Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

venerdì 16 marzo 2012

L'equilibrio tra la morte e la vita nelle azioni dell'Agricoltore

Ho una Cara Amica che in ogni sua visita al podere mi pone la medesima domanda: "Ma poi cosa ci fai?"
E questa domanda me la rivolge con un tono tanto intimorito (per la risposta scontata) quanto polemico (sempre per la risposta scontata), indicandomi sempre un nuovo nato o un nuovo arrivo tra gli animali dell'azienda.
Anche se la domanda potrebbe far intuire larghe risposte, dove si va a descrivere lo stile di vita che condurrà l'animale additato... la sua importanza nell'allevamento interessato... o piuttosto quanto questi inciderà sull'andamento dell'azienda, il senso della domanda è ben diverso: lei vuole sapere sempre se quell'animale sarà destinato alla tavola.
Quanto è difficile spiegare ogni volta...



Esiste un equilibrio in Natura, fatto di nascite e di morti, tanto nei fiori che nelle farfalle, quanto negli animali da compagnia che in quelli da reddito.
Esiste una soglia di incomprensione comune a molti, fatta di preconcetti...ignoranza...e poca voglia ragionale.
Esiste un ruolo (quello dell'agricoltore) che partecipa come protagonista nella decisione, selezione, inizio e fine delle vite che  orbitano attorno al Podere.
Esiste un equilibrio nel Podere, fatto di animali che vivono BENE per poi divenire cibo.
Ed Esiste sempre poca voglia di parlare di questo argomento.
Nel mio essere Anacronistico, mi ritrovo anche ad essere così sfrontato dal volerlo affrontare qui.

Io allevo polli, conigli, tacchini, anatre, maiali e capre...e tutti questi animali sono allevati per molteplici motivi.
Il pollo è un animale che io adoro tanto in vita che nel piatto: questi si nutre di tutto, è rustico, vive ovunque senza pretese, mangia gli insetti, razzola il terreno, offre un ottimo concime, fa le uova, e...ha una carne BIANCA buonissima.
Che sia arrosto o in umido, che sia fritto o in brodo, il pollo prima o poi tale fine farà.
Ci saranno polli longevi per la loro produzione di uova, e polli scarsi che non vogliono crescere di più...
...ci son polli che possono viver molti anni (magari perchè hanno l'attitudine alla cova come chiocce) e ci son polli che è bene far subito arrosto perchè altrimenti farebbero danni.
Eppure, salvo l'atto dell'uccisione, raramente suscitano pena o tenerezza da parte di chi viene a trovarmi: solo un "poverino" viene loro dispensato quando appaiono sul tavolo oramai pelati.
Un primo livello intolleranza all'uccisione degli animali da reddito è dato proprio dal loro essere (o essere stati) cuccioli.
Semmai facessi riferimento (proprio nel momento in cui il pollo si trova nel piatto) al fatto che quel pollo PRIMA era un DOLCISSIMO PULCINO...potete solo immaginare cosa accadrebbe.
Eppure quando le fauci degli avventori della mia tavola sgranocchiano le ossa degli animali del pollaio...non mi pare di notare tanta pena e rammarico per quanto stanno facendo, anzi...
Il primo livello di intolleranza è forse il più duro da abbattere, poichè si rischia di cadere nel cinismo per il "troppo pragmatismo" tenuto nella descrizione del piatto.
Infatti generalmente dico "...era un bel galletto...", e l'occhiata di mia moglie mi blocca dall'andare avanti con l'inevitabile provocazione.
Quelle bocche che elargiscono giudizi etici e morali sull'uccisione del pollo...sono le medesime che bissano nell'addentare le sue carni.

...lo so che detta così la cosa è brutta...
...ma immaginate il solito siparietto per ogni animale della Podere.
Noto sempre con "polemica soddisfazione" che le salsicce ed i prosciutti sono graditi, e che quando dico "questo era il mio maiale" la gente è soddisfatta di ciò.
ED ECCO IL CONTRASTO...
...e proprio questo contrasto crea un Secondo livello di Intolleranza, dato dalla "forma dell'animale ucciso".
Non si tratta più del cucciolo, ma anche della razza.
Il coniglietto...è tanto bellino e carino.
Il maialino evidentemente no, e quindi merita la morte.
Riuscite a capire il mio ragionamento?
..ed ecco che qui le occhiate di mia moglie non riescono più a fermarmi ed inizio a scaldarmi davvero tanto.
"Ma povero caprettino...non lo mangerai mica?!"
Ed ecco che il capretto e il coniglio diventano animali tenerissimi, come pure il pulcino ed il paperottolo...
...mentre invece il maiale continua a "poter morire" anche da giovane.
In tutto questo spesso me la prendo con tutti quei cartoni animati che da sempre continuano ad UMANIZZARE gli animali, dando loro voci e sentimenti al pari di quelli umani.
Un bambino che cresce con tali immagini capisco che faccia fatica ad accettare nel proprio piatto l'animale che "avrebbe voce e sentimenti umani"...
...ma mi affido sempre al buon senso degli adulti, che sappiano spiegare ai bimbi la GRANDE ADIFFERENZA CHE C'E' TRA UOMO E ANIMALE DA REDDITO.
...animale DA REDDITO...lo ripeto.
Ma ecco che spesso sono proprio gli adulti a non voler capire, e loro stessi si bloccando di fronte al capretto arrosto, dicendomi che preferiscono l'arista di maiale.
Niente da fare...non ci siamo.
Non parlo di gusti (anche se sono convintissimo che l'aspetto condizioni in cervello anche in questo...), ma del fatto di non volere a prescindere un animale perchè "tenero e carino".
Evidentemente tutto questo è anche frutto del consumismo, dove siamo arrivati a poter scegliere se una cosa decidiamo di mangiarla oppure no...prima forse era diverso, e si mangiava tutto per necessità.
Ma rientriamo nel ragionamento...
Ho amici e conoscenti che sono divenuti vegetariani per questo motivo: gli dispiaceva uccidere gli animali.
Su questo non ho niente da dire, e rispetto (anche se a volte non condivido...) tale ragionamento.
Il libero arbitrio deve poter dare anche questo, ed oggi (come dicevo poche righe sopra) è possibile fare tale scelta.
Non me ne vogliano i vegetariani alla lettura, ma io continuo ad essere onnivoro e a mangiare soltanto carne che produco.
Ma...
...non tollero quelli che "...preferisco il pollo del supermercato che è già sporsionato e pronto, piuttosto che prendere un tuo pollo e mangiarmelo..."
Mi chiedo se si tratti realmente dell'avere "impressione del sangue" oppure se si tratti di qualche altra strana cosa.
Mi chiedo... perchè non torniamo a capire che se si mangia BENE poi noi stiamo BENE.
Ma perchè non torniamo a mangiare BENE...
Perchè preferiamo mettere la "testa sotto la sabbia" e preferiamo rischiare di mangiare qualcosa che certamente ci farà MENO BENE?
Ed eccolo lì, lo spetto del pollo da batteria...
...del maiale che vive in mezzo metro quadrato...
...del capretto da allevamento intensivo.
Ed eccola...l'IPOCRISIA!

RARAMENTE la gente si pone una domanda secondo me (SECONDO ME) CSACROSANTISSIMA: "Quello che mangio COME AVRA' VISSUTO?"

Ed eccoci al punto finalmente.
Non posterò qui immagini di polli da allevamento intensivo...di polli che MAI hanno visto la luce del sole, mai hanno beccato in terra, che mai hanno gustato qualcosa al di fuori di miscele ricche di vitamine, antibiotici, elementi aggiunti e derivati di altre carni...
...polli che vivono ammassati, che non razzolano, non corrono, non si ossigenano...
..polli che a mio modesto parere di Agricoltore Anacronistico vivono male...vivono MALE.

Tali polli finiscono in vaschette di polistirolo, con tanto di pellicola trasparente...già pronti per riempire le pance di tutti.
Mentre il galletto di sette mesi che razzola felice nell'aia...
...il capretto che corre nell'erba alta e che trascorre le giornate sotto al sole...
...ed il maiale che mangia zucche e cavoli, che dorme nella paglia e che vive da solo laddove in un allevamento vivrebbero in mille...
...tutti loro è ORRIBILE che vengano uccisi dal contadino.
Grande Ipocrisia.

Il contadino non è un boia spietato che gode nel togliere la vita agli animali che "hanno la possibilità di vivere bene", ma...
...il contadino è colui il quale REGOLA e ASSISTE molti degli equilibri della vita, tra cui..NUTRIRSI.
E lo fa con animali SANI..che hanno vissuto una vita SERENA, che hanno mangiato BENE e che hanno trovato la morte con RISPETTO e con CAUSA... ben lontani da tutti quei lager che invece continuano a rifornire le tavole di tutti noi.

Voglio bene a questa Cara Amica, ed ogni volta che lei mi chiede "come faccio a fare tutto quello che faccio", io le rispondo così:
"Per me è un Dovere dare a me e ai miei cari del cibo SANO e PULITO.  Per me è un Piacere farlo.
Non è un Piacere l'uccisione in se, ma è un piacere allevare per mangiare: l'uccisione è una delle tante fasi dell'allevare...forse la meno piacevole, ma comunque altrettanto importante per completare LO SCOPO DI TALE ALLEVAMENTO...il nutrimento".


Magari un giorno mi metterò ad allevare soltanto pappagallini, e allora sarà tutto diverso...

P.S.
Prego tutti gli avventori di questa discussione di avere anche la pazienza (qualora lo gradissero) di leggersi anche i vari commenti e risposte che ne seguono.
Il mio intento non è quello di Moralizzare su chi non mangia Carne, ma neanche quello di venire Moralizzato perche io lo faccio.
Qui (e di seguito) spiego ampiamente i miei motivi, l'approccio che ho con la nascita, la vita e la morte degli animali: prima di inviarmi un commento vi prego solo di leggerveli, in modo da non farmi ripetere troppe volte le medesime cose.
Vi ricordo anche che questo piccolo blog non vuole mettermi nella posizione di giudicante, ma è altresì inevitabile che esprimendo dei miei concetti questi possano essere in contrapposizione a quelli di chi sta leggendo: questo non porta al giudizio ma al confronto.
Buona lettura.

