Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

giovedì 29 marzo 2012

Aspettando la pioggia

Quest'oggi ho fatto un bel giro per i campi per vedere la situazione.
Nel frutteto le api ronzano compiendo il GRANDE lavoro dell'impollinazione, e questo mi rende felice e sereno.
Da un paio di anni circa 40 arnie sono sistemate in un poggetto a circa 400 metri dal podere (nel bosco), e le instancabili lavoratrici si operano affinchè i miei frutti possano crescere numerosi.
Quanto prima dovrò mettere delle catinelle con dell'acqua per lasciar loro la possibilità di abbeverarsi: la scorsa estate riempivano il trogolo della scrofa ed i trogolini (abbeveratoi) dei polli, che a quanto pare erano l'unica fonte di acqua continua nei dintorni.
Le api non sono mie, ma l'idea che queste si diano tanto da fare (anche per me) mi responsabilizza nei loro confronti, ed inoltre sono animali che adoro e che un tempo spero potrò allevare.
Gli alberi da frutto sono belli carichi di fiori e, salvo le classiche burrasche di vento di fine marzo, quest'anno dovrei riuscire a vedere una cospicua allegagione dei frutti.
Meli, peri, susini e ciliegi...tutti rigorosamente selvatici, un tempo dovevano fungere da supporto per delle viti maritate, ma di quelle solo una è sopravvissuta ai tanti anni di abbandono del podere che oggi conduco io.
Spero di riuscire a fare come due anni fa: tanta marmellata e altrettanta frutta per i miei maiali.
Poi...
le viti sono oramai tutte stralciate, e le gemme iniziano a mettere il pelo (schiudersi e gemmare): questo vuol dire che anche la vigna si sta risvegliando dal lungo letargo e che a breve diventerà zona vietatissima alle capre.  La loro attenzione infatti sarebbe proiettata proprio verso le gemme ansichè verso l'erba che continua ad abbondare nelle prode (bordo dei gradoni).
Proprio oggi ho portato una nuova capretta al pascolo per la prima volta, ma ha trascorso più tempo a belare che a camminare: nella collina di fronte il vicino se la rideva sentendo il "gran concerto" che faceva la piccola...ed è così che le ho scelto il nome: la chiamerò Carmen.
Nell'orto mi sono dato daffare tutto il pomeriggio, ed ho messo due solchi di ceci e due di fagioli barzotti (borlotti). La terra si presenta dura, nonostante l'abbia lavorata la settimana scorsa: la pioggia non si fa vedere.
Se non piove entro una settimana rischiano di essere seriamente compromessi il campo di orzo che ho seminato un mese e mezzo fa (e che stenta a nascere), i campi di favino (che sono in fiore ma che hanno bisogno di una puppata d'acqua per andare ad allegare), i prati intorno casa (dove dovrei fare il fieno per tutto il prossimo anno) e l'orto stesso (oggi ho dovuto annaffiare la cicoria mentre le patate ancora non spuntano).
La pioggia...
...noi contadini siamo noti per lamentarsi sempre per la sua assenza, ma credo che adesso tutti ne sentano la necessità.
I fossi sono secchi...
...i pozzi iniziano a dare meno acqua...
...le cisterne sono svuotate...
...e nei paesi vicini già si parla di razionamento dell'acqua pubblica.

Aspettando la pioggia ricordo un detto che dice sempre la mia nonna:
Non è bella la Pasqua se non gocciola la frasca.
..e quindi spero che questa Pasqua sia bellissima!

giovedì 22 marzo 2012

Entra la Primavera...

Oggi è il secondo giorni di priumavera.
Le rondini quassù ancora non si vedono, ma la scorsa domenica (il giorno 18 marzo) le ho viste lungomare.
Le temperature qua in collina sono più miti rispetto alla pianura, e la notte fa ancora fresco: il fuoco acceso in casa assicura tepore e compagnia, ma durante il giorno si lavora in maniche di camicia.
In questa settimana ho provveduto a togliere la paglia ed i teli (di tessuto-non tessuto) da sopra la verdura: anche se i primi giorni di aprile spesso la stagione ci regala delle clamorose diacciate (gelate), ho voluto dare più sole ed aria alle piante.
Inoltre l'erba in questi mesi è cresciuta alta (sopratutto dove avevo abbondantemente concimato con letame di cavallo), e andava levata prima di girare la terra.
Questo il mio rimedio...
Come si può ben vedere ho un decespugliatore che non inquina, e che concima pure...
La Capra Iole (con relativa prole in fase di svezzamento) si è prestata ben volentieri a tale operazione.
Le ho legato (per precauzione) una fune al collare, ma non l'ho mai utilizzata: temevo che si facesse prendere la mano e prendesse a bocconi i tanti cavoli sopravvissuti...ma si è "accontentata" dell'erba.
In un pomeriggio ha letteralmente rasato l'intero orto (che è bello grosso).

