Antivigilia,
giorno di preparativi, con le ultime corse frenetiche ai negozi, l'affannosa ricerca di quel "qualcosa per forza" da regalare, e quell'ansia da prestazione per pranzi e cene con i parenti.
Sarò antipatico (o forse Anacronistico), ma proprio la cosa non mi riguarda: come lo scorso anno, e quello prima ancora, per me questi giorni di festa vanno (in un modo o nell'altro) goduti come meglio si può.
Ed ecco che i regali da fare sono pronti da tempo, i soliti regali mangerecci sono pronti per gli amici, e di ansie da prestazione per le cene proprio non ne ho.
Lo scorso anno scrissi una letterina a Babbo Natale (Caro Babbo Natale quest'anno vorrei un ciuco), ma le cose non sono andate poi come desideravo, tra la semina che è saltata, il becco che ha fallito rovinosamente, ed il ciuco (o magari la stalla) che non sono arrivati...
Non me la prendo, l'anno è comunque volto al termine, e ci sono state anche tante cose belle che non avevo chiesto e che quotidianamente ho ricevuto in regalo, e quindi va bene così.
Per quest'anno niente letterina (sarà scaramanzia?), ma i più sinceri Auguri a tutti voi, abituali frequentatori o semplici avventori di questo blog.
Che possiate vivere come meglio desiderate queste giornate di festa, e che il colesterolo vi sia amico (almeno per qualche abbuffata): cercate di mangiare e bere sano, e di non elemosinare con i sorrisi e le risate.
Buon Natale
A.A.
tra autarchia e visionarietà, stoicismo e pragmatismo: una raccolta di tradizioni, quotidianità e progetti di un amante della campagna che vede nella Naturalità l'unica via
Taglio dell'erba per gli animali del podere
lunedì 23 dicembre 2013
domenica 22 dicembre 2013
Lista n°2: gli animali ed il loro impiego
La seconda lista è forse la più facile: tanto perchè viene dopo la prima (che era la più difficile), quanto perchè è frutto di una passione lunga quanto la mia vita.
Anche per questa lista sia chiaro che:
- non è mio intento fare un trattato sulle razze nominate, ma semplicemente evidenzierò gli aspetti che più mi interessano;
- i dati sull'alimentazione degli animali sono frutto della mia esperienza e, seppur attendibili, non vogliono essere una regola o imposizione per altri allevatori;
- in alcuni casi i nomi delle razze non sono specificati, o lo sono solo con nomi locali;
- non voglio offendere nessuno, ed esprimo solo un mio personale parere sull'argomento animali, senza voler denigrare altre razze non menzionate, allevatori o persone che la pensino in modo diverso dal mio.
A me piace anche la carne, e mangio solo quella prodotta nel mio Podere, con animali che ho visto nascere e crescere, che hanno vissuto in ambienti adeguati e con alimentazioni naturali e rispettose del loro fabbisogno.
Questo è IL MIO ELENCO, e non l'elenco che tutti dovrebbero fare o avere nel cuore...che sia chiaro!
Questa lista comprende cose che già ho, cose che non ho direttamente ma che trovo il modo di avere, e cose che vorrei avere.
In principio fu Teo, un vecchio cocker spaniel che scodinzolante, un attimo prima girava attorno alla mia carrozzina, e poco dopo vedeva muovere i miei primi passi: grazie a lui ho capito da subito che amavo gli animali, e che questi dovevano far parte della mia vita.
1-Cane: l'importanza del cane nel podere è fondamentale per mille aspetti, ma su tutti la sicurezza della casa, della corte e degli animali.
Sono molti i tipi di cani (e magari le razze) che possono essere adatti al Podere, ma la mia scelta è su tre tipi di cani: il cane che vive in casa, quello che vive nell'aia, e quello che vive con gli animali.
Il cane che vive in casa secondo me potrebbe essere di taglia media, adatto alla famiglia e agli ambienti domestici, pratico del contatto con la gente (anche estranei) e sopratutto appassionato e docile con i bimbi e gli anziani: mai comunque sprovveduto e sempre attento ai rumori esterni e agli odori "non familiari".
Non c'è una razza migliore delle altre, ma il cane dovrebbe avere il giusto temperamento tra il festoso e l'attento, pronto a giocare e a stare buono, ad essere di compagnia e a saper mostrare personalità in momenti delicati.
Poi c'è il cane che vive nell'aia, che conosce il perimetro ed i rumori ed gli odori che questo racchiude: un cane vigile, che abbia buona voce da avvisare l'agricoltore in ogni momento del giorno (e della notte). Un cane resistente a tutte le stagioni, che non tema la pioggia, il caldo o la neve, e che sia un infaticabile guardiano.
Un cane che non visiti la casa, ma che sappia stare in compagnia del cane di casa quando questo esce per i suoi bisogni: un cane che segua fedelmente l'Agricoltore nei suoi lavori giornalieri e che "lo tenga in contatto con il vane di casa".
Infine c'è il cane che vive con gli animali, dotato di una discreta rusticità, e adatto più alla vita nelle stalle e recinti che assieme alle persone. Un cane che si senta responsabile delle greggi, rispettoso dei piccoli animali e non timoroso di fronte a quelli più grandi e robusti di lui.
Solo per quest'ultimo tipo di cane mi permetterò di nominare una razza che per me è molto adatta a questa mansione: il Pastore Maremmano, che sa essere docile con i capretti ed il pollame, ma che sa essere molto convincente se un'estraneo (animale o persona) tenta di avvicinarsi troppo ai suoi protetti.
Sia chiaro che non amo cani aggressivi, e mai ne terrei uno nella mia casa, nella mia terra e con i miei animali: il cane in campagna ha il suo ruolo (ne ho appunti nominati tre diversi), le sue regole, i suoi spazi ed i suoi impegni quotidiani.
...e ci sarà sempre un Cocker nella mia vita.
2- Il Pollo: libero di razzolare durante il giorno, e custodito nel pollaio la notte, è alla base dell'auto sussistenza alimentare dell'Agricoltore (perlomeno di quello Anacronistico).
Frugale, ha bisogno di poco spazio per trascorrere la notte e per ripararsi in caso di neve o vento molto forte. Se dispone di un pascolo, trova buona parte della sua dieta in quello che c'è sopra (e sotto) il terreno.
I polli si dividono in polli da uovo, da carne e a duplice attitudine.
Tra i polli da uova la Livorno è la mia preferita: indipendentemente dalla colorazione, questa razza è un'instancabile produttrice di ottime uova, è rustica e sa tenere a bada altri avicoli più grossi di lei come anatre, oche e tacchini.
Le uova vengono usate per fare la sfoglia, i dolci e biscotti per la colazione, la frittata settimanale ed altre preparazioni.
Una "razza" considerata (sicuramente in modo improprio per la sua stazza mole ridotta) a duplice attitudine è la Mugginese: di taglia piccola, è una covatrice temeraria, oltre ad essere una discreta produttrice di uova e ad avere carni ottime.
Per la carne scelgo animali meticci derivati da incroci fatti tra i polli migliori (in fatto di resa di carne magra e rusticità), magari ottenuti anche grazie ai polli dei poderi vicini.
Tre tipi di polli, che daranno rigorosamente alimentati con granaglie aziendali (grano tenero, orzo, avena), pastoni di pane e verdure, frutta e pascolo a volontà.
Nei pastoni occasionalmente metterò anche gli scarti della lavorazione del formaggio di capra che faccio per casa, piuttosto che quelli della lavorazione della frutta per fare le marmellate, oppure di uva da vino scartata per la vinificazione (magari perchè ancora un pò acerba) o gli scarti della lavorazione del pomodoro per fare la conserva.
A seconda della stagione, tale alimentazione potrà variare, con l'occasionale aggiunta di mais.
Un aspetto da non sottovalutare è la produzione della pollina (le deiezioni dei polli): ottimo fertilizzante che apporta una discreta dose di azoto alle piante.
Tra carne, uova e Mugginesi circa 50-60 polli.
3-Il Piccione: se si dispone di spazio e tempo per fabbricarne un'ampia voliera, questa potrà darci grandi soddisfazioni anche solo allevando poche coppie di piccioni.
Animale che adoro per le sue carni, impegna poco nella sua gestione (importante tenere pulita la lettiera) ed è semplice e veloce da portare in tavola.
Fornirei una miscela in grani di favino, grano ed orzo. Sono comunque molto ghiotti anche del girasole e del mais (meglio se a chicco piccolo).
Con tre coppie potrei coprire il fabbisogno della mia famiglia, considerando che fanno anche più covate all'anno.
4-Il Maiale: su questo animale la si può pensare come si vuole, ma per me è essenziale che sia presente nel Podere.
