Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

martedì 24 novembre 2020

Dal tramonto alla cena

 S'accorciano le giornate.
Mentre la bimba fa merenda, dopo essere ritornata dall'asilo, il sole spoggetta dietro la casa, e le ombre s'allungano quasi come ad abbracciare i campi verso est.
Una fetta di pane con il miele, mangiata davanti al camino, e poi via, fuori, per l'ultima corsa della giornata.
Lei corre, mentre il cane le gira attorno, tra grida ed abbai che echeggiano sino al fiume nelle calanche sotto ai castagni.
Il freddo strizza le gote, e le mani cercano angoli tiepidi nelle tasche.
Le galline da governare, i gatti ruffiani che non ti fanno camminare, e l'ultima carretta di legna per bruciare.
Un fischio lungo, ed il cane dirizza le orecchie mentre gli indico la bimba: lei sotto al ciliegione spoglio gioca a far da mangiare, ma oramai è buio, son le quattro e mezza.
Un altro fischio, lungo, e la cagna abbaia a lei che fa finta di non sentire, salvo poi rientrare quando accenno il mio darle le spalle: eccole assieme, cucciole che crescono, entrambe, nella loro gara dei "musini zozzi", un pò trotterellando, un pò a passo lento.
La carezza per una, mentre l'altra mi vuol salire in collo, reclamandone il diritto per tanta che è la sua stanchezza.
Una volta in casa, è ancora tempo di merenda,.. quella mererenda infinita, dettata da una qualche fame  atavica che questa creatura si porta dietro.  Lei, che più che mangia e meno che ingrassa, tonica, forte, tirata, sempre in movimento sempre a chiacchierare, anche quando la bocca è piena dell'ennesimo boccone di pane bono.
E' questo il momento della giornata in cui le braccia e la schiena mi chiedono riposo, desiderano quel dondolo davanti al fuoco acceso, o meglio ancora un pò di poltrona, giusto per recuperare un poco.
Macchè...
E' questo il momento dei giochi, dei disegni, dei balli, delle storie inventate.
le storie inventate, dove un pò Pollicino, un pò Mignolina, un pò Buchettino si ritrovano con gli stivali delle sette leghe, un pò dell'orco ed un pò del gatto, a salvar un pò Prezzemolina, un pò Raperonzolo chiusa in una qualche torre nel bosco.
E poi arriva il principe di turno, un pò azzurro, un pò felice, un pò ranocchio, che brucia nel forno la strega cattiva, solo dopo averla trafitta con lo spadone, o gettata in qualche burronone...ma tanto alla fine tutti vissero felici e contenti alla corte del babbo re.
E son sempre queste le storie, un pò ricordate, un pò lette, un pò inventate, che fanno spalancar quella bocchina, mentre quegli occhi che bucano son cuciti sulle mie parole dette, sulle mie vocine e vocione, sulle mie pause.
In quel momento mi passano tutti i dolori alle ossa, ed il petto mi si gonfia dei fiori di tutti i prati.
Sono un babbo contento, stanco, ma contento, mentre quell'uragano di figliola s'accosta alla mia gamba, l'abbraccia, e mi chiede un'altra storia, mentre ancora colo segatura dal maglione e le mani sono nere della giornata di lavoro.
Un compromesso, un altro ancora, guadagno 5 minuti per potermi lavare e cambiare, e poi via, per un ballo nel salotto, o una torre da fare con le costruzioni, o un bambolino da ninnare, o una pappa da assaggiare.
Mi "salva" la cena da preparare, con un'assistente speciale, che col suo coltellino liscio e il tagliere vuol preparare la cipolla, salvo prima raccomandarsi di bagnarle quella lama così gli occhietti non lacrimeranno.
Tenace, inesauribile, attenta, segue i miei movimenti, riproducendone rumori come in una danza raccontata a voce: il barattolo dei pomodori che si apre, l'aglio che si schiaccia, l'olio nel tegame, l'acqua che bolle, il pecorino e la grattacacia in tavola, e via di corsa a lavarsi le manine.
Saetta via, sapendo che al suo ritorno troverà la pastasciutta pronta, ed un babbo ed una mamma spappolati di stanchezza, ma colmi d'Amore.
I pensieri son tanti, specie di questi tempi, ma lei azzera sempre tutto, regalandoci attimi infiniti ed indelebili, nei nostri cuori di genitori.
E mentre lei mangia, e vuol partecipare a tutti i discorsi, la cena scivola via, quasi sfumando nell'ennesima giornata lunga passata al Podere, qui...in Montagna.

