Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

giovedì 26 luglio 2012

Appunti di luglio fatti sotto al sole

Potrei mettermi a parlare della siccità, e dei disagi che questa comporta...
...ma qualsiasi lettore con un minimo di sale in zucca, pur se legge dalle quattro mura del suo appartamento di città (ed è quindi distante dalla vita di campagna), comprende cosa voglia dire non vedere una goccia d'acqua da più di 50 giorni.
E' vero: l'estate è bella proprio perchè non piove...ma se non piove qui non si mangia.
Ed ecco che rischia di annullarsi tutto il "bel lavoro" fatto dai quaranta giorni di pioggia (fra aprile e maggio), e l'orto piange lacrime asciutte.
Anno di bolla del pomodoro, anno di frutti rinseccoliti e asciutti, poche le zucchine e meno ancora le melanzane.  Il basilico va a fiore che ancora è basso, il prezzemolo ingiallisce, e all'orizzonte pare che voglia piovere.
La bolla del pomodoro: vero flagello dell'orto di questa estate

Ma quei nuvoloni carichi di acqua decidono di andare oltre, e per beffa scoppiano gli incendi boschivi, e luglio passa (e passerà) senza una goccia d'acqua.
Le capre stanno calando di molto la loro produzione di latte, ma la vita va avanti nel podere, e nasce la seconda mandata di pucini (schiusa di pulcini).
E la scrofa mette alla luce i lattonzoli, mentre i prati sono oramai secchi, e la vigna pare voler appassire prima del tempo.
Scrofa con piccoli a 15 ore dal parto

Mi chiedo a quanto dovrebbero essere vendute quelle poche verdure reduci di questo giugno-luglio da girone dantesco: sono saporitissime, ma quanta fatica per loro e per il mezzo ortolano che le lavora e annacqua alla meglio (annaffia come meglio può).

Ma intanto l'orzo ed il favino sono stivati, e finalmente non c'è da pensare più alla trebbiatura.
Trebbiatura che è andata molto male per l'orzo e bene per il favino.
L'orzo, seminato il 18 di febbraio, ha visto la pioggia SOLO il 3 aprile: troppo tardi per permettergli un corretto accrescimento e sviluppo, ed infatti è rimasto basso ed è cresciuto spargolo.
Avevo messo in conto di non avere una produzione sufficiente per sostenere i miei animali, ed il lavoro adesso è trovare del buon orzo "pulito" da coltivazioni con concimi chimici e diserbanti: chi cerca torva sempre.
Il favino, seminato in ottobre, ha dato un raccolto più che soddisfacente ed oltre le mie aspettative: ha azotato il terreno (ottimo per la semina di orzo e/o grano del prossimo anno) e mi ha permesso di stivare una cospicua quantità di granella che dovrebbe bastarmi per tutto l'anno.


Ecco come si presentava il favino nel mese di maggio...

...ed ecco un particolare della trebbiatura di questo i primi giorni del mese di luglio

E' estate, e mentre nella strada rombano le moto (che paiono aver tanta fretta di arrivare al mare), io mi chiedo quando pioverà.
La vita del contadino è anche questa: starsene tante ore a testa bassa, faccia a faccia con la terra, per poi trascorrere lunghi momenti con il naso all'insù a scrutare stelle ed interpretare le nuvole. 

venerdì 6 luglio 2012

Giugno ed il fieno: il mese più lungo


Mettermi seduto di fronte al computer mi appare oramai come una cosa remota e strana.
Il mese di giugno è SENZA ALCUN DUBBIO il mese più lungo dei dodici che compongono il mio anno, ed in questo mese si giunge all'apice della lunghezza di giorno rispetto alla notte, esplode il lavoro nell'orto, gli animali danno il loro massimo daffare, la frutta inizia a maturare, c'è la vigna da sfemminellare e accapannare, e ancora molte altre cose.
Ma forse, per quanto mi riguarda, il lavoro più impegnativo è senza dubbio la fienagione: il taglio del fieno che sancisce il termine dell'anno vegetativo dei prati.
Ma partiamo dall'inizio: ho due tipi di prati , di cui uno di poco meno di un ettaro dove ho dell'erba medica ed un altro di oltre 4 ettari dove ho un polifita oramai settennale.
Doverose sono delle precisazioni.

Il prato, il pascolo e l'erbaio spesso vengono confusi, o intesi come la medesima cosa (sopratutto per chi non mastica molto di fienagione): il pascolo è quel luogo dove si lasciano (appunto) pascolare gli animali, e dove generalmente non si effettua alcuno sfalcio; l'erbaio è un campo che viene arato e seminato ogni anno in modo da offrire una coltura annuale (per esempio avena, loietto, etc) che viene sfalciata e che terminerà il suo ciclo non fornendo più altro tipo di foraggio (a meno che non venga riseminata l'anno successivo); il prato è quel campo che viene lavorato, seminato...e che per anni offrirà erba da sflacio (volendo anche da pascolo) e che esaurirà il suo ciclo produttivo solo dopo diversi anni.

