Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

mercoledì 19 ottobre 2011

Lavorazioni per recuperare un campo

Lo scorso gennaio l'Agricoltore ha preso in affitto agricolo dei campi per un'ampiezza di 2,10Ha: questi erano sodi (non lavorati) da almeno 5 anni, e prima di tale data ricevevano soltanto una superficiale lavorazione con erpice a dischi e nulla di più.
Nessuna concimazione...nessuna aratura...nessun avvicendamento colturale...da almeno 10 anni.
L'Agricoltore Anacronistico si è da subito innamorato di quei bei campi: esposti a ovest, riparati dalla tramontana, non soggetti a brinate, nessun ristagno idrico importante, di comodo accesso, e sopratutto da RECUPERARE e quindi anche senza chimiche residue di vario genere.
Per una persona che vuole fare Naturale questo è un ottimo punto di partenza.

Di seguito un elenco delle lavorazioni che sono state effettuate dal mese di Maggio ad oggi con relativi consumi i di gasolio agricolo:
- inizio Maggio 2011: trinciatura erba e sterpaglie (10litri);
- Maggio 2011: rippatura profonda con ripuntatore a 3 ancore (25litri);
- fine Giugno 2011: seconda rippatura con ripuntatore a 3 ancore (15litri);
- Settembre 2011: aratura con aratro bivomere (profondità di 30cm)(60litri);
- inizio Ottobre 2011: letamazione con stallatico(5litri);
- Ottobre 2011: doppio passaggio con erpice a dischi (morgan)(30litri);
- Ottobre 2011: una parte del campo è stata seminata con favino e poi erpicata con erpice a denti fissi(5litri), mentre una seconda parte sarà lasciata a riposare sino a febbraio per poi essere seminata ad orzo.

L'Agricoltore è consapevole che sarebbe potuto intervenire in altri modi, ma ha preferito scegliere questo percorso perchè:
- invece di trinciare avrebbe potuto ovviare facendoci pascolare le sue amate capre, ma l'ampiezza e lo stato del campo richiedevano un intervento più radicale e veloce.  Oltretutto i campi in questione sono distanti dal suo podere dove vivono gli animali.
- la doppia rippatura è avvenuta a cavallo di un periodo di pioggia intensa (metà giugno) , e sopratutto perchè stava ricrescendo un pò d'erba (gramigna sopratutto) ed il caldo di fine giugno lo avrebbe aiutato a sconfiggere tale pianta.
- l'aratura è avvenuta in settembre non per scelta, ma i tanti lavori si erano accavallati rendendo impossibile tale lavorazione di agosto.  Il risultato è comunque da considerarsi ottimo: terra molto friabile, ben rigirata ed arsa dal sole caldo sino a pochi giorni fa.
- la concimazione con stallatico essiccato è sempre la migliore scelta, anche se le dosi utilizzate non sono certo da considerarsi ai massimali di quelle richieste dalla situazione.  Cìè comunque da dire che nel febbraio 2011 l'Agricoltore aveva sparso 10q di pollina con la speranza di riuscire a fare un pò di fieno naturale per le sue capre, ma il risultato finale non l'aveva convinto portandolo alla decisione di trinciare tutto.   Quindi, oltre allo stallatico, quei campi hanno ricevuto anche la pollina 8 mesi fa.
- dividere il campo e coltivarlo con più colture è alla base della rotazione e degli avvicendamenti colturali.  La parte a favino sarà trebbiata per uso zootecnico, ed il prossimo anno sarà dedicata al grano tenero e orzo: infatti il favino è un azoto fissatore, e le sue radici svolgono anche un ottimo lavoro di rottura nel terreno.
La parte ad orzo poteva (doveva) essere seminata a biada (avena), la migliore scelta per partire in una situazione di recupero, ma all'agricoltore l'orzo occorreva, ed ha preferito non comprarlo e auto-produrselo. Il seme che sarà utilizzato in febbraio per la semina è frutto della trebbiatura 2011 (scarsa ma ugualmente importante).

In questo campo non sarà utilizzato alcun concime chimico e diserbante, anticrictogamico o antiparassitario.
La natura penserà al resto.

Il campo è così frazionato:
-0,60Ha di favino;
-1,00Ha di orzo;
-0,50Ha di favino.