Rigorosamente di razza Grigia, derivato da un incrocio tra femmina di Cinta Senese e maschio di Large White, è un animale che si adatta benissimo al pascolo e all'aria aperta (anche con inverni rigidi). Lo spazio e l'alimentazione sono i due elementi fondamentali per l'allevamento del maiale: ampio recinto dove possa grufolare tutto il giorno, con riparo per la notte e per il cattivo tempo (buona anche la soluzione delle arche di legno); due razioni giornaliere (mattino e sera) di granaglie aziendali (principalmente farina d'orzo o orzo in grani), erba (va bene anche falciata), frutta e verdura, castagne e ghiande.
In inverno fornisco anche dell'avena, in modo che l'animale s'incalorisca (regga meglio il freddo), e nei primi 10 mesi di vita do abbondante favino (macinato).
Generalmente macello il maiale quando ha 18 mesi di vita, e più o meno un peso che si aggira attorno ai 180-220Kg di peso.
Un maiale è più che sufficiente a coprire il fabbisogno di un paio di famiglie (volendo anche di tre), ma se un agricoltore vole trarne del reddito consiglio di tenere almeno 2-3 maiali.
Per me l'importante è che il maiale, come del resto tutti gli animali del Podere, sia "sostenibile" per la sua alimentazione (che sia interamente prodotta in azienda) e per il lavoro (ossia che una sola persona riesca a gestire gli impegni quotidiani che ogni animale richiede).
Mi piacerebbe avere boschi (meglio se di cerro e/o di castagno) da potergli dedicare come recinzione, ma per adesso ghiande e castagne vengono raccolte a mano e somministrate assieme alle granaglie.
Un buon modo per prendere le ghiande è quello di stendere un vecchio telo da olive sotto ad una quercia, ed aspettare che il vento ed il sole facciano il resto.
Per me il numero giusto è 3 animali, nati in estate e macellati nell'inverno dell'anno successivo.
5-La Capra: spesso questo animale viene denigrato per le sue presunte doti di "anarchia e caparbietà"...e forse proprio per questo è un animale che per me è eccezionale.
A differenza delle pecore, questo animale "si fa valere" mostrando una grande determinazione ed attenzione in ogni sua azione.
Adatto a vivere nelle pianure e nelle montagne più alte, in posti dove la natura è rigogliosa ed anche in quelli dove non cresce praticamente nulla: forse l'animale più frugale che possa essere allevato nel podere, che offre grandi risorse all'Agricoltore.
Il suo latte, ottimo da bere, può essere utilizzato per fare formaggi freschi (dalle robiole alle caciottine), stagionati, per fare ricotte (delicatissime...da provare) e rovaggioli.
La sua carne è buonissima, delicata nel capretto, saporita nell'animale adulto, comunque meno grassa di quella dell'agnellino e della pecora (o abbacchio): in mille preparazioni, dall'arrosto agli umidi, dal salmì ai ragù, potrete gustare un animale che spesso non viene considerato nella nostra dieta, se non occasionalmente o a Pasqua.
Il suo letame, molto buono per la vigna e gli olivi, può anche essere utilizzato per l'orto, purchè venga fatto stagionare a lungo (io lo uso abitualmente).
Ed inoltre la capra può essere utilizzata per le sue pelli e per la sua lana.
Rimane comunque la soluzione più ecologica per ripulire campi abbandonati, o per mantenere puliti argini e fossi dove è impossibile arrivare con i macchinari.
Parlerei per ore delle capre...
Nella mia zona non c'è una razza autoctona, e quindi prediligo meticci ottenuti da capre che mostrino spiccata rusticità ed adattamento ai climi freddi e caldi, e che non abbiano mammelle troppo basse perchè potrebbero rovinarsele camminando nel bosco o in terreni accidentati.
Se un agricoltore vuole avere carne e latte per uso familiare, un buon compromesso potrebbe essere quello di allevare 6-7 capre ed un becco.
Per me l'ideale sarebbe 24 capre ed un becco.
6- L'Asino: tra tutte le razze, certamente la mia preferita è quella dell'Asino Miccio Amiatino.
Animale che possiede una personalità impressionante, si sa adattare ad ogni clima e terreno, e potrebbe essere fondamentale per le piccole aziende e per i vari Agricoltori Anacronistici che ci sono in giro.
Mangia praticamente di tutto al pascolo, si accontenta di fieni anche non perfetti (purchè non presentino muffe o siano prossimi a marcire), ha poche pretese in fatto di stalla: un animale che forse è molto simile alla capra, e per questo gode della mia massima stima ed attenzione.
Se domato per la soma, con un basto potrà essere un fedele aiuto nelle varie fasi dell'esbosco, per trasportare balle di sementi, granaglie, letame, per portare ceste di uva, olive, frutta e verdura, o per spostare canestri legna da ardere, o per movimentare le presse di fieno e paglia.
Se poi fosse domato per il tiro, potrebbe essere un ottimo mezzo di trasporto all'interno dell'azienda (o per aziende limitrofe) con piccoli carretti ad un posto.
Adatto anche per la doma a sella, e quindi indicato per il trekking in terreni fortemente svantaggiati dove il più blasonato purosangue dolicomorfo non oserebbe mai avventurarsi.
E non ultimo, una montagna di buona cacca da usare per concime dell'orto e della vigna.
Per me 2 asini femmine, pronte a darmi prole per aumentare l'allevamento.
7- Avicoli assortiti: nel pollaio possono vivere anche altri avicoli oltre ai polli.
I tacchini (detti luci o billi), almeno 5, con le femmine che sono ottime covatrici (alla faccia delle incubatrici). Le uova sono comunque buone nelle frittate o per fare ripieni.
Le faraone (dette gallinelle) che sono tanto chiassose ma anche tanto buone. Ameno 6 esemplari.
Le Anatre Mute (dette nane) con la loro carne impareggiabile, sanno tenere a bada le erbe di qualsiasi prato, e sono molto territoriali nei confronti di animali estranei. Le loro uova sono adatte per fare la sfoglia ed i dolci, ma a me piacciono anche affrittellate.
In tutto 4 nane, con un maschio e tre femmine, e sempre tanti anatroccoli che spuntano e corrono ovunque.
8- Il Coniglio (detto conigliolo): bellissima la razza Leprino di Viterbo, o anche dei semplici meticci di tipo "leprato".
In molti pensano che il coniglio possa vivere sono nelle gabbie, ma se abituato gradualmente la garenna potrà rappresentare la migliore soluzione per fare conigli rustici e saporitissimi.
Allevati con fieno di erba medica di secondo taglio e con orzo in grani, possono comunque vivere bene anche nei gabbioni, purchè sia rispettata l'igiene e vengano ripuliti almeno una volta al giorno, facendo molta attenzione alle correnti d'aria fresca in inverno (sopratutto se ci sono coniglie gravide o piccoli nati da poco) e dei rimpozzi d'umidità in estate. Infatti è con l'umidità che si presenta la zanzara che può portare la mixomatosi (una malattia virale che può letteralmente sterminare un'intero allevamento in pochi giorni), ed è bene fare molta attenzione e tenere qualche pianta di geranio e di basilico (piante repellenti per le zanzare) sempre in prossimità dei gabbioni.
L'ideale sarebbe un maschio e due coniglie (3 animali deputati alla riproduzione) per il sostentamento di un'intera famiglia, ricordando che la carne di coniglio è una carne bianca ed è comunque adatta anche agli anziani ed ai bambini, e quindi può essere consumata anche con una certa frequenza (magari a differenza di quella di maiale).
9- Il Cavallo: oggi allevato per lo più per attività sportive o per semplici passeggiate, rimane il miglior mezzo di locomozione in fatto di inquinamento.
E' un animale che ho sempre ammirato, ma che solo da pochi anni stò imparando ad allevare.
Tra tutti, questo forse è l'animale con cui è più importante stringere un legame di fiducia reciproca, e che per molti anni saprà accompagnare l'Agricoltore anche nel suo quotidiano.
Una volta sellato (ma per molti anche a pelo o con un semplice sottosella) sarà possibile spostarci in azienda (per esempio per recuperare il branco delle capre che si è allontanato durante il pascolo), fare visite alle aziende vicine, e compiere veri e propri spostamenti per salire in paese.
Rimane sempre la passeggiata nelle campagne, nei boschi, magari fatta in compagnia di altri cavalieri, o anche da soli con il proprio cavallo, ma un ottimo modo di impiegare il cavallo sarebbe anche quello del tiro leggero e pesante.
