E' difficile iniziare questo ampio argomento senza una dovuta prefazione.
Quanto è scritto si basa solo ed unicamente sull'esperienza personale fatta di confronti, letture, studi ai tempi dell'istituto Agrario e pratica: non si vuole quindi "offrire verità assolute", ma solo punti di vista.
Doverosa questa apertura, ma negli ultimi anni se ne stanno sentendo sempre di più sull'argomento (VASTISSIMO), e sempre più "specializzati ed esperti" ci vogliono vendere mille verità.
Qui non si vuol vendere nulla.
Essere Agricoltore non è mai stato cosa semplice: da sempre la schiena curva rappresenta la vita di quanti con la terra hanno stretto un forte legame, sia chi per diletto sia chi per necessità.
Proprio per questo "guardare verso la terra"...considerato per molti "stare a capo chino" oppure "non guardare dinnanzi", l'Agricoltore (già Contadino) pareva non poter avere licenza di avere ragionamenti alti da fare, e per questo è stato (storicamente parlando) sempre in fondo alle varie scale sociali di ogni epoca, non ostante provvedesse proprio lui a fornire il bene primario quale il cibo.
Proprio per questo c'è sempre chi se ne è voluto approfittare, rendendolo spesso servo (servo della gleba) al tempo dei feudatari, oppure ai margini (e non solo fisici) di ogni società succcessiva: in pratica c'era sempre chi voleva comandare il contadino, in un modo o nell'altro.
Passando per la mezzadria, arriviamo ai tempi d'oggi, dove l'Agricoltore si è ritrovato per l'ennesima volta SCHIAVO di un sistema che lo costringeva a seguire determinati ritmi e percorsi, lasciando che si dissolvesse il libero arbitrio e la tradizione di un mestiere vecchio quanto l'uomo.
L'ultima grande "rivoluzione all'incontrario" che doveva ridare forza all'Agricoltore è stata proprio l'industrializzazione agricola iniziata negli anni settanta: l'arrivo della meccanica prima e della chimica dopo avrebbe dovuto ridare dignità ad un mestiere che (secondo molti) non ne aveva più molta.
Il Contadino diveniva così "Agricoltore Erectus", tornando a drizzare la schiena in sella a sempre più potenti macchinari e coadiuvato dalla "magica" chimica che tutto gli avrebbe permesso di fare.
Ed ecco che l'Agricoltore Erectus acquisiva consapevolezza, pronto a rinnegare la propria storia fatta di schiene piegate, e si lanciava lui stesso in una NUOVA grande epoca di AGRICOLTURA CONSUMISTICA.
...ma voi credete che questa storiella sia bella e divertente?
Il nostro Agricoltore Anacronistico scuote per l'ennesima volta la testa, trattenendo a stento le imprecazioni, e facendosi scuro in volto... e secondo lui TUTTO E' STATO ROVINATO.
Nei venti anni che decorrono tra il '75 e il '95 i campi hanno iniziato a rendere quantità di cereali impensabili sino a pochi anni prima, le viti hanno offerto uve infinite, e le mucche hanno dato quantità di latte impressionanti: l'uomo ha così iniziato a "mungere" in terreno, impoverendolo e distruggendo quanto nei secoli e secoli prima si era costituito naturalmente.
Il terreno iniziava a divenire improduttivo, e la "magica" chimica doveva sfornare sempre più soluzioni a questo problema, ed i terreni venivano ricostruiti artificialmente grazie ai concimi chimici.
Le malattie si diffondevano sempre di più, e la "magica" chimica offriva sempre maggiori sicurezze per fronteggiare tale problema.
Insetti che da sempre avevano coesistito negli ecosistemi, ad un tratto si vedevano prevaricati da specie sempre più distruttive...e come volevasi dimostrare la "magica" chimica regalava i migliori veleni per eliminare il problema.
Ed intanto l'Agricoltore Erectus non si rendeva conto che era divenuto un Agricoltore Petroliferus, dipendendo sempre più da impressionanti cavalli vapore (che di vapore non avevano più nulla) che giravano e rigiravano la terra a profondità da minatore e che prevedevano sempre maggiori operazioni colturali da fare in successione.
cento...mille...Milioni di trattori ci rendevano fieri del nostro "essersi evoluti", mentre sempre più dipendevamo da un composto ed un'energia non rinnovabile ed inquinante: IL PETROLIO.
Gli agricoltori si sono così ritrovati ad essere schiavi di qualcosa, ma per la prima volta stavano rovinando e consumando la terra che da sempre avevano lavorato.
...
Può essere (e certamente lo sarà per molti) una chiave di lettura sbagliata e negativa, ma secondo chi scrive e secondo l'Agricoltore Anacronistico tutto questo è alla base del più grande errore che gli agricoltori abbiano mai fatto...forse il solo vero errore di sempre.
