Oggi 25 Maggio 2013 è freddo.
In pratica piove, piove e ripiove dal primo di Settembre, e nonostante ci fosse stata una finestra di tempo bello (con relative temperature elevate) nei primi giorni di questo mese, è poi tornato il grigio cielo plumbeo sopra la mia zucca (testa).
Credevo di fare un post dove andavo a parlare di questa fienagione, ma l'erba è ancora da tagliare e sta rischiando di trapassare (ossia di superare l'epoca di taglio diventando secco e perdendo molte sostanze nutritive), e viene schiacciata dai violenti acquazzoni che si susseguono oramai da giorni.
Invece vorrei far vedere la situazione dell'orto, dove le insalate paiono in grandissima forma, le fave stanno dando la seconda mandata di baccelli, e gli agli-cipolle-porri crescono vigorosi.
Consociazione di lattughe, cipolla rossa fiorentina, cavoli e peperoni
Anche quest'anno proseguo con la consociazione di diverse colture, e come potete vedere la pacciamatura di paglia non manca mai.

Dettaglio di consociazione
I carciofi sono numerosi come non mai, e le patate sono finalmente spuntate tra la paglia.
I ceci, le cicerchie sono invece ancora molto indietro.
La misticanza di radicchio inizia a spuntare, mentre le carote, le rape ed i ravanelli non danno alcun segno di se.
Gli zucchini fiorentini e le zucche frisco sono alternati dal grnaturco, ma per adesso solo poco appare fuori dal terreno.
Pianta di zucchino fiorentino che fa capolino tra la paglia
I pomodori sono praticamente fermi, e da giorni non danno alcun cenno di crescita, ma mi sta bene così: visto le temperature basse temo che addirittura possano morire.
L'abbondante pacciamatura un pò li protegge, ma poco posso fare oltre, se non attendere a trapiantare le tante altre piante che aspettano nel semenzaio.
In primo piano alcune piante di Costoluto Fiorentino, e più indietro il "pisanello" (o Canestrino di Pisa)

Le previsioni meteo fanno ben sperare per l'inizio di Giugno, e quindi confido in qualche giorno di bella stagione per trapiantare ancora la maggior parte delle piantine di pomodoro, peperone, melanzana, insalata e radicchio, peperoncino, cavolo, popone (melone).

Fuori dall'orto la vigna ha avuto il primo trattamento di poltiglia bordolese (rame e calce).
C'è di buono che ogni giorno faccio una carriola di erba per i maiali, e che le anatre paiono apprezzare il paniere di ortica che porto loro ogni due giorni.
Dal pollaio le notizie sono di attesa: una chioccia che dovrebbe avere la sua schiusa a breve, ed altre due chiocce che stanno accudendo i loro piccoli.
In casa invece, proprio dentro la vasca da bagno, sono "accampati" i pulcini dell'ultima schiusa da incubatrice      e altri pulcinotti dello scorso mese.
Devo tenerli al riparo perchè fuori è troppo freddo, e la mancanza di una chioccia libera me li farebbe soccombere tutti in pochi giorni.
In casa la temperatura è di circa 16°C, e con l'ausilio di una lampada ad infrarossi riesco a mantenere loro il giusto ambiente per vivere bene.
Naturalmente li sposterò nel pollaio non appena Maggio si ricorderà di fare Maggio.

A sinistra 11 pulcini di Livorno e meticci, a destra 2 Livorno e 2 tacchini di  circa 30 giorni



martedì 21 maggio 2013

I Miei Polli:Chioccia vs. Incubatrice (3° parte)

Dopo aver parlato a lungo del Gallo, trovo altrettanto necessario soffermarmi sulla Chioccia.
In molti (sbagliando) attribuiscono questo nome a tutte la galline adulte che depongono le uova, ma è giusto fare un distinguo fra la deposizione e la cova, e quindi fra Gallina e Chioccia

