Taglio dell'erba per gli animali del podere

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venerdì 5 febbraio 2016

Racconto di Vita Anacronistica: per un libro che si chiude, la nuova vita che si apre (6° parte)

Nel mio vivere quotidiano di allora, ed in quell'arroganza che hanno i "vent'anni", sentivo il sapore del sale sudato nei due anni prima.
Ancora una volta il senso di rivalsa pareva conquistarmi, lasciandomi sin troppo concentrato sul presente e futuro, e portandomi quasi a dimenticare quanto fui prima di quel tempo.
Colori a tinte forti, sapore amaro e piccante, affanno, gioia, ancora affanno.
Brevi momenti, ma confesso che ci furono, conditi da sconforto e pessimismo, sapendo che mai più avrei potuto (e saputo) essere quanto fui prima di quella notte del novantasette.
...
Una specularità, come se mi stessi specchiando, fatta di forti contrasti.
Volevo studiare, ma non sapevo più farlo...
Era l'unica cosa che avevo fatto sino ad allora, io che lo sport lo avevo abbandonato per non far vincere le bronchiti facili, io che la musica l'avevo sospesa perchè troppo fuori dal canone erano quelle mie scale blues...io sapevo solo studiare...e adesso non più.
Quella mattina, mentre fuori il cielo era sempre più grigio, anche in quell'aula cadde la nebbia, e per un momento mi persi.
Mi raccolsero che ancora farfugliavo qualcosa, ed i compagni di seduta (impauriti) scuotevano la testa, tanto quanto fece di lì a poco il medico: troppo stress.
Dopo quella notte del novantasette avevo ben presente quanto io NON fossi invincibile ed indistruttibile, ma al tempo stesso appresi i miei limiti.  Quella mattina capii che tali limiti erano stati varcati, e che il mio fisico reclamava del riposo.
Ricordo bene quel viaggio di ritorno il doppio del suo effettivo tempo di percorrenza, e ricordo le pause compiute con quella macchina grigia fatte a prendere aria e sole.
Ivan Graziani cantava in quella musicassetta trovata nell'auto ereditata dal nonno, e la malinconia lasciava lo spazio alle parole da dire, ed a quello da fare nei giorni che sarebbero arrivati.

L'Ottavo, Amico Paziente e Fedele, mi faceva sorridere in quei momenti tanto bui, dove le frasi volevano scollarsi dalla mia memoria, e dove non riuscivo più ad alimentare la fiamma della conoscenza.
Risate amare, tra una birra ed un vino neropece, dove quell'ammissione svelava quel senso di fallimento che era più pesante di quanto potessi immaginare.
E fu così, in quella mansardina tanto stretta e bassa, che una sera aprii il lucernario e ficcai fuori la testa a cercar le stelle.
Il fumo del tabacco in radica mi dava il sapore della calma, e Cassiopea scorta in quel Novembre mi fece pensare che le stelle rimanevano lì, anche se i fumi della città le offuscavano.
Presi un foglio, una penna, e curvo di fronte ad una candela iniziai a scrivere.
"Tante le vite vissute...", e detti inizio con questa frase al racconto di quei miei vent'anni, e a quanto per me sarebbe stato in futuro.
Mi raccontai, per la prima volta e nel silenzio, divorando le mie unghie per la Passione, ardendo finalmente di qualcosa di nuovo che mi appartenesse.
L'Ottavo mi fu complice, e quel foglio scritto di getto fu la prova di quanto era accaduto in quegli ultimi due anni: ero cambiato ed avevo accettato tutto questo.
L'Amore che fa male mi travagliava nell'animo, e lei fu la prima a volermi distante da quanto io ero stato e da quanto io ero diventato.
Nessuna cattiveria, un grande affetto, ma poca fiducia nel prossimo: troppe le sue delusioni passate per accettarne un'altrqa, e tentava di portarmi laddove mai avrei voluto andare.
La lasciai, nel primo giorno di primavera, sapendo che con quel gesto l'avrei liberata da una nuova struggente delusione, e sapendomi libero di mettere piedi e sguardo ovunque io desiderassi.
L'Università procedeva, ma la fatica diventava insostenibile.
I compagni di corso mi vedevano sempre più assente, stanco...in dietro, e la mia fatica triplicava di esame in esame: le frasi, le formule, gli schemi...nulla rimaneva incollato sulla mia parete.
Studiare di Agricoltura, frequentare le aule che si vestivano dell'eco di quanti vi seppero studiare, e sapere che tutto quello aveva un prezzo troppo alto da pagare.
Guardai l'Ottavo, ed un attimo dopo scelsi di aver coraggio, ancora una volta.
Con quel foglio scritto sul cuore, affrontai la paura di confrontarmi con i miei genitori...di deluderli in qualche modo.
"Io non voglio un figlio Dottore...io voglio un figlio sereno e felice!" La frase di Babbo, la più bella su tutte, mi dette sprono a non aver rimpianti e ad essere consapevole che potevo proseguire su quanto avevo appena iniziato.
"Tante le vite vissute...", e quel foglio divenne un video...