Successivamente ho girato la terra, lasciando che la seconda concimazione (la prima estiva era già stata interrata) venisse presa dal terreno.
Faccio due concimazioni all'anno perchè questa terra ha molti problemi: non è stata lavorata per quarantanni.; prima c'era un pascolo; il terreno è tremendamente argilloso...
Tutti fattori che mi stanno portando a fare una doppia concimazione ORGANICA (ogni sei mesi circa) nell'intento di ridare struttura e nutrienti ad un terreno dove non cresceva più neanche l'erba.
...e adesso è un orto...
Una volta girata a terra è stata la volta del riposo: la lascio rifiorire per 24 ore e poi faccio una successiva passata con la zappa o l'ubbidiente.
Poi...i solchi, e via di patate.

Accanto si vede la fila di cicorie, cavolo romano ed infondo le cipolle fiorentine.

Ho poi deciso di mettere le patate anche in un'altra parte dell'orto, lavorata solo una volta con l'ubbidiente e decisamente molto più dura in fatto di terra.
In questo caso ho fatto solchi profondi che poi ho riempito per metà con della paglia vecchia: la patata dovrebbe essere aiutata nel suo sviluppo, e la paglia fungerebbe da "cuscino" tra lei ed il terreno.
Una tecnica che ho visto fare in montagna..e l'ho provata.
Infine, dopo aver tolto le ultime erbacce scampate dalle fauci della brava Capra Iole, ho rincalzato i carciofi e gli agli rossi, aggiungendo un pò di concio di cavallo...che non guasta mai.
A questo punto manca solo una cosa: una bella e copiosa acquata primaverile....

venerdì 16 marzo 2012

L'equilibrio tra la morte e la vita nelle azioni dell'Agricoltore

Ho una Cara Amica che in ogni sua visita al podere mi pone la medesima domanda: "Ma poi cosa ci fai?"
E questa domanda me la rivolge con un tono tanto intimorito (per la risposta scontata) quanto polemico (sempre per la risposta scontata), indicandomi sempre un nuovo nato o un nuovo arrivo tra gli animali dell'azienda.
Anche se la domanda potrebbe far intuire larghe risposte, dove si va a descrivere lo stile di vita che condurrà l'animale additato... la sua importanza nell'allevamento interessato... o piuttosto quanto questi inciderà sull'andamento dell'azienda, il senso della domanda è ben diverso: lei vuole sapere sempre se quell'animale sarà destinato alla tavola.
Quanto è difficile spiegare ogni volta...



Esiste un equilibrio in Natura, fatto di nascite e di morti, tanto nei fiori che nelle farfalle, quanto negli animali da compagnia che in quelli da reddito.
Esiste una soglia di incomprensione comune a molti, fatta di preconcetti...ignoranza...e poca voglia ragionale.
Esiste un ruolo (quello dell'agricoltore) che partecipa come protagonista nella decisione, selezione, inizio e fine delle vite che  orbitano attorno al Podere.
Esiste un equilibrio nel Podere, fatto di animali che vivono BENE per poi divenire cibo.
Ed Esiste sempre poca voglia di parlare di questo argomento.
Nel mio essere Anacronistico, mi ritrovo anche ad essere così sfrontato dal volerlo affrontare qui.

