Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

venerdì 23 dicembre 2011

Natale in Decrescita

Parlare in prima persona è una cosa nuova, ma ho deciso di provare io stesso a mettere su schermo le mie parole.
Vogliate scusarmi quindi se avrò forme non corrette e un lessico tutto mio, ma amo scrivere di getto quello che penso, e credo che sia arrivato il momento in cui l'imbarazzo viene prevaricato dalla necessità

Detto questo...
...manca poco al Natale, ma non so qui per commuovermi e commuovervi con storie toccanti, buonismo o forzature di stagione.
A me il Natale piace moltissimo, ed aspetto ancora (come quando ero bimbo) il momento in cui si fa l'albero, il presepio, si cercano i regali, arriva Babbo Natale, si scartano i regali, si fanno pranzi e cene...si gode di tanto avere.
A me il Natale garba, ma mi viene da pensare quanto il consumismo abbia fatto di questa festività un vero e proprio pretesto, una rampa di lancio per l'economia, un bisogno all'acquisto oramai inarrestabile.
Non si tratta più di TENDEZA, ma di OBBLIGO: se non compri non avrai niente.
Già perchè le migliaia di cose comprate in precedenza, indipendentemente dalla data dell'acquisto, sono inevitabilmente da SOSTITUIRE: ed ecco che i pagamenti rateali, la corsa alla novità, e le sostituzioni sono all'ordine del giorno.
Ed ecco che pure a Natale, anzi...sopratutto a Natale l'intera società si ritrova a correre contro il tempo al fine di accaparrarsi la cosa migliore in commercio, senza curarsi se quanto era custodito in casa fosse veramente da sostituire.
Ettolitri di liquidi colorati riempono i kilometrici scaffali delle profumerie; televisori con immagini sempre più reali sono pronti a scacciare dalle nostre case gli oramai obsoleti modelli comprati (niente popò di meno che...) tre mesi prima; cibi sempre più "pronti e veloci" sono in grado di risolvere ogni qual dir si voglia enigma culinario, aiutandoci addirittura a trovare una soluzione per ogni occasione solo comprando una busta tanto colorata dal contenuto dubbio...
E questi sono solo alcuni degli esempi che potrei fare, digrignando non poco i denti e scuotendo il capo.
Aprite il frigorifero e guardate quante cose inutili ci sono al suo interno...
...girate per casa e guardate quanta plastica inutilizzata giace nei cassetti e neri ripiani...
...osservate la vostra pattumiera, e controllate quanto riciclaggio o non spreco siate stati in grado di fare...
...e potremmo andare aventi per ore ed ore.
Proprio l'altro giorno mi è stato chiesto che cosa ci facesse una bottiglia di aceto accanto all'acquaio, e quando ho risposto che mi serviva per lavare i tegami unti dal sugo, mi p stato risposto che esistevano prodotti specifici oltre al normale detersivo.
Ma io ho già la soluzione: l'aceto che appunto mi risolve il problema, e quindi perchè mai dovrei ricorrere ad altre soluzioni? Forse perchè me lo dice la cara massaia sorridente della pubblicità?
Questo Natale arriva in un periodo di crisi economica, dove lo smarrimento pare iniziare a farla da padrone, e dove il denaro gira poco...eppure?
Eppure provate ad andare in un negozio di elettrodomestici nel reparto tv, oppure in una profumeria del centro, oppure al supermercato nel reparto "belli che pronti".
E non vi pare che la gente riesca a comprare pure in questo Natale?
Mi chiedo come possa essere possibile che nonostante le difficoltà ci sia quasi un accanimento morboso nei confronti dell'acquisto di prodotti finiti.
Non sarebbe il caso invece investire sui beni?
proprio con i beni potremmo realizzare molteplici prodotti finiti.
Ma a quanto pare la voglia di avere tutto già fatto e fatto subito vince su tutto il resto.


Dopo anni che cerco di sviluppare una mia filosofia di vita che sia attuabile tanto nel contesto agricolo quanto nel quotidiano, mi sono sentito dire moltissime volte che io attuavo una "decrescita felice" nei confronti del Prodotto Interno Lordo (P.I.L.)...solo perchè mi autoproducevo pranzi e cene, tentavo di ridurre il mio impatto ambientale e puntavo ad una vita più sostenibile (magari anche eticamente).
Allora mi sono interessato, ho letto e ho capito; ho discusso con mia moglie della questione e siamo arrivati alla conclusione che, senza saperlo, da anni noi pratichiamo una Decrescita Felicissima.
Ecco quindi che, lontanissimo anni luce (ma davvero) da slogan, personaggi, gruppi, associazioni e tendenze...Vi Auguro un Sereno Natale di Decrescita.

Con Affetto
Agricoltore Anacronistico

martedì 29 novembre 2011

le tante cose fatte nell'ultimo mese

Da quasi un mese non viene scritto in questo blog, e l'Agricoltore Anacronistico sostiene che sia importante sottolineare che non era nostra (sua) volontà mancare per così tanto...
Ma il lavoro non guarda in faccia a nessuno, e (nell'ordine) di seguito questi sono stati gli impedimenti:
- taglio della legna (tanta);
- raccolta delle olive (poche);
- raccolta delle castagne (poche);
- pacciamatura nell'orto;
- semina dell'orto;
- riorganizzazione pollaio;
- riorganizzazione del magazzino;
- problemi con impianto elettrico del trattore;
- parate le capre quotidianamente.
La raccolta delle olive è andata veramente male, e per quest'anno il nostro Agricoltore Anacronistico potrà contare solo su 60kg di olio: la qualità poi lascia molto a desiderare, in quanto l'olio è privo di difetti ma anche privo di carattere, note amare e bell'aspetto.
La resa è stata di 15,6, ma le olive erano praticamente cotte (cultivar Moraiolo).
Nella cantina del nostro Amico ci sono ancora circa 35litri di ottimo olio dello scorso anno, che aiuteranno non poco sino alla frangitura del 2012.
In compenso la castagnatura è andata pure peggio: poche le castagne, la pezzatura sfiora il ridicolo per alcune cultivar e le hanno pure rubate.
Infatti, per quanto "controstomaco" e "controborsello" si fosse deciso a recintare gran parte del suo castagneto, la rete a poco è valsa anche quest'anno, e fra cinghiali e persone la perdita è stata sostanziale.
le castagne prese andranno per la maggior parte a fungere da alimento per i maiali dell'Agricoltore.
In compenso le capre stanno approfittando della tanta erba del vigneto, e quotidianamente ripuliscono e concimano i gradoni di sangiovese attorno al podere: il becco viene lasciato nell'ovile perchè i suoi nervosismi agitano troppo le femmine al pascolo.
la stagione degli accoppiamento volge al termine, e le capre sono molto insofferenti nei confronti del giovane becco.
l'orto appare come un pagliericcio, e tra i gialli fili spuntano tre solchi di fave, gli agli rossi, un solco di bietole, un solchetto di spinaci, la cicoria vernina e i carciofi.
Il lavoro comunque è rallentato, e con la fine della raccolta di olive e castagne si chiudono la maggior parte dei lavori del periodo autunnali...anche se di riposo per adesso non ne vuol sentire parlare, visto che per farlo aspetta la pioggia.

sabato 5 novembre 2011

Le alternative all'agricoltura convenzionale ed industriale PARTE 1

E' difficile iniziare questo ampio argomento senza una dovuta prefazione.
Quanto è scritto si basa solo ed unicamente sull'esperienza personale fatta di confronti, letture, studi ai tempi dell'istituto Agrario e pratica: non si vuole quindi "offrire verità assolute", ma solo punti di vista.
Doverosa questa apertura, ma negli ultimi anni se ne stanno sentendo sempre di più sull'argomento (VASTISSIMO), e sempre più "specializzati ed esperti" ci vogliono vendere mille verità.
Qui non si vuol vendere nulla.