L'Ottavo, onnipresente nella mia vita, seppe aiutarmi, affiancarmi, e spronarmi a fare...e divenne mio complice in questa nuova avventura.
Io, che da sempre mie ero visto con zappa e trattore, adesso mi destreggiavo tra telecamera e montaggio video.
Fu nell'estate di quel 2000 che il mio (nostro) primo cortometraggio prese la luce: un prodotto veramente Autarchico, nato..scritto...diretto...montato con attrezzi reperiti qua e là, grazie all'aiuto dei tanti amici.
Durante il lungo periodo delle riprese ero riuscito a prendere dimestichezza con quella nuova figura (magari anche professionale) che tanto mi appassionava, ma che aveva un nome per molte orecchie difficile da comprendere.
Ricordo che un pomeriggio, era caldo in quel maggio, mi sedetti accanto a mio nonno e gli raccontai di quel mio essere divenuto "videomaker": i suoi occhi vispi, e quel sorriso incredulo volevano darmi approvazione ma certamente non comprendevano che cosa realmente io stessi facendo.
"Nonno, io voglio provare a vivere così, almeno sino a che le altre cose non si stabilizzeranno"
Stabilizzare...il mio desiderio..la mia convinzione mi portava a pensare che prima o poi l'Agricoltura sarebbe tornata nella mia Vita, e mi avrebbe saputo portare su una nuova-vecchia Via.
Ma per il momento quello che volevo fare era catturare immagini in movimento, e dar loro modo di raccontarsi.
Ci stavo riuscendo.
Ed in tutto quel nuovo, qualcosa di Veramente Importante stava accadendo nel mio cuore.
Il sapore dell'Amore stava tornando in me, in un modo così Nuovo ed Importante...ma doveva ancora trascorrere molto tempo prima che io ne prendessi coscienza.
Lei, una Falena nella notte, era attratta da quella candela sempre accesa, mentre il mio respiro si faceva profondo ed i miei occhi vedevano colori che solo nei sogni mi si erano palesati.
Ero felice, un momento tanto bello e duraturo, fatto di cambiamenti, di novità, di scoperta.
Ero felice in quel mio essere grande, un uomo con una telecamera, un filo di paglia tra i denti, gli occhi sul Mondo intero, ed il cuore mai così caldo.
Ventun'anni oramai compiuti, con i calli che sbiadivano dalle mani...ventun'anni libero di scegliere il mio percorso di Vita.

Queste le altre parti del racconto:
http://agricoltoreanacronistico.blogspot.it/2015/11/racconto-di-vita-anacronistica-nella.html

15 commenti:

  1. Continuo a seguire la storia della tua vita, gli al e i bassi, che PKI bassi non sono mai!
    Bellissimo è il desiderio di sperimentare, splendida la voglia di buttarsi.
    Quello che sei è la storia di tutto questo
    Quello che sei è l'intreccio e l'insieme di tutti i tuoi percorsi e vivaddio che ne hai percorso tanti, che ti hanno consentito di diventare ciò che sei.
    Un grande abbraccio, piena di affetto, stima, ammirazione
    Emanuela

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    1. Cara Emanuela,
      seppur io ami verbalizzare...sto incontrando non poche fatiche a raccontare questi due ultimi "capitoli".
      Avevo fato una prima stesura...era così lunga che per rileggerla mi ci erano voluti 30 minuti, e da qui la voglia di alleggerire.
      Non avendo il dono della sintesi, questo è il meglio che ho saputo fare.
      Anni, quelli qui raccontati, in cui ho preso coscienza di aver attraversato un ponte...proprio quando lo avevo già attraversato.
      Anni dolorosi ma anche entusiasmanti, che mi hanno consegnato alla Vita per quello che sarei stato per molti anni in futuro.
      Prendo l'abbraccio ed i tuoi complimenti, colmo di lusinga (ed imbarazzo).
      Grazie, davvero
      A.A.