Per deposizione (o ovideposizione) si indica l'azione di deporre (ossia "lasciare") l'uovo, e l'uomo sfrutta da sempre questo, utilizzando quel regalo che la gallina ( femmina adulta) gli fa in determinati periodi dell'anno.
Infatti, anche se spesso molte persone pensano che una gallina deponga 365 uova all'anno, ci sono determinati periodi in cui avviene la deposizione ed altri in cui la gallina non compie tale gesto.
Sia la gallina che razzola nell'aia del podere, che quella che è COSTRETTA dentro alle batterie, hanno pur sempre un loro ciclo riproduttivo, ed un pò come per tutti gli altri animali (ovipari o mammiferi che essi siano) non è sempre predisposta alla riproduzione.
Naturalmente serve un gallo per fecondare (senza il quale le uova non sarebbero mai portatrici di prole), ed appunto una gallina che sia in fase di deposizione, e che quindi stia facendo le uova.
Se entrambe le cose saranno presenti, solo allora sarà possibile avere dei pulcini.
Ma fatta questa doverosa precisazione ne serve subito un'altra: l'uovo per dare un pulcino deve anche essere covato.
Molti di voi staranno sorridendo o scuotendo la testa visto che le mie parole potrebbero apparire ovvie, ma...Amici cari in 34 anni ho imparato che Nulla Debba Essere Dato Per Scontato!
Come scrissi molti mesi fa in un'altra discussione, ci sono bambini che credono che le pere nascano direttamente nella vaschetta di polistirolo del supermercato, ma la cosa che più mi sconcerta è che ci siano  genitori che sull'argomento ne sappiano praticamente quanto i figli .
Ma torniamo all'uovo che deve essere covato...
Ogni uccello deve tenere al caldo le proprie uova, e queste dovranno essere gelosamente accudite e girate (di questo aspetto ne riparleremo più avanti) per un determinato numero di giorni che varia da animale ad animale.
Parliamo dei polli, e dei 21 giorni della Cova: per Cova quindi s'intende il periodo in cui la Chioccia (la gallina che cova) terrà sotto il suo ventre le uova.
Importante da dire è che non tutte le galline hanno l'ATTITUDINE ALLA COVA (e quindi non tutte sono anche CHIOCCE) perchè, con decenni di selezione delle razze, l'uomo ha avuto l'obbiettivo di puntare sopratutto alla QUANTITA' DI UOVA DEPOSTE (andando quindi ad aumentare i giorni di deposizione nell'arco dell'anno) a SCAPITO DELLA COVA (periodo in cui la gallina sospende la deposizione e si dedica ad accudire le uova fecondate e la prole che ne nascerà).
Infatti, secondo quella legge che oramai regola tutto a questo mondo, le Chiocce in Cova non sarebbero produttive e questo penalizzerebbe gli allevatori che puntano proprio alla produzione di uova.
In buona parte è quindi andata persa la naturale inclinazione che le galline avevano ad essere madri, mentre si è mantenuto ed aumentato la loro capacità di produrre reddito.
Anche negli allevamenti familiari oggi è spesso cosa eccezionale avere delle Chiocce, e queste generalmente vengono sempre custodite con gelosia dal contadino: sovente mi capita di ascoltare le lamentele di vecchi agricoltori che sostengono quanto sia divenuto raro che oggi una gallina si faccia chioccia.

 Per quanto mi riguarda ho ancora bene impressa l'emozione che provai a vedere per la prima volta che una mia gallina si faceva chiocca, e di seguito vi racconterò come questo avvenne, nella speranza che anche a voi capiti di "trovarne una" nel vostro pollaio.  Nel mio caso si trattava di una gallina frutto di mille incroci che mi era stata regalata da un'amica con la speranza che potesse essere una buona Chioccia come lo era la sua mamma, e così fu.
La gallina che si fa Chioccia