42 commenti:

  1. Concordo in pieno sul ragionamento. Anche a me danno parecchio fastidio gli ipocriti che fanno i teneroni davanti al coniglio e poi si mangiano un maiale intero. Pero` arrivo a conclusioni diverse. Infatti sono vegetariano. E penso che non ci sia differenza fra uomo e animale da reddito.

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    1. Io penso che ci sia una grande differenza invece...differenza data dalla storia dell'uomo, dalle sue abitudini alimentari...dagli usi e costumi... e dalla sua tradizione.
      Poi, non sono un nutrizionista, ne tanto meno vorrei addentrarmi in ragionamenti a me certamente ostili, ma... credo (è solo una mia opinione) che a lungo andare possano venire a mancare certe sostanze che si ritrovano naturalmente nella carne.
      Ho un'amica olandese che è vegetariana, e che deve prendere delle pillole per integrare...e questa la vedo un'ulteriore ipocrisia.
      Ho MASSIMO RISPETTO dei vegetariani (pensa che mia moglie lo è pure stata per un periodo...), e ho MASSIMO RISPETTO per tutte le interpretazioni che si basano sulla propria sensibilità, ma torno a dire che tutto questo oggi è possibile perchè il consumismo ci offre molto più di quanto abbiamo bisogno.
      Oggi possiamo scegliere di non mangiare carne...come possiamo scegliere di mangiarla ogni giorno per due volte al giorno...entrambe soluzioni che fino a qualche anno fa erano fantascientifiche.
      L'importante è che ci sia coerenza, e che non si faccia del moralismo SOLO A META'.
      Ma son certo che in questo siamo perfettamente d'accordo.

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  2. Ho visto uccidere centiaia di conigli e polli da piccolo, mia madre li allevava come te per venderli e sfamare la famiglia.
    Non sono capace di uccidere un animale adesso solo perché non ho fame, lo ucciderei se avessi fame!
    Detto questo penso che oggigiorno si possa vivere benissimo e in modo sano senza ucciderli gli animali ed è molto più ecologico. Quindi non pubblicizerei molto il "carnivorismo", anche perché con 10 miliardi di persone da sfamare con la carne diventa molto dispendioso per il pianeta.

    Mangiare meno carne, e più sana, è meglio!! ...come una volta :)

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    1. Sapevo che ci sarebbero stati interventi du questo genere, ed in fondo era quello che speravo: confronto!
      Caro Harlock...e cari tutte quelle persone che SCELGONO OGGI di non mangiare la carne per mille e più motivi,
      Io sono un Agricoltore Anacronistico, ed ancora una volta mi trovo lontano da questo tempo...
      ...questo tempo dove ci si scopre vegetariani per etica...morale...paura...salute....ecologia...
      Ma le mie innumerevoli perplessità su ognuno dei motivi sopra citati vengono inevitabilmente prevaricate su la più grande di tutte: CHI NON MANGIA CARNE PER RISPETTO DELLA VITA.
      Ci spostiamo ogni giorno con roboanti autovetture che inquinano, ci vestiamo di plastica inquinando in ogni gesto che compiamo, sprechiamo le energie a nostra doisposizione solo per pigrizia o comodità, non "seminiamo" niente per il futuro che non sia GIUSTO comprare un "pacco di biscotti BIO" ogni tanto per pulirsi la coscienza...non sappiamo riciclare nè tantomeno riciclarsi....
      ...e poi diciamo che non mangiamo gli animali per rispetto della vita.
      Ma quale vita, la nostra o quella degli animali?
      Non crediamo che in NATURA certe cose siano sempre (dalla venuta dell'uomo in poi) state REGOLATE?
      Non crediamo che l'uomo sia stato PRIMA CACCIATORE che agricoltore?
      Non crediamo che sia insito in noi stessi il "bisogno" di mangiare ANCHE carne?
      Ed i pesci? Loro hanno vite da meno solo perchè vivono sott'acqua e non li vediamo ogni giorno?
      E poi...la vita delle piante? Quella non è vita?
      Vogliamo parlare di GEA e del VERO significato di VITA?
      ...

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    2. ...
      Quante domande mi vengono alla mente, e quanti luoghi comuni ci sarebbero da sfatare...
      Io credo che sia una questione di equilibrio, e che nel rapporto UOMO-PIANETA TERRA da SEMPRE ci sia stato il fatto che l'uomo mangia ANCHE la carne...e non si va a sfalsare molto se non accettiamo ciò.
      Siamo dieci miliardi...e forse presto saremo di più, ed è giusto insegnare alla popolazione mondiale che NON SI DEVE MANGIARE CARNE TUTTI I GIORNI...e che questo avrebbe UN PESO ECCESSIVO PER IL PIANETA TERRA.
      (Harlock fai un'osservazione sacrosanta)
      Mangiare meno carne, e più sana è meglio!!
      Io mangio la carne una volta a settimana...su 1/14 dei pasti settimanali... oltre a mangiare carne salata, insaccata o stagionata (salumi ed insaccati) circa 4-6/14 dei pasti (ma non come alimento principale).
      Io allevo animali in numero adeguato a soddisfare le mie esigenze alimentari e quelle di poche altre persone.
      I miei animali conducono vite sane, pulite e spesso molto longeve: ho massimo rispetto di loro tanto in vita (dando loro ottimo cibo rigorosamente da me prodotto) quanto da morte (sfruttando a pieno le loro carni e MAI sprecando niente) onorando quanto mi è stato dato modo di avere.
      Io credo che mangiare quanto mangio io (e le persone a me vicine) non sia una pubblicizzazione del "carnivorismo", ma bensì (credo...e mi si consenta) un modo equilibrato di mangiare carne senza eccedere in questo.
      I lipidi...le proteine...i carboidrati...le calorie....le fibre...le vitamine...i sali minerali io li assumo anche con uova, latte, ortaggi, frutta (sempre da me prodotti con il medesimo rispetto della natura) e quindi anche in questo credo di essere estremamente equilibrato.
      ...

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    3. Si pensi inoltre alle barrette di fibre che tanto amiamo, ai biscotti integrali, alla frutta e verdura del supermercato, ai tanti latti e formaggi che consumiamo...
      ...e si pensi alle MIGLIAIA DI TONNELLATE DI CONCIMI CHIMICI...ANTICRITTOGAMICI...ANTIPARASSITARI...DISERBANTI...CARBURANTE AGRICOLO...CARBURANTE DEI TIR...PLASTICHE VARIE PER GLI INVOLUCRI...ETC...
      ...si pensi a tutto questo (e non parlo neanche degli ogm e compagnia bella), e si pensi a QUANTO MALE VIENE FATTO AL NOSTRO PIANETA TERRA nel nostro modo etico di essere vegetariani....e si pensi al peso che anche ssere vegetartiani ha sul pianeta terra.
      Si pensi per piacere (e credetemi che questa è una mia preghiera) a quanto anche un vegetariano CONTRIBUISCE IN MODO INESORABILE all'inquinamento del pianeta.
      Tutto inquina...e tutto è "molto dispendioso" per il pianeta, non solo l'essere "cicciai".

      E aggiungerei allo slogan di Harlock, anche:
      "Mangiare meno carne, e più sana è meglio...
      ...mangiare verdura sana (e naturale) e a kilometri zero è altrettanto meglio!"
      Ed anche3 in nquesto colgo un grande equilibrio che potrebbe mandare avanti il mondo in modo migliore.

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  3. Avevo fatto ragionamenti simili quando mi è capitato di macellare polletti con i nonni di Sele. L'approccio ecologista all'alimentazione non può essere vegetariano, ma equilibrato (mangiare carne con molta moderazione) ed efficiente (non sprecare neanche una caloria di energia disponibile). Dal punto di vista etico contesto l'assunto dei vegetariani che l'animale ( e talvolta qualche animale più di un altro) debba ricevere più rispetto della pianta, come se quest'ultima non fosse un essere senziente.
    Questo giudizio di valore su cosa si basa? Forse un peperone non ha gli occhi "puccettosi" di un agnello, ma questo cosa centra con l'etica?

    Ciao, Albi

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    1. ...spesso me lo domando pure io...
      Ma evidentemente spetta alla larga schiera di vegetariani dare la "giusta" risposta.

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  4. ...hai fatto un buco nell'acqua agricoltore :)
    forse non mi sono spiegato bene, NON SONO vegetariano, mangio carne ...poca ma sana!! ..."come una volta", perché mi raccontavano i miei (oggi defunti) che la carne la mangiavano la domenica (mio padre era del 1913).
    Io ti ammiro perchè ti produci tutto il cibo che serve per alimentare la tua famiglia, vorrei riuscirci anch'io ma per adesso ci riesco solo per una parte, il resto le acquisto tramite il nostro gruppo GAS ...ad esempio la carne.

    Detto questo dico solo una cosa: in natura i carnivori vedono un animale che gli piace, gli viene l'acquolina in bocca, lo cacciano con gioia e lo mangiano. I frugivori vedono un bel frutto sulla pianta lo colgono e lo mangiano con piacere. Io se vedo un pollo non mi viene di cacciarlo e mangiarlo, non mi fa venire fame a vederlo, lo devo uccidere con sofferenza come hai detto tu. Poi una volta ucciso, lo devo eviscerare e, un po' mi fa senso. Soprattutto lo devo cuocere e aromatizzare con aromi vegetali per nascondere il vero sapore. Non pensi che il nostro istinto ci dice che è meglio mangiare il frutto dell'albero prima di uccidere un pollo?

    ...sai, io sono uno molto istintivo ;)

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    1. Non ho fatto un buco nell'acqua, tranquillo :)
      Avevo ben inteso le tue parole, ma avevo sottolineato solo alcune sfumature: non ho detto che "tu sei vegetariano", ma mi sono rivolto a te (che avevi fatto l'intervento) e a tutti i vegetariani alla lettura usando le tue parole come pretesto per un ragionamento più ampio.

      Per quanto riguarda il pollo...purtroppo questo per me è assai difficile, visto che è la carne che preferisco (forse) in assoluto...e non c'è fico, castagna o mora (i frutti da me preferiti) che sappiano vincere sulle succulenti carni bianche.

      Carne..poca ma sana!

