Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

lunedì 23 febbraio 2015

Amabile Masochismo

Questa sera, dopo l'ennesimo acquazzone preso, e dopo l'ennesima giornata di sforzi fisici, confesso di aver ceduto alla "tentazione dell'antinfiammatorio"...

Generalmente la mia sveglia procede in concomitanza con l'alba, ed ecco che quando sorge il sole il sottoscritto si alza ed inizia la sua giornata.
Ogni mattina (salvo casi eccezionali) vedo l'alba, e leggo da subito quella che mi aspetterà: una bella giornata asciutta di sole (cosa assai rara da due anni a questa parte), una giornata ventosa, una giornata fredda, una giornata piovosa.
Quando non c'è babbo ad aiutarmi, faccio gli animali entro un'ora dall'alba, e poi mi dedico ai lavori del giorno: trattore nei campi, vigna,. potatura, fienagione, in cantina, macellazione, e così via.
Raramente mi concedo pause prima dell'ora di pranzo, ed altrettanto raramente questa non arriva prima del tocco (delle ore tredici).
Dopo pranzo il riposino è d'obbligo: più lungo e sonnolento in estate, molto breve in inverno.
Poi ancora il lavoro del mattino, sino ad un ora prima del tramonto, momento in cui torno dagli animali sino a buio.
Ogni giorno, giorno dopo giorno, con la voglia ed il piacere di continuare la mia scelta di vita, ma...sempre con maggior fatica.
Infatti, nonostante l'anagrafe mi dica che devo (dovrei...) essere al massimo, sento la pesantezza del quotidiano, e di tutti quei quotidiani "pesanti" che si accumulano nelle mie ossa, nelle mie discopatie, nelle giunture, nei muscoli e nei nervi.
Un lavoro che stimola e che da piacere nell'animo...
...ma anche un lavoro che logora il fisico, giorno dopo giorno, un poco alla volta.
Le ultime due annate, come dico sempre, sono state complicatissime, e certamente hanno amplificato quei problemi che già mi portavo dietro, rendendoli spesso vincolanti...invalidanti...rendendomi "schiavo" del dover chiedere aiuto.
Non è facile fare questo, non è facile per me chiedere aiuto, tirando nel mio cammino chi ne abbia altri, o piuttosto cercando di "rendere divertente" l'occasione di farmi aiutare.
Dal babbo, sino all'amico occasionale, cerco di sfruttare le due mani, e di cercare di rendere produttiva ogni visita che ricevo al podere.
Credo di essere investito dalla sindrome della nonnina che, ogni volta che vai a trovarla, ti chiede di prenderle quella cosa che è alta nell'armadio, di riporle le coperte pesanti, di sostituirle la lampadina.
Ma io non sono una nonnina, e questo mi fa girare i hoglioni (non lo traduco...credo sia chiaro): schiavo appunto del dover chiedere aiuto per andare avanti.
Questo mi pesa, dal momento in cui non ho un fratello a cui aggrapparmi, e dal momento in cui questa è la vita che io mi sono scelto per me e che non dovrebbe affatto condizionare terze persone.
La mia moglie, convinta ed innamorata, è un vulcano di energie, e non si tira mai indietro nell'aiutarmi, ma spesso non posso chiederle troppo.
Ed ecco che, ogni tanto, devo "doparmi", venendo meno a quella mia regola di non prendere medicine convenzionali: sempre preoccupato dalle eventuali dipendenze, riluttante dall'idea di dare soldi alle case farmaceutiche, convinto di togliermi dei dolori per farmi però male allo stomaco ed al fegato...devo cedere.
 E questa sera ho ceduto, piegato da un mal di testa che mi tiro dietro da una settimana, rintronato da dolori ovunque, orfano di sonno da troppo tempo...ho ceduto.
Ma perchè sto condividendo tutto questo nel blog?
Perchè ho piacere che chi legge, e chi si è fatto un'idea della vita (bucolica) dell'Agricoltore Anacronistico, si renda conto del rovescio della medaglia.
Spesso qui leggo commenti che sottolineano le mie fortune, ed altrettanto spesso leggo del desiderio di emulare il mio quotidiano, ma...
LA TERRA E' BASSA, credetemi, e LA PIOGGIA BAGNA L'ANIMA: ve lo dice un toscanone bello grosso e robusto, giovane e forte, che spesso non riesce a farcela.
E' dura, perchè come scrivo sempre, gli animali non sentono ragioni, non conoscono festivi e "feste rosse", e non fanno distinzioni tra giornate di sole e giornate di pioggia: gli animali vogliono mangiare...sempre...devono essere accuditi...sempre...e bisogna ripulirli...sempre.
Quindi, ogni giorno ci son da maneggiare pesanti presse di fieno, secchi di granaglie e carrette di merda...sempre.
E poi c'è la mungitura, e quella non guarda in faccia a nessuno: non c'è febbre o mal di schiena che vinca, visto che ogni giorno la stalla chiama.
Per non parlare dei lavori nei campi, delle difficoltà per scaldarsi con la legna, per ogni santa cosa.
La stanchezza, gli sforzi fisici, pesi da alzare, schiena che si flette, ginocchia che sopportano...
Amo il mio lavoro...
Amo questa mia vita...
Amo la mia scelta...
...ma tutto questo richiede una crescente dose di fatica e di compromessi.
E' così che una sera ho voglia di ribadirlo, qualora non fosse stato chiaro tutto questo, mosso sempre da quell'Amabile Masochismo che mi spinge nel quotidiano.