Essere Agricoltore non è mai stato cosa semplice: da sempre la schiena curva rappresenta la vita di quanti con la terra hanno stretto un forte legame, sia chi per diletto sia chi per necessità.
Proprio per questo "guardare verso la terra"...considerato per molti "stare a capo chino" oppure "non guardare dinnanzi", l'Agricoltore (già Contadino) pareva non poter avere licenza di avere ragionamenti alti da fare, e per questo è stato (storicamente parlando) sempre in fondo alle varie scale sociali di ogni epoca, non ostante provvedesse proprio lui a fornire il bene primario quale il cibo.
Proprio per questo c'è sempre chi se ne è voluto approfittare, rendendolo spesso servo (servo della gleba) al tempo dei feudatari, oppure ai margini (e non solo fisici) di ogni società succcessiva: in pratica c'era sempre chi voleva comandare il contadino, in un modo o nell'altro.
Passando per la mezzadria, arriviamo ai tempi d'oggi, dove l'Agricoltore si è ritrovato per l'ennesima volta SCHIAVO di un sistema che lo costringeva a seguire determinati ritmi e percorsi, lasciando che si dissolvesse il libero arbitrio e la tradizione di un mestiere vecchio quanto l'uomo.
L'ultima grande "rivoluzione all'incontrario" che doveva ridare forza all'Agricoltore è stata proprio l'industrializzazione agricola iniziata negli anni settanta: l'arrivo della meccanica prima e della chimica dopo avrebbe dovuto ridare dignità ad un mestiere che (secondo molti) non ne aveva più molta.
Il Contadino diveniva così "Agricoltore Erectus", tornando a drizzare la schiena in sella a sempre più potenti macchinari e coadiuvato dalla "magica" chimica che tutto gli avrebbe permesso di fare.
Ed ecco che l'Agricoltore Erectus acquisiva consapevolezza, pronto a rinnegare la propria storia fatta di schiene piegate, e si lanciava lui stesso in una NUOVA grande epoca di AGRICOLTURA CONSUMISTICA.

...ma voi credete che questa storiella sia bella e divertente?
Il nostro Agricoltore Anacronistico scuote per l'ennesima volta la testa, trattenendo a stento le imprecazioni, e facendosi scuro in volto... e secondo lui TUTTO E' STATO ROVINATO.


Nei venti anni che decorrono tra il '75 e il '95 i campi hanno iniziato a rendere quantità di cereali impensabili sino a pochi anni prima, le viti hanno offerto uve infinite, e le mucche hanno dato quantità di latte impressionanti: l'uomo ha così iniziato a "mungere" in terreno, impoverendolo e distruggendo quanto nei secoli e secoli prima si era costituito naturalmente.
Il terreno iniziava a divenire improduttivo, e la "magica" chimica doveva sfornare sempre più soluzioni a questo problema, ed i terreni venivano ricostruiti artificialmente grazie ai concimi chimici.
Le malattie si diffondevano sempre di più, e la "magica" chimica offriva sempre maggiori sicurezze per fronteggiare tale problema.
Insetti che da sempre avevano coesistito negli ecosistemi, ad un tratto si vedevano prevaricati da specie sempre più distruttive...e come volevasi dimostrare la "magica" chimica regalava i migliori veleni per eliminare il problema.
Ed intanto l'Agricoltore Erectus non si rendeva conto che era divenuto un Agricoltore Petroliferus, dipendendo sempre più da impressionanti cavalli vapore (che di vapore non avevano più nulla) che giravano e rigiravano la terra a profondità da minatore e che prevedevano sempre maggiori operazioni colturali da fare in successione.
cento...mille...Milioni di trattori ci rendevano fieri del nostro "essersi evoluti", mentre sempre più dipendevamo da un composto ed un'energia non rinnovabile ed inquinante: IL PETROLIO.
Gli agricoltori si sono così ritrovati ad essere schiavi di qualcosa, ma per la prima volta stavano rovinando e consumando la terra che da sempre avevano lavorato.
...
Può essere (e certamente lo sarà per molti) una chiave di lettura sbagliata e negativa, ma secondo chi scrive e secondo l'Agricoltore Anacronistico tutto questo è alla base del più grande errore che gli agricoltori abbiano mai fatto...forse il solo vero errore di sempre.
Ed oggi?
E veniamo così al titolo dell'argomento trattato: Le alternative all'agricoltura convenzionale ed industriale.
Ed oggi (appunto) siamo qui a riprendere, rivalutare, ristudiare il "vecchio" come alternativa all'odierno, e solo attraverso questo (il vecchio, appunto) ci proponiamo al futuro.
Paradossale, vero?!
Ettari ed ettari di fagiolini...coltivati per anni nelle stesse terre...senza una benchè minima (e forse a tal punto inutile) rotazione o avvicendamento colturale.
Campi coltivati a grano per ventenni, alla ricerca dei migliori grani super selezionati, sostenuti da milioni di tonnellate di concimi chimici, concimi di copertura, anticrittogamici, diserbanti, insetticidi...per ottenere sempre il miglior grano nelle migliori quantità.
Allevamenti di vacche con mammelle mostruose, alimentate con miscele improbabili e autotreni di insilati , che del VERO FIENO non hanno mai neanche sentito il profumo, ma che producono fiumi di latte sempre più annacquato.
Vigne di vitigni internazionali omologate nella produzione che danno uve omologate nella forma che danno vini omologati nel gusto, dove le polverine (chiamiamole così come eufemismo) e cantinieri sempre più vicini ad approcci da laboratorio chimico sono i veri protagonisti (anziché l'uva) del fare vino.
Tutto questo è AGRICOLTURA INTENSIVA.
Tutto questo è frutto di quella "grande rivoluzione all'incontrario" di cui accennato sopra.
Tutto questo è frutto di quella "nuova grande epoca di agricoltura consumistica" che ci ha preceduto.
Tutto questo è frutto di quel nuovo modo di "essere schiavi del petrolio".
..e purtroppo tutto questo pare essere oggi l'unico modo possibile di fare agricoltura da reddito.
Un'agricoltura dei grandi numeri, figlia della globalizzazione che ci ha portato tutti a coltivare UNICHE COLTURE tenute in mano da UNICHE AZIENDE.
Ma esistono le alternative...
Ed ecco che spuntano alcuni nomi quali:
- Biologico
- Biodinamico
- Metodo Fukuoka (già Agricoltura del non fare niente)
- Permacoltura
- Agricoltura Sinergica
- Metodo Tradizionale
- Agricoltura Naturale
Agricolture queste che, anche se in modi nettamente differenti, tentano di differenziarsi dall'agricoltura intensivo-industriale e da quella convenzionale (figlia dell'agricoltura industriale).
Cercheremo di aprire delle piccole finestre su ognuna di queste ALTERNATIVE, concentrandoci sopratutto sull'agricoltura naturale scelta dal nostro Agricoltore Anacronistico come UNICA VIA.

