Non nego che la mia grande "imbranataggine" per la realizzazione di questo piccolo blog sia certamente un limite alla realizzazione dello stesso.
Ma oggi ho scoperto l'area "Statistiche": grandissima ganzata che mi permette di vedere in quanti stiano seguendo giornalmente il blog, e quali siano le discussioni più interessanti (per voi avventori).
Vedere che così in tanti mi seguite mi lusinga, ma anche aumenta la responsabilità per quello che dico e per come lo dico.
Forse il mio modo "alla buona" di parlarvi è ben lontano dalle sintassi tecniche e corrette, o da discorsoni tanto forbiti quanto prolissi.
Qui (nel blog) parlo come parlo nella vita, e provo a dire le medesime cose (magari qui cerco di non imprecare come nella realtà mi scappa un pò troppo di fare), senza bruttacopia o rettifiche del giorno dopo.
Certamente faccio (e farò ancora) molti sbagli...come nella vita di tutti i giorni, ma non sono qui a vendervi una vita migliore o peggiore...in effetti non son qui a vendervi un bel nulla, lontano anni luce dal voler fare politica (anche se credo che la politica la si faccia nella maggior parte delle cose che diciamo e facciamo...) ne tantomeno a parlare di Religione.
Son qui per parlarvi delle lavorazioni della campagna, degli animali, delle stagioni, del passato e del futuro... e lo faccio dal punto di vista di un Agricoltore Anacronistico, certamente fuori da questo tempo, che alla fin fine sono proprio IO (tanto qui nel Blog che nella realtà).
E proprio a questa maniera vi ho parlato della neve, della pioggia, delle capre e dell'orto, delle rondini che partivano e dei campi da lavorare.
E proprio in questa maniera vi ho parlato della Vita dei miei animali: le nascite e le morti.
Ed ecco che, proprio grazie a questo cosino nuovo che ho scoperto, ho potuto vedere cosa vi è piaciuto seguire nel mio blog.
La discussione del giorno 16 Marzo 2012 intitolata "L'equilibrio tra la morte e la vita nelle Azioni dell'Agricoltore" è stata la più seguita e la più commentata sino ad oggi.
http://agricoltoreanacronistico.blogspot.it/2012/03/lequilibrio-tra-la-morte-e-la-vita.html
Questo mi ha reso meno felice e vorrei condividere con voi anche questo mio ennesimo pensiero.
Sapevo che avrei potuto suscitare le ire di chi non la pensasse come me, ma del resto questo lo potrei fare ogni volta che scrivo, e temevo di sollevare un polverone che rischiava a molti di andare sugli occhi.
Il MEA CULPA, semmai dovvessi davvero farne uno, è in relazione al fatto che evidentemente ho parlato di questo argomento troppo presto...forse dovevo svelarmi un pò alla volta...non saprei.
La cosa che mi rende meno felice è appunto che lì sono molti gli avventori del sito che si sono cimentati in commenti, e la maggior parte di questi sono utenti che non frequentavano (o frequentavano prima di allora molto poco) il blog stesso.
Ma il fatto è che ne è uscito un contronto tra me (evidentemente il cicciaio di turno) e vegetariani e/o vegan.
Tutto questo mi ha disturbato, anche perchè volevo solo parlare di come l'Agricoltore avesse l'onere e l'onore di decidere della vita (Nascita e Morte) dei suoi animali, e di come doveva rendere omaggio a tali vite usando (consumando...sfruttando...mangiando...trasformando...insomma avete capito) nel miglior modo possibile le loro carni e non solo.
Non riesco a vedere niente di tremendo in un galletto cotto al forno con le patate, ma riesco a vedere molto tremendo un pollo cresciuto in batteria che giace sulle sue stesse feci e che mangia polveri e miscele derivate dalle ossa (e non solo) di suoi pari...o di pesci...o di chissà altre cose.
Mi fa pena quel pollo che mai ha visto e mai vedrà la luce del sole, potrà correre e mangiare erba e granaglie, lumachini ed insettini, razzolare e dormire sugli alberi.
Mi fa pena quel pollo che muore per mano di una macchina, che magari non viene toccato da mano se non per esseree posizionato in una vaschetta di polistirolo.
Mi fa pena quel pollo che non riceve alcun tributo di rispetto per la sua vita che è finita, nella speranza che siano i suoi consumatori a dargliene apprezzando le sue carni.
Ma davvero si apprezzano le carni dei polli vissuti in quel modo?