Il favino seminato è del tipo vesuvio (non conciato) e un misto di semi che l'Agricoltore ha direttamente preso dalle sue scorte (favino destinato a vecchie semine e favino per uso zootecnico).
Il favino è stato seminato in quantità di 140Kg/Ha (abbondante perchè teme che la germinabilità dei vecchi semi sia notevolmente abbassata).
Non è stata usata seminatrice, ma un semplice frullino (spandiconcime) e semina a mano lungo i bordi: l'idea iniziale era quella di seminare tutto a mano, ma la minaccia di pioggia lo ha spinto ad affrettarsi con tale lavorazione, optando per il frullino.

Per il prossimo anno (2012) l'Agricoltore Anacronistico prevede un minor impiego del trattore per le lavorazioni da fare nei campo, e il suo programma di massima è:
- successivamente alla trebbiatura rippare;
- morganatura abbondante nel mese di agosto;
- morganatura leggera prima della semina:
- semina a mano;
- erpicatura a ricoprire il seme.

La sua più grande perplessità è stata quella di dover utilizzare così tanto il trattore (150litri di gasolio consumati), ma lo ha ritenuto necessario per creare un "anno zero" da cui ripartire.
Da qui l'idea di impiegare sempre meno il trattore e lasciare che la rotazione agricola lavori moto meglio di mille coadiuvanti meccanici e chimici.

Visto che ieri è stato ricoperto il seme, si augura che la pioggia (tanto annunciata in questi giorni) non tardi ad arrivare e che la natura faccia il suo corso.

giovedì 13 ottobre 2011

Scaldarsi con la legna - PARTE 2°

Continuando.

Parliamo adesso di cosa voglia dire scaldarsi con la legna.
Consumare (per esempio in una stagione media) 80q di legna prevede prima di tutto un impegno fisico notevole.
Il nostro Agricoltore si lascia aiutare dal padre e dalla moglie, ma è lui a svolgere la maggior parte del lavoro "più pesante", e questo è possibile anche grazie ai suoi 32 anni.
Ma scaldarsi con la legna è una cosa fattibile anche per molti altri: come detto i suoi genitori si scaldano con la legna, seppur vivano in un condominio in pieno paese, e a quanto pare è solo una questione di volontà ed organizzazione.
L'Agricoltore ha molte possibilità che evidentemente non possono essere ritrovate da chi abita in paese, ma ci sono altre vie per non dover rinunciare a questa scelta, come per esempio contattare un taglialegna che porti direttamente a casa la legna già tagliata.
Basta avere una cantina, un garage o un angolo di giardino ed il gioco è fatto: la legna trova collocazione in attesa di essere bruciata, magari sotto ad una lamiera o un telo.
La legnaia dell'Agricoltore

In questo modo arriva già pronta all'uso e l'unico sforzo sarà quello di portarla di fronte alla stufa, e nulla più.
Certamente questo è difficile che accada in città (molto improbabile per tutta una serie di motivi più che ovvi), ma se nei paesi si mantenesse questa abitudine forse molte cose potrebbero cambiare (e non solo da un punto di vista economico).
La SOSTENIBILITA' dello scaldarsi a legna è certamente al suo culmine nell'esempio specifico dell'Agricoltore, che si taglia dal suo terreno, si trasporta con i suoi mezzi, si sega e accatasta a casa sua, e si brucia per scaldarsi e cucinare: un ciclo veramente chiuso a kilometri zero e con una limitata emissione di inquinamento nell'aria.
La sostenibilità si abbassa se la legna ci viene portata da terzi, che magari acquistano la legna da segare da altre persone ancora, e che ci portano il ciocco tagliato direttamente in paese: i kilometri fatti da quella legna rischierebbero di essere molti, ma...guardiamo il male minore.
Il male minore è appunto che decidiamo di scaldarci con la legna, un bene RINNOVABILE E NATURALE...che la nostra terra ha da offrirci, e che è a sufficienza per molti di noi (non tutti considerando le metropoli e le zone dove non sono presenti i boschi).
Il presupposto sarebbe quello di affidare il taglio a persone competenti, che non "stuprino" il bosco con tagli esagerati, ma che abbiano ben a cuore il rinnovamento di quell'ecosistema; seguirebbe poi la distanza limitata tra il luogo del taglio e quello della consegna; in fine la capacità di sapersi adattare al fuoco di legna e a quello che comporta.
L'ultimo punto è per molti il più ostico da comprendere e affrontare: "La legna sporca...la stufa fuma...i muri ingialliscono...ci vuole troppo tempo per riscaldare un ambiente...non è pratico", e sono questi alcuni pensieri comuni a molti.
L'Agricoltore scuote la testa e borbotta.
Forse queste famiglie si son dimenticate di come ci scaldavamo prima dell'avvento del metano; vogliamo forse parlare del Kerosene o del carbone?
Ripetiamo il concetto che la legna è un combustibile rinnovabile, e a quanto pare è l'unico nel suo genere.
Se (come detto prima) in taglio è regolato da severe regole e se il bosco è vicino alla vostra casa, perchè non considerare la legna come l'unica valida alternativa per scaldarsi?
Ci sono poi l'eolico (che tanto piace all'Agricoltore Anacronistico) ed il fotovoltaico, ma qui stiamo parlando di combustibili...e delle rinnovabili parleremo un altro momento (ottima alternativa comunque...se non la migliore).
Evitiamo anche di paragonare la legna al pellet: nessuno di voi si è mai chiesto quanta energia occorra per tagliare...trinciare...pellettizzare...confezionare (rigorosamente in plastica...)...distribuire...consegnare un sacco di pellet?
Per carità, sempre meglio del Kerosene, dei riscaldamenti a gasolio o gpl, e del metano...ma imparagonabile alla legna in termini di sostenibilità (e magari anche di calore).
E poi vogliamo parlare della qualità del calore che ci regala la legna?
Beh...tante sarebbero le banalità da dire, e non è intenzione di chi scrive quella di cadere nel calderone dei luoghi comuni, ma solo quella di aprire una finestra su UNA SOLUZIONE ANTICA QUANTO L'UOMO.