mercoledì 19 ottobre 2011

Lavorazioni per recuperare un campo

Lo scorso gennaio l'Agricoltore ha preso in affitto agricolo dei campi per un'ampiezza di 2,10Ha: questi erano sodi (non lavorati) da almeno 5 anni, e prima di tale data ricevevano soltanto una superficiale lavorazione con erpice a dischi e nulla di più.
Nessuna concimazione...nessuna aratura...nessun avvicendamento colturale...da almeno 10 anni.
L'Agricoltore Anacronistico si è da subito innamorato di quei bei campi: esposti a ovest, riparati dalla tramontana, non soggetti a brinate, nessun ristagno idrico importante, di comodo accesso, e sopratutto da RECUPERARE e quindi anche senza chimiche residue di vario genere.
Per una persona che vuole fare Naturale questo è un ottimo punto di partenza.

Di seguito un elenco delle lavorazioni che sono state effettuate dal mese di Maggio ad oggi con relativi consumi i di gasolio agricolo:
- inizio Maggio 2011: trinciatura erba e sterpaglie (10litri);
- Maggio 2011: rippatura profonda con ripuntatore a 3 ancore (25litri);
- fine Giugno 2011: seconda rippatura con ripuntatore a 3 ancore (15litri);
- Settembre 2011: aratura con aratro bivomere (profondità di 30cm)(60litri);
- inizio Ottobre 2011: letamazione con stallatico(5litri);
- Ottobre 2011: doppio passaggio con erpice a dischi (morgan)(30litri);
- Ottobre 2011: una parte del campo è stata seminata con favino e poi erpicata con erpice a denti fissi(5litri), mentre una seconda parte sarà lasciata a riposare sino a febbraio per poi essere seminata ad orzo.

L'Agricoltore è consapevole che sarebbe potuto intervenire in altri modi, ma ha preferito scegliere questo percorso perchè:
- invece di trinciare avrebbe potuto ovviare facendoci pascolare le sue amate capre, ma l'ampiezza e lo stato del campo richiedevano un intervento più radicale e veloce.  Oltretutto i campi in questione sono distanti dal suo podere dove vivono gli animali.
- la doppia rippatura è avvenuta a cavallo di un periodo di pioggia intensa (metà giugno) , e sopratutto perchè stava ricrescendo un pò d'erba (gramigna sopratutto) ed il caldo di fine giugno lo avrebbe aiutato a sconfiggere tale pianta.
- l'aratura è avvenuta in settembre non per scelta, ma i tanti lavori si erano accavallati rendendo impossibile tale lavorazione di agosto.  Il risultato è comunque da considerarsi ottimo: terra molto friabile, ben rigirata ed arsa dal sole caldo sino a pochi giorni fa.
- la concimazione con stallatico essiccato è sempre la migliore scelta, anche se le dosi utilizzate non sono certo da considerarsi ai massimali di quelle richieste dalla situazione.  Cìè comunque da dire che nel febbraio 2011 l'Agricoltore aveva sparso 10q di pollina con la speranza di riuscire a fare un pò di fieno naturale per le sue capre, ma il risultato finale non l'aveva convinto portandolo alla decisione di trinciare tutto.   Quindi, oltre allo stallatico, quei campi hanno ricevuto anche la pollina 8 mesi fa.
- dividere il campo e coltivarlo con più colture è alla base della rotazione e degli avvicendamenti colturali.  La parte a favino sarà trebbiata per uso zootecnico, ed il prossimo anno sarà dedicata al grano tenero e orzo: infatti il favino è un azoto fissatore, e le sue radici svolgono anche un ottimo lavoro di rottura nel terreno.
La parte ad orzo poteva (doveva) essere seminata a biada (avena), la migliore scelta per partire in una situazione di recupero, ma all'agricoltore l'orzo occorreva, ed ha preferito non comprarlo e auto-produrselo. Il seme che sarà utilizzato in febbraio per la semina è frutto della trebbiatura 2011 (scarsa ma ugualmente importante).

In questo campo non sarà utilizzato alcun concime chimico e diserbante, anticrictogamico o antiparassitario.
La natura penserà al resto.

Il campo è così frazionato:
-0,60Ha di favino;
-1,00Ha di orzo;
-0,50Ha di favino.

Il favino seminato è del tipo vesuvio (non conciato) e un misto di semi che l'Agricoltore ha direttamente preso dalle sue scorte (favino destinato a vecchie semine e favino per uso zootecnico).
Il favino è stato seminato in quantità di 140Kg/Ha (abbondante perchè teme che la germinabilità dei vecchi semi sia notevolmente abbassata).
Non è stata usata seminatrice, ma un semplice frullino (spandiconcime) e semina a mano lungo i bordi: l'idea iniziale era quella di seminare tutto a mano, ma la minaccia di pioggia lo ha spinto ad affrettarsi con tale lavorazione, optando per il frullino.

Per il prossimo anno (2012) l'Agricoltore Anacronistico prevede un minor impiego del trattore per le lavorazioni da fare nei campo, e il suo programma di massima è:
- successivamente alla trebbiatura rippare;
- morganatura abbondante nel mese di agosto;
- morganatura leggera prima della semina:
- semina a mano;
- erpicatura a ricoprire il seme.

La sua più grande perplessità è stata quella di dover utilizzare così tanto il trattore (150litri di gasolio consumati), ma lo ha ritenuto necessario per creare un "anno zero" da cui ripartire.
Da qui l'idea di impiegare sempre meno il trattore e lasciare che la rotazione agricola lavori moto meglio di mille coadiuvanti meccanici e chimici.

Visto che ieri è stato ricoperto il seme, si augura che la pioggia (tanto annunciata in questi giorni) non tardi ad arrivare e che la natura faccia il suo corso.

giovedì 13 ottobre 2011

Scaldarsi con la legna - PARTE 2°

Continuando.