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  2. Bella questa cosa, bella questo incrocio tra cinema e agricoltura, cinema e cose della terra, che spesso ha dato buoni frutti (cinematograficamente parlando ... ma non solo).

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    1. Un Agricoltore con la telecamera, così mi definivo...e mi definivano i colleghi.
      Sempre con un occhio rivolto alla Natura ed alle sue manifestazioni.
      In questo periodo ho certamente alimentato la caldaia della "Curiosità", facendola ardere come non mai.
      Prossimamente racconterò qualcosa di specifico su cosa io sia riuscito (e non) a fare di questa mia nuova professione.
      Ciao Alligatore
      A.A.

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  3. è una grande idea, da agricoltore, quella di raccontare tramite immagini, come anche quella di scrivere di sé stessi e di raccontarsi tramite le parole... Peraltro.. mi viene in mente il Teatro Povero di Monticchiello sul quale mi sono laureato, loro mettevano in scena sé stessi in spettacoli detti "autodrammi" quindi mettendo in scena la vita di questo meraviglioso luogo nel comune di Pienza, e spesso il tema era il rapporto con la terra, con il mondo contadino del passato e del presente... spettacoli bellissimi, i migliori che abbia mai visto a teatro in assoluto e si che di spettacoli ne ho visti... In generale è un peccato che si racconti poco il mondo agricolo, spesso i temi di film cortometraggi e documentari sono altri e comunque sono realizzati dall'esterno, da gente che non è agricoltore o allevatore, anche quando il tema è la vita agricola... ma purtroppo c'è anche poca memoria, nel senso che la maggioranza delle persone ha origini contadine spesso nemmeno troppo lontane, ma si è cancellato anche il ricordo, dopo aver cambiato vita magari nel dopoguerra o negli anni sessanta o settanta, e i figli o i discendenti di questi che hanno cambiato vita non hanno mantenuto quasi nulla della memoria di cosa erano e cosa facevano i loro nonni e avi da tempo immemore... Nel cinema, uno che racconta molto invece della memoria di questo è Simone Massi, che ha fatto l'operaio e che ha avuto molti familiari contadini e nelle sue animazioni spesso si racconta questo... animazioni che fa da solo e meravigliose secondo me...
    In generale però è un mondo l'agricolo, il contadino che si tende a dimenticare, e alla fine questo è il tema al centro degli spettacoli del Teatro Povero di Monticchiello, in una modernità feroce e distruttiva, mantenere come cose preziose e indispensabili almeno i ricordi di quello che si è stati...
    Temi belli questi che come si vede da quello che scrivo, mi colpiscono molto... anche la mia di origine è quella di famiglie per lo più contadine e a contatto con la terra, che la modernità abbia fatto dei guasti assurdi insieme alle cose positive che ha anche portato, è un fatto, ma che poi ci si dimenchi di chi siamo e da dove veniamo, questo mi sembra veramente folle...
    Tornando alla tua esperienza, è bello sapere che hai fatto video esprimendo e raccontando il tuo mondo, ora non so se hai continuato cosa che mi farebbe piacere se sì, però è anche già molto bello leggere quello che racconti qui, sono dei veri racconti secondo me...

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    1. ...è la mia Vita Alberto, e questa è la prima volta che provo a raccontarla quasi tutta d'un fiato.
      Ci sono aneddoti che racconto spesso, periodi che amo ripercorrere raccontandomi, ma mai in questi (quasi) trentasette anni avevo dato parola a quanto fu di me.
      Come già ti ho scritto, non importa la faccia, il nome, o il numero di scarpe...oggi più che mai secondo me è importante non focalizzarsi sul "chi" ma sul "cosa" e sul "come".
      Io ci sto provando, con fatica ma ci sto provando.
      Ciao
      A.A.

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    2. Questo racconto mi ha lasciato senza fiato. Ammiro il coraggio e la forza che hai avuto, che ti hanno permesso di realizzare il tuo sogno. Una vita non vissuta e' una vita persa e per sapere qual'è' quella giusta bisogna anche sbagliare. Anche per me il 97 e' stato l'anno in cui un tragico incidente stradale ha segnato la mia esistenza. Ma invece di avere il coraggio di ammettere a me stessa che un ciclo era terminato e dovevo iniziarne un'altra, ho trascorso tutti questi anni a credere che nulla fosse successo, cercando di fare quello che facevo prima con risultati penosi e che a volte mi ridicolizzavano. Da quando ho trovato il tuo blog, e' come se all'improvviso ho trovato quel coraggio che mi e' sempre mancato, e iniziare a fare quello che da soddisfazione a me, fisico permettendo. L'unico rimpianto, ho aspettato troppi anni. Continuerò' con piacere a leggere le tue riflessioni, ci vedo una vita quasi perfetta che scorre in queste righe e unostimolo a non mollare

