Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

mercoledì 22 aprile 2020

Parole di quarantena

Scrivere in questo periodo è complicato.
Scrivere di questo periodo, lo è ancor di più.
Accendo la radio, ed attraverso quell'apparecchio mi arrivano le notizie.
Nel tardo pomeriggio mi connetto in internet, e leggo un pò di notizie online.
Niente televisione, niente social media, niente tam tam di news Vs. fake news.
Scendo in paese una, due volte a settimana, poche parole scambiate a distanza, tra mascherine e occhiali appannati.
Guanti monouso indossati al cancello di casa, e tolti al medesimo, al rientro dal giro per approvvigionamento alimentare, lavanderia a gettoni, negozio di articoli agricoli, a volte la posta.
Al mio ritorno, prima scarico la roba in cantina, poi mi cambio i vestiti (sempre in cantina), e poi mi lavo a dovere.
Relazionare chi e cosa ho visto, quello non è mai piacevole: c'è sempre quel senso di protezione che mi frena dal raccontare "proprio tutto" di quello che realmente sento e vedo, e magari mi soffermo su qualche particolare che possa strappare un sorriso o piuttosto aprire un confronto.
"Ma il lievito di birra non lo hai trovato neanche questa volta?"  Mi chiede mia madre, che nonostante in casa sia presente una continua provvigione di lievito madre, ambirebbe anche a questo articolo oramai introvabile.
"L'alcol non c'era nemmeno questa volta?"
"C'era tanta gente in fila all'ufficio postale?"
"Chi hai visto di visi conosciuti?"
Visi conosciuti...
Non ho fatto neanche in tempo a conoscerle le persone, figuriamoci se riconosco il loro viso sotto queste mascherine. Appena trasferiti, e già isolati.
"Ho visto il muratore, davanti alla farmacia. Vi manda i saluti, chiedeva della bimba"
Ecco che si ferma la casa, e sorridenti mi fissano occhi avidi di sapere di più.
"Mentre salivo a casa ho anche visto due daini in mezzo alla strada, erano femmine, e..."
Ma vengo interrotto per avere più notizie sul muratore "E che t'ha detto poi?"
Son come bimbi al luna park: io rientro con lo stomaco girato, e la preoccupazione d'essermi tirato dietro chissà quale diavoleria invisibile che possa far danno nei polmoni e negli animi dei miei cari, e loro...mi chiedono del muratore, o della cassiera del supermercato, o dell'omone che vende le piantine da orto.
Mi fanno tenerezza, e questi momenti sono la sintesi di questa quarantena: loro in casa, oramai da...non so, ho perso il conto, ma sono quasi sette settimane, ed io che patisco ogni immersione in questa nuova società di distanziati, tra odore di alcole e glicerina, mani che puzzano di piede lesso per quei guantacci da due soldi che son riuscito a rimediare, e quelle mascherine tenute come oro.
Loro si danno da fare, tanto in casa che con la bimba, e cercano di pensare al quotidiano, tra manicaretti ai fornelli e camino, stufa e caldaia da accendere e alimentare.
Forse viviamo in una nuvola, e siamo tra i più fortunati noi, che se s'apre l'uscio abbiamo prati, alberi, vento e silenzio, senza vicini molesti e maldestri, senza ficcanaso spioni pronti a condannarci per chissà cosa, senza opinionisti del tutto, e obblighi da rispettare.
S'esce, e c'è solo Natura, per almeno due kilometri in ogni direzione, senza strade trafficate, visite inopportune, rischio alcuno.
"T'invidio sai..." mi dice l'amico che deve vivere tutto questo distante dagli affetti familiari, e nel paese dove vige "la caccia al mostro di turno".
"Quanto vorrei avere la tua libertà" mi dice la quasi sorella che è costretta nel ristretto, tra finestre e sguardi.
"Ci han sempre preso in giro e visti come sfigati per il nostro vivere in campagna, ed oggi forse sian quelli che viviamo meglio" mi ha scritto un amica prossima alla famigerata zona rossa del sul Lombardia.