venerdì 13 novembre 2020

Le Radici e le Ali

"Tu sei una quercia, con radici profonde, tronco forte e grandi rami. Tu sei la mia Casa."
Son le parole d'Amore quelle che lei mi disse in un giorno di festa di tanti anni fa.
Con gli occhi lustri io l'ascoltavo, anche in quel momento stoicamente ancorato alla tradizione della mia famiglia.
Io. sempre appartenuto ad un territorio, mai allontanato, se non per ritornare di lì a poco.  
Io, nei miei quarant'anni fatti di un posto, di una storia, di tante vite in fila dietro di me.
Ma lei nel mio cuore di quercia ha portato le ali, e giorno dopo giorno, tra colori e profumi nuovi, ha portato il nuovo.
Dodici anni mi ci son voluti per capire quelle sue parole, e comprendere quanta Verità ci fosse dietro a queste.
Tanti gli sbagli che ho dovuto fare, fare e rifare; sconfitte ed incompiuti han pesato non poco, ma...
...ma Casa è dov'è lei, dove sono io, dove siamo noi.
Lei mi ha insegnato a camminare avanti, ed a girarmi per vedere i problemi più piccoli.
A lei devo, oltre tutto il difficile, la resurrezione e l'ambizione.
Arriveranno i giorni in cui imparerò ad ascoltare il suono del futuro, lasciando scivolare via quanto non riesco a comprendere: e sarà musica senza acufeni.

Si dice che la memoria degli alberi sia tutta nelle radici...
La mia è nelle foglie che il vento porta altrove.