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  5. sono vegetariano, quindi il mio discorso è di parte...lo premetto.

    se fino a qualche tempo fa erano i vegetariani a "molestare" gli onnivori, lasciami dire che ora accade il contrario.il tuo post (tra le altre cose interessantissimo e stimolante) ne è la prova(o una delle tante prove).
    Durante i pranzi e le cene con i miei parenti o amici non faccio altro che giustificare, spiegare,difendere la mia scelta.
    Però le uova le mangi mi dice chi non mi conosce bene. "si" le mangio gli rispondo invitandoli nella mia casa mostrandogli nel mio giardino le galline i galli i tacchini che scorazzano allegramente...

    qualcuno dice che è una rimissione uno spreco avere del pollame e non mangiarlo, la stessa cosa io penso,dovrebbe valere per qualsiasi altro animale, e qui agricoltore anacronistico ti do ragione... siamo ipocriti e guardiamo la realtà da un punto di vista oserei dire comico...

    Ho notato che nel tuo post non fai altro che specificare il fatto che gli animali devono vivere bene...e anche qui ti do ragione e apprezzo...ciò che invece non riesco a condividere (leggendo anche le risposte che hai dato agli altri) è quel tuo mettere esplicitamente l'uomo sopra ogni altro animale.

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    1. Mantide,
      leggo con soddisfazione il tuo intervento.

      Accolgo con MOLTO PIACERE queste tue parole, e sono felice che qui si possano riportare idee diverse da quelle che scrivo io.
      Il rispetto va sopra ogni cosa, e come detto ho rispetto per chi (come te) decide di non mangiare carne.
      Io ho parlato di "natura dell'uomo" o di "tradizione", ma non della scala alimentare: io parlo di un contadino che alleva i propri animali in numero giusto affinchè questi possano soddisfare i suoi bisogni alimentari, come PARI le verdure dell'orto e i frutti degli alberi.
      Ho provato a parlare di un equilibrio che viene regolato (o si regola) attorno alla vita dell'agricoltore, ma non ho parlato di suporemazia umana...o perlomeno non l'ho certo messa in quel termine.
      Seppur opinabile e (certamente) criticabile da molti, questo è il mio pensiero: pensiero che non vuol offendere nessuno.
      Spero davvero di cuore che questo sia risultato chiaro a quanti hanno letto le mie parole.
      Spero che tu continui a leggere.
      Grazie molte per il tuo intervento
      A.A.

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  6. susa non ho messo il nome...sono mantide...

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  7. Qui si apre una discussione sul senso della vita. Non c'è chi a ha torto e chi ha ragione e mi ritrovo a condividere molti aspetti di ciò che avete detto e contestarne altri. Ma ciò che più mi ha colpita è quella frase così convinta e spero provocatoria:

    "ma mi affido sempre al buon senso degli adulti, che sappiano spiegare ai bimbi la GRANDE DIFFERENZA CHE C'E' TRA UOMO E ANIMALE DA REDDITO.
    ...animale DA REDDITO...lo ripeto."

    Potete spiegarla anche a me la differenza? perchè non mi è così chiara. Non siamo forse anche noi "animali da reddito" per i nostri datori di lavoro e per la società? d'accordo, forse non siamo destinati ad essere mangiati fisicamente ma consumati a poco a poco questo si. Poi non capisco proprio questo vizio dell'uomo di categorizzare ed etichettare tutto: l' animale "da reddito" è diverso dall'animle "da compagnia"? per non parlare poi degli animali "da affezione"... Non può assolutamente succedere che mi affezioni ad un animale selvatico? e non posso decidere di cacciare e vendere nutrie come cibo? o di farlo con i gatti, quando ce ne sono troppi? Non si fa perchè i gatti sono animali d'elitè come i cani? o perchè le nutrie non hanno "mercato" e quindi non sarebbe conveniente?
    Spero non legga il mio tono in modo polemico nei suoi confronti, bensì come ulteriore spunto di riflessione.

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    1. Bell'intervento.
      Provo a rispondere...
      Intanto, per ANIMALE DA REDDITO si intende quell'animale che "nasce" per dare un reddito: ci sono diversi "indirizzi" chiamati ATTITUDINI.
      Ci sono animali con attitudine da carne, da latte, da uova, da lana, da lavoro...e così via.
      Ci sono animali a duplice attitudine (la vacca Maremmana per esempio è sia da lavoro che da carne) o a triplice attitudine (come la capra Cachemire che da lana..carne..latte).
      Questi animali sono da sempre allevati con uno scopo ben preciso: lavorare con (ed in effetti..lavorare per...) l'uomo.
      Questo non l'ho certo inventato o deciso io, ma da sempre (da sempre) l'uomo lascia ce determinati animali vivano per determinati scopi.
      Sono stati SELEZIONATI per questo,non certo in natura vivevano per tali scopi.
      L'addomesticazione è avvenuta per tale motivo, e mentre l'uomo imparava ad andare a cavallo (altro animale da reddito), imparava a mungere la capre e a mangiare la carne di maiale.
      Precisato questo,
      possiamo affezionarci ad un pollo...ad un maiale...o ad una capra come lo si fa per un cane, come (al tempo stesso) è normale in culture molto lontane dalla nostra venerare una mucca piuttosto che mangiare un cane.
      Spesso si tratta di un fattore culturale (a volte pure religioso) per cui posso (e possiamo) farci ben poco.
      Io non vorrei che per "fretta" si rischiasse di pensare che ci possano essere animali di serie A e animali di serie B.
      ...se viene letto tutto il mio post e i miei interventi io parlo del benessere degli animali sin che questi sono in vita, e del rispetto di loro quando questi sono morti...e non di come alcuni debbano SOLO morire e alrtri debbano SOLO vivere.
      L'animale da reddito è diverso dall'animale da compagnia perchè viene allevato con lo scopo diverso: uno offre reddito...l'altro compagnia, e l'origine di tale classificazione è (anche questa)da ricercare nella notte dei tempi.
      NESSUNO dice che una persona non si possa affezionare, e non era certo intento del sottoscritto dire ciò (ed infatti non l'ho minimamente detto).
      Dico magari che l'animale SELVATICO...in quanto SELVATICO è adatto a vivere nella selva (bosco) e magari non proprio nei nostri giardinetti o peggio ancora in gabbie o teche, tanto che si tratti di un rettile che di un riccio o di una tortora.
      Detto questo,
      Cara Silvia (diamoci del tu come usa fare nei blog),
      io (come ho detto a Mantide poco sopra) qui esprimo un mio parere di AGRICOLTORE, e ritengo molto sensato allevare un pollo per mangiarne le uova, facendolo vivere bene.
      Se penso a tutti qui polli in batteria...e penso al mio pollo...credo che poco ci sia da aggiungere...
      Ma evidentemente colpisce il fatto che io, oltre a sottrarre le uova sotto alle terga di polli che hanno DISIMPARATO A COVARE DA CHIOCCIE...io decida di uccidere tale animale.
      Badate bene tutti, come ho detto io non traggo piacere dall'uccidere alcun tipo di vita, ma traggo piace3re dal nutrirmi in modo sano...questo si.
      ...

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    2. ...
      MA C'E' UNA COSA CHE NON CAPISCO PROPRIO...
      Perchè quando ho scritto il post "Scaldarsi con la legna" nessuno si è fatto avanti parlandomi dei poveri alberi abbattuti?
      E pensare che per alimentare i nostri forni, stufe, camini, o stufe a pellet...vengono abbattuti milioni..MILIONI...di alberi ogni giorno.
      Non capisco come mai nessuno sia intervenuto pure lì per dirmi che era sbagliato oggi fare quella cosa...
      ...che se ne poteva fare a meno.
      Questo non riesco a spiegarmelo.

      Eppoi...
      Badate bene anche che questo mio intervento nel blog non era un INNO AL CARNIVORISMO, ma ben altro...molto ben altro.

      Ed in fine...
      Quando sarò padre mi accosterò a mio figlio parlandogli proprio dell'equilibrio della Natura, e parlandogli di vita e di morte.
      Gli parlerò dell'origine della vita, e di cosa significa nutrirsi.
      Gli spiegherò anche che la vira non inizia nella confezione COLORATA del supermercato, nè tantomeno nella VASCHETTA del baco frigo...
      ...gli spiegherò che le mele nascono dall'albero, e che il latte viene dalla capra...
      ...ed infine gli spiegherò quanto sia importante capire che un ANIMALE da reddito nasce per sfamarci, per darci vita: questo non deve precudergli in alcun modo una vita giusta, buona e sana...oppure una vita longeva, ma TANTOMENO una vita corta...seppur all'insegna dei medesimi punti appena detti.
      Ho ricordo si un me bimbio che, accovacciato in un'angolo dell'aia, giocavo con i pulcini che correvano dietro alla chioccia...e che il medesimo giorno mangiavo del pollo in umido.
      Tutto questo non mi ha mai turbato, seppur sapessi bene l'origine di quanto avessi nel piatto...
      ...e questo vorrei insegnare a mio figlio: a capire l'origine di ciò che lo mantiene in vita e lo fa crescere, tenendomi ben lontano dalle tantissime ipocrisie che oggi spesso vengono compiute da alcuni genitori che semplicemente hanno poca voglia di cimentarsi in tali discorsi (forse molto) complicati.

      A.A.

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    3. Mi scuso dei tanti errori di battitura, ma sono molto stanco ed ho scritto di getto.

      Grazie Silvia, Mantide, e quanti ancora gradiranno intervenire.
      A.A.

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  8. agricoltore anacronistico è chiaro che preferisco te che allevi i tuoi animali con dignità, rispetto alle grandi catene che trattano gli animali come COSE.
    Ciò che conta è il rispetto e tu da quello che dici (e non vedo perchè non dovrei crederti) il rispetto agli animali lo dai.