Ed oggi?
E veniamo così al titolo dell'argomento trattato: Le alternative all'agricoltura convenzionale ed industriale.
Ed oggi (appunto) siamo qui a riprendere, rivalutare, ristudiare il "vecchio" come alternativa all'odierno, e solo attraverso questo (il vecchio, appunto) ci proponiamo al futuro.
Paradossale, vero?!
Ettari ed ettari di fagiolini...coltivati per anni nelle stesse terre...senza una benchè minima (e forse a tal punto inutile) rotazione o avvicendamento colturale.
Campi coltivati a grano per ventenni, alla ricerca dei migliori grani super selezionati, sostenuti da milioni di tonnellate di concimi chimici, concimi di copertura, anticrittogamici, diserbanti, insetticidi...per ottenere sempre il miglior grano nelle migliori quantità.
Allevamenti di vacche con mammelle mostruose, alimentate con miscele improbabili e autotreni di insilati , che del VERO FIENO non hanno mai neanche sentito il profumo, ma che producono fiumi di latte sempre più annacquato.
Vigne di vitigni internazionali omologate nella produzione che danno uve omologate nella forma che danno vini omologati nel gusto, dove le polverine (chiamiamole così come eufemismo) e cantinieri sempre più vicini ad approcci da laboratorio chimico sono i veri protagonisti (anziché l'uva) del fare vino.
Tutto questo è AGRICOLTURA INTENSIVA.
Tutto questo è frutto di quella "grande rivoluzione all'incontrario" di cui accennato sopra.
Tutto questo è frutto di quella "nuova grande epoca di agricoltura consumistica" che ci ha preceduto.
Tutto questo è frutto di quel nuovo modo di "essere schiavi del petrolio".
..e purtroppo tutto questo pare essere oggi l'unico modo possibile di fare agricoltura da reddito.
Un'agricoltura dei grandi numeri, figlia della globalizzazione che ci ha portato tutti a coltivare UNICHE COLTURE tenute in mano da UNICHE AZIENDE.
Ma esistono le alternative...
Ed ecco che spuntano alcuni nomi quali:
- Biologico
- Biodinamico
- Metodo Fukuoka (già Agricoltura del non fare niente)
- Permacoltura
- Agricoltura Sinergica
- Metodo Tradizionale
- Agricoltura Naturale
Agricolture queste che, anche se in modi nettamente differenti, tentano di differenziarsi dall'agricoltura intensivo-industriale e da quella convenzionale (figlia dell'agricoltura industriale).
Cercheremo di aprire delle piccole finestre su ognuna di queste ALTERNATIVE, concentrandoci sopratutto sull'agricoltura naturale scelta dal nostro Agricoltore Anacronistico come UNICA VIA.
era meglio quando si stava peggio dai retta a me....
RispondiEliminaAmen
RispondiEliminaSe fossi un lobbista della Monsanto ti parlerei dell'aumento di produttività, dell'aumento demografico e dell'aumento dell'aspettativa di vita. Fortunatamente non sono un lobbista della Monsanto.
RispondiEliminala breve parentesi dell'era dell'uomo "Agricoltore Erectus" è talmente devastante che è già alla frutta!!
RispondiEliminaIo non voglio sostenere che PROGRESSO sia uguale a REGRESSO...
RispondiEliminaDico solo che non si deve avere una laurea in sociologia, storia o antropologia per vedere che cosa sia stato combinato ANCHE nell'agricoltura: la dipendenza.
E questa dipendenza difficilmente potrà essere spezzata, ma MAGARI potremo tentare di ridurla ai minimi termini.
Credo che l'Agricoltore Erectus abbia fatto più danni di quanti si riescano ancora a calcolare.
ma pensiamo al futuro...
beh, diciamo che "il progresso", per diverse motivazioni, si è mosso in una certa direzione. Verso l'agricoltura industriale, in cui l'aggettivo industriale l'ha fatta da padrone. Voglio dire che lo sviluppo dell'agricoltura è servito come fine e ragione per lo sviluppo dell'industria a servizio di essa. La cosa più assurda è che mentre l'agricoltura ha bisogno di sussidi per esistere l'industria a suo servizio è diventata tra le più potenti del mondo (vedi monsanto etc...). Così, dopo aver esaurito le forze economiche del settore sono riusciti a mettere le mani elle tasche di tutti...
RispondiEliminaIn una forma post-industriale di agricoltura tuttavia si dovrebbe applicare l'innovazione, l'intelletto e la tecnica rivedendo le priorità. Prima tra tutti il mantenimento di un'equilibrio, che allo stato attuale mi sembra del tutto andato.