Partendo dal presupposto che sto parlando di cavalli mesomorfi, meso-brachimorfi o addirittura brachimorfi, è importante rispettare il giusto rapporto fra animale e tiro, senza chiedere mai troppo al nostro compagno di lavoro.
In molti sono contrari a questo, e non voglio certo sfruttare questa lista per fare un approfondimento sul tema (che magari rimanderei ad una discussione specifica), ma io sono convinto che il cavallo possa dare molto alle piccole aziende agricole anche in fatto di trazione animale: con carri per il trasporto di materie prime, con attrezzature adeguate per lavorare la terra, per l'esbosco trainando i tronchi, o come mezzo di locomozione abituale.
Almeno un cavallo in azienda ci vorrebbe, di una razza tra i robusti e volenterosi pony come l'Avelignese ed il Bardigiano, oppure cavalli come il Murgese o ill Maremmano (magari questo che sia particolarmente robusto), sino ad arrivare al Norico e al Cavallo Agricolo TPR.
L'alimentazione sarà fatta con fieno aziendale, pascolo, e al necessario qualche granaglia.
Da annotare la montagna di cacca che, come per l'asino, è un ottimo fertilizzante.
10- Vacca da carne: La bestia vaccina rappresenta la tradizione del territorio toscano, dove la vecche sono state allevate principalmente per la carne (o con eccezioni per la duplice attitudine). Dalla Maremmana (usata anche per il lavoro) alla famosissima Chianina, dal Mucco Pisano sino alla Calvana: un bovino che sia adatto all'ambiente pedoclimatico in cui dovrà vivere e che sia "a misura d'azienda e agricoltore".
La mia idea è quella di comprare piccoli vitelli appena svezzati, di abituarli gradualmente al pascolo, e di portarli al giusto peso per la macellazione: naturalmente è fondamentale l'alimentazione che integri il pascolo, evitando radicalmente miscele industriali ed insilati, e spingendo sui vari fieni dell'azienda e le granaglie a disposizione.
Sono consapevole che così facendo ci vorrà molto più tempo per far crescere e portare a peso il vitellone, ma rimango fermo sull'idea che la fretta sia una discreta nemica dell'Agricoltura (e non solo di quella).
In più, ad ogni pulizia mattutina della stalla avrei una carriola di letame adatto per i campi da seminare.
Alleverei 3 vitelli sino a portarti al peso di commercializzazione.
Più o meno questa è la lista, naturalmente attuabile solo in virtù della forza lavoro e del terreno di cui si può disporre.
Se dovessi allevare vitelli per tenerli alla catena, allora preferirei evitare, come eviterei per suini allevati in piccoli castri di cemento o polli "costretti" in improbabili pollai: ripeto che spazio ed alimentazione sono due aspetti imprescindibili per farmi allevare un animale, altrimenti rinuncio e mi adatto in qualche altro modo.
Anche per questa lista sia chiaro che:
- non è mio intento fare un trattato sulle razze nominate, ma semplicemente evidenzierò gli aspetti che più mi interessano;
- i dati sull'alimentazione degli animali sono frutto della mia esperienza e, seppur attendibili, non vogliono essere una regola o imposizione per altri allevatori;
- in alcuni casi i nomi delle razze non sono specificati, o lo sono solo con nomi locali;
- non voglio offendere nessuno, ed esprimo solo un mio personale parere sull'argomento animali, senza voler denigrare altre razze non menzionate, allevatori o persone che la pensino in modo diverso dal mio.
A me piace anche la carne, e mangio solo quella prodotta nel mio Podere, con animali che ho visto nascere e crescere, che hanno vissuto in ambienti adeguati e con alimentazioni naturali e rispettose del loro fabbisogno.
Questo è IL MIO ELENCO, e non l'elenco che tutti dovrebbero fare o avere nel cuore...che sia chiaro!
Questa lista comprende cose che già ho, cose che non ho direttamente ma che trovo il modo di avere, e cose che vorrei avere.
In principio fu Teo, un vecchio cocker spaniel che scodinzolante, un attimo prima girava attorno alla mia carrozzina, e poco dopo vedeva muovere i miei primi passi: grazie a lui ho capito da subito che amavo gli animali, e che questi dovevano far parte della mia vita.
1-Cane: l'importanza del cane nel podere è fondamentale per mille aspetti, ma su tutti la sicurezza della casa, della corte e degli animali.
Sono molti i tipi di cani (e magari le razze) che possono essere adatti al Podere, ma la mia scelta è su tre tipi di cani: il cane che vive in casa, quello che vive nell'aia, e quello che vive con gli animali.
Il cane che vive in casa secondo me potrebbe essere di taglia media, adatto alla famiglia e agli ambienti domestici, pratico del contatto con la gente (anche estranei) e sopratutto appassionato e docile con i bimbi e gli anziani: mai comunque sprovveduto e sempre attento ai rumori esterni e agli odori "non familiari".
Non c'è una razza migliore delle altre, ma il cane dovrebbe avere il giusto temperamento tra il festoso e l'attento, pronto a giocare e a stare buono, ad essere di compagnia e a saper mostrare personalità in momenti delicati.
Poi c'è il cane che vive nell'aia, che conosce il perimetro ed i rumori ed gli odori che questo racchiude: un cane vigile, che abbia buona voce da avvisare l'agricoltore in ogni momento del giorno (e della notte). Un cane resistente a tutte le stagioni, che non tema la pioggia, il caldo o la neve, e che sia un infaticabile guardiano.
Un cane che non visiti la casa, ma che sappia stare in compagnia del cane di casa quando questo esce per i suoi bisogni: un cane che segua fedelmente l'Agricoltore nei suoi lavori giornalieri e che "lo tenga in contatto con il vane di casa".
Infine c'è il cane che vive con gli animali, dotato di una discreta rusticità, e adatto più alla vita nelle stalle e recinti che assieme alle persone. Un cane che si senta responsabile delle greggi, rispettoso dei piccoli animali e non timoroso di fronte a quelli più grandi e robusti di lui.
Solo per quest'ultimo tipo di cane mi permetterò di nominare una razza che per me è molto adatta a questa mansione: il Pastore Maremmano, che sa essere docile con i capretti ed il pollame, ma che sa essere molto convincente se un'estraneo (animale o persona) tenta di avvicinarsi troppo ai suoi protetti.
Sia chiaro che non amo cani aggressivi, e mai ne terrei uno nella mia casa, nella mia terra e con i miei animali: il cane in campagna ha il suo ruolo (ne ho appunti nominati tre diversi), le sue regole, i suoi spazi ed i suoi impegni quotidiani.
...e ci sarà sempre un Cocker nella mia vita.
2- Il Pollo: libero di razzolare durante il giorno, e custodito nel pollaio la notte, è alla base dell'auto sussistenza alimentare dell'Agricoltore (perlomeno di quello Anacronistico).
Frugale, ha bisogno di poco spazio per trascorrere la notte e per ripararsi in caso di neve o vento molto forte. Se dispone di un pascolo, trova buona parte della sua dieta in quello che c'è sopra (e sotto) il terreno.
I polli si dividono in polli da uovo, da carne e a duplice attitudine.
Tra i polli da uova la Livorno è la mia preferita: indipendentemente dalla colorazione, questa razza è un'instancabile produttrice di ottime uova, è rustica e sa tenere a bada altri avicoli più grossi di lei come anatre, oche e tacchini.
Le uova vengono usate per fare la sfoglia, i dolci e biscotti per la colazione, la frittata settimanale ed altre preparazioni.
Una "razza" considerata (sicuramente in modo improprio per la sua stazza mole ridotta) a duplice attitudine è la Mugginese: di taglia piccola, è una covatrice temeraria, oltre ad essere una discreta produttrice di uova e ad avere carni ottime.
Per la carne scelgo animali meticci derivati da incroci fatti tra i polli migliori (in fatto di resa di carne magra e rusticità), magari ottenuti anche grazie ai polli dei poderi vicini.
Tre tipi di polli, che daranno rigorosamente alimentati con granaglie aziendali (grano tenero, orzo, avena), pastoni di pane e verdure, frutta e pascolo a volontà.
Nei pastoni occasionalmente metterò anche gli scarti della lavorazione del formaggio di capra che faccio per casa, piuttosto che quelli della lavorazione della frutta per fare le marmellate, oppure di uva da vino scartata per la vinificazione (magari perchè ancora un pò acerba) o gli scarti della lavorazione del pomodoro per fare la conserva.
A seconda della stagione, tale alimentazione potrà variare, con l'occasionale aggiunta di mais.
Un aspetto da non sottovalutare è la produzione della pollina (le deiezioni dei polli): ottimo fertilizzante che apporta una discreta dose di azoto alle piante.
Tra carne, uova e Mugginesi circa 50-60 polli.
