La Vita al Podere corre a più non posso.
E tra la stagione che è stata assai avversa, le complicazioni per raggiungere minime produzioni, la mancanza di manodopera per portare avanti i tanti lavori da fare, e l'impegno costante di mia moglie a fare la mamma di una splendida ed impegnativa lattante...tutto questo (e molto altro) mi hanno portato a rimanere indietro con molte cose.
Tra queste ce n'era una che mi pesava molto non aver fatto: scegliere una pianta per mia figlia.
E' tradizione per me dedicare una pianta a chi nasce e chi muore.
Tutto iniziò con ma morte di mio nonno paterno: lui è stato uno dei miei cari che mi ha sempre spinto verso la Natura, e spesso faceva dei gran discorsi sulla Vita, sulla morte, e sugli alberi custodi del ricordo o gli alberi protettori della vita.
"Quando muoio" mi diceva durante le nostre lunghe chiacchierate "vai alla macchia, in un posto dove siamo stati assieme, e prendi una piantina giovane, toglila dal terreno senza sciuparla, e rimettila in un posto che sappia ricordarti di me. Ogni volta che avrai voglia di cercarmi, potrai trovarmi proprio lì."
Ero letteralmente innamorato di quelle parole, e fantasticavo sempre su quel momento tanto triste quanto solenne.
E come Natura insegna, quel momento arrivò, anni dopo, e proprio mentre avevo il desiderio di fermarmi per piangerlo, mi assentai dalla stanza mortuaria e mi diressi verso l'ultimo posto nella macchia dove l'anno precedente avevamo cercato funghi assieme.
Un piccolo leccio di circa mezza spanna, era proprio al centro di una piazzola che un tempo fu carbonaia.
Con zappino e mani tolsi la pianta dal terreno avendo cura di non sciuparne le radici, la riposi in un vecchio cappello di stoffa, e mi diressi in un luogo in cui so che l'avrei trovato spesso.
Mentre trapiantavo quella pianticella le parlavo, quasi come fosse un citofono con l'aldilà, e mi raccomandavo a mio nonno di non dimenticarsi di quella promessa.
Lui era ateo convinto, ma a suo malgrado era dotato di una spiritualità assai alta, e negli anni seppi ritrovarlo sempre sotto a quel leccio, oggi pianticella alta e fronduta.
Toccò poi a mio nonno materno, e l'iter fu il medesimo.
Poi mio suocero, e stesa cosa feci.
Tre alberi custodi del ricordo, messi in tre luoghi differenti, ai quali rivolgersi per lacrime e sorrisi, e nei quali ritrovare molto di coloro che furono (e rimarranno) indelebili nel cuore, ma talvolta rischiano di svanire nella mente.
Sempre senza spiegare niente a nessuno, sempre sapendo solo io dove poter trovare queste persone a me così care.
Sedersi di fronte a questi alberi riporta automaticamente alla mente quello che si pensava svanito, quasi come a rileggere poche righe di un vecchio libro, e ricordarlo poi tutto come se non fosse mai stato dimenticato.
Ma la Vita ha voluto che, per la prima volta, avessi l'opportunità di scegliere (e poi trapiantare) una pianta per qualcuno che era appena nato: mia figlia.
In questo caso l'albero ha un'importanza diversa: "Quando sarai babbo, allora dovrai scegliere molto bene la pianta per i tuoi figli. Una pianta che possa avere un forte significato, e che possa rappresentarli sempre."
Questa volta si trattava di un albero protettore della Vita.
Ma in quei giorni la mia testa andava a mille, ed il mio cuore ben più veloce...e lasciai trascorrere i primi giorni, e poi altri, e poi altri.
Pensavo e ripensavo alle parole di mio nonno.
Pensavo e ripensavo a quale pianta scegliere.
Doveva essere una pianta che le fungesse da augurio, da ricordo, e sopratutto da protezione.
Protezione...
In campagna la Magia è fusa nelle tradizioni, da sempre, e da sempre molte gesta sono dei veri e propri rituali.