Intanto,
l'inverno va avanti, e questo febbraio è trascorso tra giornate di freddo-freddissimo a giornate di tepore primaverile: sole e neve si sono alternati, sempre intervallati dalla pioggia.
I parti delle capre non stanno andando affatto bene, e temo che questa non sarà una buona annata.
Il maiale è stato macellato, e per un paio di mesi mi prenderò una pausa con i suini, salvo poi ripartire in primavera con l'acquisto di uno o due porchetti.
L'orzo seminato stenta a crescere, e la vigna è sempre allagata (ma potata e stralciata).
Ho recuperato un frutteto abbandonato da anni, e nell'orto una montagna di letame aspetta di essere sparsa ed interrata.
Ci son più pettirossi adesso che due mesi fa, ma giù ronzano le prime api.
Il camino è sempre acceso, e la notte spesso siamo sotto zero.
E' inverno...e questo mi piace.

16 commenti:

  1. Caro Anacronistico, mentre leggevo mi è venuto un pensiero. Non so se sia fattibile perchè non ho idea di come tu sia sistemato o se hai lo spazio o la possibilità, ma non potresti farti dare una mano da "giovani volonterosi" amanti del bucolico che vogliono fare un'esperienza di agricoltura sostenibile per uno o due mesi l'anno, che si alternano di volta in volta? Un po' come succede alla Pecora Nera, qui in Carnia?
    E' un'idea buttata li... magari ti può alleviare la fatica... o magari ti romperesti solo i hoglioni con gente di città che non capisce una mazza di niente!!! No, forse è un'idea balzana!!! Dimenticala!!!
    La terra è bassa... altrochè!!! E lo dico io che sono un'hobbista dell'orto!!! Però mi sono fatta un'idea... E ho solo tre galline ma ne fanno di cacca........
    Un bacio
    Francesca

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  2. Cara Francesca,
    penso spesso all'idea del wwoof, e la cosa mi interesserebbe non poco.
    Ma ho un'oggettivo problema di spazi, e sinceramente non me la sento di sacrificare (chi verrebbe qui) e sacrificarmi in soluzioni di accampamento.
    Ma, se qualcuna delle novità prendono il via, questa potrebbe diventare una strada percorribile nel futuro: lo spero, molto.
    Grazie comunque dell'interessamento: ogni consiglio è sempre ben accetto
    Ciao
    A.A.