Parliamo adesso di cosa voglia dire scaldarsi con la legna.
Consumare (per esempio in una stagione media) 80q di legna prevede prima di tutto un impegno fisico notevole.
Il nostro Agricoltore si lascia aiutare dal padre e dalla moglie, ma è lui a svolgere la maggior parte del lavoro "più pesante", e questo è possibile anche grazie ai suoi 32 anni.
Ma scaldarsi con la legna è una cosa fattibile anche per molti altri: come detto i suoi genitori si scaldano con la legna, seppur vivano in un condominio in pieno paese, e a quanto pare è solo una questione di volontà ed organizzazione.
L'Agricoltore ha molte possibilità che evidentemente non possono essere ritrovate da chi abita in paese, ma ci sono altre vie per non dover rinunciare a questa scelta, come per esempio contattare un taglialegna che porti direttamente a casa la legna già tagliata.
Basta avere una cantina, un garage o un angolo di giardino ed il gioco è fatto: la legna trova collocazione in attesa di essere bruciata, magari sotto ad una lamiera o un telo.
La legnaia dell'Agricoltore

In questo modo arriva già pronta all'uso e l'unico sforzo sarà quello di portarla di fronte alla stufa, e nulla più.
Certamente questo è difficile che accada in città (molto improbabile per tutta una serie di motivi più che ovvi), ma se nei paesi si mantenesse questa abitudine forse molte cose potrebbero cambiare (e non solo da un punto di vista economico).
La SOSTENIBILITA' dello scaldarsi a legna è certamente al suo culmine nell'esempio specifico dell'Agricoltore, che si taglia dal suo terreno, si trasporta con i suoi mezzi, si sega e accatasta a casa sua, e si brucia per scaldarsi e cucinare: un ciclo veramente chiuso a kilometri zero e con una limitata emissione di inquinamento nell'aria.
La sostenibilità si abbassa se la legna ci viene portata da terzi, che magari acquistano la legna da segare da altre persone ancora, e che ci portano il ciocco tagliato direttamente in paese: i kilometri fatti da quella legna rischierebbero di essere molti, ma...guardiamo il male minore.
Il male minore è appunto che decidiamo di scaldarci con la legna, un bene RINNOVABILE E NATURALE...che la nostra terra ha da offrirci, e che è a sufficienza per molti di noi (non tutti considerando le metropoli e le zone dove non sono presenti i boschi).
Il presupposto sarebbe quello di affidare il taglio a persone competenti, che non "stuprino" il bosco con tagli esagerati, ma che abbiano ben a cuore il rinnovamento di quell'ecosistema; seguirebbe poi la distanza limitata tra il luogo del taglio e quello della consegna; in fine la capacità di sapersi adattare al fuoco di legna e a quello che comporta.
L'ultimo punto è per molti il più ostico da comprendere e affrontare: "La legna sporca...la stufa fuma...i muri ingialliscono...ci vuole troppo tempo per riscaldare un ambiente...non è pratico", e sono questi alcuni pensieri comuni a molti.
L'Agricoltore scuote la testa e borbotta.
Forse queste famiglie si son dimenticate di come ci scaldavamo prima dell'avvento del metano; vogliamo forse parlare del Kerosene o del carbone?
Ripetiamo il concetto che la legna è un combustibile rinnovabile, e a quanto pare è l'unico nel suo genere.
Se (come detto prima) in taglio è regolato da severe regole e se il bosco è vicino alla vostra casa, perchè non considerare la legna come l'unica valida alternativa per scaldarsi?
Ci sono poi l'eolico (che tanto piace all'Agricoltore Anacronistico) ed il fotovoltaico, ma qui stiamo parlando di combustibili...e delle rinnovabili parleremo un altro momento (ottima alternativa comunque...se non la migliore).
Evitiamo anche di paragonare la legna al pellet: nessuno di voi si è mai chiesto quanta energia occorra per tagliare...trinciare...pellettizzare...confezionare (rigorosamente in plastica...)...distribuire...consegnare un sacco di pellet?
Per carità, sempre meglio del Kerosene, dei riscaldamenti a gasolio o gpl, e del metano...ma imparagonabile alla legna in termini di sostenibilità (e magari anche di calore).
E poi vogliamo parlare della qualità del calore che ci regala la legna?
Beh...tante sarebbero le banalità da dire, e non è intenzione di chi scrive quella di cadere nel calderone dei luoghi comuni, ma solo quella di aprire una finestra su UNA SOLUZIONE ANTICA QUANTO L'UOMO.

L'Agricoltore ricorda che la nonna gli aveva raccontato una cosa sull'avvento dei fornelli a gas: "All'epoca erano scettici sull'utilizzo del gas.  Erano convinti che la roba cuocesse troppo velocemente e che poi facesse male all'organismo.  Preferivano il carbone a quella nuova comodità.  Oggi nonna ha 81 anni, ed ogni volta che viene a pranzo qui al podere mi fa notare come si senta che il cibo è stato cotto sulla stufa o dentro ad un forno a legna. Forse allora qualcosa di vero c'è?
Mi capita che vengano a trovarmi cari amici coetanei che utilizzano il fornetto a microonde per ogni tipo di piatto, ed anche loro mi fanno notare la grandissima differenza di sapore, odore e consistenza che assume il cibo...e quanto sia più buono cotto sulla stufa.
Che allora sia vero?

Chi di noi non preferisce la pizza cotta nel forno a legna, oppure l'arrosto di un forno tradizionale?
Pensiamoci, e cerchiamo di pensare anche alla nostra salute oltre che al piacere di mangiare."
Infornata di carne di maiale nel forno a legna




Ogni volta che accendiamo un fornello noi consumiamo qualcosa che non ci sarà più, e questo qualcosa una volta che è finito...è finito per davvero.
Noi tutti, in un modo o nell'altro, ogni giorno contribuiamo a CONSUMARE il nostro pianeta...e partire anche da una piccolissima cosa come l'utilizzo della legna come combustibile, potrebbe ridarci la capacità di non consumare proprio tutto.
Il discorso etico e quello pratico potrebbero anche scontrarsi, ed è bene ribadire quanto sia difficile (se non impossibile) fare certi ragionamenti in certe zone d'Italia oppure nelle città...ma la nostra nazione è grande, e chi ha la possibilità di scegliere potrebbe valutare quanto appena detto come valida alternativa per andare avanti.
L'aspetto romantico di tutto questo trova collocazione in un contesto etico e morale, e sopratutto ecologico-ambientale.
Il calore della legna è senza dubbio il miglior calore e una soluzione naturale per scaldarsi.



L'Agricoltore Anacronistico oggi è venuto a sapere che ci sono dei comuni in Toscana che vietano l'accensione di stufe e camini causa emissione di polveri sottili PM10: a quanto pare c'è chi vede nei comignoli fumanti una grandissima minaccia per il nostro pianeta.
Non è certo nostra intenzione sparare a zero su chi ha preso tale decisione, certi che evidentemente c'è una solida verità dietro a tale scelta, ma....
A monte cosa dovremmo fare? Prima di spegnere i comignoli delle nostre abitazioni, che cosa tali comuni dovrebbero fare?
Beh...come minimo vietare la circolazione di ogni auto, autobus, taxi, motorino e camion...
...successivamente spegnere tutte le caldaie a metano, gasolio e gpl...
...vogliamo poi parlare dell'industria???
Beh...a questo punto potrebbero essere spenti i comignoli incriminati, ma solo dopo aver spento tutto il resto...roba da matti.
E pensare che non si potrebbe neanche più scaldare il povero che non ha soldi per farlo con il petrolio...roba da matti.
Addirittura in molti comuni toscani c'è il divieto di incendiare sterpaglie e residui di potatura: infatti il contadino dovrà chiamare un camion (che forse consuma ACQUA CALDA e non gasolio???) per ritirare (magari) un'esigua quantità di fronde ed erba, e stoccarla da una qualche altra parte per divenire chissà poi cosa (e comunque non certo con motori che consumano ACQUA CALDA...).
L'agricoltore Anacronistico dice che forse non ci rimane altro che scaldarci a suon di zappatura e bicchieri di vino buono...
...roba da matti.

martedì 11 ottobre 2011

Scaldarsi con la legna - PARTE 1°

"Con la legna ci si scalda tante volte: alla macchia per segarla...poi per caricarla...poi per riscaricarla...poi per fare i ciocchi da stufa...poi per i pezzi da camino...poi per stivarli in legnaia...poi per portarli in casa ogni giorno...
E solo dopo tutte queste scaldate riusciamo a dar fuoco alla legna e scaldarci anche in quel modo.
Con la legna ci si scalda sempre tante volte!"

