Sono perfettamente consapevole che quanto sto per dire non incontrerà il consenso dei più...
...ma come sempre io son qui per dire la mia, e poi ascoltare la ragione altrui.
RITORNA L'ORA SOLARE.
Infatti da questa notte, la notte tra sabato 29 e domenica 30 ottobre, le lancette si sposteranno indietro di un'ora.
Cosa vuol dire tutto questo?
Vuol dire che questa notte, chi non ha impegni "solari", dormirà un'ora di più.
Per chi ha invece impegni "solari" le cose cambieranno.
I galli inizieranno la gara di canto alle 5:30...la mezz'ora canonica prima dell'Alba.
Alle ore 6:00 albeggerà, ed a partire dalle ore 6:30 le capre inizieranno a sgolarsi a furia di chiamarmi per il governo mattutino.
La giornata alle 7:00 sarà belle che iniziata, e tutto slitterà indietro di un'ora...proprio come le lancette questa notte.
Ma alla sera, invece che governare gli animali alle 18:00 (come ho fatto oggi), inizierà a governarli alle 17:00.
Poco a poco, nei prossimi due mesi, le giornate si accorceranno sino a posticipare il governo mattutino alle 7:00 e quello serale alle 16:00. Quello sarà il momento in cui le ore di giorno saranno al loro minimo, e quello sarà il momento in cui FINALMENTE arriverà il tanto agognato e sospirato riposo.
La moglie riprenderà con i suoi lavori a puntocroce (ci son le tendine nuove da fare), e con la lettura dei suoi libroni.
Il cane ronferà davanti al camino...molte più ore di quanto non faccia già adesso.
La gatta si appollaierà sul ventre della moglie, impastando il pane e lasciandosi grattare.
Ed anche per il sottoscritto il camino, il libro e della buona musica allieteranno le ore del pre-cena.
C'è chi c'ha il calcetto, c'è chi c'ha il bar, c'è chi colleziona, chi costruisce, chi chatta, chi esce a passeggio per il paese...e c'è chi aspetta l'ora solare per riappropriarsi di quella Calma di cui tanto necessita.
Quella Calma che, la Natura stessa con le ore di buoi, imporrà a tutti: e se i cavalli e le capre dormiranno, e se sarà buio per lavorare i campi, e se il freddo aumenterà, allora...solo allora, ci sarà Calma anche per me.
Prendetela con filosofia, non lasciatevi deprimere da questo piccolo/grande cambiamento, siate sereni, e ricordate che la vita Solare ha un suono assai più romantico e "Naturale" della vita Legale.
Ed appunto, RITORNA L'ORA SERATE...E TUTTO SEMBRA PIU' "NATURALE".
tra autarchia e visionarietà, stoicismo e pragmatismo: una raccolta di tradizioni, quotidianità e progetti di un amante della campagna che vede nella Naturalità l'unica via
Taglio dell'erba per gli animali del podere
sabato 29 ottobre 2016
lunedì 24 ottobre 2016
Orto inaspettato
24 Ottobre, ed andare nell'orto si rivela una sorpresa.
L'ondata di freddo di due settimane fa ha letteralmente ammazzato le piante di pomodoro, che tante e cariche, continuavano a colorare l'orto ed i vasetti di conserve, pezzettoni e pelati.
Così, da un giorno all'altro, i fusti son divenuti marroni, le foglie si sono accartocciate, ed è finito il periodo del pomodoro.
I frutti, tanti e pendenti, si sono letteralmente raggrinziti, riempiti d'acqua e poi spaccati sotto la violenta e continua azione delle cimici.
Per me l'orto era finito, ma...
Ieri, dopo giorni in cui non vi andavo, con mia moglie ho deciso di andare a ripulire, e:
- le piante degli zucchini fiorentini, oltre ad avere tutte ancora bellissimi zucchini (carichi di clorofilla ma sanissimi), offre una bella fioritura, ben gradita dalle api che sono ritornate nell'orto per l'occasione.
- le piante di melanzane fiorentine, oltre che ad avere ancora melanzane (piccole) in via di maturazione, continuano a fiorire...ancora.
- il sedano, sapientemente ripulito da mio padre, e rincalzato con abbondante paglia, svetta verde e profumato come se fossimo in maggio inoltrato.
- le piante di peperone pescarese sono cariche di frutti che non riusciranno mai ad andare a maturazione, ma che sono comunque ottimi da fare sottolio o in umido.
- le bietole sono riscoppiate dai tagli estivi, e crescono lucide e croccanti.
- i peperoncini piccanti, che come palle di natale, colorano tutto quel verde.
- ma su tutti, le verze, messe a dimora lo scorso ottobre (il 2015), hanno vissuto e dormito per quasi un anno, salvo poi esplodere in palle grandi e perfette, pronte per essere cucinate.
E non ultimo, come di consuetudine in questo periodo, la famiglia di Mazze di Tamburo (da noi chiamate Pupole) sta crescendo in prossimità dei cipressi.