Non so...ma ho un ricordo bieco dell'ultimo pollo che ho mangiato ad una mensa universitaria: sapeva di nasello con la consistenza della polenta...faceva veramente schifo (e a me non piace accostare la parola SCHIFO alla parola CIBO...la trovo un sacrilegio).
PARLO BENE IO...direte voi leggendomi...CHE VIVO IN CAMPAGNA E CHE POSSO MANGIARE COSE SANE...e magari molti di voi hanno smesso di mangiare carne proprio per questo motivo.
Beh, Amici e Lettori occasionali, non crediate che nelle vostre amate zucchine e insalatine ci sia chissà quanta salubrità se vengono da un'agricoltura intensiva ed industriale.
Non voglio parlare della vita di queste, ma forse tento (peccando di presunzione) di parlare dell'etica che sta dietro ad una mela che è cresciuta su alberi bombardati di anticrictogamici, pesticidi, diserbanti e velenucoli vari...e lo accosterei al pollo di cui sopra.
La sensibilità di molti di voi è stata toccata dal fatto che ho parlato dell'Uccidere, e a poco sono valse le mie parole sull'accostamento dell'animale al vegetale: un'animale morto è un animale morto, e questo me lo avete detto chiaramente.
Per me UNA VITA E' UNA VITA..punto e basta!
Uccidere un pollo e segare al piede una quercia mi da la medesima RESPONSABILITA' di come lo faccio (terminare una vita...appunto) e dell'utilizzo che ne farò.
Sarò fatto male?
Sarò fatto male!
Ma la vedo così, e mi fa rabbia (questo lo confesso) in fatto che ancora per molti ci sia questo tremendissimo tabu' sulla parola morte, che addirittura rievoca traumi infantili o peggio ancora.
Penso ai miei genitori, e prima di loro ai miei nonni, e prima di loro alle mie bis-nonne: loro mi spiegavano (SOPRATUTTO DA BIMBO) cosa fosse la vita (nascite e morti) e come si dovesse capire, accettare e tributare questa.
Mi hanno insegnato che i paperini parlavano nei burattini (cartoni animati) ma che nella realtà la parola l'aveva l'uomo, e che gli animali non avevano quella sensibilità, quella memoria e quelle emozioni che aveva l'uomo.
Potrà sembrare barbaro, ma per me è stato semplice capritlo...capire che l'uomo è l'uomo, e che non ci dovrebbe essere alcuna indignazione..o stizza..o rabbia..o ribrezzo a concepire le vite animali come vite animali.
L'umanizzazione del regno animale è una cosa che fa rabbia a me, che con gli animali ci vivo e ci campo.
Mi fa rabbia perchè non posso pretendere di accostare la vita umana a quella di una capra, credendo che questa abbia i MEDESIMI SENTIMENTI..PENSIERI..PAURE..GIOIE..
Una lettura che vi consiglio è quella de "L'Anello di Re Salomone" di Konrad Lorenz...etologo.
Etologia...e non credo di essere la sola persona che conosce cosa sia.
E' etologicamente sbagliato umanizzare un animale: oltre ad un immenso gesto egoistico è anche una violenza vera e propria che si fa all'animale stesso, privandolo di una sua identità.
E credo che dietro a tante indignazioni, stizze e così via ci sia anche (A N C H E) un pochina di ignoranza su i vari tipo di violenze che si fanno ai nostri amati animali.
Evito di andare avanti con questa mia (oramai) lunga constatazione e vi chiedo questo: ma davvero è bastato accennare (perchè quello ho fatto...accennare) alla morte degli animali da reddito per passare dall'avere un'immagine bucolica ad una di Boia Cattivo?
Io tornerò a parlare del quotidiano, e forse alcuni di voi li perderò con questo mio ultimo post: mi dispiace, ma non posso cambiare la realtà che vivo ogni santo giorno con un'immagine (per me..sia chiaro) distorta della Vita.
I polli continueranno a razzolare nel campo, le capre a pascolare, i maiali a grufolare...ed io continuerò a fare il contadino, toccando e vivendo ogni giorno (e non lo ripeto più) quelle tante vite che mi orbitano attorno.
Concludo dicendo che lunge da me fare provocazioni (e spero che questo almeno lo si sia capito) e che tra i tanti commenti pubblicati ce n'è stato qualcuno un pò meno delicato che ho deciso di non pubblicare per decenza e rispetto di chi legge.
Io non faccio il bloggher di professione, e se uno mi viene a trovare a casa mia e si comporta male io lo invito ad andarsene...visto che a casa mia non ce l'ho chiamato in alcun modo, ma cìè venuto di sua spontanea volontà.
Grazie a tutti e scusatemi se sono stato lungo (come al solito).