Così ha esordito l'Agricoltore Anacronistico quando gli ho chiesto di parlarmi dell'argomento.
Lui viene da una famiglia che si è sempre scaldata con la stufa, e che tutt'oggi rifugge l'utilizzo del metano per il riscaldamento: lui stesso al suo podere ha 3 punti calore ed un forno alimentati a legna, e non vede altra alternativa.
Scaldarsi con la legna, e tutto parte da qui secondo una personalissima riflessione basata solo sull'esperienza (e non certo sullo studio) di cosa vuole dire fare tale scelta nel suo territorio.

Partiamo da dove arriva la legna.

Vivere in campagna non vuol dire necessariamente potersi scaldare solo con la legna, ma certamente offre svariate possibilità per farlo, anche solo recuperando legname dall'azienda.
I residui di potatura infatti costituiscono circa il 10-15% della legna arsa e sono costituiti da:
- vite: con i tralci si alimenta il forno (devono essere secchi almeno di 6 mesi) e con le branche la stufa ed il camino. La vite offre un grande caldo anche se poco duraturo. All'Agricoltore hanno insegnato a usare questa legna quando si vuole fare il pesce azzurro alla griglia (ottime le acciughe).
- olivo: i polloni vengono uniti in fasci e fatti seccare al sole per poi alimentare il forno (ottimi per il pane), i rami ed il tronco (quando capita di segarlo) sono sempre destinati al camino e alla stufa.  L'olivo offre un ottimo caldo ed è preferibile che sia molto secco e asciutto (generalmente usa tagli di almeno un anno).
- castagno: durante la potatura del castagno il nostro amico ammassa veri e propri tesori.  In barba a quanto dicono che il castagno più fresco (5-7 mesi) non è adatto al camino perchè scoppia e rischia di lanciare lapilli, lui li usa per la stufa dove il crepitio è pure piacevole da ascoltare.  Le potature di oltre un anno possono essere utilizzate anche nel camino.  Questo legno è amato dall'Agricoltore per la sua grande duttilità.
- frutti: pero e melo possono essere bruciati anche intorno ai 6-7 mesi dal taglio, ma è importante che il pesco, l'albicocco, il ciliegio ed il susino siano ben stagionati (oltre un anno): la loro resina può riservare spiacevoli sorprese nella vostra canna fumaria.

E' poi il turno del taglio dei seponali e pulizia dei campi.
Sono sempre molte le occasioni in cui ci son da ripulire le prode (il perimetro) di un campo da lavorare, oppure le volte in cui si devono sbassare (mantenere bassi) i sieponali ossia le file di alberi che delimitano una proprietà o un campo.
In entrambi i casi il pennato e la sega ci permettono di collezionare della legna (talvolta considerata minore) che può essere destinata al fuoco.
Il nostro Agricoltore riesce tagliare fino al 10% di legna destinata al consumo annuo.
L'olmo e l'acacia fanno molto caldo (sopratutto la seconda), ma devono essere ben secchi e la loro durata è bassa.  La cascia (acacia) è indicata per il fuoco del forno, e rilascia pochissima cenere: raggiunge temperature molto alte in breve tempo.
Quando è concesso (previo avviso alle autorità di competenza) è possibile anche tagliare la ginestra (un tempo lo si poteva fare liberamente), ed anche questa è molto buona per il forno (rametti e tronco).

Il restante 75-80% della legna arriva direttamente dal taglio del bosco.
In tutt’Italia sono tantissime le specie che popolano i tanti boschi: basti pensare al tesoro della macchia Mediterranea, sino a salire nelle faggete ed abetaie di montagna.
Il nostro Agricoltore vive in Toscana, ma basta fare due curve di strada ed entrare o salire nell’entroterra che tutto cambia.
Ecco quello che lui ha a disposizione:
-         Carpino: rappresenta circa 1/5 della legna di bosco.  Discreto nel fornire calore è anche semplice da segare e stivare.
-         Cerro: rappresenta circa 2/5 della legna del bosco. Abbondantissimo intorno al podere, è una risorsa inesauribile.
-         Orniello: rappresenta 1/5 della legna del bosco.  Non è un grande legno per il fuoco, ma è molto presente (e non solo nel bosco) ed è quindi bene sfruttarlo.  Generalmente non lo usa da solo, ma gli affianca un pezzo molto secco oppure di un legno che faccia più calore.
-         Leccio: rappresenta 1/5 della legna del bosco.  Amatissimo dall’Agricoltore (al pari dell’olivo e secondo solo al castagno) è questo un legno che dura molto nel fuoco offrendo tanto calore, ma che non è adatto per le fasi dell’accensione.  Talvolta usa pezzi vecchi di 5-6 anni e sorride mentre si sfrega le mani al fuoco da essi prodotto.
-         C’è poi altra legna che viene dal bosco (acero, erica, ginepro, meli selvatici, sorbo, corbezzolo), ma costituiscono solo una minima parte inferiore a 1/5.  La scopa (erica) è comunque ampiamente apprezzata per avviare (accendere) il fuoco di stufa e camino, ed i suoi tronchi sono caldissimi (seppur piuttosto esili).



L’Agricoltore brucia una quantità che oscilla dai 70q ai 95q anno di legna, cercando di usare 2/3 di legna dell’anno (legna della primavera precedente con un minimo di 7 mesi d’essiccazione) ed 1/3 di legna di oltre due anni.

Questi sono i suoi punti calore:
-         Stufa Cucina Economica, posizionata nella cucina: questa viene accesa i primi giorni di ottobre e spenta in Maggio inoltrato.  E’ attiva 24ore al giorno, e lì vengono cucinati i pasti e tenuto il  bricco dell’acqua * (un bollitore perennemente pieno) .
-         Camino nella sala: viene acceso nel tardo pomeriggio per dare calore per il dopocena, viene mantenuto sempre acceso nei freddi giorni di gennaio e febbraio e quando c’è la neve.
-         Stufa a pozzino nella camera da letto: questo tipo di stufa viene caricata dall’alto ed è accesa nel pomeriggio per stiepidire l’ambiente prima di coricarsi, salvo i periodi freddi in cui è sempre accesa.
-         Il forno a legna: accanto all’uscio di casa (ingresso) viene acceso svariate volte durante l’anno.  L’Agricoltore punta ad accenderlo ogni 10 giorni (tutto l’anno) per cuocere il pane.

continua



*Il bricco dell’acqua è una costante in molte case di paese e di campagna.  Questo infatti svolge la funzione di umidificare l’ambiente che rischierebbe di essere troppo secco con la stufa sempre accesa.  Inoltre è una riserva continua di acqua bollente utile per lavare i piatti, fare il bucato e cucinare.  Generalmente il bricco è fatto di rame, ma vanno bene anche bricchi di alluminio e acciaio leggero.




sabato 8 ottobre 2011

PROBLEMI SUL BLOG

Mentre l'Agricoltore se la ride di brutto, io (che dovrei essere il blogger...dovrei...) non riesco ad inserire i commenti sotto ad i post.
Io faccio la procedura per scrivere un commento, inserisco Google Accaunt, e....questa è la risposta.
Magari sbaglio qualcosa.
Mi appare la scritta:

Siamo spiacenti, non è stato possibile completare la richiesta.