3-Il Piccione: se si dispone di spazio e tempo per fabbricarne un'ampia voliera, questa potrà darci grandi soddisfazioni anche solo allevando poche coppie di piccioni.
Animale che adoro per le sue carni, impegna poco nella sua gestione (importante tenere pulita la lettiera) ed è semplice e veloce da portare in tavola.
Fornirei una miscela in grani di favino, grano ed orzo. Sono comunque molto ghiotti anche del girasole e del mais (meglio se a chicco piccolo).
Con tre coppie potrei coprire il fabbisogno della mia famiglia, considerando che fanno anche più covate all'anno.
4-Il Maiale: su questo animale la si può pensare come si vuole, ma per me è essenziale che sia presente nel Podere.
Rigorosamente di razza Grigia, derivato da un incrocio tra femmina di Cinta Senese e maschio di Large White, è un animale che si adatta benissimo al pascolo e all'aria aperta (anche con inverni rigidi). Lo spazio e l'alimentazione sono i due elementi fondamentali per l'allevamento del maiale: ampio recinto dove possa grufolare tutto il giorno, con riparo per la notte e per il cattivo tempo (buona anche la soluzione delle arche di legno); due razioni giornaliere (mattino e sera) di granaglie aziendali (principalmente farina d'orzo o orzo in grani), erba (va bene anche falciata), frutta e verdura, castagne e ghiande.
In inverno fornisco anche dell'avena, in modo che l'animale s'incalorisca (regga meglio il freddo), e nei primi 10 mesi di vita do abbondante favino (macinato).
Generalmente macello il maiale quando ha 18 mesi di vita, e più o meno un peso che si aggira attorno ai 180-220Kg di peso.
Un maiale è più che sufficiente a coprire il fabbisogno di un paio di famiglie (volendo anche di tre), ma se un agricoltore vole trarne del reddito consiglio di tenere almeno 2-3 maiali.
Per me l'importante è che il maiale, come del resto tutti gli animali del Podere, sia "sostenibile" per la sua alimentazione (che sia interamente prodotta in azienda) e per il lavoro (ossia che una sola persona riesca a gestire gli impegni quotidiani che ogni animale richiede).
Mi piacerebbe avere boschi (meglio se di cerro e/o di castagno) da potergli dedicare come recinzione, ma per adesso ghiande e castagne vengono raccolte a mano e somministrate assieme alle granaglie.
Un buon modo per prendere le ghiande è quello di stendere un vecchio telo da olive sotto ad una quercia, ed aspettare che il vento ed il sole facciano il resto.
Per me il numero giusto è 3 animali, nati in estate e macellati nell'inverno dell'anno successivo.
5-La Capra: spesso questo animale viene denigrato per le sue presunte doti di "anarchia e caparbietà"...e forse proprio per questo è un animale che per me è eccezionale.
A differenza delle pecore, questo animale "si fa valere" mostrando una grande determinazione ed attenzione in ogni sua azione.
Adatto a vivere nelle pianure e nelle montagne più alte, in posti dove la natura è rigogliosa ed anche in quelli dove non cresce praticamente nulla: forse l'animale più frugale che possa essere allevato nel podere, che offre grandi risorse all'Agricoltore.
Il suo latte, ottimo da bere, può essere utilizzato per fare formaggi freschi (dalle robiole alle caciottine), stagionati, per fare ricotte (delicatissime...da provare) e rovaggioli.
La sua carne è buonissima, delicata nel capretto, saporita nell'animale adulto, comunque meno grassa di quella dell'agnellino e della pecora (o abbacchio): in mille preparazioni, dall'arrosto agli umidi, dal salmì ai ragù, potrete gustare un animale che spesso non viene considerato nella nostra dieta, se non occasionalmente o a Pasqua.
Il suo letame, molto buono per la vigna e gli olivi, può anche essere utilizzato per l'orto, purchè venga fatto stagionare a lungo (io lo uso abitualmente).
Ed inoltre la capra può essere utilizzata per le sue pelli e per la sua lana.
Rimane comunque la soluzione più ecologica per ripulire campi abbandonati, o per mantenere puliti argini e fossi dove è impossibile arrivare con i macchinari.
Parlerei per ore delle capre...
Nella mia zona non c'è una razza autoctona, e quindi prediligo meticci ottenuti da capre che mostrino spiccata rusticità ed adattamento ai climi freddi e caldi, e che non abbiano mammelle troppo basse perchè potrebbero rovinarsele camminando nel bosco o in terreni accidentati.
Se un agricoltore vuole avere carne e latte per uso familiare, un buon compromesso potrebbe essere quello di allevare 6-7 capre ed un becco.
Per me l'ideale sarebbe 24 capre ed un becco.
6- L'Asino: tra tutte le razze, certamente la mia preferita è quella dell'Asino Miccio Amiatino.
Animale che possiede una personalità impressionante, si sa adattare ad ogni clima e terreno, e potrebbe essere fondamentale per le piccole aziende e per i vari Agricoltori Anacronistici che ci sono in giro.
Mangia praticamente di tutto al pascolo, si accontenta di fieni anche non perfetti (purchè non presentino muffe o siano prossimi a marcire), ha poche pretese in fatto di stalla: un animale che forse è molto simile alla capra, e per questo gode della mia massima stima ed attenzione.
Se domato per la soma, con un basto potrà essere un fedele aiuto nelle varie fasi dell'esbosco, per trasportare balle di sementi, granaglie, letame, per portare ceste di uva, olive, frutta e verdura, o per spostare canestri legna da ardere, o per movimentare le presse di fieno e paglia.
Se poi fosse domato per il tiro, potrebbe essere un ottimo mezzo di trasporto all'interno dell'azienda (o per aziende limitrofe) con piccoli carretti ad un posto.
Adatto anche per la doma a sella, e quindi indicato per il trekking in terreni fortemente svantaggiati dove il più blasonato purosangue dolicomorfo non oserebbe mai avventurarsi.
E non ultimo, una montagna di buona cacca da usare per concime dell'orto e della vigna.
Per me 2 asini femmine, pronte a darmi prole per aumentare l'allevamento.
7- Avicoli assortiti: nel pollaio possono vivere anche altri avicoli oltre ai polli.
I tacchini (detti luci o billi), almeno 5, con le femmine che sono ottime covatrici (alla faccia delle incubatrici). Le uova sono comunque buone nelle frittate o per fare ripieni.
Le faraone (dette gallinelle) che sono tanto chiassose ma anche tanto buone. Ameno 6 esemplari.
Le Anatre Mute (dette nane) con la loro carne impareggiabile, sanno tenere a bada le erbe di qualsiasi prato, e sono molto territoriali nei confronti di animali estranei. Le loro uova sono adatte per fare la sfoglia ed i dolci, ma a me piacciono anche affrittellate.
In tutto 4 nane, con un maschio e tre femmine, e sempre tanti anatroccoli che spuntano e corrono ovunque.
8- Il Coniglio (detto conigliolo): bellissima la razza Leprino di Viterbo, o anche dei semplici meticci di tipo "leprato".
In molti pensano che il coniglio possa vivere sono nelle gabbie, ma se abituato gradualmente la garenna potrà rappresentare la migliore soluzione per fare conigli rustici e saporitissimi.
Allevati con fieno di erba medica di secondo taglio e con orzo in grani, possono comunque vivere bene anche nei gabbioni, purchè sia rispettata l'igiene e vengano ripuliti almeno una volta al giorno, facendo molta attenzione alle correnti d'aria fresca in inverno (sopratutto se ci sono coniglie gravide o piccoli nati da poco) e dei rimpozzi d'umidità in estate. Infatti è con l'umidità che si presenta la zanzara che può portare la mixomatosi (una malattia virale che può letteralmente sterminare un'intero allevamento in pochi giorni), ed è bene fare molta attenzione e tenere qualche pianta di geranio e di basilico (piante repellenti per le zanzare) sempre in prossimità dei gabbioni.
L'ideale sarebbe un maschio e due coniglie (3 animali deputati alla riproduzione) per il sostentamento di un'intera famiglia, ricordando che la carne di coniglio è una carne bianca ed è comunque adatta anche agli anziani ed ai bambini, e quindi può essere consumata anche con una certa frequenza (magari a differenza di quella di maiale).
9- Il Cavallo: oggi allevato per lo più per attività sportive o per semplici passeggiate, rimane il miglior mezzo di locomozione in fatto di inquinamento.
E' un animale che ho sempre ammirato, ma che solo da pochi anni stò imparando ad allevare.
Tra tutti, questo forse è l'animale con cui è più importante stringere un legame di fiducia reciproca, e che per molti anni saprà accompagnare l'Agricoltore anche nel suo quotidiano.