Come ogni sera toglievo le uova dalle cove (le cassette dove le galline depongono), ma stranamente quella volta una gallina rimase accucciata (addirittura quasi spalmata) e non si curò della mia mano che le frugava sotto in cerca di uova.
Ignorai la cosa, ed il giorno seguente accadde che la stessa gallina, oltre a rimanere spalmata, arricciò le penne ed emise uno strano verso (che forse potrebbe essere interpretato come il ringhiare dei cani): la cosa mi insospettì, ma decisi di togliere ugualmente le uova che le altre galline le avevano deposto accanto e che successivamente lei si era messa sotto il proprio corpo.
Il terzo giorno, oltre a mantenere la posizione, ad arricciare le penne, mi beccò ripetutamente iniziando a chiocciare (verso che emettono le Chiocce durante la cova e quando allevano i pulcini):
"Chiò...Chiocchiò...Chiò...Chiocchiò", ed avevo la mia prima Chioccia: successivamente capirò che quel verso accompagnerà la Chioccia per tutta la cova e per il periodo in cui alleverà i pulcini.
La spostai in un luogo riparato, le misi sotto 11 uova (i vecchi contadini dicono che si devono sempre mettere un numero dispari...ma non chiedetemi il perchè), e lei si accomodò da brava mamma: da lì a 21 giorni non si mosse più.
Una caratteristica diffusa tra le chiocce è proprio quella di rimanere immobili e non scendere mai dalla cova neanche per alimentarsi o defecare: entrano come in una sorta di trans, spiumano sotto il petto ed il ventre, hanno temperature corporee piuttosto alte, ed ignorano i bisogni fisiologici.
Vi assicuro che questa è una vera magia: la dedizione che hanno nell'accudire quelle uova le porta addirittura anche a denutrirsi, e nei casi più estremi (a me è capitato due volte) sino a lasciarsi morire di fame e sete.
E' per questo che molti agricoltori mettono cibo e acqua vicino alle loro cove, in maniera che le chiocce siano invogliate ad alimentarsi, ma in alcuni casi è necessario toglierle fisicamente dalla cova e metterle a terra per qualche minuto in modo che possano defecare e nutrirsi.
Durante il periodo di cova, oltre che a mantenere al caldo (circa 37,7°C) ed umido, con il loro becco girano più volte al giorno ogni singolo uovo, in modo che l'embrione non si attacchi al guscio.
Mi ricordo che allo scadere del ventunesimo giorno ero in trepida attesa, e tentavo di sbirciare in modo discreto, ma non accadeva nulla.
Pensavo che avessi sbagliato qualcosa, o che la Chioccia non fosse stata abbastanza brava, e pensavo quindi al peggio, ma... alla sera iniziai a veder sbucare tanti piccoli capini gialli (le testoline dei pulcini), che si facevano strada tra le piume della madre: che emozione!
Solo a quel punto la mamma si alzò e la prima cosa che fece fu defecare: la cosa potrà apparire comica, ma ne fece davvero tanta...
In un secondo momento si recò alla mangiatoia ed iniziò a chiamare quelle palline saltellanti continuando a chiocciare (il verso che ho descritto sopra) mentre loro schizzavano attorno al suo becco: lei batteva il becco sulla mangiatoia attirando la loro attenzione, ed i piccini si avvicinavano attirati da quel rumore iniziando a raccogliervi le briciole più piccole.
Nei giorni successivi i piccoli impararono presto a beccare direttamente dalla mangiatoia.
Chioccia alle prese con la prima esplorazione dei pulcini

Dove andava la mamma e dove i piccoli correvano, sempre richiamati da quel chiocciare continuo, e sempre controllati a vista: neanche il gallo le si avvicinava, e le altre galline (salvo casi eccezionali) si mantenevano a distanza, in una sorta di rispetto-solidarietà.
Un passo fondamentale fu quello dell'insegnamento della ruspata (il razzolare fatto con le zampe): così la mamma insegna a cercare il cibo, spostando la terra con le zampette, ed insegnando a procacciarsi il cibo anche oltre le mangiatoie a disposizione, ed è così che nasce un pollo ruspante.
I piccoli rimasero con la mamma per molto tempo (mi pare di ricordare circa 90 giorni), ed un giorno mi accorsi che lei aveva smesso di chiocciare e tendeva a svolazzare nei posatoi più alti e a starsene isolata dai pollastrini.  Il giorno seguente trovai un uovo, e questo fu il segno inequivocabile che la Chioccia aveva terminato il suo lavoro.    
Quello che vi ho appena descritto è un'esempio, basato su quello che mi accadde la prima volta, ma da quel momento le cose nel mio pollaio sono sempre andate avanti così, e sfrutto tutti i "segnali" per capire e coordinare al meglio la delicata fase della cova.
Va detto che spesso i figli di una Chioccia hanno comportamenti analoghi alla madre, e che è frequente che nascano nuove future Chiocce, e che la cosa continui nelle generazioni a venire: quell'imprinting che hanno dalla madre le segnerà per sempre, ed al momento giusto si "ricorderanno" di cosa voglia dire essere madre.
Devo comunque fare un breve accenno al concetto di IMITAZIONE che avviene per le chiocce: infatti, quando una gallina si fa Chioccia...o quando una Chioccia riprende la cova, altre galline vengono come "invogliate" a seguirle...a copiarle, e nel giro di un paio di giorni riescono ad andare a Cova pure loro, divenendo Chiocce.
Non mi addentrerò ulteriormente nell'argomento, rispettoso come sono degli etologi e degli esperti di avicoli, ma posso confermare che questo avvenga e che sia un ottimo "mezzo di diffusione" della Cova nel pollaio.