Io allevo polli, conigli, tacchini, anatre, maiali e capre...e tutti questi animali sono allevati per molteplici motivi.
Il pollo è un animale che io adoro tanto in vita che nel piatto: questi si nutre di tutto, è rustico, vive ovunque senza pretese, mangia gli insetti, razzola il terreno, offre un ottimo concime, fa le uova, e...ha una carne BIANCA buonissima.
Che sia arrosto o in umido, che sia fritto o in brodo, il pollo prima o poi tale fine farà.
Ci saranno polli longevi per la loro produzione di uova, e polli scarsi che non vogliono crescere di più...
...ci son polli che possono viver molti anni (magari perchè hanno l'attitudine alla cova come chiocce) e ci son polli che è bene far subito arrosto perchè altrimenti farebbero danni.
Eppure, salvo l'atto dell'uccisione, raramente suscitano pena o tenerezza da parte di chi viene a trovarmi: solo un "poverino" viene loro dispensato quando appaiono sul tavolo oramai pelati.
Un primo livello intolleranza all'uccisione degli animali da reddito è dato proprio dal loro essere (o essere stati) cuccioli.
Semmai facessi riferimento (proprio nel momento in cui il pollo si trova nel piatto) al fatto che quel pollo PRIMA era un DOLCISSIMO PULCINO...potete solo immaginare cosa accadrebbe.
Eppure quando le fauci degli avventori della mia tavola sgranocchiano le ossa degli animali del pollaio...non mi pare di notare tanta pena e rammarico per quanto stanno facendo, anzi...
Il primo livello di intolleranza è forse il più duro da abbattere, poichè si rischia di cadere nel cinismo per il "troppo pragmatismo" tenuto nella descrizione del piatto.
Infatti generalmente dico "...era un bel galletto...", e l'occhiata di mia moglie mi blocca dall'andare avanti con l'inevitabile provocazione.
Quelle bocche che elargiscono giudizi etici e morali sull'uccisione del pollo...sono le medesime che bissano nell'addentare le sue carni.

...lo so che detta così la cosa è brutta...
...ma immaginate il solito siparietto per ogni animale della Podere.
Noto sempre con "polemica soddisfazione" che le salsicce ed i prosciutti sono graditi, e che quando dico "questo era il mio maiale" la gente è soddisfatta di ciò.
ED ECCO IL CONTRASTO...
...e proprio questo contrasto crea un Secondo livello di Intolleranza, dato dalla "forma dell'animale ucciso".
Non si tratta più del cucciolo, ma anche della razza.
Il coniglietto...è tanto bellino e carino.
Il maialino evidentemente no, e quindi merita la morte.
Riuscite a capire il mio ragionamento?
..ed ecco che qui le occhiate di mia moglie non riescono più a fermarmi ed inizio a scaldarmi davvero tanto.
"Ma povero caprettino...non lo mangerai mica?!"
Ed ecco che il capretto e il coniglio diventano animali tenerissimi, come pure il pulcino ed il paperottolo...
...mentre invece il maiale continua a "poter morire" anche da giovane.
In tutto questo spesso me la prendo con tutti quei cartoni animati che da sempre continuano ad UMANIZZARE gli animali, dando loro voci e sentimenti al pari di quelli umani.
Un bambino che cresce con tali immagini capisco che faccia fatica ad accettare nel proprio piatto l'animale che "avrebbe voce e sentimenti umani"...
...ma mi affido sempre al buon senso degli adulti, che sappiano spiegare ai bimbi la GRANDE ADIFFERENZA CHE C'E' TRA UOMO E ANIMALE DA REDDITO.
...animale DA REDDITO...lo ripeto.
Ma ecco che spesso sono proprio gli adulti a non voler capire, e loro stessi si bloccando di fronte al capretto arrosto, dicendomi che preferiscono l'arista di maiale.
Niente da fare...non ci siamo.
Non parlo di gusti (anche se sono convintissimo che l'aspetto condizioni in cervello anche in questo...), ma del fatto di non volere a prescindere un animale perchè "tenero e carino".
Evidentemente tutto questo è anche frutto del consumismo, dove siamo arrivati a poter scegliere se una cosa decidiamo di mangiarla oppure no...prima forse era diverso, e si mangiava tutto per necessità.
Ma rientriamo nel ragionamento...
Ho amici e conoscenti che sono divenuti vegetariani per questo motivo: gli dispiaceva uccidere gli animali.
Su questo non ho niente da dire, e rispetto (anche se a volte non condivido...) tale ragionamento.
Il libero arbitrio deve poter dare anche questo, ed oggi (come dicevo poche righe sopra) è possibile fare tale scelta.
Non me ne vogliano i vegetariani alla lettura, ma io continuo ad essere onnivoro e a mangiare soltanto carne che produco.
Ma...
...non tollero quelli che "...preferisco il pollo del supermercato che è già sporsionato e pronto, piuttosto che prendere un tuo pollo e mangiarmelo..."
Mi chiedo se si tratti realmente dell'avere "impressione del sangue" oppure se si tratti di qualche altra strana cosa.
Mi chiedo... perchè non torniamo a capire che se si mangia BENE poi noi stiamo BENE.
Ma perchè non torniamo a mangiare BENE...
Perchè preferiamo mettere la "testa sotto la sabbia" e preferiamo rischiare di mangiare qualcosa che certamente ci farà MENO BENE?
Ed eccolo lì, lo spetto del pollo da batteria...
...del maiale che vive in mezzo metro quadrato...
...del capretto da allevamento intensivo.
Ed eccola...l'IPOCRISIA!