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Caro apicoltore ti capisco, anche se la mia situazione è apparentemente facile rispetto alla tua , ti assicuro che i miei ginocchi scricchiolano!!
    P.S. i fratelli servono solo quando c'è il raccolto ;) ...io ne ho quattro :)

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    1. Curali i ginocchi, credimi.
      Non lasciare che degli scricchiolii poi ti portino ad avere dolori fissi.
      Se tornassi indietro...avrei più riguardo di me.
      Ciao
      A.A.

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  5. Salve agricoltore Anacronistico,sono un ragazzo del basso Lazio che un pò per passione e un pò per interesse si è avventurato nel mondo della coltivazione.Di certo la mia realtà è molto piccola,mi occupo di un 2000-2500mq insieme a mio padre,e cerchiamo lentamente di avviare un attività.Ho scoperto da ben poco il tuo blog,e ne sono rimasto incuriosito.Se posso dare un mio parere,dal mio punto di vista la vita è un qualcosa di talmente dinamico e veloce e in continuo cambiamento che è impossibile che un qualcosa di statico possa riuscire ad adattarsi,bisogna quindi cercare di cambiare,o meglio venire a dei compromessi.Avrai anche ceduto alla tentazione di un anti-infiammatorio ma è anche vero che sono subentrare alcune variabili.
    Per il malditesta,non so se ne sei a conoscenza,prendo un tè caldo subito prima di andare a dormire,alcune volte aggiungendo della grappa(naturalmente se la mattina dopo ci si vuol svegliare tardi).
    Non essendone esperto,ma un febbraio piovoso come ha fatto quest'anno non dovrebbe essere vantaggioso per le graminacee?
    Non vorrei essere sembrato stupido nell'esprimere il parere,in questo caso me ne scuso.

    Cordiali Saluti

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    1. Ciao,
      ti leggo con piacere!
      Quella del té caldo con grappa non l'ho mai sperimentata...
      Un febbraio così piovoso non gioverebbe mica tanto alle graminacee.
      Conosci il detto:
      "Per il Grano, sotto la neve Pane...sotto la pioggia, fame!"
      Lascio dedurre a te il senso di tutto questo.
      Ciao e torna pure quando vuoi: qui non c'è nessuno stupido,,,tanto meno lo sei te, credimi.
      A.A.

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    2. Risalve A.A
      anche se non è inerente al tema della discussione,volevo chiederti consiglio su possibili letture che possano aiutarmi in quello che è il campo dell'agricoltura.Visto che sono estraneo completamente a questo campo,frequento un liceo scientifico,a livello teorico non conosco molto....ci sono libri sulle varie colture e annesse malattie/cause,parassiti,metodi di coltivazione ecc.?

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  6. Ciao A.A.,
    questo detto non lo conoscevo,sapevo:"L'acqua di Febbraio riempe la cantina e il granaio".
    E devo dire che il grano non mi sta crescendo molto a rilento anzi....poi non è che abbia questa grande esperienza di coltivazione in fatto di grano...
    Posso chiederti come mai coltivi orzo e non un altra graminacea o patate ?

    Cordiali saluti

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    1. Ti rispondo con piacere.
      Coltivo orzo perchè è uno dei principali alimenti che uso in zootecnica.
      Ottimo per i maiali (sia in chicchi asciutti, in chicchi bagnati ed in farina), per le capre, per i polli e tutti gli avicoli, e per i conigli.
      Anche al cavallo non dispiace...
      Inoltre, l'orzo può essere seminato da fine settembre sino a marzo inoltrato (a seconda delle diverse varietà e latitudini).
      Anche il fieno d'orzo non è affatto male, e le mie capre e cavalli lo sanno apprezzare.
      Infine, perfino la paglia d'orzo è ottima per la lettiera delle capre, dei maiali e del cavallo.
      E...dimenticavo...la resta della spiga riesce a tenere a bada i cinghiali, a differenza di quella del grano.
      Insomma...l'orzo è sempre stata la mia graminacea preferita.
      Ciao
      A.A.