L'Agricoltore ricorda che la nonna gli aveva raccontato una cosa sull'avvento dei fornelli a gas: "All'epoca erano scettici sull'utilizzo del gas.  Erano convinti che la roba cuocesse troppo velocemente e che poi facesse male all'organismo.  Preferivano il carbone a quella nuova comodità.  Oggi nonna ha 81 anni, ed ogni volta che viene a pranzo qui al podere mi fa notare come si senta che il cibo è stato cotto sulla stufa o dentro ad un forno a legna. Forse allora qualcosa di vero c'è?
Mi capita che vengano a trovarmi cari amici coetanei che utilizzano il fornetto a microonde per ogni tipo di piatto, ed anche loro mi fanno notare la grandissima differenza di sapore, odore e consistenza che assume il cibo...e quanto sia più buono cotto sulla stufa.
Che allora sia vero?

Chi di noi non preferisce la pizza cotta nel forno a legna, oppure l'arrosto di un forno tradizionale?
Pensiamoci, e cerchiamo di pensare anche alla nostra salute oltre che al piacere di mangiare."
Infornata di carne di maiale nel forno a legna




Ogni volta che accendiamo un fornello noi consumiamo qualcosa che non ci sarà più, e questo qualcosa una volta che è finito...è finito per davvero.
Noi tutti, in un modo o nell'altro, ogni giorno contribuiamo a CONSUMARE il nostro pianeta...e partire anche da una piccolissima cosa come l'utilizzo della legna come combustibile, potrebbe ridarci la capacità di non consumare proprio tutto.
Il discorso etico e quello pratico potrebbero anche scontrarsi, ed è bene ribadire quanto sia difficile (se non impossibile) fare certi ragionamenti in certe zone d'Italia oppure nelle città...ma la nostra nazione è grande, e chi ha la possibilità di scegliere potrebbe valutare quanto appena detto come valida alternativa per andare avanti.
L'aspetto romantico di tutto questo trova collocazione in un contesto etico e morale, e sopratutto ecologico-ambientale.
Il calore della legna è senza dubbio il miglior calore e una soluzione naturale per scaldarsi.



L'Agricoltore Anacronistico oggi è venuto a sapere che ci sono dei comuni in Toscana che vietano l'accensione di stufe e camini causa emissione di polveri sottili PM10: a quanto pare c'è chi vede nei comignoli fumanti una grandissima minaccia per il nostro pianeta.
Non è certo nostra intenzione sparare a zero su chi ha preso tale decisione, certi che evidentemente c'è una solida verità dietro a tale scelta, ma....
A monte cosa dovremmo fare? Prima di spegnere i comignoli delle nostre abitazioni, che cosa tali comuni dovrebbero fare?
Beh...come minimo vietare la circolazione di ogni auto, autobus, taxi, motorino e camion...
...successivamente spegnere tutte le caldaie a metano, gasolio e gpl...
...vogliamo poi parlare dell'industria???
Beh...a questo punto potrebbero essere spenti i comignoli incriminati, ma solo dopo aver spento tutto il resto...roba da matti.
E pensare che non si potrebbe neanche più scaldare il povero che non ha soldi per farlo con il petrolio...roba da matti.
Addirittura in molti comuni toscani c'è il divieto di incendiare sterpaglie e residui di potatura: infatti il contadino dovrà chiamare un camion (che forse consuma ACQUA CALDA e non gasolio???) per ritirare (magari) un'esigua quantità di fronde ed erba, e stoccarla da una qualche altra parte per divenire chissà poi cosa (e comunque non certo con motori che consumano ACQUA CALDA...).
L'agricoltore Anacronistico dice che forse non ci rimane altro che scaldarci a suon di zappatura e bicchieri di vino buono...
...roba da matti.