RARAMENTE la gente si pone una domanda secondo me (SECONDO ME) CSACROSANTISSIMA: "Quello che mangio COME AVRA' VISSUTO?"

Ed eccoci al punto finalmente.
Non posterò qui immagini di polli da allevamento intensivo...di polli che MAI hanno visto la luce del sole, mai hanno beccato in terra, che mai hanno gustato qualcosa al di fuori di miscele ricche di vitamine, antibiotici, elementi aggiunti e derivati di altre carni...
...polli che vivono ammassati, che non razzolano, non corrono, non si ossigenano...
..polli che a mio modesto parere di Agricoltore Anacronistico vivono male...vivono MALE.

Tali polli finiscono in vaschette di polistirolo, con tanto di pellicola trasparente...già pronti per riempire le pance di tutti.
Mentre il galletto di sette mesi che razzola felice nell'aia...
...il capretto che corre nell'erba alta e che trascorre le giornate sotto al sole...
...ed il maiale che mangia zucche e cavoli, che dorme nella paglia e che vive da solo laddove in un allevamento vivrebbero in mille...
...tutti loro è ORRIBILE che vengano uccisi dal contadino.
Grande Ipocrisia.

Il contadino non è un boia spietato che gode nel togliere la vita agli animali che "hanno la possibilità di vivere bene", ma...
...il contadino è colui il quale REGOLA e ASSISTE molti degli equilibri della vita, tra cui..NUTRIRSI.
E lo fa con animali SANI..che hanno vissuto una vita SERENA, che hanno mangiato BENE e che hanno trovato la morte con RISPETTO e con CAUSA... ben lontani da tutti quei lager che invece continuano a rifornire le tavole di tutti noi.

Voglio bene a questa Cara Amica, ed ogni volta che lei mi chiede "come faccio a fare tutto quello che faccio", io le rispondo così:
"Per me è un Dovere dare a me e ai miei cari del cibo SANO e PULITO.  Per me è un Piacere farlo.
Non è un Piacere l'uccisione in se, ma è un piacere allevare per mangiare: l'uccisione è una delle tante fasi dell'allevare...forse la meno piacevole, ma comunque altrettanto importante per completare LO SCOPO DI TALE ALLEVAMENTO...il nutrimento".


Magari un giorno mi metterò ad allevare soltanto pappagallini, e allora sarà tutto diverso...

P.S.
Prego tutti gli avventori di questa discussione di avere anche la pazienza (qualora lo gradissero) di leggersi anche i vari commenti e risposte che ne seguono.
Il mio intento non è quello di Moralizzare su chi non mangia Carne, ma neanche quello di venire Moralizzato perche io lo faccio.
Qui (e di seguito) spiego ampiamente i miei motivi, l'approccio che ho con la nascita, la vita e la morte degli animali: prima di inviarmi un commento vi prego solo di leggerveli, in modo da non farmi ripetere troppe volte le medesime cose.
Vi ricordo anche che questo piccolo blog non vuole mettermi nella posizione di giudicante, ma è altresì inevitabile che esprimendo dei miei concetti questi possano essere in contrapposizione a quelli di chi sta leggendo: questo non porta al giudizio ma al confronto.
Buona lettura.