Ma possono anche essere fatte scelte parallele, e si può decidere di usare un'incubatrice per covare le uova feconde.
Non ho assolutamente nulla contro questa pratica, ed oltretutto da un paio di anni mi capita di usarla solo in casi eccezionali.
Di seguente vi racconterò cosa successe lo scorso anno, e come arrivai a tentare anche io questa carta.
La pioggia ed il freddo di Aprile pareva aver allontanato la voglia di covare alle mie galline, e nonostante le giornate stessero allungando (la temperatura ed il fotoperiodo influiscono sulla cova), nessuna vecchia Chioccia e nessuna nuova si metteva a covare.
E' così che a metà Maggio mi feci prestare un'incubatrice, e misi 24 uova seguendo minuziosamente le indicazioni che mi erano state date: girare le uova 4 volte al giorno, aggiungere acqua sul fondo dell'incubatrice ogni 3-4 giorni, mantenere la temperatura costante a 37,7°C.
L'imitazione avvenne in modo piuttosto strano, visto che due giorni dopo la prima Chioccia del pollaio andò a cova e le misi sotto le solite 11 uova.
La schiusa di un uovo in incubatrice

Dopo 21 giorni si schiusero tutte le uova dell'incubatrice, e 24 pulcini iniziarono a pigare (pigolare) e a reclamare il cibo: li tenni per 48 ore nell'incubatrice nutrendoli a dovere, ma di lì a poco si schiusero le 11 uova della Chioccia che viveva nel pollaio.
Ed ecco che decisi di tentare con un mio piccolo esperimento: mettere una parte dei pulcini dell'incubatrice sotto alla chioccia (assieme ai suoi legittimi) ed una parte di allevarli senza Chioccia (proprio come fanno la maggior parte degli allevatori professionali e non) tenendoli in un reparto isolato del pollaio.
Pulcini Livorno in incubatrice a due ore dalla schiusa

Utilizzai la medesima alimentazione, ma mentre quelli sotto la Chioccia crescevano a rilento e tendevano a morire, quelli senza Chioccia crescevano velocemente e non morivano.
Ad un mese dalla nascita quelli tenuti isolati erano quasi il doppio (non esagero) di quelli della Chioccia, e non ne era morto neanche uno, mentre per gli altri avevo avuto una mortalità (ad un mese) del 33%: un terzo dei pulcini non ce l'avevano fatta, ma la chioccia pareva prendersi cura di loro ed io non capivo come mai questo stesse accadendo.
Dopo un mese e mezzo però la situazione era cambiata, ed i sopravvissuti della chioccia iniziavano a recuperare sugli altri, ed i caratteri parevano essere più spiccati: insomma, per dirla con parole semplici, quelli allevati nel pollaio erano più vispi, attivi, voraci...mentre quelli allevati a parte erano stazionari.
Allo scadere dei due mesi misi assieme tutti i pulcini, togliendo loro la chioccia: non ci furono combattimenti o fazioni, e solo una piccola fascetta applicata alla zampa mi permetteva di distinguere l'origine degli uni da quella degli altri.
Convivevano pacificamente, mangiavano e dormivano assieme, ma...
...ma qualcosa accadde, e per la fine del terzo mese i pulcini della Chioccia erano più robusti e vispi, e fu a quel momento che i pulcini dell'incubatrice iniziarono a morire.
In un mese morirono il 40% dei pulcini dell'incubatrice, e quelli sopravvissuti di questi erano molto piccoli rispetto agli altri.
Quindi al quarto mese le cose erano decisamente cambiate.
Dopo un anno ho potuto fare queste considerazioni:
- i pulcini nati dalla chioccia sono cresciuti tutti sani e forti, e tra loro è presente il nuovo gallo del pollaio e nuove chiocce.  La perdita iniziale e la partenza a rilento mi hanno fatto riflettere sul giusto numero di pulcini gestibili da un'unica chioccia.
- i pulcini dell'incubatrice messi sotto la chioccia erano cresciuti sani e forti, e la maggior parte delle galline sono oggi ottime produttrici di uova (ma ancora nessuna chioccia). Sono praticamente indistinguibili dai fratelli nati da chioccia.
- i pulcini dell'incubatrice cresciuti separatamente dai polli adulti (e anche dalla chioccia) sono morti per l'80%, e quelli sopravvissuti sono i più piccoli e ancora non depongono neanche un uovo. Nonostante abbiano vissuto con gli altri pulcini per la maggior parte della loro vita, credo che la mancanza della madre si sia fatta sentire molto.
Con tutto questo discorso cosa voglio dire?
Magari lo capite da voi, e RIPETO CHE NON VOGLIO ASSOLUTAMENTE ESPRIMERE ALCUNA TEORIA ASSOLUTA, ma A ME questo è successo, e da questo ne ho tratto le ovvie considerazioni.
Nel mio caso quindi non è stata un'esperienza estremamente positiva, ed ho deciso di usare l'incubatrice solo come eventuale appoggio alla Chioccia: quando questa inizia a covare metto qualche uovo nell'incubatrice e al momento della schiusa (in contemporanea quindi) metto tutti i pulcini sotto la chioccia, ma sempre in un numero che sia per lei gestibile. Li accoglie da subito e li alleva assieme agli altri.
Ma se le Chiocce decidono (magari anche grazie alla stagione) di fare il loro "dovere", potrò certamente scordarmi ben volentieri di usare l'incubatrice, e sarò felicissimo di lasciare che la Natura faccia il suo corso.
Per ultima cosa voglio però aggiungere che, qualora non avessi alcuna Chioccia in cova, piuttosto che comprare pulcini di allevamento utilizzerei l'incubatrice per continuare con la mia "razza", cercando di mettere quanto prima i piccoli nel pollaio..nella speranza che qualche vecchia gallina si muova a compassione e dedichi un poco di tempo per insegnare loro qualcosa.