martedì 11 ottobre 2011

Scaldarsi con la legna - PARTE 1°

"Con la legna ci si scalda tante volte: alla macchia per segarla...poi per caricarla...poi per riscaricarla...poi per fare i ciocchi da stufa...poi per i pezzi da camino...poi per stivarli in legnaia...poi per portarli in casa ogni giorno...
E solo dopo tutte queste scaldate riusciamo a dar fuoco alla legna e scaldarci anche in quel modo.
Con la legna ci si scalda sempre tante volte!"

Così ha esordito l'Agricoltore Anacronistico quando gli ho chiesto di parlarmi dell'argomento.
Lui viene da una famiglia che si è sempre scaldata con la stufa, e che tutt'oggi rifugge l'utilizzo del metano per il riscaldamento: lui stesso al suo podere ha 3 punti calore ed un forno alimentati a legna, e non vede altra alternativa.
Scaldarsi con la legna, e tutto parte da qui secondo una personalissima riflessione basata solo sull'esperienza (e non certo sullo studio) di cosa vuole dire fare tale scelta nel suo territorio.

Partiamo da dove arriva la legna.

Vivere in campagna non vuol dire necessariamente potersi scaldare solo con la legna, ma certamente offre svariate possibilità per farlo, anche solo recuperando legname dall'azienda.
I residui di potatura infatti costituiscono circa il 10-15% della legna arsa e sono costituiti da:
- vite: con i tralci si alimenta il forno (devono essere secchi almeno di 6 mesi) e con le branche la stufa ed il camino. La vite offre un grande caldo anche se poco duraturo. All'Agricoltore hanno insegnato a usare questa legna quando si vuole fare il pesce azzurro alla griglia (ottime le acciughe).
- olivo: i polloni vengono uniti in fasci e fatti seccare al sole per poi alimentare il forno (ottimi per il pane), i rami ed il tronco (quando capita di segarlo) sono sempre destinati al camino e alla stufa.  L'olivo offre un ottimo caldo ed è preferibile che sia molto secco e asciutto (generalmente usa tagli di almeno un anno).
- castagno: durante la potatura del castagno il nostro amico ammassa veri e propri tesori.  In barba a quanto dicono che il castagno più fresco (5-7 mesi) non è adatto al camino perchè scoppia e rischia di lanciare lapilli, lui li usa per la stufa dove il crepitio è pure piacevole da ascoltare.  Le potature di oltre un anno possono essere utilizzate anche nel camino.  Questo legno è amato dall'Agricoltore per la sua grande duttilità.
- frutti: pero e melo possono essere bruciati anche intorno ai 6-7 mesi dal taglio, ma è importante che il pesco, l'albicocco, il ciliegio ed il susino siano ben stagionati (oltre un anno): la loro resina può riservare spiacevoli sorprese nella vostra canna fumaria.

E' poi il turno del taglio dei seponali e pulizia dei campi.
Sono sempre molte le occasioni in cui ci son da ripulire le prode (il perimetro) di un campo da lavorare, oppure le volte in cui si devono sbassare (mantenere bassi) i sieponali ossia le file di alberi che delimitano una proprietà o un campo.
In entrambi i casi il pennato e la sega ci permettono di collezionare della legna (talvolta considerata minore) che può essere destinata al fuoco.
Il nostro Agricoltore riesce tagliare fino al 10% di legna destinata al consumo annuo.
L'olmo e l'acacia fanno molto caldo (sopratutto la seconda), ma devono essere ben secchi e la loro durata è bassa.  La cascia (acacia) è indicata per il fuoco del forno, e rilascia pochissima cenere: raggiunge temperature molto alte in breve tempo.
Quando è concesso (previo avviso alle autorità di competenza) è possibile anche tagliare la ginestra (un tempo lo si poteva fare liberamente), ed anche questa è molto buona per il forno (rametti e tronco).