Sono stati riscontrati i seguenti errori:
Input error: Cookie value is null for FormRestoration
...sono certo di sbagliare qualcosa, ma non capisco cosa...
Se un'anima caritatevole mi potesse aiutare...

venerdì 7 ottobre 2011

Ultima colta dell'orto estivo

Questa mattina l'Agricoltore si è recato nell'orto e ha fatto (forse) l'ultima colta dell'orto estivo.
Non gli era mai capitato di assistere ad un inizio ottobre carico di verdura così colorata (pomodori, peperoni, melanzane...), ed in previsione del calo repentino delle temperature ha deciso di "cogliere il coglibile": Dispiace prendere dalla pianta i peperoni ancora verdi, ma dispiace ancor di più destinarli ai maiali perchè letteralmente cotti (ustionati) dal freddo improvviso.
Memore di ciò si è armato di paniere e coltello e ha preso un pò di verdura.

All'appello erano presenti le seguenti varietà:
- Zucca Gialla Quintale;
- Zucca marina di Chioggia;
- Zucca Turbante Turco;
- Peperoni Rossi (sempre puttosto verdi...);
- Pomodori Rio Grande;
- Pomodori Pisanello;
- Pomodori Costoluto di Pistoia;
- Cicorietta;
- Fiori di Zucchini Fiorentini;
- Zucchini Fiorentini.







Il tempo sta cambiando velocemente, e dopo la nottata di umidità e nebbia si preannuncia una perturbazione con relativo abbassamento di temperatura.
I cavoli nell'orto saranno contenti, e la pacciamatura di paglia saprà proteggerli,ma le varietà sopra elencate non avrebbero retto alla fredda tramontana.
A questo punto non rimane altro che accendere la stufa a legna e cucinare...

giovedì 6 ottobre 2011

"Una Fattoria per il futuro" di Rebecca Hosking

Ormai da tempo gira nella rete il documentario BBC di Rebecca Hosking basato sul possibile futuro dell'agricoltura.
Ci sono molte premesse da fare:
- il documentario è datato 2009;
- l'autrice affronta la tematica da un suo personale punto di vista (condivisibile ma opinabile);
- il documentario parla della situazione dell'agricoltura Inglese fornendo dati ad essa relativa;
- sono affrontate tematiche come la Permacultura, il Biocarburante, la riconverzione delle aziende di famiglia, mentre sono omesse tantissime altre soluzioni (certamente attuabili anche nella Nostra Italia);
- la risoluzione può apparire fiabesca e bucolica, ma...
...ma credo che questo documentario debba essere visto dal maggior numero di persone.
E' un documentario che (a modo suo) parla di alternativa e speranza, e che mette almeno una pulce nell'orecchio di quanti proprio "non vogliono sentire".

Vi prego di dedicare un'ora del vostro tempo per affacciarvi su una "nuova-possibile prospettiva agricola".
E tutto questo non deve apparire come anacronistico o fantasioso...
Buona Visione
PARTE 1

PARTE 2

PARTE 3

PARTE 4

PARTE 5

PARTE 6

mercoledì 5 ottobre 2011

Nel 2010 il reddito agricolo italiano in calo di -3,3%

Come commentare tale notizia?
Secondo i dati Eurostat il reddito agricolo reale per lavoratore è aumentato in tutta Europa del 12,3% (dopo un calo del 10,7% nel 2009)...
...MA IN ITALIA la situazione appare nettamente in controtendenza: mentre ci sono nazioni come la Danimarca, l'Olanda e la Francia che sono lanciate verso netti aumenti di tale reddito, l'Italia sprofonda con un segno negativo pari a -3,3%.
Peggio degli italiani soltanto la Grecia, la Romania e la Gran Bretagna.
Il dato diviene ancora più agghiacciante se lo confrontiamo con quello del 2005, dove facendo pari a 100 i redditi di quell'anno, possiamo notare che nel 2010 tale reddito è dell'83,6%: in pratica negli ultimi cinque anni il reddito agricolo italiano è calato del 20%.
E se poi avessimo veramente voglia di farci del male, potremmo controntare il dato del 2010 con quello del 1999, e noteremmo che negli ultimi 11 anni gli Agricoltori italiani hanno perso circa il 40% del loro reddito...nonostante i contributi della Politica Agraria Comunitaria (PAC).
Come commentare tale notizia?

http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/5-20122010-BP/FR/5-20122010-BP-FR.PDF



L'Agricoltore Anacronistico ancora si ricorda la faccia che fecero gli impiegati della sua associazione di categoria quando avviò le pratiche per la richiesta di Coltivatore Diretto: sentirsi una vera e propria specie in via di estinzione fu una sensazione dufficile da scordare.

mercoledì 28 settembre 2011

Il Blogger e l'Agricoltore

A circa un mese dall'apertura di questo Blog è doverosa una breve presentazione.
Io e l'Agricoltore Anacronistico ci sonosciamo da sempre: siamo ottimi amici.
Questo blog nasce per dare voce alle sue idee, raccontare la sua storia e offrire spunti di riflessione tanto per lui che che per tutti i lettori.
Ma parliamo di noi due...tutto è iniziato quando frequentavamo la scuola elementare: io volevo fare il pompiere e lui il contadino, ed eravamo compagni di banco.
Entrambi non provenivamo da famiglie agricole, ma avevamo una grandissima passione per la Natura e le Persone: lui trascorreva il tempo libero con il padre o i nonni nella macchia, oppure andava dall'amico di campagna a trascorrere ore liete ed a imparare la regola del rispetto verso la Natura; io giocavo in casa dei nonni, ascoltando le loro storie ed imparando la regola del rispetto verso il Prossimo.
Siamo sempre stati uniti dentro un'unica  placenta immaginaria, e come fratelli nella vita abbiamo intrapreso percorsi differenti: Io ho studiato e sono poi divenuto artigiano; Lui ha studiato ed è poi divenuto agricoltore.
Abbiamo entrambi 32 anni.
Il suo pessimo rapporto con il computer e la sua timidezza non gli avrebbero mai permesso di iniziare questo diario, ed è per questo che mi sono proposto di aiutarlo a "comunicare al prossimo" mettendomi a sua disposizione di fronte a questa tastiera: le sue idee saranno qui riportate dalle mie dita, e la mia figura non apparirà mai in altro modo.
Confido che una volta rotto il ghiaccio sia lui stesso a parlare in prima persona, ma non voglio forzare la mano e quindi andiamo per gradi.
Lui trascorre l'intera giornata all'aria aperta e questo mi offre il pretesto per andarlo a torvare spesso (visto che io lavoro sempre al chiuso): nei nostri incontri mi racconta le sue esperienze, mi affida degli scritti e spesso riesco a fotografare il suo mondo.
Parlerò di lui chiamandolo Amico...Agricoltore...Anacronistico...Autarchico...