Una volta sellato (ma per molti anche a pelo o con un semplice sottosella) sarà possibile spostarci in azienda (per esempio per recuperare il branco delle capre che si è allontanato durante il pascolo), fare visite alle aziende vicine, e compiere veri e propri spostamenti per salire in paese.
Rimane sempre la passeggiata nelle campagne, nei boschi, magari fatta in compagnia di altri cavalieri, o anche da soli con il proprio cavallo, ma un ottimo modo di impiegare il cavallo sarebbe anche quello del tiro leggero e pesante.
Partendo dal presupposto che sto parlando di cavalli mesomorfi, meso-brachimorfi o addirittura brachimorfi, è importante rispettare il giusto rapporto fra animale e tiro, senza chiedere mai troppo al nostro compagno di lavoro.
In molti sono contrari a questo, e non voglio certo sfruttare questa lista per fare un approfondimento sul tema (che magari rimanderei ad una discussione specifica), ma io sono convinto che il cavallo possa dare molto alle piccole aziende agricole anche in fatto di trazione animale: con carri per il trasporto di materie prime, con attrezzature adeguate per lavorare la terra, per l'esbosco trainando i tronchi, o come mezzo di locomozione abituale.
Almeno un cavallo in azienda ci vorrebbe, di una razza tra i robusti e volenterosi pony come l'Avelignese ed il Bardigiano, oppure cavalli come il Murgese o ill Maremmano (magari questo che sia particolarmente robusto), sino ad arrivare al Norico e al Cavallo Agricolo TPR.
L'alimentazione sarà fatta con fieno aziendale, pascolo, e al necessario qualche granaglia.
Da annotare la montagna di cacca che, come per l'asino, è un ottimo fertilizzante.
10- Vacca da carne: La bestia vaccina rappresenta la tradizione del territorio toscano, dove la vecche sono state allevate principalmente per la carne (o con eccezioni per la duplice attitudine). Dalla Maremmana (usata anche per il lavoro) alla famosissima Chianina, dal Mucco Pisano sino alla Calvana: un bovino che sia adatto all'ambiente pedoclimatico in cui dovrà vivere e che sia "a misura d'azienda e agricoltore".
La mia idea è quella di comprare piccoli vitelli appena svezzati, di abituarli gradualmente al pascolo, e di portarli al giusto peso per la macellazione: naturalmente è fondamentale l'alimentazione che integri il pascolo, evitando radicalmente miscele industriali ed insilati, e spingendo sui vari fieni dell'azienda e le granaglie a disposizione.
Sono consapevole che così facendo ci vorrà molto più tempo per far crescere e portare a peso il vitellone, ma rimango fermo sull'idea che la fretta sia una discreta nemica dell'Agricoltura (e non solo di quella).
In più, ad ogni pulizia mattutina della stalla avrei una carriola di letame adatto per i campi da seminare.
Alleverei 3 vitelli sino a portarti al peso di commercializzazione.
Più o meno questa è la lista, naturalmente attuabile solo in virtù della forza lavoro e del terreno di cui si può disporre.
Se dovessi allevare vitelli per tenerli alla catena, allora preferirei evitare, come eviterei per suini allevati in piccoli castri di cemento o polli "costretti" in improbabili pollai: ripeto che spazio ed alimentazione sono due aspetti imprescindibili per farmi allevare un animale, altrimenti rinuncio e mi adatto in qualche altro modo.
domenica 15 dicembre 2013
Lista n°1: le colture
La prima lista è forse la più difficile: tanto perchè è la prima, quanto perchè è frutto di una ricerca che ho fatto nella mia vita.
Sia chiaro che:
- i dati che riporto sono frutto della mia esperienza, ma non sono assolutamente da considerarsi assoluti;
- in alcuni casi i nomi delle varietà non sono specificati, o lo sono solo con nomi locali;
. per le colture arboree ho elencato diverse varietà che sono originarie di parti diverse della toscana e/o dell'appennino centrale, ma che non sono necessariamente specifiche del luogo dove vivo;
- non voglio offendere nessuno, ed esprimo solo un mio parere sull'argomento colture, senza voler denigrare altre varietà non menzionate, produttori o persone che la pensino in modo diverso dal mio.
Questo è IL MIO ELENCO, e non l'elenco che tutti dovrebbero fare o avere nel cuore...che sia chiaro!
Questa lista comprende cose che già ho, cose che non ho direttamente ma che trovo il modo di avere, e cose che vorrei avere.
Le colture NON SONO MESSE IN ORDINE D'IMPORTANZA, ma semplicemente per come mi vengono in mente al momento che le scrivo.
Partiamo con le colture erbacee:
1- Farro: non certo perchè va tanto di moda, ma perchè è un cereale che ben si adatterebbe ai miei terreni e (forse) anche ai miei climi. Indicato per alimentazione umana, sia come zuppa che come minestra, sia come base per insalate che come condimento per umidi, è ottimo anche per la produzione di farina. Mia moglie usa spesso la farina di farro per fare delle torte salate (sublime quella con la bietola, il caprino stagionato ed i pinoli che mi ha fatto la scorsa settimana), per fare dei dolci ed anche mescolata a quella di grano tenero per fare il pane.
Me ne occorrerebbe circa 0.25Ha
Inoltre può trovare interessante impiego in campo zootecnico per alimentare i maiali.
2- Grano Tenero: i polli dovranno pur mangiare, no? E poi il tenero è la farina perfetta, utilizzata per fare pane, dolci, focacce, biscotti e torte salate o dolci.
Me ne occorrerebbe circa 0.50Ha
3- Orzo: fondamentale per l'alimentazione dei miei animali. La base per i maiali, l'arricchimento per i polli, l'aiuto per i conigli, l'incentivo per le capre. Senza orzo non potrei restare. Coltura certamente meno esigente del grano, che sino a febbraio può essere seminata...e se l'annata dovesse andare male va bene anche falciarla a fine maggio, e diventa un ottimo foraggio per le capre e per i cavalli (provare per credere).
Me ne occorrerebbe almeno 1.50Ha (ma se fosse di più sarebbe meglio).
4-Favino: la dicotiledone che preferisco perchè arricchisce il terreno di azoto (e quindi non sono necessarie successive concimazioni per le colture che la succedono) ed è ottima per il sovescio nella vigna, nel frutteto, negli olivi e nei campi.
La granella la utilizzo in due modi: a bagno per due giorni oppure macinata. In entrambi i casi è fondamentale per i miei maiali, sopratutto da quando hanno 30Kg sino a quando superano i 120-150Kg.
Il Favino porta proteine all'animale, e queste fanno massa magra, lavorando sull'accrescimento delle parti muscolari.
Io non uso alcun tipo di miscele aziendali, e questa leguminosa li aiuta nella crescita (sempre affiancata dall'orzo, da molta erba, verdure e frutta, castagne e ghiande).
Me ne occorrerebbe...la medesima quantità dell'orzo seminato l'anno precedente, poichè la uso in alternanza in modo da fare una rotazione biennale con questo, o triennale con altre colture come il grano tenero.
5-Avena (biada): La biada è ottima per essere seminata in terreni da recuperare, permette copiosi sfalci per il fieno da cavalli, la sua granella è indicata per le capre (un pugno alla sera quando c'è la neve), per i conigli (mescolata all'orzo quando le temperature vanno sotto zero), per i polli (assieme al pastone invernale) e per le capre (durante il periodo dei calori).
Il problema è che questa coltura attira i cinghiali, e se viene seminata in un campo sprovvisto di idonea recinzione...il raccolto sarà compromesso.
Ma mi piace perchè è una pianta di poche pretese...pioniera direi, che non ha bisogno di chissà quali lavorazioni o concimazioni, e che riesce sempre a stupire.
Me ne occorrerebbe 1.00Ha (cinghiali permettendo).
6- Un prato stabile di Trifoglio, Loietto, Ginestrino e Festuca.
Questo mix è perfetto per cavalli e capre, non spinge e offre discrete produzioni per molti anni (anche più di dieci in alcuni casi): vuol dire che non c'è bisogno di sfare il prato e rifarlo, evitando copiosi consumi per arature e lavorazioni successive, per il seme e la semina.
Regge molto bene al vento, alla siccità, alla pioggia e al freddo.
Me ne occorrerebbe almeno 3.50Ha (sempre che in azienda non aumentino gli erbivori)
passiamo adesso alle orticole...
