Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

giovedì 26 settembre 2013

Orto di fine settembre

Visto che nel passato post vi ho tediato con discorsi noiosi, vi posto qualche foto dell'orto di fine settembre.
Mentre il cielo si fa scuro ed è in arrivo una perturbazione...

Il cielo sopra il podere 


...l'uva nella vigna avrebbe bisogno di un pò di sole per riuscire a maturare.
Il Sangiovese appare bello, ma il grado zuccherino è piuttosto basso ed il ph è molto alto.
Ci vuole pazienza.
Grappoli di Sangiovese
Ed eccolo l'orto (potete fare il raffronto con il post del mese di luglio).
A destra le patate (con un Grande Aiuto dell'istrice) sono state tolte e la terra concimata e lavorata; a sinistra gli agli, le cipolle, le insalate, i ceci e le cicerchie non ci sono più, e la terra è stata concimata e lavorata.

Orto di fine settembre

 I pomodori pisanelli (Canestrino di Pisa) iniziano ad essere alla fine: quello di quest'anno non è stato un raccolto eccezionale per questa varietà, che sovente ha riscontrato difficoltà nella maturazione.
Il gusto di questo pomodoro rimane comunque inconfondibile ed ottimo (sempre molto dolce), ed il suo utilizzo può variare dal consumo fresco alla salsa.

Pomodori Canestrino di Pisa, con sullo sfondo le piante di mais messe in alternanza a zucche e zucchine
Ma da anni seleziono e semino il Costoluto Fiorentino, vero re della tavola del mio podere.
Da molti non è apprezzato perchè costoluto (e quindi difficile da gestire), con molti semi e una discreta acidità.
Io lo adoro tagliato a fetta larga con sopra un filo d'olio buono ed un pizzico di sale: ne mangerei a quintali.
Le piante sono in piena produzione, e pago però il fatto di averle trapiantate a cavallo tra giugno e luglio, rischiando quindi di avere un raccolto che sarà compromesso dall'autunno.
Il fiorentino è comunque una pianta molto resistente, e qui al podere è quella che si dimostra più adatta a resistere per raccolte tardive.
Quest'anno le piante sono state trapiantate in alternanza con il basilico (che nella foto non si vede perchè raccolto di recente), e l'esperimento si è rilevato oltremodo soddisfacente.
Fila di pomodori tipo Costoluto Fiorentino
Proprio di seguito ai primi pomodori di pisanello avevo messo, in alternanza con il sedano, delle piante di Peperone Pescarese.
In effetti poco ha a che fare con la toscana, ma mi erano stati regalati dei semi ed ho voluto provare a metterne alcune piante.
Da subito devo dire che l'accrescimento della pianta, e sopratutto lo sviluppo del frutto (con relativa maturazione) sono stati lentissimi, e solo adesso riesco a cogliere i primi peperoni maturi.
Si tratta (mi è stato spiegato) di peperoni dolci, che spesso vengono fatti seccare e poi utilizzati sotto forma di polvere per condire la pasta e gli insaccati.
Visto che quello di quest'anno è stato l'orto degli esperimenti, mi son permesso di provare.
In primo piano un peperone maturo, ma sullo sfondo altre piante con peperoni sempre verdi
Le melanzane sono state eccezionali, ed anche se a questo punto iniziano ad avere qualche problema con l'accrescimento del frutto, sono state il raccolto più abbondante di sempre.
Le piante si presentano ancora colme di frutti e fiori, e pare che proprio non ne vogliano sapere di terminare il loro ciclo.
Per mia somma gioia ne godrà la dispensa ed i tanti vasetti di melanzane sottolio che ancora ci saranno da preparare.
Scorcio di alcune delle tante piante di melanzane
E poi vengono i peperoncini piccanti (pemente).
Sulla destra s'intravede la mia piccola compagna di "lavori nell'orto".

Pianta carica di pemente mature
Lungo tutta la parte bassa dell'orto avevo trapiantato le zucche e queste sono solo una parte del raccolto.
Le varietà messe sono: zucca Turbante, zucca Marina di Chioggia, zucca Frisco, zucca del Pellegrino (o Bottiglia), zucca Quintale e zucca da Foraggio (o da Seme).
Tutte le zucche sono rigorosamente nate qui al podere, e provengono da semi selezionati da altre zucche precedentemente coltivate qui o (come per la Frisco) da altri Agricoltori che non usano chimica e mantengono la cultura del seme autoprodotto.