    Sulle piante potremmo stare qui a parlare per giorni, sono vive, ma non hanno di certo coscienza...risentono dei cambiamenti climatici ma non si sà se provano dolore...

    e anche la legna da ardere è un problema se non viene debitamente sostituita con altri alberi...il problema però si basa su un piano totalmente differente.
    Il rispetto qui si sposta verso l'ambiente in cui viviamo che necessita di tali alberi per sostenere anche la presenza dell'uomo.

    non so se sono stato chiaro...spero che i tuoi post siano tutti cosi stimolanti...

    mantide

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    1. Beh...vedere una delle mie capre che mangia tra i cavoli non sarà mai stimolante come l'argomento appena intrapreso...
      ...ma (sempre per questioni di equilibrio) c'è bisogno dell'una e dell'altra cosa.
      Accolgo con piacere il tuo intervento, non lo condivido su tutto...ma apprezzo molto la tua partecipazione e spero di leggerti spesso (anche quando parlo di capre...ahahahhaha)

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  9. Concordo pienamente sull'analisi dell'ipocrisia imperante, meno su altre considerazioni.
    Ho una dieta prevalentemente vegetariana, non più esclusivamente tale sebbene in passato lo sia stata per ven'anni.
    Mi capita di mangiare carne un paio di volte al mese, solitamente quando sono a casa di altri, e quello mi mettono nel piatto. L'onnivoro non mi scandalizza, mi lascia però molto perplessa chi delle risorse animali abusa facendo un uso eccessivo di queste senza un rispetto per le vite che si sottraggono e come tu facevi notare senza nessuna considerazione per la qualità della vita (e quindi anche del prodotto) di ciò che poi si mette nel piatto.
    Ritengo che sarebbe auspicabile un rapporto più "vicino" a ciò che si decide di mangiare,anche se mi rendo conto che in un mondo inurbato e industrializzato questa è una chimera.
    A molti farebbe bene entrare almeno una volta in un macello e vedere che la loro fettina era un dolce vitellino dai larghi occhi espressivi.
    Ho visto macellare maiali, manzi, vitelli, conigli...
    Ho qualche volta partecipato attivamente (mio zio in un paese di montagna aveva una macelleria con annesso piccolo macello e a noi ragazzini ogni tanto era richiesto aiuto. Da bambini subivamo una certa orrorifica fascinazione da questi riti di sangue, e quando ancora piccoli non vi eravamo ammessi (o richiesti) li spiavamo di nascosto distogliendo un attimo gli occhi quando il coltello enervava il vitello entrandogli tra le vertebre della nuca, prima di recidere le vene del collo.
    Il maiale o il bovino adulto anche allora facevano meno effetto. L'uccisione di un cucciolo è sempre un atto paricolarmente brutale.

    Il contadino che può allevare ciò che mangia, vive un rapporto previlegiato con la realtà del cibo, ma anche in questi contesti c'è chi ha un "rispetto" per le vite che accudisce e poi sottrae, e chi non ne ha alcuno.

    Quello su cui dissento maggiormente è la tua affermazione che la scelta di non mangiare carne sia possibile solo in questo mondo ricco ed abbondante nel quale poter scegliere. Mi pare una considerazione errata e frutto di una prospettiva di vista che dimentica una parte considerevole del pianeta. Molte popolazioni non si nutrono di carne: alcune per povertà (e questo è appunto nettamente in contrasto con ciò che affermi) altre per scelte culturali.
    Un'altra cosa non corretta è che l'alimentazione vegetariana richieda necessariamente un'integrazione artificiale per essere sostenuta. Non è vero.
    Certo non si può mangiare solo cereali raffinati e legumi in scatola ma con un minimo di attenzione alla qualità dei prodotti che in buona parte dovranno essere integrali e possibilmente non da agricoltura intensiva si vive egregiamente senza ausilio di nessuna pillolina, quelle sono deviazioni consumistiche che peraltro si riscontrano abbondantemente anche in chi vegetariano non è. Sono in molti anche carnivori ad avere la passione per gli integratori.
    Sarebbe interessante sapere da chi non può fare a meno della bustina quotidiana, come pensa che l'essere umano abbia potuto arrivare dalla preistoria ai giorni nostri senza. Se siamo sani non solo non ne abbiamo bisogno ma talvolta possono essere pure deleteri.

    P.S.
    Trovo i maialini appena nati teneri quanto gli altri cuccioli, prova a farli vedere a chi si agita per il coniglio e meno per loro, prova a far allungare a queste persone la mano verso il porcellino che subito prenderà loro in bocca un dito per succhiarglielo e vediamo poi cosa pensano dopo del salamino. Poi raccontaci la reazione.
    ;)

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    1. Il tuo intervento è tanto saggio quanto sagace: effettivamente, nei passi dove tu dissenti dal mio pensiero, ho omesso (forse) qualcosa che davo per scontato.
      La scelta di non mangiare carne è possibile PER NOI OCCIDENTALI (ed ecco l'omissione...) per possibilità.
      Cara Vera,
      lunge da me parlare del terzo mondo, ne tantomeno delle religioni e dei loro dettami: sono un contadino e poco più, e la contestualizzazione del mio discorso era ad OGGI e QUI, tentando di parlare a miei pari come se fossimo tutti seduti al tavolo.
      Evidentemente dovevo specificare...adesso l'ho fatto!

      Poi,
      la persona che prende gli integratori (mi dice mia moglie che) è vegan.
      Adesso non voglio tirarmi contro l'ira delle persone Vegan, ma io ho detto quanto ho visto e vedo, portandolo come un esempio all'interno della discussione e non come un assoluto.
      Se il mio tono fosse risultato come assoluto te ne chiedo scusa, ma credo che così non sia stato.
      Non sono un ricercatore, ne tanto meno un dietista o un alimentarista: parlo da Agricoltore e porto la mia visione del mondo.
      Un mondo dove oggi (in alcuni luoghi...appunto) si può scegliere per possibilità: perlomeno così appare ai miei semplici occhi.

      Ho fatto toccare con mano ogni sorta di cucciolo del mio podere, ed ho SEMPRE RISCONTRATO la grande ipocrisia e quella sorta di "razzismo" verso certi animali forse meno nobili nell'aspetto o nell'odore.
      Recentemente ho assistito ad un dialogo tra un Agricoltore ed una "vera amante della natura" (così si definiva): lei sosteneva che avrebbe voluto avere una grande fattoria dove poter accogliere tutti gli animali sottratti a morte certa, e come (seppur ammettesse di non capire nulla di allevamento) avrebbe fatto questo con la voglia di SALVARE DELLE VITE.
      L'agricoltore ha ascoltato, e quando le ha posto la domanda "..Ma tu la carne la mangi?", lei ha risposto così:
      "Certo! Ma solo quella del supermercato!".
      Evito, per decenza nei confronti di voi che leggete e di me che poi mi arrabbio, evito appunto di continuare con tale discussione.
      Eccola l'ipocrisia: salvare le vite dai maledettissimi e bruttissimi (e cattivissimi) BOIA dei cuccioli....
      ...salvo poi mangiare la carne degli animali che manco hanno mai visto un raggio di sole, hanno vissuto nei propri escrementi e hanno mangiato così tanta chimica che neanche un perito agrario come me saprebbe riportarvi...e che SECONDO TALE ALTISSIMO RAGIONAMENTO sono comunque ed inevitabilmente destinati alla morte e MAGARI neanche sono mai stati dei teneri cuccioli.
      Eccola l'IPOCRISIA che riscontro nelle innumerevoli discussione che faccio ogni volta che mi viene a trovare qualcuno e gli propongo di vedere gli animali e poi sedere alla mia tavola (SENZA ALCUN RIFERIMENTO DIRETTO DURANTE IL PASTO...E LONTANO DA OGNI CINISMO IDIOTA!).
      Le ipocrisie si moltiplicano, e da "moderno San Francesco" (come ho scritto nel mio ultimo post) divento direttamente "Senza cuore e senza scrupoli"...o meglio ancora "assassino".
      Io...assassino...
      ...
      ...

      Elimina
    2. ...

      Io questo non lo tollero!

      Amo gli animali che allevo, offro loro una vita serena, sana e (se possibile) lunga.
      Allevo animali in numero SOSTENIBILE, tanto da un punto di vista della loro alimentazione (dando loro quanto io riesco a produrre nel mio podere) che della mia alimentazione (allevando in numero non superiore ai miei bisogni).
      Macello un maiale all'anno, due capretti all'anno, 6-8 polli, 1-2 tacchini, 1 anatra e 4 conigli: questo è EVIDENTEMENTE IL "BOTTINO DI UN CARNEFICE"...oppure...magari...il numero di animali che io, mia moglie e parte della mia famiglia usiamo per VIVERE nell'arco di un anno.
      Non mango carne vaccina perchè non posso allevarla.
      Non mangio agnello perchè non posseggo pecore.
      Non mangio altri avicoli perchè semplicemente non li posseggo.
      Ho una piccola azienda con pochi animali, e questi vengono allevati per molteplici motivi oltre la carne.
      Questo sono io, ed il mio punto di vista: un Agricoltore che tenta di vivere solo del suo lavoro, e se vengo messo al muro (e talvolta capita...credimi Vera) perchè uccido degli animali io questo non lo sopporto, e lo trovo una grandissima mancanza di rispetto per me, per quello che faccio, per come lo faccio, e per quanto cerco di contribuire spiegando "quale altro mondo sia possibile".

      Credo che oggi (sempre per POSSIBILITA') ci siano sempre più Agricoltori di Città che (purtroppo) ignorano molto dell'andamento delle cose in natura, e che (spesso improvvisandosi estremisti e radicali)siano arciconvinti che loro possiedano la soluzione a tutto, e chi non la pensi come loro sia da bandire.
      Ed ecco che non ho mai conosciuto un contadino vegan, ma conosco un sacco di cittadini che mi vengono a dire che sbaglio a mangiare le mie galline...salvo poi cucinare nei loro micro-onde le bustone surgelate di carni "dubbie".