domenica 5 maggio 2013

I Miei Polli: il Gallo nel pollaio (2° parte)

Per anni ho dibattuto con altri agricoltori sula scelta del gallo e sulla sua "durata": la sua figura infatti è fondamentale all'interno di un allevamento, sopratutto se questo è all'aperto e conta numerosi capi.
Per prima cosa bisogna saper scegliere un gallo, tanto quando questo è adulto e vive in un'altro pollaio, che quando questo è ancora giovane e "si deve fare".
Generalmente nelle mie covate tendo sempre ad allevare tutti i maschi, e per i primi tre mesi mi soffermo solamente ad osservarli e ad annotare delle considerazioni sul loro comportamento.
C'è sempre il maschio che vuole salire sulla testa degli altri pulcinotti, e c'è quello che tende sempre a soccombere anche sotto le femmine: un fatto di dominanza che è riscontrabile in tutti gli animali, dove ci sono animali dominanti e animali sottomessi e/o inibiti.
Non sono certo un etologo, ma mi pare di aver capito che la scelta gerarchica avvenga sin dai primi attimi di vita, e che un pulcinotto sottomesso non potrà mai essere un ottimo gallo da pollaio.
Osservato quindi il comportamento, lascio che gli animali crescano sani e robusti mantenendoli tutti allo stesso pari e continuando a farli vivere con le femmine.
Sviluppano i propri caratteri ed iniziano le prime inevitabili lotte: come per tutti i cuccioli all'inizio tutto appare come un gioco, ma ben presto le intenzioni saranno diverse e ci sarà sempre qualche maschio che verrà isolato e che sarà ultimo a raggiungere la mangiatoia o a bere l'acqua fresca, e che potrà anche soccombere se si dimostra troppo debole.
Non ci si deve scandalizzare, e ritengo che questo sia quello che la Natura offre ogni giorno sotto i nostri occhi, e poco conta se siamo cittadini o contadini...questo avviene sempre, ed ecco che anche in un semplice pollaio iniziano così a determinarsi i soggetti più indicati a divenire maschio dominante, e quindi Gallo.
Ma prima c'è la fase Galletto, ossia quella in cui si formano cresta e coda, una sorta di "adolescenza" in cui il gruppo dei "papabili" si atteggia sempre più a voler comandare: è questo il momento in cui le femmine (nella fase di pollastre) si conformano e talvolta si può già intendere quali saranno le ovaiole migliori (almeno per struttura fisica).
Ma quando il Galletto si fa Gallo?
Ricordo che questa domanda la posi all'anziana nonna del mio compagno di banco (il bimbo di campagna di cui vi ho già parlato), e lei mi rispose secca:
"Il primo a cantare...difendere...e a montare s'è fatto Gallo!"
...e questa è la regola che ho sempre seguito, facendo molta attenzione che le cose accadano (anche se non con questa sequenza) nel giro di un paio di giorni.
Sarà la passione che ho, ma trascorrendo del tempo nel pollaio si possono capire moltissime cose, ed in effetti il galletto si fa gallo con queste cose: a questo punto rimane solo da decidere quale sarà il suo "aiutante".
Già perchè se avete una decina di galline il problema non sussiste, ma se ne avete una quarantina allora vi servirà un "Gallo in seconda", ed anche su questa scelta ho trovato pensieri diversi.
C'è chi dice (e sono in molti) che la cosa migliore è che il secondo gallo sia un'altro dominante puro (come il primo), ma questo porta numerosissime complicazioni: creste e bargigli sempre sanguinanti (i due si sfidano quotidianamente), galline martoriate da "mariti troppo focosi", nervosismo nel pollaio.
E questo a mio parere non è un bene.
Io scelgo il secondo Gallo ricercando le medesime caratteristiche del primo, ma più attenuate: in questo modo i due conviveranno senza problemi, e al secondo sarà dato modo di cantare (sempre per secondo) e di coprire molte delle galline (spesso quelle disprezzate dal primo).  Oltretutto, se mai dovesse capitare che il Gallo dovesse perire, il suo secondo saprebbe sostituirlo in modo naturale, affermandosi da subito.
Gallo con galline al pascolo