Alcune zucche poste a maturare al sole
Nell'orto poi abbondano i peperoncini rotondi (quelli da fare ripieni), e forse quest'anno ho esagerato a metterne così tante piante.
Come per le melanzane il lavoro sarà infinito.
Ci sono poi le piante di popone (melone), che hanno dato frutti piccoli ma dolcissimi, e che continuano a produrre ignare del freddo che sta per arrivare.
Bietole, insalate, sedano, cavoli verza, cavolfiori, broccoli, cetrioli parigini, peperoni quadrati gialli, peperoni da insalata verdi, friggitelli, borragine....e non mi par di scordare nulla: l'orto è anche questo.
Peccato solo che la pioggia di maggio/giugno non mi abbia permesso di trapiantare prima tutta questa abbondanza di piante...ma ogni anno è una storia a se, e questo è andato così: guai a prendersela!!!
Buon autunno a tutti.

martedì 24 settembre 2013

Essere spinto a sentirmi solo

Ho pensato a lungo se fosse il caso di scrivere questo post: mentre ero nell'orto a strappare le erbacce, mentre toglievo il letame dalla stalla, mentre caricavo la legna sul carrettone...
Ho pensato se fosse una cosa giusta entrare così nel personale, e lasciarmi andare ad uno sfogo/non sfogo che potesse lasciar intendere il mio disagio.
Ho pensato se realmente potesse servire al lettore parlare di questo.
Ho pensato...ed ho deciso.


T: "Fammi capire bene: mi parli della Tua agricoltura, ma io non ho capito bene quale sia il suo indirizzo?"
A.A.: "L'indirizzo? Ma di quale indirizzo stiamo parlando? Quello del podere? O cos'altro?"
T: "Intendo l'indirizzo dell'Azienda...la sua Specializzazione!"
A.A.: "No, scusa...ma di cosa ti ho parlato sino ad adesso? Son venti minuti che ti spiego..."
T: "Si...certo...gli animali, il bosco, i campi, i polli, il ciuco, l'orto...Ma verso cosa sarebbe specializzata la tua Azienda Agricola?"
A.A.: "Su quello che hai appena detto, e tutte quelle altre cose che per venti minuti ti ho spiegato."
T: "Si...tutto bellino, per carità.  Ma con cosa campi?"
A.A.: "Con quello che hai appena detto, e appunto con tutte quelle altre cose che per venti minuti ti ho spiegato!"
Pausa.
Lui guarda fuori dalla finestra del Bar mentre io continuo a fissarlo con quel misto di abbandono e adrenalina che mi ritrovo in questi momenti.
A.A.: "...scusami, ma cosa c'è che non ti torna?"
Lui si spazientisce, cambia tono e dall'amichevole/scherzoso passa al perentorio
T: "Parliamoci chiaro: questa Tua Agricoltura andava bene cinquanta..sessanta anni fa, ma oggi non trova collocazione.  Sinceramente trovo questo tuo progetto non attuale, anzi...molto Anacronistico!"
Sorrido, e decido di non incaXXarmi per questa volta.

Questa è solo la parte conclusiva dell'ennesima discussione fatta con l'ennesimo Tecnico: una sorta di iter masochistico che mi sono imposto al fine di cercare eventuali "Aiuti Esterni", e che mi riporta sempre allo stesso punto.
Essere spinto a sentirmi solo.
Quando decisi che era il momento per partire con l'Azienda Agricola sapevo che la strada che avevo di fronte sarebbe stata in salita, ma che comunque la determinazione (che mai mi è mancata), l'appoggio dei mie Cari e la convinzione di fare la cosa giusta per me (...e non solo), sarebbero state la giusta propulsione per sentire meno faticose tali pendenze.
E così è sempre stato, e non mi son mai fatto prendere dallo sconforto totale, ma anzi ne ho approfittato per "prendere a morsi" proprio quelle ostilità che mi si presentavano dinnanzi.
Quell'essere spinto a sentirmi solo partì dall'inizio, sin dai primi confronti con l'allora Tecnico che mi seguiva per la richiesta del primo finanziamento (avete mai sentito parlare di premio di Primo Insediamento?).
All'epoca rinunciai perchè le mie idee risultarono "poco compatibili con lo standard richiesto".
Poco compatibili...ancora sorrido a ricordare quelle parole e la reazione che ne scaturì, mentre mi inalberavo e facevo una filippica su quella sorta di "razzismo agricolo" verso il quale credevo di scontrarmi.
A mente fredda oggi ritengo che di razzismo non si trattasse, ma bensì di un misto di preconcetto, supponenza, (forse) arroganza e superficialità che pareva avere la burocrazia nei confronti di quello che mi accingevo a fare.
Da quel momento decisi che mai più avrei compiuto tale passo, e di fatto rinunciai per sempre ad ogni tipo di aiuto economico, e così è stato sino ad oggi.
Ma la vita si diverte sempre a mettermi di fronte alle mie decisioni, e l'orgoglio...lo stoicismo...e la testardaggine che talvolta mi contraddistinguono devono cedere il passo ad altri eventi da me certo non auspicati, ed in qualche modo devo fronteggiare tale avvenimento.
Ecco che decido di contattare tre tecnici diversi, ed in giro per la provincia mi divido in tre appuntamenti che all'unisono risuonano con le stesse espressioni, frasi e consigli.
"Lascia perdere il tuo biologico, biodinamico o non so neanche io cosa...e cerca di capire che oggi in Agricoltura si deve puntare ad avere un progetto solido, avere un buisness plan serio, e la giusta faccia per chiedere denaro"
Il fatto stesso che (come la definiscono loro) la "Mia" agricoltura non sia classificabile con un aggettivo approvato da qualcun'altro, mi crea il primo scoglio.
Quando io rispondo che faccio un agricoltura Naturale e Tradizionale che punta al recupero e mantenimento di razze animali e cultivar autoctone, mi pare di darglielo "l'indirizzo alla mia Azienda agricola".
Quando dico che "elimino l'impiego di ogni tipo di prodotto ottenuto con chimica di sintesi" oppure che "sono contrario ad un agricoltura che preveda interventi invasivi", mi pare di darne di spiegazioni.