Il restante 75-80% della legna arriva direttamente dal taglio del bosco.
In tutt’Italia sono tantissime le specie che popolano i tanti boschi: basti pensare al tesoro della macchia Mediterranea, sino a salire nelle faggete ed abetaie di montagna.
Il nostro Agricoltore vive in Toscana, ma basta fare due curve di strada ed entrare o salire nell’entroterra che tutto cambia.
Ecco quello che lui ha a disposizione:
-         Carpino: rappresenta circa 1/5 della legna di bosco.  Discreto nel fornire calore è anche semplice da segare e stivare.
-         Cerro: rappresenta circa 2/5 della legna del bosco. Abbondantissimo intorno al podere, è una risorsa inesauribile.
-         Orniello: rappresenta 1/5 della legna del bosco.  Non è un grande legno per il fuoco, ma è molto presente (e non solo nel bosco) ed è quindi bene sfruttarlo.  Generalmente non lo usa da solo, ma gli affianca un pezzo molto secco oppure di un legno che faccia più calore.
-         Leccio: rappresenta 1/5 della legna del bosco.  Amatissimo dall’Agricoltore (al pari dell’olivo e secondo solo al castagno) è questo un legno che dura molto nel fuoco offrendo tanto calore, ma che non è adatto per le fasi dell’accensione.  Talvolta usa pezzi vecchi di 5-6 anni e sorride mentre si sfrega le mani al fuoco da essi prodotto.
-         C’è poi altra legna che viene dal bosco (acero, erica, ginepro, meli selvatici, sorbo, corbezzolo), ma costituiscono solo una minima parte inferiore a 1/5.  La scopa (erica) è comunque ampiamente apprezzata per avviare (accendere) il fuoco di stufa e camino, ed i suoi tronchi sono caldissimi (seppur piuttosto esili).



L’Agricoltore brucia una quantità che oscilla dai 70q ai 95q anno di legna, cercando di usare 2/3 di legna dell’anno (legna della primavera precedente con un minimo di 7 mesi d’essiccazione) ed 1/3 di legna di oltre due anni.

Questi sono i suoi punti calore:
-         Stufa Cucina Economica, posizionata nella cucina: questa viene accesa i primi giorni di ottobre e spenta in Maggio inoltrato.  E’ attiva 24ore al giorno, e lì vengono cucinati i pasti e tenuto il  bricco dell’acqua * (un bollitore perennemente pieno) .
-         Camino nella sala: viene acceso nel tardo pomeriggio per dare calore per il dopocena, viene mantenuto sempre acceso nei freddi giorni di gennaio e febbraio e quando c’è la neve.
-         Stufa a pozzino nella camera da letto: questo tipo di stufa viene caricata dall’alto ed è accesa nel pomeriggio per stiepidire l’ambiente prima di coricarsi, salvo i periodi freddi in cui è sempre accesa.
-         Il forno a legna: accanto all’uscio di casa (ingresso) viene acceso svariate volte durante l’anno.  L’Agricoltore punta ad accenderlo ogni 10 giorni (tutto l’anno) per cuocere il pane.

continua



*Il bricco dell’acqua è una costante in molte case di paese e di campagna.  Questo infatti svolge la funzione di umidificare l’ambiente che rischierebbe di essere troppo secco con la stufa sempre accesa.  Inoltre è una riserva continua di acqua bollente utile per lavare i piatti, fare il bucato e cucinare.  Generalmente il bricco è fatto di rame, ma vanno bene anche bricchi di alluminio e acciaio leggero.




sabato 8 ottobre 2011

PROBLEMI SUL BLOG

Mentre l'Agricoltore se la ride di brutto, io (che dovrei essere il blogger...dovrei...) non riesco ad inserire i commenti sotto ad i post.
Io faccio la procedura per scrivere un commento, inserisco Google Accaunt, e....questa è la risposta.
Magari sbaglio qualcosa.
Mi appare la scritta:

Siamo spiacenti, non è stato possibile completare la richiesta.