Per me la scelta del Gallo (e del suo vice) rappresenta un importante passo che servirà a regolare la vita nel pollaio per almeno tre anni.  Può comunque accadere che il vice venga tolto (magari ceduto come gallo ad altri pollai) e promosso di livello (perchè il primo inizia ad essere violento).
Proprio due anni fa dovetti andare al Pronto Soccorso per colpa di un beccotto (colpo dato con il becco) del mio gallo, ma tutto ebbe inizio un paio di settimane prima...
Avevo allevato quel Gallo sin da quando era pulcino, ed anche se potrà suonare strano, tra noi due c'era una certa empatia.
Dovete capire che, varcare la soglia del pollaio...maneggiare le chioccie...muovere e togliere uova...spostare pulcini... tutte queste cose rappresentano un'invasione nell'equilibrio del pollaio di cui il gallo è monarca incontrastato.
Farà ridere, ma per me ci vuole rispetto. Anche se son polli sono io che li destabilizzo, e quindi è sempre bene avere rispetto delle loro abitudini e dei loro spazi, cercando di non far troppo baccano e di non fare agitare troppo le femmine: se manterrete queste attenzioni raramente il gallo si opporrà fra voi ed i vostri intenti.
Io e quel gallo andavamo veramente d'accordo, ed entravo indisturbato nel pollaio consapevole che lui "si fidava di me"...
Ma un giorno sbagliai, e presi una vecchia gallina proprio sotto i suoi occhi, avendo poca cura di farla stare tranquilla, e mentre questa si dimenava tra le mie mani, lui rizzò la cresta, si gonfiò e mi attaccò agli stinchi.
Io naturalmente reagii, ed uscii dal pollaio facendo molto rumore ed urlando.
Incrinai per sempre quel rapporto che durava da tre anni, ed in una settimana mi attaccò  almeno 7 volte.
Era un bel gallo, e credetemi se vi dico che in molti mi avevano proposto di comprarlo offrendomi anche ben oltre il triplo del suo reale valore, ma il gallo era mio ed ignoravo tali proposte.
Il gallo, oltre ad essere bello, aveva un grande carattere, e con lui presente non avevo mai avuto problemi: uova sempre feconde, galline mai strapazzate con atti sessuali, calma e silenzio, ottima protezione anche dal cane, ed un canto prolungato che tanto assomigliava all'urlo di Tarzan nella jungla.
Un gallo che avrei fatto morire di vecchiaia, ma quel pomeriggio riuscì a beccarmi in un nervo del braccio, e mi fece veramente male (visto che puntava agli occhi ma riuscii prontamente a mettermi un braccio di fronte a protezione).
Il giorno seguente la mia famiglia mi spronò a farlo fuori, ma riuscii ad ottenere un vantaggioso scambio con un mio amico di un'altra provincia: il mio gallo per un suo giovane gallo, entrambi della stessa razza.
Non ho più avuto un gallo del genere.
Ma spesso con l'età molti i galli tendono ad essere più suscettibili e territoriali, e può capitare che mal accolgano l'inserimento di nuovi soggetti come pulcini o pollastre: serbate attenzione al mutare del loro comportamento e cercate di sostituirlo prima che possa divenire aggressivo.
MA C'S' SEMPRE L'ECCEZIONE CHE CONFERMA LA REGOLA, e moltissimi galli si calmano con la vecchiaia, divenendo sempre più docili...anche se a me non è mai capitato.
Ricordate che sovente è il Gallo a fare il pollaio, e da lui dipende la protezione degli altri animali, oltre che il proseguimento di questo.
E' quindi importante tenere a mente la genetica dell'allevamento, e "tagliare il sangue" al fine di non creare problemi di consanguineità nella prole: scambiate il vostro gallo con il gallo di un altro pollaio, in modo da creare alternanza.
Nel prossimo intervento parlerò delle covate.