      Grazie Vera per il tuo intervento: come vedi mi è stato di stimolo per l'ennesimo sfogo.
      Spero che tu possa ritrovare altri argomenti che ti facciano partecipare alla discussione.
      Buon Proseguimento

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    3. Mio caro agricoltore anacronistico, nessuno mette in dubbio che in Natura esista un equilibrio fatto di nascite e di morti. Ma purtroppo anche se con 1000 contraddizioni l'uomo è dotato di un cuore e di sentimenti, ed è per tale ragione che non può rimanere indifferente quando assiste o provoca la morte ad un animale, se ti osservi bene scoprirai che neanche tu ci riesci... Dunque ci saranno persone che risolveranno "il problema" demandando ad altri questo compito della serie: "cuore non vede cuore non duole", altri come te che con una serie di ragionamenti basati sulla logica riusciranno a soffocare i propri sentimenti e a compiere l'atto dell'uccisione. Altri ancora non riusciranno a trovare nessun compromesso con la loro coscienza e diverranno vegetariani. Chi di loro è nel giusto chi non lo è?... Chi può dirlo?... L'uomo ha un terribile vizio: "QUELLO DI GIUDICARE", smettiamo di farlo e proviamo per una volta a rispettare ogni pensiero. :)
      Barbara

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    4. Credo che sul rispetto si basi la maggior parte dei miei ragionamenti, tanto su questo specifico argomento che su tutti gli altri che ho trattato.
      Detto questo, ritengo che io non stia riuscendo a soffocare i miei sentimenti...anzi.
      Forse ho raggiunto un grado di consapevolezza del Ciclo Naturale dato da quanto io Faccio, Vivo e Vedo ogni santo giorno della mia vita.
      Mia Cara Barbara, come ho gia avuto modo di dire (e ridire), il mondo è fatto di Vita...di Morte...e ancora di Vita, ed io (senza presunzione in questo, sia chiaro) questo lo osservo direttamente e sono chiamato dalla mia scelta di vita ad esserne reso partecipe.
      L'uomo si ciba di esseri viventi ( tanto animali che...VEGETALI), e considerare le piante PIU' SACRIFICABILI degli animali lo vedo come una grandissima contraddizione.
      Il mio punto di vista sulla questione, se ancora non fosse chiaro, è quello di una persona che partecipa DIRETTAMENTE alla Vita degli animali, che ne ha RISPETTO, e che ne condivide anche la Morte... ne condivide anche la morte.
      Non ho più molto da aggiungere su questo sin che il mio operato...il mio Pensiero...sarà visto come qualcosa di sbagliato a prescindere, se non addirittura di Anacronistico: dal momento che vengo giudicato diventa per me quasi inevitabile ri-giudicare, ma troppe sarebbero le contraddizioni e le ipocrisie che vedo fatte da persone che (non sempre ma...) troppo spesso parlano per luoghi comuni.
      Francamente non ho voglia di cadere in un inevitabile ed infinito (oltre che sterile) dibattito tra CARNE SI Vs CARNE NO.
      L'intento iniziale era quello di porrte l'attenzione su altre cose per me sacrosanti, quali:
      - Come venivano gestite le nascite in un allevamento;
      - La sostenibilità della gestione di un allevamento (anche familiare);
      - Il rispetto per la vita dell'animale allevato (l'alimentazione, la salute e l'ambiente tutto);
      - Come utilizzare quanto allevato;
      ...e molto altro ancora.
      Evidentemente ho fatto un CLAMOROSO BUCO NELL'ACQUA a sperare che si parlasse di questo e non di quanto fosse etico o non uccidere i propri animali per poi cibarsene per campare.
      Ho provato a gestire tale argomento sino ad adesso, ma non credo di avere ancora molto da aggiungere, senza (e lo ripeto) cadere in una specie di battibecco che poco ha senso di esistere per me.
      Concludo dicendo questo:
      Gli Idiani d'America avevano un rispetto Infinito per il Bisonte, lo vedevano come animale Sacro, eppure lo cacciavano, lo uccidevano, se ne nutrivano, e lo sfruttavano tutto giustificando a pieno il fatto di avere terminato la sua vita.
      Questo rispetto e autarchia è possibile anche oggi, e a mio avviso è quello che, seppur con gli evidenti e dovuti rapporti tra gli Indiani d'Amercia ed il sottoscritto, ogni giorno tento di fare.
      Nel mio essere fuori dal tempo forse c'è anche questo, e NON il fatto di voler decidere di non interrompere una vita per nutrirmi perchè oggi posso scegliere di non farlo.
      Io scelgo di farlo perchè lo ritengo Naturale, Sacrosanto, Evidente, Essenziale, Vitale (almeno per me).

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  10. non è questine di etica o altre cose alte, o meglio non solo,
    ...sei nella savana.....c'è differenza fra leonessa e uomo da reddito......
    con tanta acquolina.........si c'è differenza.
    luca

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  11. Ciao,
    non voglio incrementare la polemica (che peraltro fin'ora mi sembra stata educata e con toni civili, oltre che costruttiva), però, da biologa, posso garantirti che tra le piante e gli animali c'è una differenza enorme: le prime non hanno sistema nervoso centrale e quindi non soffrono.
    Inoltre, come tu sai meglio di me, l'animale che mangi ha prima mangiato molte piante (o altro) e quindi "uccidi" comunque più piante mangiando carne ;-)
    Detto questo, io invece conosco contadini vegetariani (ed anche se indirette anche vegan!), non gente di città che non si sporca le mani.
    Rispetto la tua posizione, mentre mi fa decisamente sorridere (ed anche rabbia) chi preferisce la carne di animali d'allevamento piuttosto che la tua!
    Sia dal punto di vista etico (fanno una vita che è tortura) che ecologico (contribuiscono ad un settore energivoro, inquinante, che mantiene prezzi bassi e favorisce consumi quotidiani di un prodotto che dovrebbe valere molto di più).
    Ma, potendo scegliere (e ammetto che abbiamo la fortuna di poterlo fare), davvero non vedo perchè io debba causare sofferenza laddove posso farne a meno :-)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Voglio ringraziarti per questo tuo intervento.
      Ritengo che tu sia nella posizione di poter parlare con una discreta cognizione di causa sull'argomento, e rispetto quanto mi dici.
      Sono sempre aperto al confronto pacato e cordiale, e ben vengano interventi di persone che la pensano in modo differente dal mio.
      Grazie
      A.A.

      Elimina
  12. Credo che con 7milioni di persone su questo pianeta sia veramente difficile parlare di allevamento sostenibile. Il problema di fondo per cui non si può paragonare il mondo di oggi a quello di un tempo è questo.
    Possono esserci orde di scienziati a provare che l'uomo si è evoluto in carnivoro e per questo ha superato l'animale, mentre altri a evidenziare che quello che apporta la carne non è nutrimento per il cervello bensì potenziale aggressivo, che ha fatto le 'tribù' carnivore sopraffare quelle granivore o fruttariane. Ciò spiega solo un tipo di selezione.Non pone l'accento sulla salute dell'essere umano. Veramente non è dato sapere con esattezza se tali popolazioni fossero in miglior stato di salute rispetto a quelle asoggettate.così come un lottatore di wrestling (pongo un esempio sciocco), sicuramentre l'avrebbe vinta su un monaco tibetano..ma questo sta non affatto a dimostrare che quest'ultimo avesse un'aspettativa di vita miniore.

    La cosa che più di tutte mi fa biasimare i vegetariani/vegani/fruttariani è che la stragrande maggioranza di loro si approccia a questo stile di vita per una specie di moda che ha risvegliato in loro un, per quanto nobile, senso etico, che poi applicano non solo senza cognizione di casa ma dando a chi potrebbe un giorno accingersi alla loro medesima scelta un esempio demotivante. Ho conosciuto vegetariani che inquinavano con detersivi per i piatti torrentelli proprio dietro casa loro, che io ho mostrato non esser più pieni di pesciolini, rane e ancora tritoni, tartarughe..aragoste d'acqua dolce.per non parlare dell microfauana e batteri: quella che tutti ignorano come ogni cosa che non si vede ma che è la fondamentale artefice, insieme alla fito flora acquatica, della rigenerazione degli ambienti e purificazione acqua (oltre al meraviglioso fenomenno dell'evaporazione)....tutte cose che i più ignorano. Così come ignorano (i vegani non indossano neppure indumenti che provengano dalla sofferenza animale), che molti degli abiti in cotone che indossano derivano dalla sofferenza umana.persone e spesso bambini sfruttati e sottopagati, impiegati in coltivazioni intensive.che spesso rischiano di lasciare i terreni in questione, non sottoposti a controlli o rotazione alcuna, talmente poveri e aridi da assimilarsi al deserto.. Ci sono tanti studi di cui non si fa altro che parlare ma i più non si rendono conto del perché se ne parla: l'interesse di pochi.
    'Una volta'in mongolia, da anni che si interpellava chiunque per avere un'idea, una soluzione alla incalzante desertificazione, una persona della quale non farò il nome giacché non ama essere citata in rete, trovò la soluzione più semplice: ricercare quale fosse la flora autoctona, come ad esempio gli ulivi, piantarne in una zona recintata ad ampio raggio perché non vi entrassero animali a rovinare le piante..e poi?aspettare: le piante crescendo attiravano umidità in maniera naturale, così che ai loro i piedi e sotto la loro ombra iniziavano a crescere timide piantine verdi..
    Per 'salvare' il pianeta non è detto che servano misure geniali nella difficoltà di ideazione bensì miracolose nella loro semplicità.

    (continua)

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  13. Credo che con 7milioni di persone su questo pianeta sia veramente difficile parlare di allevamento sostenibile. Il problema di fondo per cui non si può paragonare il mondo di oggi a quello di un tempo è questo.
    Possono esserci orde di scienziati a provare che l'uomo si è evoluto in carnivoro e per questo ha superato l'animale, mentre altri a evidenziare che quello che apporta la carne non è nutrimento per il cervello bensì potenziale aggressivo, che ha fatto le 'tribù' carnivore sopraffare quelle granivore o fruttariane. Ciò spiega solo un tipo di selezione.Non pone l'accento sulla salute dell'essere umano. Veramente non è dato sapere con esattezza se tali popolazioni fossero in miglior stato di salute rispetto a quelle asoggettate.così come un lottatore di wrestling (pongo un esempio sciocco), sicuramentre l'avrebbe vinta su un monaco tibetano..ma questo sta non affatto a dimostrare che quest'ultimo avesse un'aspettativa di vita miniore.

    La cosa che più di tutte mi fa biasimare i vegetariani/vegani/fruttariani è che la stragrande maggioranza di loro si approccia a questo stile di vita per una specie di moda che ha risvegliato in loro un, per quanto nobile, senso etico, che poi applicano non solo senza cognizione di casa ma dando a chi potrebbe un giorno accingersi alla loro medesima scelta un esempio demotivante. Ho conosciuto vegetariani che inquinavano con detersivi per i piatti torrentelli proprio dietro casa loro, che io ho mostrato non esser più pieni di pesciolini, rane e ancora tritoni, tartarughe..aragoste d'acqua dolce.per non parlare dell microfauana e batteri: quella che tutti ignorano come ogni cosa che non si vede ma che è la fondamentale artefice, insieme alla fito flora acquatica, della rigenerazione degli ambienti e purificazione acqua (oltre al meraviglioso fenomenno dell'evaporazione)....tutte cose che i più ignorano. Così come ignorano (i vegani non indossano neppure indumenti che provengano dalla sofferenza animale), che molti degli abiti in cotone che indossano derivano dalla sofferenza umana.persone e spesso bambini sfruttati e sottopagati, impiegati in coltivazioni intensive.che spesso rischiano di lasciare i terreni in questione, non sottoposti a controlli o rotazione alcuna, talmente poveri e aridi da assimilarsi al deserto.. Ci sono tanti studi di cui non si fa altro che parlare ma i più non si rendono conto del perché se ne parla: l'interesse di pochi.
    'Una volta'in mongolia, da anni che si interpellava chiunque per avere un'idea, una soluzione alla incalzante desertificazione, una persona della quale non farò il nome giacché non ama essere citata in rete, trovò la soluzione più semplice: ricercare quale fosse la flora autoctona, come ad esempio gli ulivi, piantarne in una zona recintata ad ampio raggio perché non vi entrassero animali a rovinare le piante..e poi?aspettare: le piante crescendo attiravano umidità in maniera naturale, così che ai loro i piedi e sotto la loro ombra iniziavano a crescere timide piantine verdi..
    Per 'salvare' il pianeta non è detto che servano misure geniali nella difficoltà di ideazione bensì miracolose nella loro semplicità.