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    3. Cara Rosa,
      credimi se ti dico che la perfezione è assai distante da me e dalla mia Vita.
      Credo che l'unica vera Forza, assieme all'Amore dei cari, sia stata per me quella di non scoraggiarmi...o comunque di farlo solo per brevissimi periodi.
      Ricordavo proprio questa settimana quando il primario di Neurologia mi disse che io mai avrei potuto tornare a potare gli olivi: avevo diciott'anni, e secco gli rispondevo che avrei continuato a farlo anche standomene su di una carrozzina...magari aiutato da un rimorchio che potesse farmi stare più in alto.
      Proprio in questi giorni ricordavo quel momento...proprio mentre mi spenzolavo da un'olivo centenario segandone le vette ed i ricacci.
      La Vita ci porta a fare strade strane, spesso tortuose, talvolta incomprese, ma + la nostra Vita, e se intendiamo VIVERLA VERAMENTE dobbiamo tirarci su le maniche e studiare il modo giusto per adattarci.
      Adattamento...grande parola.
      Evidentemente il novantasette è stato un anno difficile anche per te, e me ne dispiaccio.
      Saperti tra i miei lettori mi fa sempre molto piacere: mai scoraggiarsi, altrimenti tutto sarà più difficile e cupo.
      Un abbraccio a te
      A.A.

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  4. Racconto da leggere completo tanto è ben scritto e interessante, tanto ci fa comprendere come la passione per qualsiasi cosa ci doni la vita, lavoro, persone, hobbies siano fondamentali quando dipendono dal tuo essere e dalla tua anima...
    Bravissimo, grazie!
    Un abbraccio ppiovosissimo!

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    1. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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    2. Cara Nella, la risposta a questo tuo intervento la troverai nel mio prossimo Post.
      Interamente dedicato alla mia risposta per te.
      Grazie
      A.A.

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  5. Ieri sera nel salone parrocchiale abbiamo rappresentato "E il Signore ordinò di costruire l'arca " commedia brillante in due atti. Rappresentavamo lo scombussolamento che è avvenuto nella famiglia di Noè quando appunto mentre zappava Dio lo chiamò e ....Io ero Emzara la moglie rompiscatole ma giudiziosa di Noe'( interpretato da un giovane, (insomma 40-45 anni) agricoltore che ha lasciato gli studi per lavorare la sua terra )...Ti ho pensato, dopo che già avevo letto due o tre volte questo tuo post, ...Inutile dire io sono innamorata della tua vita e vedo solo le cose bellissime, mentre, lo so che la vita non è fatta di sole cose bellissime, ma io vedo e voglio vedere solo quelle....mi incuriosiscono e mi innamorano questi tuoi colpi di scena ..e le persone che hai vicino...A pensarci bene la tua vita sembra la mia al contrario ...Ora mi guardo indietro e mi sembra tutto bello ...E' proprio vero il proverbio che ripeteva mia nonna "si sa dove si nasce ma non si sa dove si muore " Un saluto!!

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    1. Posso asserire con tutta certezza che Io nella Vita non mi sono mai annoiato...tanto nel bene che nel male.
      Non so se io abbia condotto una Vita bella...o addirittura bellissima, ma so che è stata sino ad oggi colma di tante gioie ed altrettanti dolori, seppur forse solo i secondi mi abbiano riempito di quella forza e convinzione che mi hanno permesso di apprezzare ancor di più il senso della gioia.
      C'era un mio amico dei tempi delle superiori, che usava spesso questo "suo strano proverbio": Si sa da dove si nasce, non si sa dove si va a morire, ma per la strada c'è pieno di merde che aspettano solo d'esser pestate!".
      A me questa cosa mi faceva tanto ridere, specie quando la diceva da dietro quei suoi occhiali spessi, con quell'aria a "braccini di sedano" che tanto mi faceva compagnia.
      Un saluto a te
      A.A.

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  6. Bellissimo e coinvolgente il tuo modo di raccontarti. Piano piano ti leggerò tutto... Buona serata!

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    1. Grazie Silvana,
      ogni tuo commento sarà ben accetto.
      Buona lettura quindi.
      A.A.

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