"Penso a quei bimbi saldati in quei loculi di città, e io posso far giocare il mio tutto il giorno nell'erba davanti casa" le fa eco un amico agricoltore della toscana.
...pensieri diversi, ma certamente il vivere in campagna è in questo momento una risorsa immensa per chi può usufruirne.
Ancor di più, come un elefante in vetreria, mi sento goffo ed impacciato nelle nuove (in)convenzioni sociali, dove non si da più la mano, dove si parla dell'immediato, dove la rabbia pare accompagnare le persone come un cane al guinzaglio, e dove tutti avremmo un milione di buoni motivi personali per infrangere questi limiti imposti,
Sospiro, ma non troppo...perchè se mi scappa un colpo di tosse il giorno seguente mi daranno già per spacciato.
Cerco di avere pazienza, parlo poco, meno di poco, anzi...non parlo per niente.
Penso solo a sbrigarmi, a fare le cose a dovere, a mantenere la distanza, ed ancora...a sbrigarmi.
Ma non devo sudare, sennò qualcuno mi vorrà misurare la temperatura, io che ce l'ho sempre alta come vado a spiegarglielo che son di sangue caldo e che mal sopporto i maglioni caldi al supermercato?
Ci vuole pazienza, tanta, troppa, per capire l'impiegato delle poste che è scocciato e che si comporta in modo scocciato e maleducato.
Ci vuol pazienza se in fila c'è sempre chi ti passa aventi, facendo finta di non comprendere che c'è una fila per tutto.
Ci vuole pazienza se ti si affianca una persona che ha una mascherina improbabile ed improvvisata, e vuole solo fare due parole, usando il più assurdo dei pretesti.
Ma queste son sciocchezze.
Mentre io scrivo queste bischerate, dal divano comodo della casa nella montagna, c'è chi patisce, chi lotta, chi crolla, e chi non si rialza.
Vorrei poter parlare di rispetto, e vorrei farlo usando parole giuste, rispettose appunto: parole rispettose, sul rispetto.
Non credo di esserne capace, almeno non ora.
Io un balcone dal quale affacciarmi e cantare, non ce l'ho.
Io le catene di sant'antonio sull'Andrà tutto bene, proprio non le seguo, e sinceramente mal le sopporto, ed assolutamente non le condivido.
Io l'aperitivo in videoconferenza, non riesco a farlo.
Proverò a continuare quello che ho fatto sino ad adesso: profilo basso, attenzione per le regole, senso civico al massimo, scendere al paese lo stretto indispensabile, e sopratutto provare a dare alla mia famiglia un poca di protezione e sicurezza.
Non sarà molto, ma sento che in qualche modo anche io sto dando così il mio piccolo, minuscolo, contributo, e sopratutto lo faccio seguendo il mio modo di essere.
Le preoccupazioni ce le ho, tante, ma non lascio che siano troppe: se son tante, le gestisco...se son troppe, vincono loro, e non va bene.
Oggi più che mai ci vuole Razionalità ed Intelligenza, lo dico sempre, sempre, sempre: Razionalità ed Intelligenza, lasciando che le paure abbiano un nome, un inizio, ed anche...una fine.
Tutti, seppur in modo diverso (spesso drammaticamente diverso) stiamo pagando il proprio piccolo o enorme prezzo.
Tutti ne stiamo uscendo vittime.
Tutti dobbiamo tentare, almeno tentare, di uscirne anche vincitori.
Non andrà tutto bene, manco per il caxxo: non credo a questa cosa se penso a quelle migliaia di famiglie che vivono lutti su lutti, se penso a tutte quelle persone che stanno perdendo lavoro e magari anche le proprie case, se penso a chi sta peggio di me. Non andrà tutto bene, ma...dovrà pur cambiare qualcosa, e questo cambiamento, io voglio sperare, potrà anche portare qualcosa di buono.
Che sia nell'Ambiente, che sia nelle nostre abitudini, che sia nei nostri cuori, che sia nelle nostre Coscienze,  forse tutti dobbiamo lasciar spazio anche a qualche seme buono che questa immensa valanga di merda che ci investe da settimane potrà lasciarci.
Forza e coraggio, che di tempo di fronte credo ne avremo ancora molto prima di uscire da tutto questo.
Forza e coraggio.