Sono stati riscontrati i seguenti errori:
Input error: Cookie value is null for FormRestoration
...sono certo di sbagliare qualcosa, ma non capisco cosa...
Se un'anima caritatevole mi potesse aiutare...

venerdì 7 ottobre 2011

Ultima colta dell'orto estivo

Questa mattina l'Agricoltore si è recato nell'orto e ha fatto (forse) l'ultima colta dell'orto estivo.
Non gli era mai capitato di assistere ad un inizio ottobre carico di verdura così colorata (pomodori, peperoni, melanzane...), ed in previsione del calo repentino delle temperature ha deciso di "cogliere il coglibile": Dispiace prendere dalla pianta i peperoni ancora verdi, ma dispiace ancor di più destinarli ai maiali perchè letteralmente cotti (ustionati) dal freddo improvviso.
Memore di ciò si è armato di paniere e coltello e ha preso un pò di verdura.

All'appello erano presenti le seguenti varietà:
- Zucca Gialla Quintale;
- Zucca marina di Chioggia;
- Zucca Turbante Turco;
- Peperoni Rossi (sempre puttosto verdi...);
- Pomodori Rio Grande;
- Pomodori Pisanello;
- Pomodori Costoluto di Pistoia;
- Cicorietta;
- Fiori di Zucchini Fiorentini;
- Zucchini Fiorentini.







Il tempo sta cambiando velocemente, e dopo la nottata di umidità e nebbia si preannuncia una perturbazione con relativo abbassamento di temperatura.
I cavoli nell'orto saranno contenti, e la pacciamatura di paglia saprà proteggerli,ma le varietà sopra elencate non avrebbero retto alla fredda tramontana.
A questo punto non rimane altro che accendere la stufa a legna e cucinare...

giovedì 6 ottobre 2011

"Una Fattoria per il futuro" di Rebecca Hosking

Ormai da tempo gira nella rete il documentario BBC di Rebecca Hosking basato sul possibile futuro dell'agricoltura.
Ci sono molte premesse da fare:
- il documentario è datato 2009;
- l'autrice affronta la tematica da un suo personale punto di vista (condivisibile ma opinabile);
- il documentario parla della situazione dell'agricoltura Inglese fornendo dati ad essa relativa;
- sono affrontate tematiche come la Permacultura, il Biocarburante, la riconverzione delle aziende di famiglia, mentre sono omesse tantissime altre soluzioni (certamente attuabili anche nella Nostra Italia);
- la risoluzione può apparire fiabesca e bucolica, ma...
...ma credo che questo documentario debba essere visto dal maggior numero di persone.
E' un documentario che (a modo suo) parla di alternativa e speranza, e che mette almeno una pulce nell'orecchio di quanti proprio "non vogliono sentire".

Vi prego di dedicare un'ora del vostro tempo per affacciarvi su una "nuova-possibile prospettiva agricola".
E tutto questo non deve apparire come anacronistico o fantasioso...
Buona Visione
PARTE 1

PARTE 2

PARTE 3

PARTE 4

PARTE 5

PARTE 6

mercoledì 5 ottobre 2011

Nel 2010 il reddito agricolo italiano in calo di -3,3%

Come commentare tale notizia?
Secondo i dati Eurostat il reddito agricolo reale per lavoratore è aumentato in tutta Europa del 12,3% (dopo un calo del 10,7% nel 2009)...
...MA IN ITALIA la situazione appare nettamente in controtendenza: mentre ci sono nazioni come la Danimarca, l'Olanda e la Francia che sono lanciate verso netti aumenti di tale reddito, l'Italia sprofonda con un segno negativo pari a -3,3%.
Peggio degli italiani soltanto la Grecia, la Romania e la Gran Bretagna.
Il dato diviene ancora più agghiacciante se lo confrontiamo con quello del 2005, dove facendo pari a 100 i redditi di quell'anno, possiamo notare che nel 2010 tale reddito è dell'83,6%: in pratica negli ultimi cinque anni il reddito agricolo italiano è calato del 20%.
E se poi avessimo veramente voglia di farci del male, potremmo controntare il dato del 2010 con quello del 1999, e noteremmo che negli ultimi 11 anni gli Agricoltori italiani hanno perso circa il 40% del loro reddito...nonostante i contributi della Politica Agraria Comunitaria (PAC).
Come commentare tale notizia?

http://epp.eurostat.ec.europa.eu/cache/ITY_PUBLIC/5-20122010-BP/FR/5-20122010-BP-FR.PDF



L'Agricoltore Anacronistico ancora si ricorda la faccia che fecero gli impiegati della sua associazione di categoria quando avviò le pratiche per la richiesta di Coltivatore Diretto: sentirsi una vera e propria specie in via di estinzione fu una sensazione dufficile da scordare.