Taglio dell'erba per gli animali del podere

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lunedì 23 maggio 2022

Agricoltura di Montagna, parte 4: il confronto con il clima

In Montagna è sempre duro il confronto con il clima.
In Montagna tutto può essere improvviso, dove l'uomo si fa ancora più piccolo di fronte alla roboante necessità espressiva di un clima che raramente avvisa.

Durante una passeggiata in montagna sarà capitato ai più di imbattersi in un acquazzone improvviso, in quella nuvola scura che scarica senza troppi convenevoli sulla testa dei "malcapitati" escursionisti.
In Montagna il maglione ed il k-way ci vogliono sempre, anche quando il sole splende.
In Montagna è bene essere previdenti e premunirsi dell'occorrente per non incappare in spiacevoli situazioni.

Immaginate adesso che cosa voglia dire essere Agricoltore in Montagna.
La prima considerazione è che maglione e k-way non si possono mettere in mille situazioni, e che il lavoro svolto può subire repentini cambi di programma, interruzioni, e spesso veri e propri abbandoni.
Si guarda il calendario lunare, si consultano i vari meteo, e la sera avanti si tiene il naso all'insù per tentare di capire quali bizze farà la stagione all'indomani.
I dolori alle ossa sono universale avvisaglia.
Ma spesso non basta.
La banderuola rumorosa ci avvisa che il vento cambia, e dal letto il latrare del cane sembra più lontano: vento da nord, e nessuno lo aveva previsto.
Se in estate il vento da nord porta fresco a cielo terso, in inverno porta freddo e bufere.
Lo stesso vento, in momenti diversi dell'annata, può essere un buon aiuto al lavoro, o piuttosto può rappresentare una lunga interruzione al lavoro da svolgere.
Il vento forte, quello che ti prende a ceffoni, e che fa davvero male, arriva in quei due o tre giorni di fila, e si scaglia contro la casa come a volerne testare ogni genere di resistenza.
Il vento, quello forte...ma forte davvero, quassù fa danni, si sbatacchia contro il fianco di un colle, e se ci si mette d'impegno lo spoglia di alberi e boschi.
Il vento in Montagna non manca mai.
La pioggia poi, quella arriva all'improvviso, talvolta con l'unico preavviso di un tuono, sordo e minaccioso, che lascia spazio ad un acquazzone.
Oppure la pioggia portata dalle nuvole basse, fine e bagnatissima, che s'appiccica addosso e pare volerti trapassare lo sterno: pioggia che non fa rumore questa, ma che bagna anche l'anima del povero Agricoltore.
La Neve, forse l'espressione più caratteristica del clima Montano.
Cornice ed attrice della vita di quota, che sia agricola o non.
La Neve spesso la si sente arrivare nell'odore dell'aria.
La Neve quasi sempre è annunciata da previsioni veritiere.
La Neve sempre arriva quando le pare, e rimane quanto le pare.
Tutto si deve fermare, almeno all'inizio, giusto il tempo di capire come procedere: potrebbe bastare ben poco per continuare la propria vita (in Montagna la Gente è attrezzata), oppure ci sarà da lavorare non poco per riuscire a combinare qualcosa (la Neve è faticosa da spostare), oppure di casa non si esce e...ed il tempo si può anche fermare (ci si adatta in montagna).

Delle decine di nevicate che ho vissuto in questi ultimi anni, ce ne sono state alcune che mi hanno permesso di continuare a lavorare, altre che mi hanno fatto faticare molto prima di riuscire ad arrivare al paese, ed alcune che...che mi hanno imposto do adattarmi, togliendomi la corrente elettrica (anche per lunghi periodi...giorni), bloccando la via di casa (e lasciandomi quindi isolato...ancora di più), e facendomi usare la neve stessa come unica risorsa idrica (anche per lunghi giorni).
Ma ci si deve far pace con questo: fa parte di questo luogo, è imprevedibile, e comanda sempre lui.
Il clima in Montagna, comanda sempre lui.
Ma come Agricoltore ci sono animali da accudire, lavori da terminare, scadenze che passano in secondo piano, e...fatica, fatica, ed enorme fatica.
Ci vorrebbe l'inchiostro di un'intera penna per scrivere quanto sia faticoso dover contrastare il clima.
E solo la bandiera bianca impugnata da ultimo può far capire all'Agricoltore che non si deve contrastare, ma ci si deve confrontare con il clima, consapevoli che sia Lui a vincere sempre e comunque.
Ed allora come si fa?
intanto ci si da pace, perchè se si sta bene nel petto, s'affronta meglio il tutto, perfino le avversità.
Oggi con un semplice telefono di possono consultare almeno dieci app di meteorologia, e quindi è bene tenersi aggiornati non soltanto dalla sera precedente, ma anche nel corso della giornata stessa, più e più volte.  Saper leggere barometro ed anemometro, conoscere venti e nuvole diverse, dar spazio all'olfatto che tanto ha da dirti anche sul clima, fermarsi ad osservare il comportamento degli animali selvatici (loro non hanno gli smartphone..eppure anticipano sempre).
Ma non sarà mai abbastanza, e l'incognita accompagnerà la vita anche dell'Agricoltore di Montagna.



