Quando si dice che trentun giorni non bastano per fare un mese..
E difatti, quando è il turno di Maggio, questa frase mi torna sempre alla mente.
Siamo soltanto a metà mese, ma complice il maltempo, c'è sempre da fare, c'è sempre da correre, si arranca, ci si rimette in pari.
Qui in montagna è nel mese di maggio che la natura esplode e Rivendica tutti i colori e gli spazi ceduti nei mesi precedenti.
Poco importa se i giorni grigi e piovosi abbondano, ancora di più i prati rigogliono di erbami e fiori, ed ancora di più le foglie abbondano sui rami marroni.
Basta una settimana di tregua dalla pioggia e nell'apiario le api salgono a melario, le ceraiole lavorano alacremente e le bottinatrici portano nettare buono in abbondanza.
Diminuiscono lr macchie bianche delle fioriture del ciliegio, abbondanti e brevi, mentre intorno la casa vince il rosso del Trifoglio incarnato, seminato lo scorso settembre a ragion veduta: si incastra tra la fioritura del Ciliegio e quella dell'acero e della acacia.
Le api corrono avanti e indietro, schivando persone ed ostacoli, e puntando dirette alle proprie arnie con zampette piene di polline.
L'alveare ronza che è un piacere, e la battaglia contro le sciamature è oramai in alto.
Ma per quanto miele riescano a stivare, i giorni di pioggia che poi seguono le portano a consumarlo tutto.
Nel campo la biada si allunga di giorno in giorno, e a vista d'occhio va a diventar fieno.
Ritornano le fioriture di vecchie semine degli anni passati, spesso ai margini del campo o all'inizio del bosco.
E l'orto per adesso è soltanto un grande pezzo di terra con erba tagliata di fresco, e nulla di più.
La notte ci si avvicina ai sei gradi centigradi, ed ancora non me la sento di seminare e trapiantare: l'orto fatto d'inizio Maggio mai è riuscito a vedere un futuro qui da me.
Ma le patate stanno spuntando abbondanti, e gli immancabili istrice e tasso ripeton le visite con formule diverse ogni notte: col beneficio del buio provano a sfondare il recinto elettrico, ed ogni mattina devo andare a sistemare tutto ancora ed ancora, tra un'imprecazione ed una risata.
...ed io che pensavo che i cinghiali fossero testardi, ancora non avevo avuto a che fare seriamente con quest'altro tipo di animali.
...ed io che pensavo che i cinghiali fossero testardi, ancora non avevo avuto a che fare seriamente con quest'altro tipo di animali.
Poi c'è tutto il lavoro nel castagneto, rimasto così indietro che quasi me ne vergogno a scriverne.
Cataste di pali e di colonne attendono di esser caricati e trasportati nei vari" cantieri di turno" all'interno dell'azienda, e le potature ammassano in terra occupando spazi importanti, ed attendendo di esser ripulite e poi accatastate per diventar legna da ardere.
Ma le pendenze nel castagneto non mi permettono di lavorare quando è bagnato: sia il trattore che il sottoscritto rischiano sempre troppo e quindi c'è bisogno di aspettare un po' di asciutto.
Ma ogni giorno la stufa a legna e la caldaia continuano a darci calore ed acqua calda, quindi c'è la legna da ardere da stivare ed accostare alla casa.
Ci sono i campi da coltivare, quei piccoli fazzoletti di terra così importanti, strappati al bosco e all'incuria di chi qui abitava prima di noi.
Ma se non asciuga , rischiano di rimanere i sodi...
E poi l'erba, che di verde dipinge perfino la strada sterrata, che cresce a dismisura anche dove non è assolutamente gradita, e deve esser tagliata perché serpenti e zecche non aspettano altro per potersi accostare al podere.
A giorni alterni mi dedico anche al taglio dell'erba, con decespugliatore e tanta pazienza, perché tagliare erba bagnata è sempre una fatica ed un lavoro non fatto bene.
Ma il mese continua ad andare avanti, con o senza pioggia, e la natura continua a conquistare spazi e a lasciarmi tanto lavoro da fare.
Alla sera il capo diventa pesante, e subito dopo la cena, ancora con lo spicchio di mela in mano, gli occhi già iniziano a chiudersi.
Maggio è bello, un mese in cui il cuculo canta dalla mattina alla sera, il mese in cui le stelle si fanno ancora più grandi, il mese in cui si sentono profumi che riempiono lo spirito.
Mentre la chioccia inizia la sua cova, un branco di colombacci si abitua alla casa e sorvola sempre più basso.
I grilli già cantano a squarciagola durante la giornata, mentre le calze di lana iniziano ad essere uggiose dentro agli scarponi.
Entro la fine del mese dovrò avere rivoluzionato Orti e Campi, aver tagliato l'erba, e magari aver raccolto il primo miele.
Ci riuscirò?
So già la risposta: trentun giorni non bastano a fare un mese.