giovedì 5 novembre 2020

Il tempo corre al Podere

Il tempo corre al Podere.
Le giornate in Montagna stanno accorciando drasticamente, ed alle quattro e mezza del pomeriggio è già tempo di rincasare.
Durante le ore di luce diurna cerco di districarmi tra mille piccoli grandi impegni: come babbo, come marito, come Agricoltore c'è sempre qualcosa da fare.
Nel castagneto le foglie sono quasi tutte cadute, ricoprendo buona parte delle castagne rimaste incolte: il soffiatore che mi sono concesso mi darà un grande aiuto in termini di fatica e di tempo, ma la lotta impari contro i cinghiali continuerà a vedermi sconfitto in ogni quotidiano lavorare.
Il prezzo delle castagne è crollato (come ogni anno dopo il 1° di Novembre), e quelle che riuscirò ad accaparrarmi saranno per il consumo familiare e per portarle al seccatoio per la farina.
Purtroppo la corsa contro il tempo si fa ancora più dura perchè tutte le castagne sono a terra, e per i cinghiali i banchetti notturni sono ancora più semplici da fare: in pratica io di giorno raccolgo quanto loro mi concedono dopo l'attività notturna.
Ma va bene...anche questo deve far parte di un qualche equilibrio che debbo abituarmi a rispettare, e col quale dovrò condividere negli anni a venire: una recinzione sarebbe troppo dispendiosa, e per il momento non è neanche affrontabile in termini di tempo e forza lavoro.
Sino ad oggi comunque la raccolta mi ha dato notevoli soddisfazioni: castagne e marroni sani, senza bacature, di notevole pezzatura, e vendute ad un prezzo onesto che ha accontentato cliente e il sottoscritto.
Per quanto riguarda i lavori del bosco...come sempre dico, questi mi accompagneranno sino a Maggio: avvierò in settimana il taglio dei polloni di castagno, ottimi come diametro per fare pali e colonne, e da questa operazione ricaverò comunque anche dell'ottima legna da ardere.
Il taglio del ceduo lo avvierò a fine mese: carpino, quercia, faggio ed acero saranno essenze fondamentali per il riscaldamento del prossimo inverno.
Dovrò anche continuare a portare al Podere la legna tagliata lo scorso anno, segarla, spaccarla, accatastarla... e le giornate scivoleranno veloci tra queste operazioni.
Nell'orto poco è rimasto: qualche verza e cavolfiore, le bietole, qualche radicchio e poco più.
Mi sto apprestando a concimare con il letame di cavallo e con il compost, e ricoprirò buona parte della terra con foglie di castagno: queste assicureranno una veloce evoluzione del composto organico, regimando anche il crescere delle erbe spontanee.  E poi a marzo ne riparleremo.
Posso dire che l'annata agraria si è oramai conclusa: oltre a quanto descritto sino ad adesso, l'erbaio di triticale, avena e trifoglio cresce lento; le api sono invernate, in attesa di un trattamento antivarroa (ancora devo valutare quale...) che dovrò fare in questo mese; il cavallo ha fieno e pascoli in quantità.
Molti i lavori da fare nei mesi a seguire: recinzioni, pollaio, ricovero per il trattore, una piccola stalla.
Aumenta notevolmente il tempo che posso dedicare alle riparazioni delle attrezzature agricole, alla costruzione di arnie, e sopratutto... a trovare un posto alle tante cose ancora scatolate ed in attesa dall'inizio della primavera.
Per quanto riguarda gli animali: è ovvio che per adesso non posso accoglierne altri, perlomeno sino a quando non  avrò gli spazi giusti a loro dedicati, e magari la prossima primavera potrò accoglierne di nuovi.
Anche in questo caso, più che mai in Montagna è importante rispettare l'equilibrio fondamentale per la sostenibilità: spazi limitati, foraggio assai limitato per un numero adeguato di animali.  Averne di più vorrebbe dire ingolfare tutto il lavoro, sacrificare il sottoscritto e peggio ancora rischiare di sacrificare gli animali stessi.
Un passo alla volta: tante le idee, tanti i desideri, ma le possibilità sono quelle che sono.
Un profilo basso, lo dico e lo ripeto sempre, piccoli obbiettivi a medio e corto termine, grandi sogni a lungo termine.
Come di consueto, le nuvole condiscono le giornate autunnali, regalandoci comunque momenti indimenticabili con albe e tramonti che letteralmente tolgono il fiato per la loro bellezza.
Quassù le notti sprofondano in un silenzio ancora più...silenzioso, rotto di rado dal lontano latrare di un cane, o da un barbagianni che canta sopra il tetto della casa.
La rugiada del mattino ben presto diverrà brinata, ed il fuoco del mattino è oramai necessario per un risveglio senza sfidare il raffreddore.
Il raffreddore... Mentre scrivo ho la gola che pizzica, e la bimba mi ha passato starnuti e naso tappato: quello che sino a qualche mese fa era "normalità", oggi vien visto come un problema, se non un problema serio.
Lavoro da solo, vivo con la mia famiglia isolato da tutti, non vedo nessuno, salvo qualche cacciatore o cercatore di funghi che mi fan la gentilezza di passare davanti casa a salutare, prima di dirigersi nel castagneto.
In paese uso sempre la mascherina, tenuta correttamente (e non a bischero, col naso di fuori): mi si appannano gli occhiali da sette mesi, ma non mi lamento, ci mancherebbe farlo.
La bimba va e viene dall'asilo, con una frequenza a targhe alterne, causa tosse, raffreddore, e tutti i malanni che una bimba piccina possa prendere in montagna.
Ma stiamo attenti, abbiamo rispetto e fiducia, e seppur con grandi sacrifici, ci adattiamo, ancora, ed ancora lo faremo se e quanto necessario.
Un novembre partito tra pioggia, umidità, lavoro fatto di corsa, e paura di un semplice raffreddore che m'impedirà di tornare in paese per qualche giorno.
Alla sera, le tisane di mia moglie, il miele e la propoli, i piedi di fronte al camino, una minestra calda.
Il tempo corre al Podere, ma nel quotidiano ritrovo attimi per ascoltare il mio respiro, e dare aria ai miei pensieri; attimi per coccolarmi e prendermi cura di me stesso; lunghi attimi per la mia famiglia.