17 commenti:

  1. Io penso a cosa diavolo abbiamo fatto di male per meritarci questo casino...
    Ciao

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    1. Se dovessi dirti cosa mi passa per la testa...
      Non mi lascio scoraggiare facilmente, seppur quando questo accade mi sforzo nel ricercare il buono anche nel momento buio.
      Continuo a pensare che dobbiamo sforzarci tutti di "imparare ed avere memoria" una buona volta.
      Ciao e grazie
      A.A.

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  2. Un abbraccio caro AA...non andra' tutto bene...e' la prima cosa che sento...mi salva la Terra con le sue meraviglie...anche quando va come dovrebbe

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    1. Credo che chi abbia sfiducia nel genere umano, in questo periodo stia toccando il suo minimo storico.
      D'altro canto, chi ha fiducia negli equilibri della Natura, forse saprà cogliere qualcosa di buono anche in questo periodo.
      La Terra, lavorata o selvaggia che sia, c'era prima di noi, e continuerà ad esserci dopo di noi.
      Un abbraccio Fabio.
      A.A.

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  3. Eh caro Amico, la pensiamo proprio allo stesso modo e l'ho pure scritto.
    Fortunata perché spalanco la porta ed ho un immenso giardino. Perché i miei ragazzi dalla mattina alla sera, saltando più di qualche lezione universitaria on line, sono andati a potare gli ulivi e si stanchi da morire, tornano abbronzati ed affamati (ora c'è "solo" da rimuovere rami e tronchi, facendo fascine, legna da ardere e trinciando il resto). Dunque nella tragedia siamo fortunati a stare in luoghi ameni, ancor di più a non esserci ammalati e a sapere salvi i nostri cari.
    Ma non si può rimanere indifferenti a tutto quello che continua ad avvenire. Grandi esultanze perché "la curva inizia ad abbassarsi" Ma cribbio ne muoiono, in malo modo e soli, ancora diverse centinaia al giorno!!! Non sta andando tutto bene e dopo non andrà tutto bene.
    La fame per alcuni è già arrivata. Mancano i soldi per gli approvvigionamenti.
    La disperazione è palese e si insinua in noi il terribile tarlo dell'insicurezza di tutto.
    Forza e coraggio. Non ho cantato. Non ho battuto le mani, in cuor mio prego sempre per quelli che stanno dando la vita per aiutare gli altri. Ho messo sul cancello di casa la nostra bandiera e stavolta non è per un campionato di calcio.
    Dici bene tu: Forza e coraggio
    Un abbraccio Susanna
    Forza e coraggio

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    1. Tre enormi fortune le nostre: vivere all'aperto, avere la famiglia riunita, ed essere in salute.
      Mi chiedo come mai ci sia voluto tutto questo pandemonio di sofferenze per poterci sentire fortunati.
      Se ripesto nei mie pensieri passati, io fortunato mi ci son sempre sentito.
      Oggi forse è più immediato venir riconosciuto come tale dal prossimo, sopratutto se a questo manca una (o piu di una) delle cose che sopra ho mensionato.
      Forza e Coraggio Susanna.
      A.A.

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  4. Molto complicato. Avevo desiderato stare un po' a casa e occuparmi del giardino e degli olivi e l'ho fatto. Poi qui c'è la mia suocera con l'alzheimer e da quando siamo "chiusi" mi tocca anche quella, cacca e pulizie. La signora che ci aiutava non è più venuta. Lavorare fuori aiuta tanto. Quando esco non ho paura, e non so bene perché. Anche per un motivo serio, che qui casi quasi non ce ne sono. Io avrei l'età giusta per ammalarmi, comunque. Chissà. Facciamo per lo più la spesa qui i paese a duecento metri da casa, e il negozio è quello di sempre, salvo le mascherine, e conforta un po'. Se si va più lontano la sensazione è bruttissima, di chiusura, isolamento, gente che ti guarda come se volessi o potessi ammazzarla. Poi c'è questa cosa che non vogliono che lavori fuori. Se ti fai male mentre lavori ingolfi il prontosoccorso! Ho detto che se mi faccio male seriamente nei campi voglio che mi abbattano lì, seriamente, che mi sono rotta di questa dittatura dell'uomo qualsiasi.