7- Zucchino Fiorentino
8- Pomodoro Canestrino di Pisa (o Pisanello)
9- Pomodoro Costoluto di Firenze
10- Cavolo nero Toscano
11- Cipolla Rossa di Firenze
12- Cipolla di Certaldo
13- Aglio rosso
14- Carciofo Violetto
15- Fagiolo Zolfino
16- Patata Bianca (var. toscana)
17- Patata Rossa (var. toscana)
...e poi Bietole a Coste, Insalate, molti radicchi, peperoni Pescaresi, peperoni "quadrati", peperoncini piccanti assortiti (anche da fare ripieni), cavolfiore, cavolo verza e cavolo broccolo, fagiolini, sedano, finocchio...e tutto quello che cresce bene nella mia terra.
18- Di rivelante interesse anche un'area dedicata alle erbe aromatiche ed alle medicinali, ma di questo argomento specifico mi ripropongo di riparlarne in un post interamente dedicato.
Poi vengono le colture arboree.
19- Il Castagno. In assoluto è l'arborea che prediligo. Ogni mio senso, e l'animo mio tutto è appagato da questa pianta Meravigliosa.
Naturalmente per avere il castagno ci vuole la terra giusta, poi la giusta altitudine, esposizione e clima.
Parto dal fusto ed i rami: con i polloni ed i fittoni si possono realizzare bastoni e manici utili per mille impieghi, o pali e travetti con polloni di svariati anni. Con la buccia di questi si possono fare canestri e ceste, con il legno più vecchio possiamo realizzare moltissimi manufatti (da piccoli oggetti, sino agli infissi, i mobili, i tini e le botti, etc.) ed è una discreta legna per essere arsa (ma è bene che sia almeno un poco stata stagionata). Le foglie sono adatte, assieme ai ricci vuoti, per avviare il fuoco di casa, e da sole per uso lettiera degli animali, per pacciamamare nell'orto, tingere i tessuti, per rivestire i formaggi in stagionatura, come foraggio per le capre e chissà quanti altri utilizzi.
Il fiore è nobile per l'apicoltura, ed io sono un vero estimatore di questo miele.
E poi il frutto: dal consumo fresco, sino a quello essiccato (in essiccatoio o in bocca di forno), per realizzare le marmellate (una vera gioia di vita per me), molti dolci, piatti e manicaretti, sino alla farina (la usiamo principalmente per fare il castagnaccio, i biscotti e la polenta).
Della pianta di castagno mi piace il fresco che regala in estate, il rumore delle sue foglie mosse dal vento, l'odore dei suoi fiori e della legna appena segata, e poi è una pianta possente, temeraria e longeva.
L'ideale sarebbe avere almeno 1.00Ha di castagneto da frutto.
20- L'olivo. Categoricamente in cultivar autoctone, pronto a divenire matto se le olive sono piccole o non si staccano dal picciolo per essere colte. Assieme al castagno, questa è una pianta dai mille impieghi, e tanto in falegnameria (dagli utensili da cucina sino ai mobiletti), che nella pancia del camino o della stufa (la potatura di olivo è ottima per fare calore), il suo legname è apprezzabile.
I residui di potatura poi sono ottimo foraggio per le capre, e quanto ne rimane può alimentare il forno a legna per la cottura del pane.
Le olive poi, al forno, in salamoia, sotto sale, in patè trovano nobili postazioni sulla tavola quotidiana.
Ed infine l'olio, l'oro liquido, adatto per condire, per cucinare, per conservare (verdure e carni sottolio fanno parte della mia tradizione familiare) e per i mille rimedi casalinghi di mia moglie (dall'ungere i cardini sino a preparati con le erbe).
Per l'olio ad uso domestico basterebbero 30-35 piante, ma con 200 piante si avrebbe anche un reddito minimo utile al sostentamento del podere.
20- L'olmo. Pianta utilizzata per fabbricare utensili agricoli (resiste molto bene all'acqua e all'umidità). La legna non è molto adatta per essere arsa (anche se all'occorrenza ci si adatta), ma è comunque una pianta che fa ottima ombra, indicata per diverse cure tradizionali, discreta foraggera (le foglie) per le vacche.
Basterebbe anche solo averne un paio di piante vicino al pozzo, ma l'ideale è averne un sieponale lungo il fossi.
Può essere impiegata come tutore nella vigna per fare la vite maritata, oppure a capofila per reggere i fili del filare.
21- Il Salice da Vimini. Con le vettine (prima che spuntino le foglie) si fa un fascio, che poi viene abilmente tenuto a mollo (in acqua) e lontano dalla luce per i mesi a seguire. Le useremo per legare la vite (legatura del tronco), per legare le canne dei pomodori, per intrecciare panieri o simili.
Quando si ha il raffreddore o siamo affaticati da una giornata di duro lavoro nei campi, si usa succhiarne qualche foglia che, come dicevano i vecchi, ti tira su a modino.
Per evitare di usare spaghi e legacci di plastica, è bene averne diverse piante ed assicurarsi copiose scorte di vettini, pronti ai tanti utilizzi richiesti in campagna.
Quindi almeno 10 piante andrebbero tenute.
22- La Vite. Non può mancare nel podere la possibilità di fare il vino, ma anche di avere uva fresca da consumare, da appassire per i mesi a venire (per consumo diretto o per dolci), per la marmellata (ottime anche quelle abbinate alle pere o alle mele), per le gelatine, per i succhi di frutta.
Dopo la potatura i tralci vengono affastellati (raggruppati in piccole fascine), stivati e messi ad essiccare: alimenteranno il forno nel fuoco settimanale.
Inoltre, una volta che le foglie saranno cadute, la vigna rappresenterà un discreto pascolo per le mie capre, almeno sino al momento dell'occhiatura dei germogli.
Rigorosamente di varietà autoctone, o comunque toscane, alla faccia dei vitigni internazionali più blasonati, e con la convinzione che una vite autoctona avrà sempre minor bisogno di assistenza e cura (sopratutto per malattie ed insetti) rispetto ad una che ha "profonde radici storiche in quel territorio".
La vigna assicurerà il vino per la famiglia, ed anche solo 0.10Ha potrebbero assicurare la giusta quantità, ma se come per l'olivo si vuole provare ad avere un reddito, 1.00Ha rappresenta un buon impegno per me, considerando che un'estensione maggiore avrei serie difficoltà a gestirla (vista la mole di lavoro che già ho oltre alla vigna).
Passiamo adesso alle cultivar da frutta.
23- Il Melo. Di varietà Decio (o Nesta), San Giovanni, Rossa di Firenze, Rotella ed altre. Tutte toscane, e a maturazione a scalare, in modo da assicurarsi mele per molti mesi all'anno.
Per consumo fresco, per marmellate, per sciropparle, per essiccarle e per i succhi di frutta.
Almeno 15 piante per uso domestico (a me piace molto la mela).
23- Il Melograno. Purchè siano esposti il più possibile al sole, e riparati dai venti freddi di tramontana e grecale, sono immancabili nell'aia del podere o nell'orto.
Almeno 1 pianta.
24- Il Pero. Di varietà Volpina, Fiasca, Vernina, Briaca (o Cocomerina), Lardaia e Arancina. Tutte più o mno toscane, o comunque radicate nel territorio, a maturazione scalare.
Come per i Meli, per il consumo fresco dei frutti, per le marmellate, per essiccarle, per sciropparle, per fare le puree, per i succhi di frutta e per aromatizzare le grappe poco buone che mi hanno regalato.
Il legno di pero, semmai una pianta necessitasse di potature importanti, è molto duro è può essere usato come manico per martelli o utensili da colpo.
Almeno 15 piante per uso domestico.
25- Il Pesco. Di varietà di Vigna e Saturnina. Due varietà che fanno frutti piccoli, ma buonissimi.
Le piante possono essere messe anche nella vigna a capofila o fungendo da tutore direttamente alla pianta.
In tutto 10 piante tenute a corto (potate basse) possono bastare per la famiglia.
La frutta viene principalmente usata per il consumo fresco, per essere essiccate e per le marmellate.
26- L'Albicocco. La varietà precoce Toscana è molto diffusa, ma in annate di freddo marzolino ci possono essere cospicui cali di produzione.
La frutta, fresca e consumata direttamente (spesso proprio sotto alla pianta), o lavorata in marmellata, o sciroppata oppure essiccata, è una delle più buone che ci siano.
Poche piante, 3 al massimo, bastano per l'utilizzo familiare.
27- I Susini. La Verdacchia, la San Giovanni e la Coscia di Monaca sono le mie preferite.
Utilizzate come per le pesche, sono comunque molto presenti nei terreni del podere.
Circa 15 piante sono una quantità più che sufficiente a soddisfare il fabbisogno della mia famiglia, e degli animali che pascolano sotto di essi (galline e tacchini su tutti).