T: "Magari potresti specializzarti nelle orticole...magari potresti fare due-tre ettari di verdura in serra?!"
A.A. "Tre ettari d'orto? E chi ce la fa a seguirli tutti da solo, e poi io vorrei far anche altre cose.  E poi le serre cosa c'entrano con il mio progetto?"
T: "Il tuo non è un progetto...è un'utopia!"
...e generalmente qui mi incaXXo parecchio.

Secondo alcuni tecnici (badate bene dico alcuni e non tutti) esistono solo due tipi di agricoltura: quella che rende (considerata convenzionale) e quella non convenzionale che rende solo perchè ti permette di fare prodotti di nicchia o "fighetti" (come il tecnico mi ha detto nel nostro ultimo incontro).
Biologico e Biodinamico sono spesso accostati in modo infausto, e secondo me l'agricoltura del non fare, la permacoltura, gli orti sinergici e le tradizioni non vengono neanche contemplate perchè considerate poco redditizie e troppo distanti dai "numeri del mercato".
Da questi confronti che ho avuto spesso è trapelata l'immagine che il tecnico tende ad avere dell'agricoltura non convenzionale: un unico gran calderone con i vari Masanobu Fukuoka, Bill Mollison, David Holmgren, Emilia Hazelip, Rudolf Steiner (assieme a tanti e tanti altri), e dove l'Agricoltore Alternativo (per convinzione o per possibilità) vi attinge per farsi suoi tali principi.
Se poi uno non evoca una vera e propria scuola di pensiero/agronomo d'ispirazione/manuale, in quel caso è veramente spinto a sentirsi solo, ed io ne so qualcosa.

A.A.: "Eppure io mi rifaccio a quell'agricoltura che per secoli (e fino all'altro ieri) è esistita."
T: "Quindi torni ad arare con i buoi?"
A.A.: "Quindi limito l'utilizzo del trattore al minimo indispensabile e magari cercherò di farmi aiutare da un cavallo piuttosto che da un mulo o da un ciuco".
T: "Ma non temi di fare un'agricoltura da terzo mondo? Di rinnegare il progresso? Di stare troppo attaccato al passato?"