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    1. Vivo a due kilometri dal primo (piccolo...piccolissimo) villaggio, d già lì ho la percezione della sofferenza e della paura, anche per colpa di due casi, a qualche metro l'uno dall'altro, a qualche settimana l'uno dall'altro.
      Passare di lì e sentire il...silenzio, e non vedere più nessuno che stende il bucato, passeggia, chiacchiera, mi lascia sempre molto sconforto.
      Ho la grandissima fortuna di riuscire a stare bene a casa, ed ogni volta che debbo allontanarmi lo percepisco ancora di più.
      Ciao e grazie
      A.A.

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  5. Bene, c'è qualcosa da leggere stasera. Grazie! Emanuele

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  6. Bisognerebbe chiedere a quei quasi 30 mila che sono morti se "andrà tutto bene"...
    E' un grande problema per tutti e tutto dovremmo rimetterci qualcosa.
    Spero si capisca che l'agricoltura è fondamentale e primaria.
    Noi in campagna siamo tra i fortunati, abbiamo di che passare il tempo. ciao

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    1. Credo che in un momento come questo, dove molti, moltissimi connazionali stanno soffrendo, e dove tutti, in qualche modo, dovremo fare grossi sacrifici, più che l'ottimismo, ci voglia prospettiva.
      Non so...magari quest mio discorso è una cavolata, ma più che un "andrà tutto bene" io mi sentirei meglio sentendo un "abbiamo un piano d'uscita solido e sicuro.
      Non voglio metterla in politica, NON VOGLIO QUESTO, ma più che altro preferirei sapere che ci sono scienziati e capi che sanno come e cosa si deve fare per uscire da questo periodo, tanto da un punto di vista sanitario, quanto economico e non ultimo sociale.
      Questo avrei voluto, e vorrei, sentirmi dire.
      Non mi interessa se viene dalla bocca di un nostro studioso o politico, ne tanto meno se viene da chissà quale altro paese, ma credo che nel 2020 QUALCUNO avrebbe anche potuto mettere in conto una qualche pandemia, giusto?
      Ma dico io...si pensa ad andare su Marte, e non si mette in conto una Pandemia?
      Questo mi fa arrabbiare in una maniera che tu non immagini nemmeno quanto.
      A.A.

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  7. Il motto "andrà tutto bene è banale e superficiale, caratteristiche che cozzano davanti a un evento così drammatico.
    Ci vuol ben altro che un motto, come dici bene tu.
    A me non serve il lievito di birra, mi basta il mio lievito madre, che sto moltiplicando e regalando.

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    1. Mia moglie ha il suo lievito madre da oltre dieci anni.
      Mia mamma ha il suo lievito madre da molti anni.
      Entrambi quei lieviti madre sono in questa casa...ma forse la richiesta di mia madre era per avere una qualche scorta, o per fare un qualche pane particolare, sinceramente non so.
      lei è una bravissima cuoca, e ne sa una più del diavolo in cucina: chissà mai cosa vorrebbe farci con quel panetto di lievito di birra.
      Non credo che lo scoprirò tanto velocemente.
      Ciao Silvia, e grazie.
      A.A.

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  8. Urka !
    Mi piacerebbe avere una ricetta della tua mamma!!

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    1. Com'è vero che tutti gli italiani sono CT della Nazionale di calcio, è anche vero che tutti gli italiani hanno una mamma formidabile in cucina...
      Oggettivamente mia mamma è molto brava in cucina, ed il suo segreto è mettere amore in quello che fa.
      Questa quarantena è certamente allietata dalle sue ricette, e tutto assume un "sapore" migliore.
      Magari, un giorno, metterò qualche ricetta che lei mi ha insegnato.
      A.A.

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