Nella speranza di fare un buon lavoro di cronaca, auguro a tutti voi una buona lettura.
Firmato: il Blogger.

martedì 27 settembre 2011

Non avere un tempo non significa non avere un'identità

Non avere un tempo non significa non avere un'identità.
L'identità si rafforza contro il giudizio affrettato di quanti non colgano (e non vogliano cogliere) l'etimologia stessa del senso di quest'affermazione: l'essere anacronistico.

Facciamo un esempio per introdurre meglio l'argomento.
Quando il nostro Agricoltore deve offrire le proprie generalità, o semplicemente gli viene chiesta quale sia la sua professione, nel rispondere nota sempre espressioni tanto incredule quanto compassionevoli da parte di chi riceve tale risposta.
A quanto pare è anagraficamente incompatibile.
Ma cosa c'è di strano nel fare l'agricoltore...oggi, sopratutto se si è giovani?
Il nostro Agricoltore Anacronistico è riuscito a darsi una risposta articolata, basandosi proprio sul suo spirito di osservazione e la propria esperienza di vita: per la maggior parte della gente ogni Agricoltore è necessariamente anacronistico, in quanto questo mestiere (considerato antico) é difficilmente collocabile nella società occidentale di oggi.
Oggi uno non è più agricoltore ma Imprenditore, e questo fa assumere un tono più contestualizzabile all'immagine di chi per vivere deve lavorare la terra: è come se l'Imprenditore Agricolo fosse più attuale, e l'Agricoltore fosse un'immagine oramai legata al tempo dei nonni.
L'incredulità aumenta di fronte alla possibilità che tale mestiere possa essere svolto in un luogo prossimo,
ed una delle tante domande che seguono è proprio "..ma lo fai qui?".
Forse un giovane Agricoltore dovrebbe lasciar tutto e fare il pioniere in sud America o Africa?  Magari sì, ma non è il caso dell'Agricoltore Anacronistico che stoicamente (e storicamente) decide di rimanere nel suo luogo di appartenenza e di svolgere tale professione in modo tradizionale.
Ma ecco che oltre che in un tempo questi rischia di non avere collocazione neanche in un luogo.
Ma perchè?

Secondo la fonte Wikipedia
Il primario è il settore economico che raggruppa tutte le attività che riguardano le colture, sia quelle tradizionali che quelle biologiche, ma anche i boschi e i pascoli.
Si tratta di attività che vanno incontro a dei bisogni primari dell'individuo e della collettività.

Chiediamoci perchè tutto questo venga dimenticato così frequentemente.
Bene o male un agricoltore, qualsiasi sia la sua interpretazione di esserlo, provvede proprio al bene primario dell'uomo:l'alimentazione.
Eppure...
I bambini di oggi (o perlomeno la maggior parte di loro...sopratutto quelli che vivono in città) credono che la frutta e la verdura nascano direttamente nelle cassette del supermercato, che un pollo abbia solo cosci, che la carne non sia riconducibile in alcun modo agli animali, e che la frutta più colorata è sempre la migliore.
Ma gli adulti?
Forse loro si sono dimenticati dell'origine del genere alimentare?
Quando il nostro Agricoltore racconta ai bambini del suo lavoro, questi spalancano la bocca e chiedono sempre tanto a tal proposito: sono curiosi di sapere...di conoscere, e pare che imparino molto velocemente.
Loro possono ancora apprendere, ma sembra che gli adulti abbiano rimosso il concetto fondamentale che l'agricoltura offre sostentamento (quindi vita) ad ognuno di noi.
Ed ecco che essere agricoltore (proprio per gli adulti...) oggi non dovrebbe apparire così strano e fuori tempo, ma prima di tutto rappresentare a tutti gli effetti una grandissima risorsa.

Parleremo successivamente del fare coltura e cultura, ma per adesso potremmo soffermarci a riflettere quanto "strano" ci risulti avere di fronte a noi un contadino giovane e convinto.
Per il nostro Agricoltore Anacronistico tale incredulità è solo un pretesto per iniziare i suoi lunghi discorsi sull'etica e la storia di tale lavoro...ma lui è un chiaccherone.
Noi potremmo riassumere i suoi pensieri in queste poche frasi, che sono quasi un manifesto del suo essere:
Non esistono proprietari della terra, ma custodi di essa.
L'agricoltore ha la responsabilità di consegnare ai propri figli la storia di un territorio attraverso il suo operare quotidiano in quelle migliaia di piccoli grandi gesti che gli permettono di interpretare la natura e di affiancarla
Mai si deve interferire, ma assecondare tentando di rendere produttivo ciò che in natura (e non altrimenti) può essere produttivo.
L'agricoltore deve rispettare l'ambiente in tutti quei suoi gesti, e la natura saprà ripagarlo dei suoi sforzi.
La costanza e l'osservazione sono alla base di un buon operato.
Essere agricoltori oggi non vuol dire esserlo come 100 anni fa, ma neanche rinnegare il modo in cui 100 anni fa si era agricoltori.
Le stagioni, le api, i lombrichi e le mani faranno il resto...anche oggi che siamo al termine del 2011.
Questo vuol dire essere agricoltore, ed è come una vocazione innata.

Lui la pensa in questo modo, spesso tanto aperto a nuovi orizzonti quanto radicale nei suoi dinieghi su certi progressi (considerati regressi).
Lui vive il tempo di oggi, anche se la gente di oggi non trova attuale il suo lavoro (e quindi neanche lui per molti è attuale).
Ma tutto questo rischia di essere prolisso di fronte a chi chiede perchè mai si sia intrapreso tale cammino.
Ed ecco che il nostro Agricoltore spesso si trova costretto a risponde semplicemente "sono solo un Agricoltore Anacronistico".