Potete solo immaginare che risposta fiume possa dare a tali domande, ma a poco serve: sempre comunque Anacronistico rimango, e per un Ente o una Banca gli anacronistici non sono affidabili.
Vivo il contrasto di tale gesto, ed è pesantissimo il compromesso di (anche solo) considerare l'idea di chiedere denaro in quel modo.
Mi arrabbio con me stesso dicendomi che sto sbagliando, e guardo alle possibilità che non riesco a trovare: ci guardo con ottimismo, dicendomi che una soluzione la troverò, mentre il contratto di affitto oramai è prossimo alla scadenza e le alternative mancano.
Già, alla base di tutto c'è proprio questo: l'esigenza di trovare "un proseguo" a quanto ho (abbiamo) creato sino ad oggi.
Il podere dove vivo ed i terreni che lavoro non sono di mia proprietà, e presto dovrò trovare un'altra destinazione per la mia famiglia, i miei animali, le mie idee, e la mia Azienda Agricola tutta.
Non è una cosa che è stata improvvisa, anzi: pensate che già a settembre del 2011 quando iniziai questo blog stavo cercando una nuova sistemazione, ma la cosa è più dura del previsto.
Trovare un luogo che sia adatto a questa "mia" agricoltura (virgoletto e sorrido ancora), e trovarlo provvisto di un podere, non è cosa semplice, ed ancor meno semplice è convincere gli eventuali proprietari a concederti un affitto agrario.
Non parliamo poi di acquistare terreno: nella vita ho avuto le Fortune più importanti, e nell'Amore e Comprensione della mia famiglia rinasco ogni giorno, ma economicamente magari non sono stato così fortunato da avere quattrini per un'Azienda tutta mia.
Ed ecco che, di fronte a tale scarsità di alternative, e con la lancetta dell'orologio che pare voler accelerare, mi son rivolto ad alcuni Tecnici anche solo per avere qualche consiglio su come operare.
Non sono arrabbiato con loro visto che ho pur sempre trovato persone disposte ad ascoltarmi sino alla fine, ma lo sono con il Sistema che regola tutto ciò che è Agricoltura.
Sono arrabbiato perchè...o segui la massa, o ti fanno sentire solo.
...e questo solamente perchè vorrei inquinare il meno possibile, vorrei mantenere la tradizione di un modo di fare agricoltura e vorrei provare a recuperare quanto è praticamente scomparso.
Questo mi fa arrabbiare, anche perchè non mi pare di far male a nessuno.
Questo mi fa arrabbiare...tanto.
Mi fa arrabbiare che ne vada della credibilità (credibilità???) di una persona se si decide di vivere fuori dal coro, che ci sia quest'emarginazione del diverso, e ne nasca quasi una necessità di isolamento.
Io non voglio isolarmi, io voglio condividere, solo che non voglio mettere tre ettari di melanzane e poi venderle alla grande distribuzione, oppure fare una stalla con 150 capi di bestiame e venderli al discount, oppure realizzare 20 ettari di vigneto con vitigno internazionale e fare un vino tanto costruito in vigna che in cantina.
Non me ne vogliano quanti fanno queste cose, semplicemente a me non appartiene questo tipo di agricoltura, come evidentemente a loro non ne appartiene uno diverso da quello che fanno. Siamo solo differenti!
Ed allora, quale sono le soluzioni?
Ad oggi, con la salita più ripida che mai, credo che essere fermo sulle mie idee sia la mia vera ed unica forza.
Credo di aver fatto bene a confrontarmi con i Tecnici, ed ancor meglio di averlo fatto per un aspetto prettamente economico ed organizzativo: l'esperienza che ne deriva mi rende ancora più forte e certo che questa "mia" agricoltura sia la cosa giusta per me.
Volgo il mio sguardo a tutta quella terra che non viene coltivata, a quei poderi abbandonati ed invasi dai rovi, a quelle realtà tenute ferme per la convenienza di non so chi, a tutte quelle possibilità congelate...e vedo soluzioni.
Non voglio pensare che ci sia chi preferisce abbandonare le proprie terre piuttosto che lasciarle coltivare ha chi abbia volontà di farlo...e in questo io vedo delle soluzioni.
Ripongo la "giacchetta buona" nell'armadio e torno a sporcarmi le mani: è settembre e ci sono mille cose da fare visto che l'inverno arriverà presto.


T: "Sai che anche mio nonno aveva il ciuco? E che addirittura lo usava con il basto per portare via la legna dal bosco?"
A.A.: "Sai che c'è chi lo fa anche oggi? Pensa te, anche senza essere nel Terzo Mondo!"
E la prendo a ridere.
Forse non sono così tanto Anacronistico, Sicuramente non sono così solo!!!










mercoledì 11 settembre 2013

Settembre, quando l'una è matura ed il fico pende

breve post

C'è Settembre...e Settembre, e questo per adesso si preannuncia speciale.
La sua specialità sta tutta nel suo essere un "Settembre vecchia maniera".
Ricordo lo scorso 2012, quando il Settembre fu contraddistinto dalla maggior parte di giorni piovosi, o quello del 2011 che era caldo ed infinito.
Negli ultimi anni l'estate si è divertita ad allungarsi in questo mese, ma da molto tempo non capitava che ci fosse una stagione del tempo con le temperature "nella media stagionale".
Sembra quasi di parlare di qualcosa vintage, eppure per adesso (sono appena trascorsi i primi dieci giorni al momento in cui scrivo questo post) pare aver tutta la voglia di essere un mese"normale".
Mentre alla televisione parlano di estate che oramai è finita (con l'eccezionalità pari a se fossimo al primo di Luglio), e certe zone dell'Italia sono flagellate da violenti temporali e grandinate, in questo angolo dello stivale si gode di queste temperature (miti) e di questo clima tanto variabile quanto piacevole.
Gli altri anni a quest'ora eravamo già almeno a metà vendemmia, ma per adesso l'uva neanche è matura al punto giusto, e ci limitiamo a cogliere i fichi (che appunto pendono e sono pronti).