Ecco che quella pianta doveva essere una "pianta magica", ma quale?
C'ho messo quasi quattro mesi, ed un pò me ne vergogno, ma poi ho scelto.
Conosco molte piante, e di queste spesso ne conosco significato ed potere magico.
Non sono un pazzo, ma sono solo un quasiquarantenne che ha ereditato parole e tradizioni, e che continua a tenere ben presente quanto abbia ereditato.
Ebbene, ragiona che ti ragiona, la mia scelta definitiva è poi stata la prima intuizione avuta in ospedale con mia figlia in braccio.
L'Agrifoglio.
L'agrifoglio è un arbusto tipico delle zone fresche, interne, spesso pedomontane o altocollinari.
E' una pianta che può crescere anche qualche metro in altezza, o allargarsi molto, ma comunque preferisce rimanere all'ombra, magari sotto le alte chiome di altri alberi, e svilupparsi (lentamente) in ampiezza.
E' una pianta che molte persone associano al Natale, e non a caso è per molti popoli europei la pianta associabile a Santa Claus, San Nicola, Papà Inverno e Babbo natale.
Una pianta che proprio nel periodo di fine dicembre, e quindi nel periodo natalizio, è generalmente accompagnata dalle sue caratteristiche bacche rosse, che tanto risaltano sul verde (o verde/bianco) delle sue foglie.
Le foglie poi, tanto arrotondate quanto appuntite, sono inconfondibili.
Una pianta che tutti conosciamo, ma che magari non tutti abbiamo la fortuna di poter vedere nascere spontanea nei boschi di fronte casa.
Io ho questa fortuna, ed anche se nel tempo gli agrifoglio sono sempre più rari, ne ho qualche pianta nel mio bosco, a tre minuti a piedi dall'uscio di casa mia.
Nonostante questo, ho deciso di comprarne una pianta in vivaio, proprio per non disturbare questa pianta che tanto amo ma che tanto pare essere sempre più introvabile in cattività.
Badate bene, ogni pianta che ho strappato al terreno, l'ho poi accuratamente trapiantata e debitamente curata, ed oggi è forte e sana: ma di lecci e querce qui ne ho a milioni, mentre di agrifoglio oramai solo 5 o 6 piante.
La decisione di acquistarla è stata semplice, mentre la riuscita di tale intento lo è stato meno.
Ho girato 6 vivai, in tre luoghi diversi (tra cui il capoluogo di provincia), e solo quando stavo iniziando ad arrendermi all'idea di non riuscire in questo, ne ho trovata una, bella, grande, robusta, con tante radici e tanto pane per lei.
Campeggia di fianco all'uscio di casa, ancora nel suo grande vaso, e lì resterà sin quando non deciderò dove metterla intorno alla casa.
Ma ecco perchè ho scelto l'Agrifoglio per mia figlia.
E' una pianta sempreverde, e questo le conferisce significato di LONGEVITA'.
...E da qui l'augurio che lei abbia una Vita Lunga.
E' una pianta che SCACCIA IL MALIGNO, proprio per la conformazione delle sue foglie con il margine spinoso.
...E da qui l'augurio che possa vivere una Vita nel bene, sempre.
E' una pianta che richiama all'AGGRESSIVITA', proprio perchè le sue foglie possono offendere, e non solo difendere.
...E da qui l'augurio che lei possa essere pronta, da brava leoncina quale è, a mordere la Vita nei momenti opportuni, senza aspettare di doversi difendere dopo aver ricevuto il colpo.
E' una pianta che richiama alla FORZA, proprio perchè come la maggior parte degli arbusti, concentra tutto il suo sviluppo aereo in spazi ristretti, e talvolta è intricata e resistente alle intemperie. ...E da qui l'augurio che lei sappia avere forza fisica, ma sopratutto forza morale, e che la possa accompagnare sempre nel Mondo che sarà.
E poi, è una pianta del territorio, AUTOCTONA, e quindi che ha tradizione nel tempo passato.
