Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

sabato 14 agosto 2021

13/08/'21 GRAZIE GINO

 Ma io dico, di tutti i Falsi Santi che ci sono a questo mondo, proprio un Diavolo Buono doveva crepare?

venerdì 6 agosto 2021

Una giornata a caso in mezz'estate

Sono le 5 del mattino, e suona la prima sveglia.
Tutti dormono in casa.
La seconda le fa eco, e la mano cerca e trova il modo di fare silenzio: mi sento russare, ed il sonno sarebbe quello migliore per me.
Ma mi alzo, come se un elastico mi tirasse via dal letto, e con l'acqua fredda del pozzo riesco a svegliarmi bene.
Passo nella camerina a lasciare un bacio sulla fronte della bimba.
Una bella colazione, di quelle sostanziose, ed un bel caffè doppio a seguire.
Inforco l'uscio di casa, fuori schiarisce, ma è freddo: canottiera, maglietta, felpa...ed a volte non basterebbe per turarsi bene.
Fa alba mentre il trattore è già acceso e governo il cavallo, mentre il cane mi corre intorno felice di essere di nuovo assieme.
Scendo nel castagneto, c'è la legna da scollettare più a valle, cataste da fare, pali da portare al podere.
Lavoro, nel fresco, mentre il sole buca a fatica il fitto fogliame, con la felpa sino alle 9:00, e poi una pausa per la solita mela, ed acqua buona presa dal bottiglione di vetro.
Mi guardo intorno e vedo cataste ben organizzate, cumoli di legna da sbrogliare, ancora vette da ramicciare, molto pulito, molto da lavorare ancora.
Il pennato mi aiuta, guanti gialli, la motosega sempre pronta: lavorare all'ombra è un piacere, mentre il cane se la dorme beatamente.
Inizio a caricare il rimorchio, s'odono i tonfi dei ciocchi, sbattuti sul ferro, e l'eco scende ancor più a valle lungo il fiume.
Rannuvola, naccherano le foglie, due tortore che si raccontano i fatti loro, le felci attorno alte oltre la cinta.
Gobboni, con poco sudore in fronte e tanto di schiena, alle 11:30 riprendo la strada di casa, mentre il vecchio cingolato romba come un drago sulle salite ripide.
Il cane mi segue, sempre guardandosi attorno a controllare che tutto sia a posto.
Si risale oltre il poggetto dietro casa, all'imposto del legname, e li mi metto a scaricare il castagno, mentre la bellezza tutt'attorno mi chiama per fare l'Amore.
Mi fermo, e continuo a stupirmi di quanto la Natura possa essere bella...
Passa radente una poiana, gira larga sopra il capo ed il campo di fronte, sparisce oltre il crino.
Mi brontola la pancia, ed è ora di tornare a casa.
Lungo la proda del campo le more iniziano a diventare scure, mentre il melo grosso quest'anno avrà pochi frutti da darci.
Pomodori dell'orto, olio sale, basilico, pane casareccio, la forma del cacio sul tavolino, le zucchine sott'olio, acqua e vino buono.
Si mangia tutti assieme, e la bimba tiene banco con i racconti della sua mattinata al campo estivo.
Gli occhi mi si appiccicano per il sonno.
Ancora un caffè, due parole con la moglie, metto a dormire la bimba, mi butto sul divano a riposare.
Se va bene alle quattro e mezzo (del pomeriggio) riparto.
Suona la sveglia, mi ero addormentato, mi alzo e di corsa mi lavo la faccia.
Fuori l'aria è ancora troppo calda, mi invento lavoro all'ombra, almeno per una mezzora.
Gli arnesi nella cassetta, le mani unte di grasso, lo straccio intriso di mille odori, ed il trattore con qualcosa da aggiustare, sempre.
Gli frugo nella pancia, un dado da stringere, e rivia, a staccare il rimorchio, attacco il morgan, il campo da lavorare nel polverone.
Ne mangio di terra, eccome se ne mangio, ma il lavoro riesce bene.
Mi fermo, mi scuoto la polvere dai panni, stacco il morgan, parcheggio il trattore, bevo e sputo acqua marrone, mi lavo la faccia, questa volta bevo.
Arrivo alla macchina: lì il camiciotto e la maschera, l'affumicatore ed i guanti mi attendono per andare dalle api.  
Scendo in apiario, mi vesto, accendo l'affumicatore, e con la leva in mano mi accosto alle arnie,
Sento cantare i gruccioni: maledizione, sono arrivati anche quest'anno e faranno un'abbuffata delle mie api bottinatrici.
Le api oggi sono tranquille, e senza azzardare troppo lascio perdere il fumo, e procedo in modo non molesto.
Poco il miele fatto, ma devo contentarmi perchè a breve dovrò smielarlo.
Si alza il vento, è fresco, il cielo si rannuvola.
Le api s'innervosiscono, non insisto e me ne vado perchè si avvicina il tramonto.
Torno a casa, la cavalla da sistemare, i polli da governare, l'orto da annaffiare.
La bimba che corre e gioca col cane, la su mamma che la rincorre con il maglioncino tra le mani.
Le braccia sono stanche e fresche, si sta bene.
In casa mi lavo, mi trastullo con la bimba mentre la mamma serve il cucinato, si parla mentre la radio ci accompagna con qualche canzone.
Sparecchio, preparo la colazione per l'indomani, chiudo le finestre e salgo al piano di sopra mentre la bimba e la mamma sono in bagno.
La buona notte della piccina, 
La compagnia di mia moglie.
Da fuori l'abbaio del cane, mi affaccio, il tasso cammina lungo il recinto delle patate.
Sono le undici, e rimango da solo, con il computer sulle ginocchia, ad ascoltare musica tenendo gli occhi chiusi.
Adesso è notte fonda, fuori pascolano tre caprioli vicino al pozzo.
Il vento s'è placato.
Vado a dormire...








Ai lettori che ancora non lo avessero fatto, sono pregati di leggere QUI e di lasciare un commento.
Grazie tante.
A.A.