Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

giovedì 23 giugno 2016

Brevissime di un Giugno come un altro

"C'ho da fà più di quello che morì di notte perchè di giorno 'un avea tempo..."


Oggi avrò bevuto almeno 4 litri d'acqua mentre ero sul trattore, ed ho sudato (dall'alba al tramonto) tre magliette.
La doccia serale (praticamente notturna) m'ha rimesso al mondo, ma la cena tarda (alle 22:00) m'impone di non coricarmi subito, e quindi provo a contare le lucciole che illuminano l'orto dietro casa, o a scegliere il canto di un grillo e lasciarmi cullare mentre aspetto l'ora per dormire.
Questa sera ho terminato la falciatura del fieno, e già da domani dovrò ranghinarlo in modo che il trifoglio non preda tutte le foglie.
I calli nelle mani sono neri di morchia, nonostante il bruschino e la pasta lavamani usata almeno cinque volte.
C'è un bel profumo di fieno tutt'intorno casa, mentre le braccia arse odorano di sapone ed Estate.


Giugno, infinito mese.
Giugno, il mese dove si spoggetta.
Giugno, il mese del fieno.
Giugno, il mese dove non si dorme mai.
Giugno, le preoccupazioni per le acquate...quando la roba rischia di marcire o di ammuffire.
Giugno, il mese della siccità...quando la roba non va avanti, si secca, e tutto muore troppo presto.
Giugno, con le ciliegie cariche di moschini.
Giugno, con le rondini che picchiano sul vetro della finestra.
Giugno, con duecentosettantacinque mosche attaccate al soffitto di casa.
Giugno, dove con l'ammazzino si devono cacciare le mosche per non sopperire.
Giungo, dove le puppe delle capre scoppiano.
Giugno, dove nell'orto c'è così tanta roba, ma ancora nulla è pronto per essere consumato.
Giugno, dove le ore di luce impongono orari massacranti.
Giugno, e le galline depongono meno uova.
Giugno, ed i suoi profumi.
Giugno, il mese del mio compleanno.
Giugno, ed è davvero Estate.

lunedì 6 giugno 2016

Nutrire le Api

In questi giorni le visite alle Api sono più frequenti, e la constatazione è sempre la medesima: scarsa attività fuori dall'alveare.
La pioggia per prima, e le temperature minime ancora sotto i 10°C, costituiscono un enorme FRENO alle Api.
Non escono, e non c'è quindi attività: le bottinatrici rimangono nell'alveare, e le operaie sono costrette ad attingere alle proprie scorte di miele per sopravvivere.
In pratica: le apri non escono, le api quindi non bottinano, le apri devono comunque nutrirsi, le apri usano il miele stoccato e già opercolato (saldato con uno strato di cera).
Il primo miele che viene usato è proprio quello dei melari, la porzione dell'alveare dove risiedono i telai a miele...propri i telai che vengono usati dall'apicoltore per smielare, ossia togliere il miele.
Terminate quelle scorte le api si spostano nei telai a nido (quelli più grandi che risiedono nella parte bassa dell'alveare), e compiono la medesima azione.
E poi?
E poi le api non hanno più miele a disposizione per sopravvivere, e non possono uscire in rpesenza di brutto tempo.
Ed ecco che la pioggia può rappresentare, in questo periodo dell'anno deputato proprio alla bottinatura, non solo uno stop alla produzione di miele per l'apicoltore, ma anche un pericolo per la vita delle api.
...
Se penso ai melari di fine aprile ed inizio maggio, ed a come si stavano riempendo di ottimo miele...
...e se penso che con la visita di stamani non ho trovato neanche una celletta di miele nei melari...
...inizio ad essere preoccupato.
Nutrire le api diviene a questo punto un obbligo.
Acqua di fonte e zucchero di canna (rigorosamente bio), assieme per divenire uno sciroppo prelibato.
Un nutritore per alveare, e tanta pazienza.
Questa mattina le api erano letteralmente impazzite di fronte a quella "manna".
Le api devono sopravvivere.
Ed intanto le nuvole nere tornano a solcare il cielo caldo di inizio giugno, mentre la botte è pronta con il ramato e mi attende un pomeriggio di trattamento della vigna...l'ennesimo.
Piove!