...E da qui l'augurio che lei possa sempre ricordarsi da dove viene e che possa avere un senso di appartenenza verso la terra che l'ha accolta.
Ed infine, è appunto una PIANTA DEL NATALE, se non "LA" pianta del Natale (assieme al ginepro), che nella mia zona è, da secoli, simbolo delle festività pagane che seguono il solstizio d'inverno. Chi poteva, negli anni addietro, tagliava un ginepro e lo addobbava con fiocchi, candele, nastrini penzolanti. E così veniva festeggiato Il Ceppo (appunto la festa pagana associabile al Natale).
Ma i più poveri usavano mettere in casa un ramoscello di Agrifoglio, che col suo rosso benaugurale, portava comunque sorrisi e fortuna nelle case.
...E da qui l'augurio che lei possa sempre godere del Natale come Punto di passaggio tra il vecchio ed il nuovo, e che possa festeggiarlo con gioia proprio come il suo babbo le insegnerà a fare negli anni a venire.
L'Agrifoglio quindi, pianta magica che le ricorderà chi è, da dove viene, e che saprà proteggerla e riportala alla Festa ogni volta che lei vorrà.
Devo solo decidere dove trapiantarla, ma per adesso rimarrà proprio lì, ben accanto all'uscio del podere, a fungere da scudo, e ad annunciare il Natale.
Caro agricoltore anacronistico, prima ancora di leggere tutto il post perbene faccio gli auguri a te alla famiglia e alla bimbina in particolare. di buona salute, fortuna che un pochina ci vuole, e tutte le buone cose che occorrono per una buona vita.
RispondiEliminaTi ringrazio di cuore, e contraccambio: l'augurio migliore da fare è, a mio parere, un augurio di Buona Vita, sempre e comunque, anche a Natale.
EliminaE quindi, che questo Natale ti possa portare la vita "più buona" per te.
Grazie
A.A.
Ora ho letto. Moltissimo tempo fa c'erano, pare, boschi interi di agrifoglio. Tolkien chiama un territorio l'Agrifogliere. E' una pianta bellissima, minacciata da noi dall'innalzarsi delle temperature. Bellissima scelta.
RispondiEliminaIo ho trentotto anni di vita, ed ho ricordi nitidi dove gli Agrifoglio campeggiavano in molti dei boschi che frequentavo.
EliminaCredo che, prima l'uomo, e poi il cambiamento climatico, stiano decimando questi meravigliosi Esseri Verdi.
Spesso anche il taglio del bosco (da me assai diffuso), se dato in mano a gente poco coscienziosa (o anche piuttosto poco "informata"), potrebbe influire negativamente sulle sorti di queste piante.
Ciao e grazie ancora
A.A.
Quante riflessioni! Grazie per avercele raccontate!
RispondiEliminaNoi abbiamo scelto degli alberi per piantarci sotto la placenta dei figli. Ma non abbiamo fatto così tanti pensieri, abbiamo invece usato e ben acconto degli alberelli che la vita ci ha messo incontro in quel periodo, un acero e un noce.
Buona giornata!
ben accolto
EliminaSono tante le persone che son nate "sotto ad una pianta".
EliminaNel mio caso si trattava di una ortensia: mio babbo la stava trapiantando proprio quando lo chiamarono per dire che ero nato, e lui arrivò all'ospedale con le mani ancora terrose...
Grazie per questa tua bella testimonianza.
A.A.
Carissimo Amico Agricoltore, ma...sono diventata così pappamolla da piangere di gioia quando leggo (rari) scritti come il tuo? Che bellissima idea hai avuto, bene hai fatto ad assecondare la volontà dei tuoi saggi anziani volati via, solo materialmente.
RispondiEliminaHo i brividi (e non perché stia nevicando copiosamente in questo momento) nel leggere ciò e davvero auguro alla vostra splendida famiglia tutta la serenità possibile per trascorrere, insieme a chi amate, il primo Natale della tua cucciolotta.