    (continua)

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  14. Il problema più grande torno a dire, come in apertura di intervento, è che siamo troppi su questa terra. E se 'noi' viviamo bene lo facciamo a scapito di più di 2/3 del pianeta che muore di fame alle spalle del quale ingrassiamo. E intrassiamo di un benessere che di tale parola ha solo il nome: supportati da una medicina che per la prima volta, dal 2012, non basta più a garantire ai figli aspettative di vita superiori dei genitori (statisticamente.un dato occultato).

    E l'errore di chi non magia carne, torno a ripetere a gran voce, sovente è quello di farlo 'solo' per motivi etici. Io ero onnivora fino a poco tempo fa. Figlia di una famiglia di medici, figli di una famiglia di agricoltori e allevatori..conosco 'bene' la scienza ordinaria e il parere degli 'allevatori anacronistici': la risposta tanto più comune quanto più banale che usano per relegare nel limbo degli 'invasati' tutti coloro che intraprendono una certa via, è quella evoluzionistica. Seguita dal parlare della celeberrima mancanza di vitamina B12, zinco, ferro..
    Ma molti di loro, ivi compresi medici comuni -quelli non aggiornati e desiderosi di sapere oltre a ciò che gli hanno insegnato 'a scuola'- sanno a malapena cosa significhi la parola: trasmutazione biologica.fenomeno secondo il quale l'erba che mangia una mucca diventa muscolo in quell'animale, lo gnu diventa il muscolo nel leone....il latte che beviamo ben poco ha a che vedere con l'ovviare all'osteoporosi: mangiare l'elemento di cui abbisognamo direttamente quasi mai serve a darci proprio quella sostanza che ci serve.
    L'organismo è come una grande macchina, un forno, una centrale geotermica..quello che ingeriamo lo trasforma.Se io inserisco carne, muscolo:; lui la trasmuta in qualcos'altro.che muscolo non può essere. Può essere energia.forza, aggressività: quella che serve alla tigre per catturare una preda, al pitone per strangolarla.non prima di essersela 'meritata' con una fatica che gli merita la ricompensa (a differenza di impiegati che hanno passato la loro mattinata seduti al computer prima di mangiarsi un hotdog -quella che poi neanche è carne, ma questo è un'altro discorso-).
    Non tutti siamo uguali, perciò è impensabile pretendere che ognuno adotti un'alimentazione identica. (così come impensabile che per il malditesta tutti prendiamo l'aspirina: ogni problema ha un'origine diversa perciò differente dovrebbe essere il rimedio!)
    Da valutare per la propria scelta alimentare sono infiniti i fattori. Importante sarebbe seguire l'istinto ma anche questo risulta impossibile per noi e lo sarà ancor di più per i figli delle generazioni a venire, i cui progenitori avranno a loro volta perso l'istinto e con questo il libero arbitrio.pertanto risultando difficile trasmetterne uno.

    (continua..)

    RispondiElimina
  15. (..o my god ho divuto frazionarlo quanto era lungo!apologize ;) )

    Io per esempio fin da bambina detestavo il latte, lo rimettevo ogni mattina, mi nauseava l'odore.e la carne, la gradivo sottile e fritta, per non sentirne il sapore..ma preferivo di gran lunga tenerla a 'macerare nelle guance gonfie a mò di criceto' in attesa che un cane o un gatto passassaro sotto il tavolo. Mi dava fastidio calpestare l'erba, in particolare i germogli (forse riconoscevo i 'cuccioli' dell'erba?)..evitavo le file di formiche sul marciapiede.portavo fuori le zanzare col bicchiere....non uccidevo ragni neanche dopo che mi avevano punta!! (figurarsi parlare di animali più grandi e 'evoluti'.e quindi 'umanizzabili')..basti dire che non volli più mangiare il pane quando seppi che le bolle erano il frutto della combustione pre mortem dei 'bachini' del lievito. Davo 'bacini' agli oggetti, se per sbaglio ne colpivo uno camminando, col piede. . Io sono stata letteralmente forzata a mangiare cose che non mi piacevano.rincorsa per tutta casa, sotto il tavolo.placcata e infarcita di nozioni mediche secondo le quali sarei venuta sù deforme, butterata..stolta. In realtà io avevo 'il mio' istinto perfettamente funzionante.ma piano piano si è 'sciolto', piegato dagli esaltatori di sofficini findus, piuttosto che 'carpaccio cinese' (interiora fritte in pastella.per ingannarmi travertendole da pasta fritta).
    alla fine gli ultimi anni amavo la carne, non proprio tutta ma ne apprezzavo il sapore.la fiorentina un po' al sangue, addirittura tartare.
    Sono almeno fortunata che nella mia famiglia c'è sempre stato un buon occhio alla cadaverina: si predilige un pezzo meno morbido ma senza frollatura (per chi non lo sapesse è il processo di putrefazione, si è proprio così, che trasforma il cadavere-bistecca in un pezzo più morbido perché gli agenti della decomposizione con le loro 'pinzette' tagliuzzano nervi, tendini e parti filamentose che tengono troppo 'stretta' la carne)..

    (..continua..)

    RispondiElimina
  16. Molte persone però non sono come me!forse derivano da ceppi evoluzionistici diversi per cui per loro la carne è fondamentale. Prendete le iguane verdi: sono erbivore. Un gruppo di queste fu isolato qualche migliaia di anni fa su un'isola.essendo questo sauro un animale che evidentemente la sa lunga su come sopravvivere in questo pianeta, ha trovato il modo di adattarsi al nuovo ambiente, magniando alghette, piccoli crostacei.'inventandosi' delle palmature alle zampe da arboricolo..
    Ecco, sappiamo bene che oggi tutto il mondo si è unito.le razze si sono mischiate.. Ma non si parla mai del fatto che tutti discendiamo da ceppi che prima non erano in comunicazione e mescolanza sanguigna come adesso; neanche tanto tempo fa, basti pensare da quanto poco tempo esistono le comunicazioni veloci e da quanto ancora meno esse siano alla portata di tutti.
    Prima le persone mangiavano a km zero naturalmente.mangiavano solo prodotti di stagione e ovviamente chi mangiava carne ne mangiava poca e la mangiava fresca (quelli per cui non era così, non è detto che fossero anche longevi?..prima che venga posta la questione)
    Perciò l'istinto potrebbe essere l'unico modo di capire cosa di cui il nostro organismo ha bisogno. E perché ciò accada non dovremmo essere fin da piccoli sovrastimolati nel gusto e dai media. Oggi conosco meno che esimie coppie che allevano i loro figli dandogli la vera mela grattugiata piuttosto che le pappine mellin.
    E poi mi domano, se un bambino proprio non vuole qualcosa, perché insistere a darglielo?!certo ci saranno i dovuti casi a fare eccezione.ma nella norma se un bambino che nasce da genitori seni e equilibrati rifiuta un cibo può darsi che non sia solo una questione di gusto. Certo, questo è frutto del benessere, la sopravvivenza ha la priorità perciò se non c'è altro da mangiare si mangia quello che c'è! Ma trovo inconcepibile non vedere un pupo al parco che non sgranocchi patatine, dolciumi chimici e quant'altro di bassa qualità, mentre indossa vestitini firmati che non gli staranno più qualche mese più tardi, nel frattempo che la mamma si intrattiene a parlare con amiche mettendogli in mano il suo videofonino con un cartone animato e videogioco..

    La popolazione degli Hunza, prima che, venendo 'scoperta' fosse contaminata, vantava una media di vita intorno ai 140anni. Essi vivevano in una zona abbastanza povera, di soli prodotti da loro.con piccoli allevamenti di capre e poco più. Prevalentemente vegetariani accumulavano scorte di cibo per far fronte ad un inverno rigido, durante il quale le provviste a malapena bastavano farli giungere a primavera. Dunque osservavano lunghi periodi di semidiguino invernale.con case freschine e poco vestiti! Durante questo periodo (il digiuno di solito provoca acidosi) avevano la fortuna di abbeverarsi alla sorgente di acqua alcalina vicino il loro paese, il che equilibrava il ph del loro organismo.
    Le donne erano prolifiche fino a 90anni (quando lo dicono tutti si tirano indietro come fosse una pena ma io rispondo: perché non sembravano 90enni ma 45enni!...e poi, dico, non è che fossero obbligate a partorire -le persone non sanno cogliere il punto perché le loro menti non sono lucide- ma quello che conta è che morivano così tardi!si ammalavano tanto poco e la loro fine era uno spegnersi naturale, quasi privo di sofferenza: COSA, DICO COSA DI PUù AUSPICABILE SE NON AVERE PIù TEMPO SU QUESTA TERRA E DI QUALITA' MIGLIORE?)

    meditate gente, meditate.
    Meditate sul fatto che non tutto quello che ci dicono è esatto.ma a volte le risposte sono dentro di noi. Basterà trovare la soluzione ad una e spesso se ne risolveranno automaticamente altre cento. Inutile brancolare nel buio dell'ignoranza a grandi passi: a volte basta camminare pian piano nell'oscurità, seguendo il sentiero che crediamo giusto, con in mano un sol fiammifero che ci brucia il dito..aspettando che il mattino arrivi, illuminando le risposte alle nostre domande con una brillantezza che mai osavamo sperare

    Giulia Carol

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  17. (ho pubblicato i miei BEN 5 commenti dal profilo del mio compagno, Luca, perché ero connessa con il suo computer.
    Ma io sono Giulia.