28- Il Ciliegio. Rigorosamente nell'aia, la Varietà dolce detta Durona giugnola è forse la più apprezzata, assieme all'Acquaiola a pasta bianca.
Il Ciliegio Acido (o selvatico) è poi sono usato come tutori della vite, o come pianta da sieponali tra vari campi.
Sotto zucchero, nella grappa, in marmellata, ma sopratutto mangiate fresche e magari mentre vengono colte.
Almeno 2 ciliegi dolci ed un numero imprecisato di ciliegi acidi.
29- Il Fico. Generalmente posto accanto al pozzo o nel pollaio.
Il Dottato, il Borgiotto nero di Firenze ed il Piombinese.
I fichi, oltre che per consumo fresco (ottimi con il pane appena sfornato), sono ottimi nella marmellata (per me una delle migliori assieme a quella di castagne e quella di more di rovo) ed essiccati (e poi accompagnati alle noci).
Le foglie secchie sono buone per alimentare il forno a legna o per pacciamare i carciofi.
Una pianta per vaietà, e quindi 3 in tutto.
30- Melo Cotogno. Per la marmellata, almeno una pianta ci deve essere.
31- Noce. Pianta dai mille utilizzi, è certamente adatta per fare ombra nell'aia, per le noci, e per l'utilizzo del legname (dalla falegnameria alla stufa).
Con le foglie secche si alimenta il forno a legna, mentre con quelle verdi si possono rivestire le forme di pecorino che devono stagionare.
Con il mallo della drupe, colte rigorosamente il giorno di San Giovanni, si fa il nocino.
Inoltre le foglie ed il mallo è utilizzato anche per tingere le stoffe ed il legno.
Almeno un noce ci vuole, ma per me il giusto numero è di 3 piante.
Ci sarebbero molte altre piante, ma per praticità mi fermo qui, riservandomi di aggiungere qualcosa in un secondo tempo.
Sia chiaro che:
- i dati che riporto sono frutto della mia esperienza, ma non sono assolutamente da considerarsi assoluti;
- in alcuni casi i nomi delle varietà non sono specificati, o lo sono solo con nomi locali;
. per le colture arboree ho elencato diverse varietà che sono originarie di parti diverse della toscana e/o dell'appennino centrale, ma che non sono necessariamente specifiche del luogo dove vivo;
- non voglio offendere nessuno, ed esprimo solo un mio parere sull'argomento colture, senza voler denigrare altre varietà non menzionate, produttori o persone che la pensino in modo diverso dal mio.
Questo è IL MIO ELENCO, e non l'elenco che tutti dovrebbero fare o avere nel cuore...che sia chiaro!
Questa lista comprende cose che già ho, cose che non ho direttamente ma che trovo il modo di avere, e cose che vorrei avere.
Le colture NON SONO MESSE IN ORDINE D'IMPORTANZA, ma semplicemente per come mi vengono in mente al momento che le scrivo.
Partiamo con le colture erbacee:
1- Farro: non certo perchè va tanto di moda, ma perchè è un cereale che ben si adatterebbe ai miei terreni e (forse) anche ai miei climi. Indicato per alimentazione umana, sia come zuppa che come minestra, sia come base per insalate che come condimento per umidi, è ottimo anche per la produzione di farina. Mia moglie usa spesso la farina di farro per fare delle torte salate (sublime quella con la bietola, il caprino stagionato ed i pinoli che mi ha fatto la scorsa settimana), per fare dei dolci ed anche mescolata a quella di grano tenero per fare il pane.
Me ne occorrerebbe circa 0.25Ha
Inoltre può trovare interessante impiego in campo zootecnico per alimentare i maiali.
2- Grano Tenero: i polli dovranno pur mangiare, no? E poi il tenero è la farina perfetta, utilizzata per fare pane, dolci, focacce, biscotti e torte salate o dolci.
Me ne occorrerebbe circa 0.50Ha
3- Orzo: fondamentale per l'alimentazione dei miei animali. La base per i maiali, l'arricchimento per i polli, l'aiuto per i conigli, l'incentivo per le capre. Senza orzo non potrei restare. Coltura certamente meno esigente del grano, che sino a febbraio può essere seminata...e se l'annata dovesse andare male va bene anche falciarla a fine maggio, e diventa un ottimo foraggio per le capre e per i cavalli (provare per credere).
Me ne occorrerebbe almeno 1.50Ha (ma se fosse di più sarebbe meglio).
4-Favino: la dicotiledone che preferisco perchè arricchisce il terreno di azoto (e quindi non sono necessarie successive concimazioni per le colture che la succedono) ed è ottima per il sovescio nella vigna, nel frutteto, negli olivi e nei campi.
La granella la utilizzo in due modi: a bagno per due giorni oppure macinata. In entrambi i casi è fondamentale per i miei maiali, sopratutto da quando hanno 30Kg sino a quando superano i 120-150Kg.
Il Favino porta proteine all'animale, e queste fanno massa magra, lavorando sull'accrescimento delle parti muscolari.
Io non uso alcun tipo di miscele aziendali, e questa leguminosa li aiuta nella crescita (sempre affiancata dall'orzo, da molta erba, verdure e frutta, castagne e ghiande).
Me ne occorrerebbe...la medesima quantità dell'orzo seminato l'anno precedente, poichè la uso in alternanza in modo da fare una rotazione biennale con questo, o triennale con altre colture come il grano tenero.
5-Avena (biada): La biada è ottima per essere seminata in terreni da recuperare, permette copiosi sfalci per il fieno da cavalli, la sua granella è indicata per le capre (un pugno alla sera quando c'è la neve), per i conigli (mescolata all'orzo quando le temperature vanno sotto zero), per i polli (assieme al pastone invernale) e per le capre (durante il periodo dei calori).
Il problema è che questa coltura attira i cinghiali, e se viene seminata in un campo sprovvisto di idonea recinzione...il raccolto sarà compromesso.
Ma mi piace perchè è una pianta di poche pretese...pioniera direi, che non ha bisogno di chissà quali lavorazioni o concimazioni, e che riesce sempre a stupire.
Me ne occorrerebbe 1.00Ha (cinghiali permettendo).
6- Un prato stabile di Trifoglio, Loietto, Ginestrino e Festuca.
Questo mix è perfetto per cavalli e capre, non spinge e offre discrete produzioni per molti anni (anche più di dieci in alcuni casi): vuol dire che non c'è bisogno di sfare il prato e rifarlo, evitando copiosi consumi per arature e lavorazioni successive, per il seme e la semina.
Regge molto bene al vento, alla siccità, alla pioggia e al freddo.
Me ne occorrerebbe almeno 3.50Ha (sempre che in azienda non aumentino gli erbivori)
passiamo adesso alle orticole...
7- Zucchino Fiorentino
8- Pomodoro Canestrino di Pisa (o Pisanello)
9- Pomodoro Costoluto di Firenze
10- Cavolo nero Toscano
11- Cipolla Rossa di Firenze
12- Cipolla di Certaldo
13- Aglio rosso
14- Carciofo Violetto
15- Fagiolo Zolfino
16- Patata Bianca (var. toscana)
17- Patata Rossa (var. toscana)
...e poi Bietole a Coste, Insalate, molti radicchi, peperoni Pescaresi, peperoni "quadrati", peperoncini piccanti assortiti (anche da fare ripieni), cavolfiore, cavolo verza e cavolo broccolo, fagiolini, sedano, finocchio...e tutto quello che cresce bene nella mia terra.
18- Di rivelante interesse anche un'area dedicata alle erbe aromatiche ed alle medicinali, ma di questo argomento specifico mi ripropongo di riparlarne in un post interamente dedicato.
Poi vengono le colture arboree.
19- Il Castagno. In assoluto è l'arborea che prediligo. Ogni mio senso, e l'animo mio tutto è appagato da questa pianta Meravigliosa.
Naturalmente per avere il castagno ci vuole la terra giusta, poi la giusta altitudine, esposizione e clima.
Parto dal fusto ed i rami: con i polloni ed i fittoni si possono realizzare bastoni e manici utili per mille impieghi, o pali e travetti con polloni di svariati anni. Con la buccia di questi si possono fare canestri e ceste, con il legno più vecchio possiamo realizzare moltissimi manufatti (da piccoli oggetti, sino agli infissi, i mobili, i tini e le botti, etc.) ed è una discreta legna per essere arsa (ma è bene che sia almeno un poco stata stagionata). Le foglie sono adatte, assieme ai ricci vuoti, per avviare il fuoco di casa, e da sole per uso lettiera degli animali, per pacciamamare nell'orto, tingere i tessuti, per rivestire i formaggi in stagionatura, come foraggio per le capre e chissà quanti altri utilizzi.