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  7. Carissimo nei tempi dell'economia rurale la forza lavoro si basava su "proletariato" ,famiglie numerose si avvicendavano nella gestione del podere,nonni nipoti figli zii fratelli spesso convivevano in enormi cascinali e mentre le generazioni si rinnovavano il lavoro dei campi era sempre quello...Cio' nonostante dolori ,artrosi e invecchiamento precoce erano mali comuni...Mi posso immaginare l'impegno che comporta un podere, anche se di limitate dimensioni come il tuo, dove chi lavora si conta con una mano...anche in questo sei perfettamente anacronistico...un abbraccio

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    1. Il tuo ragionamento non fa una piega!
      Oggi le campagne, o perlomeno quelle della mia zona, sono gestite da:
      - piccole realtà familiari, dove raramente ritroviamo ancora quello a cui tu accenni;
      - medie realtà, spesso costituite da aziende vitivinicole o agriturismi, con dipendenti (spesso extracomunitari) ed un'impronta decisamente imprenditoriale;
      - grande realtà "agricole" (gli ex latifondisti), oggi gestite da super società (talvolta estere), con proprietari che non hanno la minima idea di cosa voglia dire "spaccarsi la schiena nei campi", ma che sanno molto dell'immagine e dei mercati. Aziende dove il lavoro viene interamente gestito da squadre specializzate per i vari settori.
      La mia piccola (minuscola forse) realtà non è collocabile in nessuna di questi tre settori...e a volte penso che lo siano anche i miei dolori...
      Ciao Fabio, e grazie per il tuo contributo.
      A.A.

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  8. Sei un poeta, mi piace come racconti la vita dei campi che ho vissuto con i miei più di mezzo secolo fa e che ho ripreso in tarda età. Animali, galline, api frutta e orto sono le mie passioni e i miei divertimenti. Non vivo con il frutto del mio lavoro, ma con la pensione. Se non ci fosse quell'entrata sarebbe miseria. E' da anni che mi batto, nella mia associazione agricola, affinché l'agricoltore possa avere il giusto reddito per vivere. Se la Tua è stata una scelta non ti lamentare e goditela cosi come viene giorno per giorno. Pubblica i tuoi scritti, li ritengo eccezionali. (ex giornalista).

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    1. Te sei sempre troppo gentile...
      Come dico ogni volta, la mia è stata LA SCELTA, ma voglio usare le pagine di questo blog per sottolineare anche le difficoltà fisiche: la ritengo una cosa sensata e necessaria per offrire un quadro ancor più chiaro e veritiero di cosa voglia dire lavorare in campagna (e viverci).
      Tu mi dici di pubblicare queste frasi...io mi vergogno già così, figuriamoci a pubblicarle.
      Andiamo avanti qui, e dedichiamoci a quel dibattito che tanto desidero "coltivare".
      Grazie per questo tuo intervento.
      Ciao
      A.A.

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  9. Una volta ogni tanto si puo'fare, basta non abusarne. Io comunque quando sto all'aperto, da ottobre ad aprile indosso sempre il cappello.
    Chissa'quanta gente ha un quadro idilliaco della campagna e crede la Natura faccia tutto da sola senza sforzo!

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    1. Sara, posso assicurarti che la maggior parte delle persone che mi sentono parlare pensano che tutto sia perfetto.
      Gli uccellini, le caprette felici, i prati fioriti, la verdura dell'orto, il formaggio, il camino acceso, i bei campi lavorati....e raramente si soffermano ad approfondire quanto ci sia "prima" o "durante" a quella bellissima immagine Disneyana che hanno.
      Forse in questo mio post ho avuto voglia (e BISOGNO) di sfatare quel mito per cui io non posso mai lamentarmi delle mie fatiche.
      Sono fortunato...che diamine, lo so, ma la mia più grande fortuna non è vivere in campagna, ma avere sempre avuto dei sogni, ed aver sempre avuto volontà di seguirli.
      La campagna è dura, e non c'è niente di male a sottolinearlo al prossimo.
      Il cappello?
      Alterno la berretta di lana (o papalina) al cappello di paglia, passando per il classico cappellino di tela per le mezze stagioni.
      Ciao e grazie per questa tua visita.
      A.A.

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