Ha mani dalle dita lunghe, lunghissime.
Ricordo l'ultimo febbraio, piovoso, senza gelo e neve, con temperature di molto sopra la media del periodo.
Un marzo dove, durante l'impianto del frutteto, stavamo in manica di camicia, ed il sole era piacevole ed anche uggioso.
Ricordo nitidamente un aprile, caldo dapprima, bastardo poi con quella gelata A SORPRESA, che mi bruciò così tanto, salvo poi tornare subito al calore.
Maggio, fatto di continue annaffiature, col fieno asciutto, poco, misero, l'erba già ingiallita, le piante sofferenti, e gli ulivi che bruciavano la mignola.
E poi un giugno micidiale, dove pareva che il solleone si fosse veramente incaxxato contro tutto e tutti.
Un luglio desolante, con le querce che ingiallivano, le viti che lasciavano appassire l'uva non ancora invaiata, l'orto che arrancava, la testa che faceva sempre male.
Agosto, mattoni che piombavano dal cielo, la campagna impraticabile, la morte sotto gli occhi, infinito, maledetto.
Settembre, falso, che prima c'ha dato l'abbocco facendoci sperare nella stagione "buona e giusta", addirittura con nottate fresche, ed il camino acceso nella goduria generale, ma che poi è concluso in un caldo schifoso, assurdo, e tanto stupido.
E adesso...
E adesso queste dita maledettamente lunghe hanno toccato anche il mese di Ottobre, con un'"ottobrata" come non la si sentiva e vedeva da anni.
A maniche corte, alle 9 di sera, in casa con il camino spento, e 18 gradi tra i muri: una follia.
La macchia è asciutta, arida, neanche mezzo fungo, le castagne sono piccolissime, indietro, le ghiande manco a trovarne una.
Non piove, e se piove lo fa per pochissimo tempo, salvo poi essere più caldo di prima.
Accendo il fuoco, a sere alterne, ma giusto per volermi sentire in autunno, non certo per la necessità.
E' caldo, un Grande Caldo, che continua.