Un orto strano, improbabile quasi, dove le cicorie vernine e le insalatine trapiantate due settimane fa rimangono in secondo piano per continuare a dare risalto a delle irriducibili ed instancabili piante del passato maggio.
Guardando il ciliegio, che ancora non accenna a perdere le foglie, e l'erba grassa e verde che affolla ogni angolo intorno al Podere, mi vien da pensare che possa esserci il rischio di un nuovo Diversamente Inverno, proprio come lo scorso anno.
Sono supposizioni...supposizioni pari a quelle di inizio mese dove i pettirossi mi facevano sperare al freddo (arrivato solo due-tre giorni dopo).
Il camino intanto continua a bruciare, ma la legna fa condensa, ed il tiraggio non è dei migliori: lo scirocco, bestiaccia.
La legna lungo il ginestraio è stata tagliata, e presto potrò riappropriarmi di quel campo "che fu" e che presto farò ritornare.
Le olive, poche ma comunque buone, stanno regalando un'olio molto amaro e piccante: leccino (25%), pendolino (5%) e moraiolo (70%).
Le castagne giacciono in terra, in attesa che riesca a trovare il tempo per raccoglierle.
I prati saranno seminati in settimana.
L'Autunno procede...
L'ondata di freddo di due settimane fa ha letteralmente ammazzato le piante di pomodoro, che tante e cariche, continuavano a colorare l'orto ed i vasetti di conserve, pezzettoni e pelati.
Così, da un giorno all'altro, i fusti son divenuti marroni, le foglie si sono accartocciate, ed è finito il periodo del pomodoro.
I frutti, tanti e pendenti, si sono letteralmente raggrinziti, riempiti d'acqua e poi spaccati sotto la violenta e continua azione delle cimici.
Per me l'orto era finito, ma...
Ieri, dopo giorni in cui non vi andavo, con mia moglie ho deciso di andare a ripulire, e:
- le piante degli zucchini fiorentini, oltre ad avere tutte ancora bellissimi zucchini (carichi di clorofilla ma sanissimi), offre una bella fioritura, ben gradita dalle api che sono ritornate nell'orto per l'occasione.
- le piante di melanzane fiorentine, oltre che ad avere ancora melanzane (piccole) in via di maturazione, continuano a fiorire...ancora.
- il sedano, sapientemente ripulito da mio padre, e rincalzato con abbondante paglia, svetta verde e profumato come se fossimo in maggio inoltrato.
- le piante di peperone pescarese sono cariche di frutti che non riusciranno mai ad andare a maturazione, ma che sono comunque ottimi da fare sottolio o in umido.
- le bietole sono riscoppiate dai tagli estivi, e crescono lucide e croccanti.
- i peperoncini piccanti, che come palle di natale, colorano tutto quel verde.
- ma su tutti, le verze, messe a dimora lo scorso ottobre (il 2015), hanno vissuto e dormito per quasi un anno, salvo poi esplodere in palle grandi e perfette, pronte per essere cucinate.
E non ultimo, come di consuetudine in questo periodo, la famiglia di Mazze di Tamburo (da noi chiamate Pupole) sta crescendo in prossimità dei cipressi.
Un orto strano, improbabile quasi, dove le cicorie vernine e le insalatine trapiantate due settimane fa rimangono in secondo piano per continuare a dare risalto a delle irriducibili ed instancabili piante del passato maggio.
Guardando il ciliegio, che ancora non accenna a perdere le foglie, e l'erba grassa e verde che affolla ogni angolo intorno al Podere, mi vien da pensare che possa esserci il rischio di un nuovo Diversamente Inverno, proprio come lo scorso anno.
Sono supposizioni...supposizioni pari a quelle di inizio mese dove i pettirossi mi facevano sperare al freddo (arrivato solo due-tre giorni dopo).
Il camino intanto continua a bruciare, ma la legna fa condensa, ed il tiraggio non è dei migliori: lo scirocco, bestiaccia.
La legna lungo il ginestraio è stata tagliata, e presto potrò riappropriarmi di quel campo "che fu" e che presto farò ritornare.
Le olive, poche ma comunque buone, stanno regalando un'olio molto amaro e piccante: leccino (25%), pendolino (5%) e moraiolo (70%).
Le castagne giacciono in terra, in attesa che riesca a trovare il tempo per raccoglierle.
I prati saranno seminati in settimana.
L'Autunno procede...
lunedì 10 ottobre 2016
Il primo fuoco
Sapevo che si trattava di una questione di giorni...di ore.
Lo sentivo nel profumo pulito che il vento portava, in quella sensazione di pelle meno grassa, nelle labbra che iniziavano a tirare ai lati.
Ed è arrivato immancabile il momento di accendere il promo fuoco.
Un pugno di sterpi, due tavolette incrociate, ornello, carpino e castagno: in un attimo la casa si è riappropriata del "suo odore", mentre il crepitio faceva da cornice alle fusa della gatta, ed allo stiracchiarsi del cane.
All'unisono i due animali di casa si son destati dai propri giacigli, e son venuti come magi alla culla a vedere quella danza di fiamme.