    Tanto il mio commento è anacronistico rispetto alla pubblicazione dell'articolo sul blog.ma io l'ho scoperto oggi e mi sono appassionata alla conversazione.
    buona giornata)

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  18. ACCIPICCHIA!!!
    Grazie Mille Giulia Carol per il tuo intervento.
    A distanza di mesi mi fa piacere che ancora la discussione riesca a suscitare così tante impressioni, e che tu abbia avuto voglia di condividerne così tante in una sola volta. E per questo ti ringrazio ancora.

    Poi...
    la tua frase "Per 'salvare' il pianeta non è detto che servano misure geniali nella difficoltà di ideazione bensì miracolose nella loro semplicità." la trovo PERFETTA!!!
    Ho letto per due volte il tuo intervento, e lo trovo molto interessante: ti sei presa la soddisfazione e la responsabilità di fare paragoni e citare testimonianze che a mio avviso preparano il campo a nuovi interessanti interventi.
    L'unico piacere che chiedo a te e a tutte le persone che eventualmente vorranno intervenire alle tue parole è di EVITARE DI CITARE MARCHE/DITTE/LOGHI di ogni genere: questa è una regola che MI sono dato, e che quindi gradirei che anche i visitatori osservassero.

    Detto questo, hai messo così tante nozioni nel tuo intervento che ho io per primo difficoltà ad instaurare un dialogo o almeno qualche risposta.
    A mio avviso c'è un filo logico che collega l'esempio degli olivi nel deserto e quello delle iguana verdi...
    ...mentre proprio per il medesimo ragionamento vedo un contrasto con l'esperienza degli Hunza (ma non sono un popolo del Medio Oriente???).
    Nel primo collegamento leggo della capacità di ADATTAMENTO NATURALE (ma comunque indotto dall'uomo e quindi forzato) tra animali/piante e l'ambiente, e come questo venga quindi modificato.
    Il contrasto che leggo con questo popolo a cui fai riferimento è proprio sulla medesima questione: essi sarebbero stati "contaminati", e sarebbe stato rotto il loro equilibrio che li faceva vivere e prolificare anche in situazioni (per noi) giudicabili come estreme, salvo poi perire perche appunto nel loro ambiente (territorio) era stato introdotto qualcosa di nuovo (credo tu facessi riferimento all'uomo occidentale).
    Mi chiedo cosa ci sia di differente fra i due esempi: un olivo nel deserto puà gestire l'umidità e far crescere erba sotto le sue fronde, creando un nuovo equilibrio; un iguana verde può adattarsi a mangiare alghe e a sviluppare piante palmate per nuotare, creando un nuovo equilibrio; l'uomo, che avrebbe compiuto le "contaminazioni" dei due primi esempi, nel terzo sarebbe invece "la causa della fine" di un equilibrio.

    Arrivo al punto: io credo che l'uomo possa compiere delle scelte, e che si tratti di essere vegano, fruttariano, vegetariano, onnivoro, carnivoro o quello che vogliamo...che compia tali scelte con la massima consapevolezza, e spinto da una sua personale "evoluzione" pensando a se e a chi gli sta intorno.
    Io, per RITORNARE NEL TEMA DELLA DISCUSSIONE, ho spiegato quale visione della faccenda abbia, e ho dato qualche personale idea su come qualcosa in più potrebbe essere fatto verso un nuovo equilibrio (non dico il migliore...non dico la soluzione per tutti gli svariati miliardi di uomini che abitano la terra).
    Da qui...a trovare LA SOLUZIONE GLOBALE, io vedo ancora moltissima distanza, e purtroppo non spetta a me dare una sentenza o una soluzione.
    Cerco di riportare il tutto a noi che stiamo leggendo, consapevole che non riuscirò mai a contrastare la fame nel mondo, l'inquinamento globale e l'idiozia umana!
    Cerco solo di dare un senso al mio essere cittadino del mondo, e di dare il mio contributo...certo come sono di fare moltissimi sbagli ancora, e di farne sempre (forse).
    Secondo te Giulia Carol quale può essere una soluzione?
    Hai parlato di te da bimba...e di te oggi, ed io ti chiedo quindi quale sia il "tuo equilibrio" (magari proprio in relazione tra la vita e la morte"?
    Sarà un piacere leggerti.
    A.A.

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  19. Faccio solo una precisazione un pp' tecinca: una igiana verde di foresta, se la sbatti alle galapagos, non si adatterà MAI a mangiare le alghine e muore di fame. Non è il singolo individuo che si adatta, non in una generazione. L'evoluzione è qualcosa di molto più complesso e che riguarda le intere popolazioni, non i singoli individui. Infatti l'iguana delle galapagos non è assoluatmente più la stessa specie di quella che milioni di anni fa arrivò sull'isola. Se le metti insieme adesso non si riconoscono e non si accoppiano. Noi essere umani invece siamo una specie unica, esiste la variabilità individuale certo ;-)

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  20. Buona sera,
    si in effetti ho messo un po' troppa 'carne al fuoco' per poter pretendere una risposta o meglio una comprensione nel lettore, talvolta l'etimo dei miei discorsi ha radici talmente ancestrali nella mia mente che portano ad affermare alcune cose piuttosto che citare esempi, che rischio di essere fraintesa (..ma già ero stata prolissa in questo modo, figurarsi se avessi fatto flash back inerenti ogni esempio che andavo a proporre).Quello delle iguane ad esempio non voleva essere calzante a pennello e tantomeno preciso, so bene che l'evoluzione ha bisogno dei suoi tempi (per quanto non sono sempre gli stessi.variano immensamente a seconda delle epoche, delle specie..del contesto). Ma oggi giorno sempre più spesso sento le persone 'arrendersi' di fronte alla genetica, come fosse qualcosa di scritto.di immutabile: come se ignorassero tutto il processo di evoluzione che porta una specie ad essere quello0 che è. Oggi si guarisce grazie alle cure, da molte malattie, altrettanto di quanto esistono malattie indotte dallo stile di vita, che un tempo non esistevano quasi, alle quali si ovvia in parte con nuove cure.. Non è assolutamente detto che certe malattie a trasmissione genetica non possano essere 'lasciate indietro'.basterebbe che qualcuno pienamente consapevole (che è impossibile: incontrare un essere umano con il settimo chakra completamente aperto significa incontrare qualcuno di assolutamente fuori dal comune: un vero Maestro.
    Solo Gesù, Buddha, Osho, Mahavira, Krishna vengono riconosciuti come Maestri che hanno raggiunto l’illuminazione, un livello di spiritualità così elevato che non hanno bisogno di parlare. È sufficiente guardarli per seguirli incondizionatamente. ) decidesse di applicarsi a capire cosa in lui è sbagliato (sempre considerando che è difficile discernere oggettivamente il giusto dallo sbagliato.specialmente per chi è un essere imperfetto) e lavorare sul proprio miglioramento;
    arrivo al punto (come piace dire al 'nostro' agricoltore -mi perdonerai il 'tu' da blog e la licenza confidenziale-):
    l'esempio delle iguane significava questo. Un po' come paragonare Nikola Tesla (le cui invenzioni, risalenti agli anni '30, occultate fino a ieri, paiono avveniristiche a chi ne sente parlare a tutt'oggi) a Galileo: quando Egli -e non fu lui il primo a scoprirlo- ha enunciato che era la terra a girare intorno al sole, ci sarà sicuramente stato qualcuno che gli avrà detto "èh si sono ventidue secoli che tutti dicono che è il sole che gira intorno, ora arrivi tu a dire queste sciocchezze, e come farai a convincere tutti gli esseri umani?' - 'non è affar mio signori' - 'allora guarda, noi intanto ti caliamo in un pozzo e ti facciamo dire che non è vero, così tutto torna nell'ordine delle cose..'(Agosti)

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  21. ..sembro andata fuori tema ulteriormente? Rispetto alle iguane, rispetto all'agricoltura sostenibile..al tema etico..?
    e invece no, c'è un filo sottile che mi permetto di far notare, fra tutte queste cose,
    e me lo permetto perché siamo sotto ad un post da me commentato anacronisticamente, per l'appunto, e parlando con persone intelligenti (sempre intelligenza soggettiva), che penso possano prendersi o meno la briga di leggere e capire ciò che dico.

    E dico (ricollegandomi all'ultima frase del mio post), che non tutto quel che sembra è:
    molti animalisti si vestono di arrogante senso di superiorità (io uomo sono superiore agli altri animali perché posso decidere di non mangiarli), altri si barricano dietro 'leggi' evoluzionistiche o carenze alimentari che spiegherebbero le loro scelte (basandosi su studi finanziati da quelle multinazionali, industriali, farmaceutiche (..)le quali 'tu' giustamente decidi di non citare, perché meglio non mettersele contro giacché ci schiaccerebbero come formiche [come hanno fatto con illustri scienziati degni di nobel che hanno messo a tacere, non solo corrompendoli ma anche non facendoli trovare più tra di noi])....e quì c'entrano gli hunza: non varrebbe la pena di più studiare popolazioni come questa?per gridare halleluia l'essere umano può vivere più a lungo di quanto si crede?! ..piuttosto che pubblicizzare campagne di aiuto popolazioni povere invece di insegnar loro a pescare (come si suol dire).

    Invero questi studi ci sono. PErsone che sanno le potenzialità del corpo umano non possono non esserci. Semplicemente chi è tanto 'avanti' da arrivare di propria testa a ciò, o ricongiungersi con chi ci è arrivato, probabilmente sa che non tutto il pianeta può avvalersi della chance di vivere così a lungo..giacché posto per tutti non ce n'è (..e quì forse, adesso sono andata un pochino fuoritema. Per quanto non del tutto perché comunque la sostenibilità del pianeta riguarda tutti i suoi abitanti, agricoltori o meno e dunque la loro possibilità reale o diritto utopico di abitare questa terra).