mercoledì 4 maggio 2022

Agricoltura di Montagna, parte 3: la gente di montagna

Non importa quanto sia alta la Montagna, o quale che sia la regione.
Custodi.
La gente di montagna prima di tutto è fatta di Custodi.
Custodi di un territorio, Custodi di una tradizione, Custodi della Natura.
La gente di montagna ha la pelle dura, il volto scolpito, l'animo sincero, le mani laboriose, e spesso dosa le parole.
La gente di montagna ti osserva senza farti pensare che lo stia facendo, è cordiale, ha buon cuore, è rispettosa, ma non si concede mai tutto assieme.
La gente di montagna, temprata nell'animo e nel fisico, non si perde in chiacchiere superficiali, ma mira all'essenza delle cose.


Arrivare in montagna è stato un percorso lungo, tortuoso, spesso doloroso, ma liberatorio.
Quando si arriva in montagna, se per prima è l'aria fina e fresca ad accoglierci, è poi la bellezza a sovrastarci.
In montagna il bello lo si sente nel petto, diretto come un pugno, quasi a far male, salvo poi lasciare quell'indelebile sensazione di grandezza, apertura, ed innamoramento.
Le case, i villaggi, le vette, i pascoli, i boschi: tutto è diverso, in una unicità che solo in quota la si può ritrovare, quasi come incastonata e protetta dal resto del mondo.
L'accoglienza spesso inganna chi arriva: se è vero che nei centri turistici la gente è assai più avvezza al dialogo, e all'accoglienza, è nei piccoli borghi lontani dal traffico  e dalle consuete villeggiature che si può ancora ritrovare quella "resistenza" al forestiero dichiarata spesso in modo palese.
A volte ti danno la mano, ponendotela lentamente, quasi come a volerti studiare sino all'ultima frazione  di secondo prima di concedere quel contatto, e nei loro occhi passa la curiosità al pari della titubanza.
Alcune frasi che potrete sentirvi dire sono:
"Passa tanta gente qui d'estate, ma d'inverno siam rimasti in pochi, e tutti vecchi", oppure "non ci sono comodità qui, ed i giovani sono partiti tutti, da decenni" ed ancora "morti noi morirà il borgo".
Poche parole, dirette, a ribadire quei concetti che son cari a loro, e che è importante che chi arriva possa conoscere da subito.
L'inverno è duro, i rimasti sono i vecchi, le tradizioni rischiano di svanire.
Veniamo accolti da un monito che da subito deve metterci in guardia: in montagna le cose sono difficili, ed oggi le cose difficili non piacciono alle nuove generazioni.
L'isolamento, vissuto come un'abitudine, non è una drastica eventualità, ma un compagno di vita da sempre per la Gente di Montagna.
Non si sgomentano certo se c'è da spalare neve, o da rimanere serrati dentro l'uscio di casa: legna e vettovaglie non mancano mai.
Persone pronte, che sanno prevenire, seppur negli ultimi anni stiano subendo profondamente tutti i cambiamenti del clima.
Camminando per un villaggio e spesso possibile scorgere numerose case chiuse, talvolta anche in preda all'abbandono.
Le seconde case si popolano in estate, nelle vacanze natalizie e quelle pasquali, ma l'anno in montagna dura assai più giorni. di quelli delle vacanze.
Nel resto del tempo tanti sono i luoghi dove il latrare di un cane, piuttosto che il campano di una mucca, sono gli unici rumori che accompagnano quelli del vento, degli uccelli, della pioggia.
Oltre le mete sciistiche, oltre le perle annoverate nelle guide turistiche, oltre i luoghi di passaggio, o gli affacci sui siti da visitare ...oltre tutto questo c'è una montagna da scoprire, sempre con Rispetto.
Il Rispetto guida anche lo scambio sociale che il nuovo arrivato deve imparare: entrare in punta di piedi, senza eclatanze, e con la voglia di ascoltare nel tempo e nei dialetti del luogo.


L'approvvigionamento delle bottiglie d'acqua alla fonte, un sorriso e l'augurio di un buon giorno, la carezza data ad un cane, i complimenti per il balcone fiorito, un sorriso sincero: per quanto mi riguarda questi sono stati i miei primi passi quando ci trasferimmo.
La richiesta d'informazioni, e quella curiosità gentile e mai invadente, hanno poi fatto da motore a tutto il resto.
Io, che vivo lontano da tutto, non ho avuto fretta e smania nel presentarmi alla gente di qui, ed ogni volta che scendo al paese, o che passo nel borgo, trovo persone che mi salutano, mi appellano con nomignoli divertenti, e che mi chiedono del mio lavoro e della mia famiglia.
Come in un abbraccio lungo, a volte m'illudo di essere uno di loro.
"Ma rimarrai sempre un forestiero", prima detto in modo serio, oggi ribadito scherzando: ma a me la Montagna mi è entrata nel cuore, proprio come la sua Gente.