mercoledì 1 maggio 2013

I Miei Polli: l'inizio (1° parte)

Da tempo mi ero riproposto di aprire una discussione sull'argomento.
Argomento evidentemente a me caro in quanto, oramai da una vita, coltivo una Grande Passione per gli avicoli, con particolare interesse per i polli.
Ma più che mai in questo caso un pò di "storia personale" è d'obbligo.
Da bimbo dicevo che da grande avrei fatto il contadino, e non nego che la cosa lasciava spesso basiti i miei familiari, e che molto di quel mio affermare era certamente riconducibile a quell'esperienza che come "compagno di banco" di un bimbo di campagna stavo intraprendendo sin dai primi giorni delle mie Elementari.
Bimbo di campagna, così lo definivo, e in lui...nella sua libertà...e nella sua gioia di vivere vedevo il mio futuro.
Avevo sei anni, ma ventotto anni dopo mi sarei guardato con tenerezza e soddisfazione visto che avevo davvero già capito chi sarei voluto diventare.
E mentre nei pensierini di scuola mi barcamenavo tra futuri astronauti, calciatori, cantanti, ballerine e fatine, io stendevo già il mio progetto, e punto per punto prevedevo quello che sarebbe stato il mio futuro.
Ed ecco che otto anni dopo, durante il mio primo anno di superiori, era divenuto innegabile che la mia passione avesse molto più che un capriccio alla sua base: era ancora presto per compiere il passo, e dovevo solo conquistare qualche meta.
Ma ecco che un giorno il babbo mi regalò uno dei momenti più belli della mia vita, dicendomi che il proprietario di quello stagno dove andavamo sempre a pesca, era disposto ad affidarci quella bella voliera che si ergeva ai suoi bordi: si trattava di una vecchia voliera per fagiani (ci trovavamo in una riserva di caccia), oramai abbandonata all'incuria e ai rovi.
Lì, con la pazienza e disponibilità dei miei genitori, mettemmo i nostri primi polli.
Un gallo bianco dalla coda mozzata, frutto di un incrocio tra Livorno bianco e Mugginese (razza nana meglio identificata come Mugellese), due galline (sempre del medisimo incrocio) e una gallina "moicana" (così indicavamo scherzosamente la razza collo nudo da carne).
Quattro polli, e tutto ebbe inizio...
Oggi continuo ad allevare polli, ed in questi quasi venti anni d'esperienza ho avuto la possibilità di intraprendere diverse strade: ibridi commerciali, ovaiole da allevamento, incroci casuali, ma...la mia passione sfrenata sulla Livorno Bianca ha preso il sopravvento.
Infatti questi polli, oltre ad essere una razza che sta scomparendo, è autoctona di buona parte della Toscana (compresa la mia zona) ed è una razza rustica, che bene si adatta alla frugalità ed è infaticabile produttrice di ottime uova.
Gallo Livorno Bianco