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  22. Ad ogni modo per concludere l'esempio delle genetica volevo dire la mia esperienza, si come mi è stato chiesto:
    io ho iniziato un periodo senza carne, mangiando uova creole (delle mie), qualche prodotto del mio orto (che poi ho scoperto essere inquinato indirettamente da falde acquifere provenienti le vigne vicine che usavano prodotti in dosi illegali) ..studiando mentre mi approcciavo ad un cambio alimentare i cvambiamenti del mio corpo non solo dal punto di vista fisico ma anche psichico. Col consiglio dei miei parenti medici, quello del mio compagno nutrizionista, praticante di esercizi tibetani nonché 'esperto' di macrobiotica. Ho scavato nel mio passato, sovente anche in maniera indiretta, avvalendomi della bioenergetica..
    nel frattempo mangiavo del formaggio di pecora, di tanto in tanto pesce. Nel frattempo per quanto come ho spiegato non avessi mai ucciso di proposito un moscerino, sentivo dentro di me sfumare parti di quel carattere che mi contraddistingueva ma non ritenevo giusto facesse parte di me in quanto donna e desiderosa un giorno divenire madre.l'irruenza, la passione per i motori.la sanguignità che mi portava durante le liti ad avere sempre il sopravvento, indipendentemente dalla forza fisica. L'istinto innato di mordere, quando mi trovavo a stabilire la supremazia col mio cane..
    Sapevo di avere avuto un padre dal carattere molto forte, discendente da cotale madre e chissà chi altro.. E sapevo che mi piaceva avere il medesimo spirito indomito tanto quanto mi rendevo conto non facesse parte del mio vero io: un dualismo tra l'innocente bambina che dava bacini al pupazzo più brutto e la ragazzina ribelle. (tralascio quì il lato psicologico che non ci interessa.le vicende personali soggettive che ognuno di noi, geneticamente e nel presente affronta e lo portano ad essere ciò che è) Mi soffermo sull'aspetto alimentare:
    da firenze centro in cui vivevo decidemmo di trasferirci in maremma. Avere 4000 ulivi del nonno defunto e non sapere cosa farci. Da quì la scelta di provare a divenire anche noi agricoltori, ma non seguendo la 'nu moda', bensì per un desiderio di rinnovamento e di salute. Pur ben consapevoli che nella nostra zero esperienza questo non sarebbe bastato a darci un sostentamento sufficiente e quindi la scelta di affiancare il lavoro in campagna ad un'agenzia di grafica e pubblicità, che era quello che già sapevamo fare. (il dualismo continua).

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  23. (..ma quanto scrivo ogni volta?che fatica spezzettare -.- )

    Durante il primo periodo scelsi dunque di cambiare alimentazione, mi spiego meglio, per provare la veridicità di alcune mi e ipotesi quanto al legame che ci fosse tra forza e irruenza e alimentazione carnivora. Sostengo come sopra detto che la carne dia al leone l'aggressività per sbranare una preda. noto nella maggior parte di chi abbia un'alimentazione prettamente grassa e carnivora (..ma non tralasciamo i deleteri zuccheri e prodotti chimici in genere) la tendenza a non risolvere i propri problemi, anche psichici, ma a 'trattenerli' in sé come una molla la quale, insieme al cibo, viene caricata nelle occasioni in cui la si ritiene necessaria.come una scorta di forza bruta per difendersi da un mondo 'cattivo'.
    così chi si crede inadatto a superare ostacoli si forma un fisico palestrato e si superproteinizza. Trovo in persone che non riescono a privarsi del piacere 'della crosticina croccante in un arrosto' molti più problemi psicologici irrisolti di quanto si possa vagamente immaginare (mia nonna, contadina la quale fin da bambina vissuta in mezzo ad 'animali da reddito' si comportava dolcemente col pulcino per poi' non riconoscerlo' più dal pollo nel piatto.. la quale passava dall'apostrofare il tenero maialino 'piccino, carino, bellino....BoOno!', è la prima la quale piena di BLOCCHI, manifesta questo suo sdoppiamento anche se solo io adesso lo realizzo, anche nel suo relazionarsi agli esseri umani.una forma di egoismo/masochistico).

    Nel frattempo che non mangiavo carne sentivo ancora il desiderio.mi solleticava il profumino..continuavo con piacere a cucinare lasagne al ragù o cinghiale in umido per altri (prediligevo comunque selvaggina, quantomeno più sana!)

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  24. Piano piano ho eliminato anche il pesce (io 'conosco' i pesci e li considero al pari degli altri, leggendo al di là della loro presunta inespressività), integrando con alimenti appositi tipo alghe (e quì si pone il problema della territorialità).....
    ...finché mi ritrovo oggi a non desiderare più alimenti derivati da animali,
    quando colgo la notra frutta/ortaggi cerco di farlo immedesimandomi nella pianta.se posso non rovino il cuore, taglio, non strappo.....
    della frutta conservo i semi (alcuni semi sono ricoperti di un veleno, come quello della mela: i semi non hanno zoccoli per difendersi e scalciare, ma la natura è commovente quanto non lascia nulla al caso e dota gli indifesi semini di un'arma che dovrebbe indurre chi dotato di istinto a sputarli lasciando la pianta ricreare i sui figliolini: utile all'albero come ai suoi fruitori!...altri semi sono fatti per essere ingeriti da un animale che li espella sotto forma di feci altrove..

    Sento il mio carattere cambiato. Da che la scelta nacque come un esperimento caratteriale volto a fare di me una persona migliore, relazionalmente parlando, a che il mio istinto, probabilmente schiacciato fin da piccola, forte e irruento ha preso il sopravvento e, siccome non sono una sprovveduta, mi ha dato la forza e la voglia di studiare 'a tutto' tondo, istruirmi, scoprire..
    Il primo motivo è stato caratteriale dunque(mi è sempre piaciuta la psicologia), poi salutistico (chi più del mio corpo è importante per qualsiasi cosa voglia fare in questa vita?!)..infine etico (ho sempre adorato la natura e rispettarla quando posso mi fa stare bene)..

    La genetica che c'entra?
    C'entra perché via via che andavo avanti e la mia mente diveniva più lucida
    (un'alimentazione 'pulita', sebbene qualora squilibrata, può conferire più lucidità visionaria che l'uso di droghe: ad esempio Steve jobs e Ghandi hanno affrontato nel momento di maggior 'splendore' periodi fruttariani.la Apple ha la mela come logo perché il suo creatore in quel periodo si 'dilettava' a mantenere il suo ph stabile e la sua mente brillante nutrendosi di un solo particolare tipo di mela),
    mi rendevo conto che il mio carattere altresì mutava.capivo che quello che credevo essere un carattere 'piperito' in realtà era rabia repressa, magari di mia mamma, la quale affrontava la morte del padre mentre mi aspettava, o di mio padre, costretto a studi che non gli si confacevano in principio......(ipotesi casuali), o chissà che altro . . .
    Io adesso sono una persona nuova, ma solo da due anni (la mia dieta è stabile solo da pochi mesi in realtà), devo fare ancora così tante cose e i miei studi sono solo agli inizi,
    probabilmente 'non cambierò la mia genetica' ma può darsi che partorirò dei figli (e cercherò di farlo in un momento di piena salute e stabilità emotiva) con meno blocchi legati al mio passato, che probabilmente avranno problematiche psicofisiche che io ignoro ma spero che non saranno violenti! E se loro saranno (e non posso saperlo perché la prole raramente rispecchia le aspettative genitoriali O.o' ) altrettanto ponderati e affronteranno una vita sana e consapevole come la mia ci sono probabilità che generino dei nipoti ancora migliori!
    Da bambina non pensavo fosse importante chi crede di cambiare il mondo perché già allora sapevo che è impossibile,
    o tantomeno 'lasciare un'impronta di sé', tramite figli o opere magnifiche..giacché dopo la propria morte, cosa più conta?
    Adesso, ed è così poco che ho iniziato, già la penso in maniera infinitamente diversa e se anche questo non contasse nulla per il modo o miei lettori, so che conterà infinitamente per me e per il piccolo mondo che mi circonda: almeno quello l'avrò reso migliore.deliziosamente buono, sano e ricco di desideri che non fanno male a nessuno.senza privare tutti noi di niente che serva a renderci felici....e penso che questo sarà comunque abbastanza <3 [cuore] !!

    Giulia Carol

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    Risposte
    1. Giulia Carol,
      confesso che leggere così tante parole è stata cosa ardua, e ti prego di tenere conto dei "tempi di un blog": certamente capirai che questo non vuol assolutamente denigrare il concetto ma solo "adattare" (al blog...appunto) la forma di quello che dici.

      Ancora una volta hai sollevato molte questioni, magari lasciandone alcune in sospeso, e aprendone di nuove...e questo rischia di divenire un intervento tanto lungo ed articolato da non aver più tanto senso di essere chiamato "intervento".
      Ecco che con piacere ti consiglio di fare come feci io nel settembre del 2011, e di aprire un tuo blog dove organizzare quanto hai appreso, e riportare (magari per capitoli o discussioni a se stanti) le tue considerazioni ed i tuoi approfondimenti.
      Questo aiuterebbe il lettore a mantenere alta la comprensione e a scegliere che cosa leggere e che cosa no.
      Secondo me hai veramente TANTO da dire, ed il tuo personale (che traspare in ogni tua frase...sino quasi a essere il vero tema del discorso) ha affrontato già molto, e molto si è formato in base a questo: un TUO blog, appunto, potrebbe darti spazio, tempo, modo e "criterio" (è solo virgolettato...naturalmente, ed è riferito ai tempi del blog) di dire molto e molto altro ancora.
      Per me è stato così, e non ti nego che ho trovato sollievo nel raccontarmi (anche se all'inizio ero coadiuvato da chi di internet se ne intendeva più di me).
      Sarà certamente un mio piacere leggerti, come in effetti lo è stato sin d'ora, ma ripeto che A MIO PIU' CHE SINDACABILE GIUDIZIO tu abbia veramente bisogno di "uno spazio tutto tuo" dove riversare così tanto di te.

      Per quanto mi riguarda, il "possessore" di un blog, ne è anche l'amministratore ed il moderatore, e spetta a lui decidere eventuali "paletti" (che comunque credo sia giusto mettere): in questo piccolo spazio dove parlo di me (e dove avrai ben capito cerco il confronto) vorrei evitare lunghi e profondi OT (fuori tema) e nominare nomi di ditte/marche/loghi perchè semplicemente credo non ce ne sia bisogno (non certo per la paura di essere schiacciato).
      Semplicemente non voglio fare pubblicità, ne in positivo ne in negativo, a quanti capitalizzano le idee e monetizzano i bisogni.
      Se potessi vivere una vita lontano da tutto questo ti giuro che lo farei, ma questo non sarebbe anacronistico ma impossibile...pure per un testardo e convinto (e orgoglioso) come me.

      Ciao
      A.A.

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