E comunque istintivamente anche noi facciamo lo stesso per qualsiasi essere che muoia nella nostra famiglia, sia pure uno dei gatti di casa. Magari mettendolo a riposare ai piedi di un albero importante già esistente nei pressi.
Davvero ti mando un grande abbraccio, con tanto affetto
Susanna
Susanna, te sei sempre tanto Cara, e lo sai.
EliminaQuella di usare come tomba un vecchio albero credo sia usanza assai diffusa in molte famiglie, ed anche io ho cercato di fare così nel tempo.
Ricordo ancora Neve, Figaro, Leila...i gatti di casa, e quel loro essere presenti nel centro dell'orto dei miei, oggi sotto ad un bell'albicocco, tra tulipani e giacinti profumati.
C'è la mia amata Tigri, gatta che qui al Podere ha dato i natali ad una vera e propria stirpe di bravi gatti, che riposa sotto ad un olivo.
E poi ancora chissà quanti...
Grazie per le tue belle parole.
A.A.
... bellissima idea e magica scelta ...
RispondiElimina... ma l'agrifoglio che hai piantato è maschio o femmina?
Bella domanda!!!
EliminaRispolverando le reminiscenze di Botanica, so per certo che questa pianta sia di tipo dioico, e che quindi, come giustamente fai notare te, ci siano piante con fiori maschili e piante con fiori femminili.
Posso dire che produce bacche, perchè ne ha molte, e questo mi farebbe pensare al suo essere femmina...ma potrei sbagliarmi.
Devo riprendere in mano qualche vecchio libro, e cercare di darti una risposta più valida.
A.A.
Questo post è semplicemente straordinario, mi dispiace non trovare parole più adeguate per definirlo. È ricco di emozioni, ricordi, cultura, suggestioni, intuizioni, spiritualità e la tua inconfondibile sensibilità, che ne hanno reso un dono prezioso! Magnifica l'idea di tuo nonno, deve essere stato una persona speciale...mi ritrovo tanto nelle tue, nelle vostre parole sul legare la vita di un uomo a un albero simbolo, c'è qualcosa di commovente e di profondo in questo. Infine, quante cose non sapevo sull'agrifoglio! Me l'hai ritratto come fosse una creatura dotata di un carattere proprio (non è forse così?), ora il cespuglio di agrifoglio che cresce nella zona semiboscosa del grande giardino di mia mamma ha un valore in più. Che dirti? Hai fatto la scelta giusta per tua figlia, una pianta speciale per una persona che potrà crescere altrettanto speciale, in una famiglia come la vostra! Ed ecco un'altra analogia...gli agrifogli iniziano ad essere sempre più rari. Un carissimo augurio di vero cuore a te, tua moglie, tua figlia e tutti i tuoi cari, per queste prossime festività! Che siano un momento di gioia, di ritrovo, di riposo, ma anche di passaggio, nel ciclo della natura che sempre si rinnova. Un forte abbraccio!
RispondiEliminaSilvia, Silvia...
EliminaCerto che anche tu riesci a scaldarlo il cuore di questo Agricoltore infreddolito.
Le mie parole sono uscite, come sempre, senza troppi pensieri prima.
Magari sono sul trattore, nella stalla, oppure sto segando legna o spostando del fieno, e mi viene voglia di scrivere una cosa.
Non ci penso più sino a che non posso sedermi davanti a questo computer, e lì scrivo per come mi vien di pensare in quell'esatto momento.
Nessun canovaccio, nulla di organizzato, e da qui ne sortono sempre le mie sgrammaticature, le mie parole inventate, i tantissimi errori di battitura, e chissà quante altre cose che farebbero rabbrividire la mia adorata e severa professoressa di lettere.
Apprezzo la tua considerazione, davvero.
Sapere che certe semplici parole riescono ad emozionarvi, è per me grande e reale fonte di emozioni.
Grazie, sempre.
A.A.