Prato di Erba Medica pronto per il Secondo Taglio

L'erba medica, che generalmente è la più usata per fare i prati, è una pianta erbacea dicotiledone che viene molto impiegata in zootecnia: cresce un pò ovunque, è molto proteica, azota il terreno su cui dimora e offre almeno due sfalci (detti TAGLI) a seconda della stagione.
Io l'erba medica la uso per i conigli (generalmente di secondo taglio) e per le capre (di primo taglio).
Quele la distinzione fra i due tagli?
Il Primo Taglio viene fatto (nella mia zona e alle mie altitudini) a fine maggio: è un taglio che è ricco anche di tutte quelle piante erbacee che sono nate nella primavera (per esempio avena selvatica, orzo selvatico, rapacine, etc) e quindi l'erba medica è talvolta in minore percentuale rispetto a tutte le altre varietà presenti nel campo.   Per molti è considerato un taglio meno nobile, ma per le mie capre è un vero toccasana in fase di lattazione: infatti l'erba medica aiuta molto la produzione di latte dei ruminanti, e le tante varietà minori (e povere) presenti in questo taglio risultano molto più appetibili in associazione fra di loro.  E un fieno molto apprezzato anche dai cavalli e spesso questo è anche detto Fieno Naturale (proprio per la presenza massiccia di erbe spontanee rispetto all'Erba Medica).
Il Secondo Taglio di erba medica vede la presenza di questa ben oltre il 90%, e quindi è un fieno bello concentrato (a mio avviso troppo per le mie capre...perlomeno per quelle che sono le mie pretese nei loro confronti), ma adattissimo ai palati fini e delicati dei conigli.  Io almeno la uso per questo, oltre che per mescolarlo ad altri fieni decisamente più poveri.
Nelle estati piovose è possibile anche fare il Terzo Taglio, dove l'erbamedica è presente al 100%, ma inizia ad essere molto dura nel gambo...e spesso più povera delle sue sostanze nutritive. In alcune zone d'Italia si riesce a fare pure il Quarto Taglio, ma qui da me è un'utopia già fare il terzo.

Prato di Erba Medica dopo il Secondo Taglio


Parliamo adesso del prato polifita.
Nel mio caso si tratta di un prato vecchio di sette anni, che in origine era stato seminato con della Festuca, del Trifoglio Ladino, del Loietto e del Ginestrino, ma che ad oggi presenta anche varietà come la veccia villosa, la gramigna, il tarassaco, la sulla, l'avena selvatica e l'erba marzolina.
E' un prato ricchissimo, e perfetto per i cavalli e per il mantenimento delle capre: offre un unico sfalcio all'anno, ma che fornisce grandi quantità di fieno, e quest'anno ben 500 presse di questo fieno sono stivate nei vari fienili intorno casa mia.

Pressatura del prato polifita

Per chi alleva erbivori il taglio del fieno (e quindi la fienagione) è il massimo impegno perchè rappresenta l'alimentazione di tutto un anno, e quindi è un momento delicato dove ci si deve scontrare con la stagione (il rischio di pioggia mina la serenità del sottoscritto per oltre un mese) e con i macchinari (che al momento che vai a riutilizzarli hanno sempre nuovi acciacchi e mille modi per avvelenarti la giornata).
Ma quando il fieno è stivato...ci si sente più leggeri e si ha voglia di ridacchiare ed andarsene a letto per una settimana filata.
Le presse pesano, e come per la legna ci scaldano molte volte ...ma peccato che siamo di Giugno, e tutto quel "calore" non si richiederebbe affatto.
In parallelo alla fienagione c'è poi da mungere le capre, curare l'orto ed iniziare ad annaffiarlo, fare il formaggio, accudire tutti gli altri animali, e come detto all'inizio, la vigna che reclama lavori lunghissimi.
Quest'anno mia moglie e mio babbo mi hanno dato (e mi stanno dando) una bella mano: non mi aspettavo tutto questo fieno, e quindi la mole di  lavoro ha superato ogni mia aspettativa.

La "barca": una stiva di presse impilate e coperte con un telo

Ma torniamo a Giugno...
La notte canta l'assiolo e, mentre i cani dei poderi vicini latrano alla luna, il tempo che si rimane coricati è sempre molto breve: io generalmente vado a letto dopo le undici di sera, e mi svaglio verso le 5 - 5:30 del mattino.  Al pomeriggio il riposino è dìobbligo, anche perchè il caldo forte non permetterebbe di lavorare all'aperto.
Giugno ha il profumo dello spigo (fiore di lavanda) colto per San Giovanni assieme all'Iperico, dell'erba tagliata, del fieno cotto al sole, della terra dell'orto bagnata e scaldata, del fiore di malva e delle foglie di pomodoro.
Giugno ha il suono delle prime cicale, del garrire delle rondini, del bramito dei caprioli, delle capre che belano perchè il pascolo inizia a seccare, del trattore che sfalcia il fieno, del vento che muove le piante d'orzo.
Giugno ha il sapore dolce della frutta matura e quello aspro di quella ancora acerba (ma tanto buona da lasciarsi assaggiare ugualmente), ha quello succoso del primo pomodoro, e quello infinitamente speciale del fiore di zucchina (magari fritto), del vino di casa tenuto un pò al fresco per dissetare meglio e del salmastro trasportato dal vento di ponente.
Giugno ha il colore del fieno verde appena tagliato, e di quello giallo oramai arso al sole (e da pressare), dell'arancione del sole che brucia gli occhi (a fissarlo), e del rosso del mio trattore che non se ne sta fermo un attimo, dell'azzurro del cielo di giorno e del blu tutto stellato di notte.
Giugno è un mese bellissimo, ma forse troppo lungo per chi fa il contadino come me.