Compiaciuti, tanto quanto il loro "padrone", osservavano in silenzio quei riflessi rossi e quel gioco di ombre, mentre tutto il resto della casa era affogato nel buoi della sera.
Il primo fuoco, a scaldare la casa e l'animo di chi la abita.
Meglio di dieci televisioni, la serata si è conclusa con dell'ottimo divano, un sussurro di grappa, ed i sorrisi di mia moglie, compiaciuta quanto il resto dei presenti.
Son bastati 3 ciocchi per allietare una serata partita con troppa stanchezza arretrata e troppi pensieri per l'indomani.
Lo sentivo nel profumo pulito che il vento portava, in quella sensazione di pelle meno grassa, nelle labbra che iniziavano a tirare ai lati.
Ed è arrivato immancabile il momento di accendere il promo fuoco.
Un pugno di sterpi, due tavolette incrociate, ornello, carpino e castagno: in un attimo la casa si è riappropriata del "suo odore", mentre il crepitio faceva da cornice alle fusa della gatta, ed allo stiracchiarsi del cane.
All'unisono i due animali di casa si son destati dai propri giacigli, e son venuti come magi alla culla a vedere quella danza di fiamme.
Compiaciuti, tanto quanto il loro "padrone", osservavano in silenzio quei riflessi rossi e quel gioco di ombre, mentre tutto il resto della casa era affogato nel buoi della sera.
Il primo fuoco, a scaldare la casa e l'animo di chi la abita.
Meglio di dieci televisioni, la serata si è conclusa con dell'ottimo divano, un sussurro di grappa, ed i sorrisi di mia moglie, compiaciuta quanto il resto dei presenti.
Son bastati 3 ciocchi per allietare una serata partita con troppa stanchezza arretrata e troppi pensieri per l'indomani.
Meglio di dieci televisioni... |
lunedì 3 ottobre 2016
Il primo Fresco
Stamani non riuscivo a svegliarmi.
E' strano che accada, ma proprio non ce la facevo a tirarmi su, nonostante avessi ben sei ore di branda nella schiena, e la sveglia non avesse suonato così presto (erano le 6:15).
Non ce la facevo, mi giravo e rigiravo, mentre mia moglie preparava la colazione, e si lavava nel bagno.
Sentivo la pancia fresca, reduce di una notte troppo scoperta, e le gambe parevano tronchi di legno.
C'era da svinare il bianco, c'era da andare in città, c'era da farne troppe per la poca voglia ed il tanto sonno.
Lei mi chiamava, sempre gentile, ma con un'insistenza crescente, e quel suo tono mi richiamava (amabilmente) ai miei doveri: "E' tardi, fa giorno!"
Poi il silenzio, il fischio del bollitore sul fuoco, rumore di tazze, la biscottiera aperta, la sedia strusciata sul pavimento, silenzio, e poi... "Sono arrivatiiiii...ci sono i Pettirossi nell'ortoooo."
Come una molla scattata dietro la mia schiena, mi è passato tutto (sonno, svogliatezza e intorpidimento) e mi son tirato su facendo esplodere la copertina che ancora mi ricopriva.
Sono "entrati" i Pettirossi, e subito uno sguardo al cielo a scorgere qualche fringuello, se non addirittura qualche Tordo Bottaccio.
E' ufficialmente arrivato il primo fresco, ma sino a quando il Pettirosso non verrà a battere alla porta (o alla finestra) non arriverà il freddo (quello serio).
E' strano che accada, ma proprio non ce la facevo a tirarmi su, nonostante avessi ben sei ore di branda nella schiena, e la sveglia non avesse suonato così presto (erano le 6:15).
Non ce la facevo, mi giravo e rigiravo, mentre mia moglie preparava la colazione, e si lavava nel bagno.
Sentivo la pancia fresca, reduce di una notte troppo scoperta, e le gambe parevano tronchi di legno.
C'era da svinare il bianco, c'era da andare in città, c'era da farne troppe per la poca voglia ed il tanto sonno.
Lei mi chiamava, sempre gentile, ma con un'insistenza crescente, e quel suo tono mi richiamava (amabilmente) ai miei doveri: "E' tardi, fa giorno!"
Poi il silenzio, il fischio del bollitore sul fuoco, rumore di tazze, la biscottiera aperta, la sedia strusciata sul pavimento, silenzio, e poi... "Sono arrivatiiiii...ci sono i Pettirossi nell'ortoooo."
Come una molla scattata dietro la mia schiena, mi è passato tutto (sonno, svogliatezza e intorpidimento) e mi son tirato su facendo esplodere la copertina che ancora mi ricopriva.
Sono "entrati" i Pettirossi, e subito uno sguardo al cielo a scorgere qualche fringuello, se non addirittura qualche Tordo Bottaccio.
E' ufficialmente arrivato il primo fresco, ma sino a quando il Pettirosso non verrà a battere alla porta (o alla finestra) non arriverà il freddo (quello serio).
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