Il fiore è nobile per l'apicoltura, ed io sono un vero estimatore di questo miele.
E poi il frutto: dal consumo fresco, sino a quello essiccato (in essiccatoio o in bocca di forno), per realizzare le marmellate (una vera gioia di vita per me), molti dolci, piatti e manicaretti, sino alla farina (la usiamo principalmente per fare il castagnaccio, i biscotti e la polenta).
Della pianta di castagno mi piace il fresco che regala in estate, il rumore delle sue foglie mosse dal vento, l'odore dei suoi fiori e della legna appena segata, e poi è una pianta possente, temeraria e longeva.
L'ideale sarebbe avere almeno 1.00Ha di castagneto da frutto.
20- L'olivo. Categoricamente in cultivar autoctone, pronto a divenire matto se le olive sono piccole o non si staccano dal picciolo per essere colte. Assieme al castagno, questa è una pianta dai mille impieghi, e tanto in falegnameria (dagli utensili da cucina sino ai mobiletti), che nella pancia del camino o della stufa (la potatura di olivo è ottima per fare calore), il suo legname è apprezzabile.
I residui di potatura poi sono ottimo foraggio per le capre, e quanto ne rimane può alimentare il forno a legna per la cottura del pane.
Le olive poi, al forno, in salamoia, sotto sale, in patè trovano nobili postazioni sulla tavola quotidiana.
Ed infine l'olio, l'oro liquido, adatto per condire, per cucinare, per conservare (verdure e carni sottolio fanno parte della mia tradizione familiare) e per i mille rimedi casalinghi di mia moglie (dall'ungere i cardini sino a preparati con le erbe).
Per l'olio ad uso domestico basterebbero 30-35 piante, ma con 200 piante si avrebbe anche un reddito minimo utile al sostentamento del podere.
20- L'olmo. Pianta utilizzata per fabbricare utensili agricoli (resiste molto bene all'acqua e all'umidità). La legna non è molto adatta per essere arsa (anche se all'occorrenza ci si adatta), ma è comunque una pianta che fa ottima ombra, indicata per diverse cure tradizionali, discreta foraggera (le foglie) per le vacche.
Basterebbe anche solo averne un paio di piante vicino al pozzo, ma l'ideale è averne un sieponale lungo il fossi.
Può essere impiegata come tutore nella vigna per fare la vite maritata, oppure a capofila per reggere i fili del filare.
21- Il Salice da Vimini. Con le vettine (prima che spuntino le foglie) si fa un fascio, che poi viene abilmente tenuto a mollo (in acqua) e lontano dalla luce per i mesi a seguire. Le useremo per legare la vite (legatura del tronco), per legare le canne dei pomodori, per intrecciare panieri o simili.
Quando si ha il raffreddore o siamo affaticati da una giornata di duro lavoro nei campi, si usa succhiarne qualche foglia che, come dicevano i vecchi, ti tira su a modino.
Per evitare di usare spaghi e legacci di plastica, è bene averne diverse piante ed assicurarsi copiose scorte di vettini, pronti ai tanti utilizzi richiesti in campagna.
Quindi almeno 10 piante andrebbero tenute.
22- La Vite. Non può mancare nel podere la possibilità di fare il vino, ma anche di avere uva fresca da consumare, da appassire per i mesi a venire (per consumo diretto o per dolci), per la marmellata (ottime anche quelle abbinate alle pere o alle mele), per le gelatine, per i succhi di frutta.
Dopo la potatura i tralci vengono affastellati (raggruppati in piccole fascine), stivati e messi ad essiccare: alimenteranno il forno nel fuoco settimanale.
Inoltre, una volta che le foglie saranno cadute, la vigna rappresenterà un discreto pascolo per le mie capre, almeno sino al momento dell'occhiatura dei germogli.
Rigorosamente di varietà autoctone, o comunque toscane, alla faccia dei vitigni internazionali più blasonati, e con la convinzione che una vite autoctona avrà sempre minor bisogno di assistenza e cura (sopratutto per malattie ed insetti) rispetto ad una che ha "profonde radici storiche in quel territorio".
La vigna assicurerà il vino per la famiglia, ed anche solo 0.10Ha potrebbero assicurare la giusta quantità, ma se come per l'olivo si vuole provare ad avere un reddito, 1.00Ha rappresenta un buon impegno per me, considerando che un'estensione maggiore avrei serie difficoltà a gestirla (vista la mole di lavoro che già ho oltre alla vigna).
Passiamo adesso alle cultivar da frutta.
23- Il Melo. Di varietà Decio (o Nesta), San Giovanni, Rossa di Firenze, Rotella ed altre. Tutte toscane, e a maturazione a scalare, in modo da assicurarsi mele per molti mesi all'anno.
Per consumo fresco, per marmellate, per sciropparle, per essiccarle e per i succhi di frutta.
Almeno 15 piante per uso domestico (a me piace molto la mela).
23- Il Melograno. Purchè siano esposti il più possibile al sole, e riparati dai venti freddi di tramontana e grecale, sono immancabili nell'aia del podere o nell'orto.
Almeno 1 pianta.
24- Il Pero. Di varietà Volpina, Fiasca, Vernina, Briaca (o Cocomerina), Lardaia e Arancina. Tutte più o mno toscane, o comunque radicate nel territorio, a maturazione scalare.
Come per i Meli, per il consumo fresco dei frutti, per le marmellate, per essiccarle, per sciropparle, per fare le puree, per i succhi di frutta e per aromatizzare le grappe poco buone che mi hanno regalato.
Il legno di pero, semmai una pianta necessitasse di potature importanti, è molto duro è può essere usato come manico per martelli o utensili da colpo.
Almeno 15 piante per uso domestico.
25- Il Pesco. Di varietà di Vigna e Saturnina. Due varietà che fanno frutti piccoli, ma buonissimi.
Le piante possono essere messe anche nella vigna a capofila o fungendo da tutore direttamente alla pianta.
In tutto 10 piante tenute a corto (potate basse) possono bastare per la famiglia.
La frutta viene principalmente usata per il consumo fresco, per essere essiccate e per le marmellate.
26- L'Albicocco. La varietà precoce Toscana è molto diffusa, ma in annate di freddo marzolino ci possono essere cospicui cali di produzione.
La frutta, fresca e consumata direttamente (spesso proprio sotto alla pianta), o lavorata in marmellata, o sciroppata oppure essiccata, è una delle più buone che ci siano.
Poche piante, 3 al massimo, bastano per l'utilizzo familiare.
27- I Susini. La Verdacchia, la San Giovanni e la Coscia di Monaca sono le mie preferite.
Utilizzate come per le pesche, sono comunque molto presenti nei terreni del podere.
Circa 15 piante sono una quantità più che sufficiente a soddisfare il fabbisogno della mia famiglia, e degli animali che pascolano sotto di essi (galline e tacchini su tutti).
28- Il Ciliegio. Rigorosamente nell'aia, la Varietà dolce detta Durona giugnola è forse la più apprezzata, assieme all'Acquaiola a pasta bianca.
Il Ciliegio Acido (o selvatico) è poi sono usato come tutori della vite, o come pianta da sieponali tra vari campi.
Sotto zucchero, nella grappa, in marmellata, ma sopratutto mangiate fresche e magari mentre vengono colte.
Almeno 2 ciliegi dolci ed un numero imprecisato di ciliegi acidi.
29- Il Fico. Generalmente posto accanto al pozzo o nel pollaio.
Il Dottato, il Borgiotto nero di Firenze ed il Piombinese.
I fichi, oltre che per consumo fresco (ottimi con il pane appena sfornato), sono ottimi nella marmellata (per me una delle migliori assieme a quella di castagne e quella di more di rovo) ed essiccati (e poi accompagnati alle noci).
Le foglie secchie sono buone per alimentare il forno a legna o per pacciamare i carciofi.
Una pianta per vaietà, e quindi 3 in tutto.
30- Melo Cotogno. Per la marmellata, almeno una pianta ci deve essere.
31- Noce. Pianta dai mille utilizzi, è certamente adatta per fare ombra nell'aia, per le noci, e per l'utilizzo del legname (dalla falegnameria alla stufa).
Con le foglie secche si alimenta il forno a legna, mentre con quelle verdi si possono rivestire le forme di pecorino che devono stagionare.
Con il mallo della drupe, colte rigorosamente il giorno di San Giovanni, si fa il nocino.
Inoltre le foglie ed il mallo è utilizzato anche per tingere le stoffe ed il legno.
Almeno un noce ci vuole, ma per me il giusto numero è di 3 piante.
Ci sarebbero molte altre piante, ma per praticità mi fermo qui, riservandomi di aggiungere qualcosa in un secondo tempo.
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