Bellissimo il tuo racconto, commovente questa usanza di scegliere un albero da dedicare a chi occupa il nostro cuore.Io con il mio caro papà ho piantato un ciliegio quando è morta mia madre ora purtroppo è il momento di scegliere un albero per lui e tu con il tuo racconto me lo hai ricordato. grazie per condividere questi tuoi pensieri che credimi aiutano , accipicchia se aiutano.valentina
RispondiEliminaValentina, io ringrazio te per le belle parole, e l'emozione che tu trasmetti a me dicendole.
EliminaOgnuno ha il proprio percorso, e seppur siamo tutti vite distanti, molte sono le cose che ci avvicinano.
Ecco che un albero a simbolo ci rende tutti uniti in certe forti emozioni.
Grazie a te.
A.A.
E' bello pensare che le piante,gli alberi, abbiano un valore aggiunto che non sia solo economico di utilita'...Mi piace immaginare foreste di albericasa o di alberi delle anime come in Avatar...cosi' lontane dall'attuale visione comune generalizzata...Anche sotto i miei olivi riposano tanti amici a quattro zampe che mi hanno accompagnato negli anni..Che l'agrifoglio cresca rigoglioso e con le sue bacche si diffonda...Un abbraccio
RispondiEliminaCarissimo Fabio,
Eliminatante sono state (e saranno) le volte in cui io mi arrabbio con chi pensa che le piante non siano dotate di una "qualche anima".
E tanti sono gli scontri che ho fatto (e che farò) con chi ritiene imparagonabile (sotto tutti i piani) la vita delle piante con quella degli animali.
...ma il discorso sarebbe VERAMENTE TROPPO LUNGO, e questa mia risposta sarebbe pretesto per chissà quante polemiche.
Quindi, bene gli albericasa, bene gli alberi delle anime, e bene Avatar che a suo modo ribadisce chissà quanti concetti custoditi delle memorie dei vecchi o di chi nel tempo addietro aveva certamente maggiore rispetto della Natura, e di tutte le sue forme di vita.
Grazie per l'augurio, e grazie per essere sempre presente in questo mio angolo di Mondo.
A.A.
Poesia!!! Senza volerlo ti ho già copiato...quando è nato Marco mio figlio, che è grande come te, piantai un leccio preso proprio come dici tu dal bosco del nonno, papà. Lo piantai a direzione della finestra del tinello così che lo potevo tenere d'occhio quando poi giocava con l 'altalena che ancora pende dai suoi rami più robusti ...ormai enorme.Quando è nata Assunta ,quattro anni dopo, piantai una magnolia, enorme anche questa, a direzione della finestra del salone ...e ogni anno mi profuma il giardino e la casa....quando già l'aria profuma di fieno....Continuerò a fare come racconti...è POESIA!!!!! Non potrai immaginare come hai reso felici tua madre e tuo padre!!!!BUON NATALE AA
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EliminaFranca Rita, sei sempre così...materna nei tuoi interventi.
EliminaE' come se le tue parole profumassero di casa...
Nella mia vita ho sempre ascoltato, ed ho cercato di ricordare.
L'insegnamento del mio nonno è qualcosa di profondo e privato che raramente condivido, ma ho trovato appropriato poterne parlare qui in occasione dell'arrivo della mia bimba e del suo albero.
Proprio ieri, durante una passeggiata in un bosco a circa sei kilometri dal podere, ho trovato un'Agrifoglieto, ed ho contato almeno trenta piante di agrifoglio in meno di 200 metri quadrati.
Io non conoscevo quel posto, ma ho pensato subito che quel posto vedrà una delle primissime passeggiate di mia figlia in un bosco.
E' una pianta che adoro, da sempre, e che la mia bisnonna mi ha insegnato ad apprezzare.
Ebbene, nonni, bisnonni, genitori: tutti hanno parlato, e tutti li ho ascoltati sempre, e sempre tutto torna nella Vita.
Credo che la Felicità per questo Natale sia tutta in questa bimba che strilla e ride, tanto per i suoi nonni (e la bisnonna) quanto per i suoi genitori.
Grazie Franca Rita e buon Natale a te.
A.A.