Purtroppo sta gradualmente cedendo il posto alla sua "cugina" Livornese (oppure Livorno commerciale), che ha una stazza maggiore e che riesce a deporre un maggior numero di uova durante l'anno.
Sia chiaro che questa discussione NON VUOLE ESSERE UNA CROCIATA CONTRO LE LIVORNESI O CONTRO CHI LE ALLEVA, ma sento solo la possibilità di dire che per me "recuperare e mantenere" quello che la storia mi offre ha sempre avuto un valore inestimabile.
Le Livornesi sono reperibili nella maggior parte dei consorzi e cooperative agricole, e da Pizzo Calabro a Vipiteno credo che ci sia qualche estimatore/allevatore di questa razza, che certamente è da considerarsi una delle migliori ovaiole al mondo.
Ma a me mi garba la Livorno, e seppur più piccolina e con meno uova deposte, è adatta al mio podere e alla  mia filosofia di vita.
Fatta quindi la dovuta chiarezza su quello che è il mio pensiero, al fine di non suscitare l'ira degli intenditori ed appassionati di avicoltura, ritorno sulla mia esperienza pratica.
Allevo per uso familiare questi polli, e mi permetto di omaggiare amici e parenti delle loro meravigliose uova: la caratteristica dell'albume denso e compatto è innegabilmente apprezzata da quanti si dilettino in cucina e sopratutto in pasticceria (provare per credere).

Naturalmente anche l'alimentazione fa la sua parte, ed ecco cosa mangiano i miei polli:
- pulcini (dalla schiusa alle penne): Subito dopo la schiusa procedo con un'alimentazione a base di uovo sodo e farina di orzo, per poi arrivare ad un pastone di farina di orzo con una piccola parte di farina di mais e l'aggiunta di grano tenero in chicchi (tenuti in ammollo per renderli più digeribili ed appetibili).  In caso di freddi primaverili improvvisi mi è ricapitato di aggiungere nel pastone qualche scroscio di vino, e quindi di fare il pastone briaco: tale pratica, ancora oggi molto diffusa tra i vecchi contadini della zona, veniva usata per dar "calorie" ai pucini (pulcini) infreddoliti.
-pollastre e galletti: si passa ad orzo spezzato, sempre una minima parte di mais spezzato, grano in chicchi e un poca di farina di favino, il tutto servito asciutto.  Inoltre l'erba e la verdura inizia ad essere parte fondamentale della dieta quotidiana, ed i polli possono ruspare (razzolare) nel pascolo godendo anche dei lumachini e degli insetti.
-galline e galli: il mix è oramai composto da chicchi interi, ed oltre all'orzo e al grano tenero aggiungo del favino e qualche seme di girasole.  Durante il mese di fine luglio/agosto, in quello che è deputato come il periodo più caldo dell'anno, fornisco anche dei pastoni a base di crusca, pane e moltissima frutta.  Erba a volontà.
Durante l'anno trascorro lunghi periodi in cui do ai polli anche gli scarti della lavorazione del latte di capra, generalmente addizionandolo a della crusca.
Non uso MAI alcun tipo di mangime industriale o miscela specifica (anche se ho fatto pochissimi tentativi che poi nel prossimo intervento andrò a spiegare).

Generalmente i miei polli vivono molti anni, e contrariamente a quanto detterebbe la legge degli allevatori convenzionali (e cioè che dopo due anni la gallina va ricambiata), io decido di tenerle anche per svariati anni se queste non mostrano acciacchi e continuano a deporre qualche uovo.
Essendo galline da uovo saranno sempre scarne in fatto di carne, ma posso comunque assicurare che la loro bontà è cosa più che rilevante: da amante del brodo posso dire che questo pollo non la smette mai di stupirmi (anche negli umidi).

E' comunque necessario assicurare al pollo sempre acqua pulita, e se quindi avete delle anatre (che sono delle insozzatrici di ciotole d'acqua) dovrà essere data maggiore attenzione.
Oltre alla beva si deve pensare anche ai sali, e sopratutto chi non ha pascolo dovrebbe provvedere creando degli angolini o delle buche dove mettere della semplice rena di fiume.
Anche io l'ho fatto, e nonostante l'ampio pascolo vedo che in estate la prediligono: oltre a trovare qui il calcio fondamentale per le loro ossa e per il guscio delle uova, si dilettano anche in lunghi "bagni di sabbia" che servono per rinfrescarsi ma sopratutto per eliminare i parassiti che spesso sono presenti.
Non ho mai usato insetticidi o simili, ma piuttosto ho investito molto tempo a sostituire la paglia nelle cove (provvedendo ad eliminare la vecchia), e a rimuovere la pollina (le deiezioni dei polli) da sotto le cove.

Finisce qui il mio primo intervento sull'argomento polli, e a breve ne seguirà un'altro.