Domenica 25 settembre ore 08:30...partono le rondini

Proprio mentre era nel castro (porcilaia), l'Agricoltore ha rivolto lo sguardo al cielo ed ha visto centinaia di rondini che si volteggiavano proprio sopra la sua testa: un filo del telefono era il raduno di quelle meravigliose creature che erano arrivate la primavera passata.
Durante tutta l'estate avevano garrito e volato sulla vigna e lungo il crinale del bosco, e talvolta passavano così radenti all'aia tanto da toccare i fili d'erba di fronte al podere.
E se ne stavano andando...a testimoniare che l'estate sarebbe finalmente finita.
Poco dopo un temporale ha scosso le nuvole, e la pioggia è tornata ad improfumare il terreno.
"Odore di umido...odore di bosco...devo iniziare a far legna" pensava l'Agricoltore mentre le sue rondinelle erano oramai oltre il mare.

mercoledì 7 settembre 2011

Vendemmia, aratura e l'orto a fine ciclo

Nell'Azienda Agricola è oramai tempo di cogliere i frutti di tanto duro lavoro, e di preparare il terreno per i raccolti futuri, mentre l'orto inizia il suo lento declino stagionale.
E pensare che c'era chi credeva che l'estate sarebbe terminata proprio in quei giorni di metà luglio: la pioggia, la grandine e le basse temperatureavevano fatto gridare (i più) alla catastrofe.
"Come faremo senza un pò di caldo?" oppure "Che estate sarà mai questa?"
L'Agricoltore Anacronistico non si sgomentava: con la connessione ad internet cercava di prevedere quanto la sua esperienza...il suo spirito d'osservazione...e i suoi calli non sapessero fare.
Ed infatti l'estate è tornata, come era logico che tornasse...e ha recuperato sui giorni di freddo con un intero mese (quello di agosto) con ben 2°C sopra le medie stagionali.
Quei giorni di luglio hanno fatto bene al secondo taglio dell'erba medica, agli orti (sopratutto agli ortaggi da foglia), alla vigna, alle ulive e a tutti gli animali del bosco.
La frescura notturna ha evitato che le malattie prendessero il sopravvento, e la peronospora non si è presentata: l'orto del nostro agricoltore non è mai stato così bello come quest'estate.
La cosa che ha fatto preoccupare l'Acricoltore Anacronistico è stata invece il grande (e prolungato) caldo che da ferragosto non è mai cessato.
Le piogge di fine agosto fanno bene alla vigna, ai castagni, alle ulive...ma quest'anno non sono arrivate (almeno sino ad oggi), e tanta siccità ha dato i suoi problemi:

- La buccia dell'uva è cotta, portando ad appassimento uva non ancora matura (raspo e vinacciolo sono ancora verdi).  Questo ha dato (e darà) problemi in cantina: i lieviti (che proprio nella buccia vivono) hanno difficoltà a svilupparsi e a far partire le fermentazioni.
L'Agricoltore Anacronistico non usa polveri e plverine magiche (lieviti selezionati e compagnia bella), e la sua uva se la deve cavare con i suoi di lieviti.
Ed ecco che ad inizio vendemmia il nostro agricoltore non ha dormito sonni tranquilli, ma (seppur in ritardo) le fermentazioni sono partire, ed il mosto ha iniziato a "bollire".

- Nei castagneti le lappe (i ricci) sono piccoli e rinseccoliti: le castagne quest'anno saranno poche e molto piccole. Ci sarà più mangime per i maiali, e meno marmellata da fare, ma l'agricoltore saprà adattarsi e sfruttare al meglio i frutti della terra.
L'acqua caduta di metà luglio non è stata sufficiente a contrastare la calura estenuante che ha flagellato i castagneti, ed i frutti ne hanno risentito.

-Le ulive sono poche, e questa appare a tutti gli effetti un'annata di scarica, ossia un'annata dove le piante produrrano meno dell'anno precedente.  Ci sarà più olio per casa, e meno destinato alla vendita...ed il prezzo dell'olio salirà rispetto a lo scorso anno.  L'Agricoltore Anacronistico ha 500 ulivi, ma crede che coglierà solo dalla metà di questi (sempre che il tempo regga e dia la possibilità di fare la raccolta).

- L'orto soffre la calura, mentre i pomodori avvizziscono sulle piante stremate. La raccolta settembrina dei pomodori da conserva offrirà pochi barattoli per il sostentamento invernale.  I peperoni maturano precocemente, mettendo le rughe lungo la loro pelle.  Le patate sono ancora da cavare (togliere) dalla terra, e l'Agricoltore Anacronistico teme che la compattezza del terreno gli procurerà oltre il doppio della già tanta fatica da fare per questa pratica...ma non si possono lasciare le patate nell'orto, e quindi venerdì si armerà di forcone e vanga e raccoglierà la scorta autunno-invernale.

...e pensare che credevano che l'estate fosse terminata a metà luglio...
Dopo quella del 2003 è questa l'estate più calda degli ultimi 15 anni.
E pensare che si lamentavano pure...

Ed intanto la vendemmia volge al termine, i campi sono finalmente stati coltrati (arati), e l'orto offre le ultime leccornie prima di spengersi definitivamente.
E le stagioni passano...anche in questo modo.
Ogni tanto dovremmo imparare a sederci e riflettere, prima di lamentarci della "novità": un'estate senza pioggia sarebbe la gioia di molti vacanzieri, ma la fine dell'agricoltura estiva.
E, come dice l'Agricoltore Anacronistico, si piglia quello che viene.
Cassetta d'uva mista appena colta.
Un tempo i contadini usavano unire uva bianca e uva nera per fare un unico vino.
Questa pratica è oggi rimasta in molte zone della Toscana (il Chianti in primis) e in moltissime poderi dove viene fatto il vino "perr casa".

Aratura del mese di settembre.
Le zolle si sbriciolano sotto il colpo di vomere, e questo testimonia la corretta tempera del terreno.
In questo modo sarà necessaria solo un'erpicatura leggera per prepararsi alla semina.

Le zucche da foraggio sono una varietà di zucche che vengono destinate all'alimentazione dei maiali.
Queste piante offrono anche abbondanti raccolte di fiori (ottimi da fare fritti), e una volta mature le zucche sono ricchissime di semi perfetti per il consumo umano.
La coriacetà e il tannino non la rendono però adatta per un utilizzo completo per l'uomo.

martedì 6 settembre 2011

Impellente necessità

L'impellente necessità è quella di iniziare a raggruppare le tante..le troppe idee che affollano la mente dell'Agricoltore Anacronistico.
Un Aggricoltore fuori dal tempo attuale, senza un tempo ben preciso: tradito dalla sua giovane età, si proietta al futuro trattenuto dal forte legame con il passato.
Un Agricoltore che lavora a capo basso, ma con pensieri che volano alti...

E da questo ecco l'impellente necessità di trascrivere quanto è stato e progettare cosa potrebbe ( o dovrebbe) essere, con uno sguardo al quotidiano: le semplici cose della giornata dell'Azienda Agricola, i pensieri dimenticati, le prospettive...tutto all'insegna dell'Ambiente e del rispetto per Esso.

Senza una canovaccio ben preciso, l'Agricoltore Anacronistico cercherà di rivelarsi in un tempo che lo respinge, che talvolta lo deride, reputandolo sbagliato o addirittura folle e visionario.
...e tutto questo solo per aver voglia di fare l'Agricoltore nel rispetto delle tradizioni locali, della storia, dell'ambiente e del prossimo.

Un passo alla volta...ci sono tante cose da dire.
In questo diario (blog) saranno annoverate molte esperienze vissute direttamente dall'Agricoltore, alcuni suoi approfondimenti su questioni a lui care, piccole progettazioni a breve-medio-lungo termine, e sopratutto un "sine die" della conduzione di una piccola Azienda Agricola che nella naturalità vede l'unica possibile alternativa per andare avanti.