Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

mercoledì 27 luglio 2016

Un nuovo suono, un nuovo segnale da capire

Ogni anno.
Al primo canto del cuculo cerco quattro spiccioli nella tasca: è arrivata la primavera.
Bussa il pettirosso alla finestra, e mi annuncia l'inverno.
La notte del primo bramito, il caldo viene annunciato.
L'assiolo mi parla di una notte silenziosa.
L'ululato del lupo mi fa accapponare la pelle, ma mi mette in guardia per i capretti.
Il canto del gallo mi sveglia al mattino.
L'abbaio del cane mi avvisa di notte e di giorno.
Il belato mattutino mi chiama al dovere.
Il frinire di cicala mi dice di mettere il cappello di paglia.
Lo zirlo del tordo mi dice di mettere la giacca più pesante.
...ma oggi ho avuto una grande sorpresa, ascoltando il pigolare di tre rondinotti appena nati nella stalla delle capre: è la prima volta, ed all'altezza giusta per essere osservati a meno di due metri da terra, mentre mamma rondine li governava a dovere.
Poi è uscita, garrendo, ed è rientrata certamente con un carico di cibo fresco per loro che erano affamati.
Oltre alla fame e alla soddisfazione per il cibo ricevuto dal becco della madre, quel pigolio cosa avrà voluto dire?
L'idea di intendere il suono emesso dagli animali come un "segnale" è cosa che mi appassiona molto.
Ci sarà quindi un qualche annuncio o una nuova "regola della natura" da apprendere per me?

martedì 19 luglio 2016

La culla dell'Assiolo

Fuori c'è un coro di grilli, e l'usignolo canta alla luna.
C'è luce, tanto da scorgere nel campo sotto casa una coppia di caprioli che sfiorano le ginestre a bordo vigna.
L'assiolo scandisce il passare dei secondi, con la sua malinconica musica che echeggia tutt'intorno al bosco.
Una macchina, e poi un'altra.
E silenzio.
E' una notte d'Estate questa, fatta di profumo di fieno tagliato ed di terra arsa dal sole.
Le stelle vincono sulla luna, e seppur poche primeggiano sopra il tetto del podere.
Nell'orto qualcosa si muove: magari la gatta, forse un riccio...e se così fosse povere le mie patate.
Tra poco suona la sveglia: le 4:50, per quella che sarà una delle ultime levatacce dell'estate.
La vigna da accapannare richiede frescura, e poi ci saranno le prode del bosco da ripulire.
Trattore nelle ore calde del giorno, ed un sicuro mal di testa che mi accompagnerà sino alla cena: talvolta troppo poco può il mio cappello di paglia ripetutamente bagnato dall'acqua contro lo stellone di mezzo luglio.
In serata farò visita alle api, a controllare che il ginestrino riscoppiato nel capo possa fornire loro il sostentamento adeguato anche per un poco di miele per me.
Luglio sta scivolando via, tra l'oidio nella vigna, ed i pomodori alti nell'orto, con i primi momenti di pausa (dopo tanto...tanto lavorare) ed il fondamentale riposo pomeridiano.
Alla sera c'è fresco, ed ancora si dorme con la coperta leggera.
Adesso è ora di dormire: il cane mi ha guardato e scodinzolante si è avviato verso la camera.
Lì mi aspetterà, sbadigliando e sgranchendosi le zampe nella cuccia improvvisata che si sarà fatto sotto al letto.
L'assiolo ha fatto una pausa...ma ha ripreso a cantare.
Un'altra macchina romba tra i poggi...e tra quattro ore suonerà la mia sveglia.