Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

domenica 8 aprile 2012

La scelta di vita

Sento la necessità di postare un intervento scritto (In parte) alcuni mesi fa all'interno di un forum sull'agricoltura: lì si parlava delle scelte di vita, e di come alcune fossero eccezionali e speciali.
Mi arrabbiai molto quando mi venne detto che io avevo fatto una scelta in tale senso (eccezionale e speciale), e mi prodigai molto affinche la "miticizzazione" o (peggio ancora) la pena non si avvicinassero a questa.
Era un forum, ma è così anche nella vita di tutti i giorni...


Essere un Agricoltore Anacronistico mi ha portato da subito  a concepire l'agriocoltura e l'allevamento NON come una "predominante fonte di reddito", ma in diverso modo...
Lontano dai dettami dell'agricoltura/allevamento industriale, da subito ho preso atto che mai avrei potuto trarre sostanziosi vantaggi economici dai miei campi e animali: si è trattato di impostare un progetto a MISURA D'UOMO.
La misura d'uomo è cosa che oramai le nostre frenetiche vite ci impongono di non osservare più, sempre alla ricerca della venticinquesima ora giornaliera, con rate e tassi che ci attanagliano, e nuove ansie che ci spingono a seguire la massa (spesso a capo basso...spesso senza alternativa).
Una lunga interminabile fila di idee spesso trattenute, ali tarpate e ritmi insostenibili.
Io sono semplicemente sceso da quel treno, e non l'ho fatto con stoicismo ne tantomeno con l'arroganza di avere da che insegnare al prossimo.
Non l'ho fatto credendo di fare qualcosa di speciale.
Non l'ho fatto crdendo di fare qualcosa di Speciale: lo ripeto perchè questo aspetto spesso mi mette in contrapposizione con quanti credano che l'abbia fatto proprio per quello.
La mia visione della vita, tanto romantica quanto talvolta in parte anarchica con punte di forte riflessione e di un individualismo altruistico, mi ha portato a soffrire di uno strano male invisibile, che giorno dopo giorno mi lorogava nello spirito e nel mio compiuto: l'unica cura era quella di rivalsa nei miei stessi confronti...nei confronti della mia vita.
Ed ecco che da quel treno ben presto mi sono accorto che volevo scendere (forse per prenderne altri che ancora non so di aver preso...), e sono sceso e basta, con il rischio dell'eremitizzazione dietro l'angolo, o PEGGIO ANCORA con il terrore di "divenire personaggio da zoo".
Sono sceso e basta, senza fragori ne proclami pubblici, ma semplicemente mettendo un piede in terra e sentendo il calore di questa sotto la mia pelle.
Avete mai provato a togliervi le scarpe e affondare le dita e le piante dei piedi nella terra appena lavorata?
Fatelo, e forse capirete quello che quel giorno ho provato io.
E' stato come riappropriarsi di qualcosa che mi era stato sottratto...di qualcosa che io mi ero sottratto per troppo tempo: tornare a sorridere con occhi di bimbo e mani di gigante.
Solo dopo molto tempo ho deciso di mettere alcune mie idee in pubblico: esperienze e punti di vista che evidentemente risultano spesso fuori tempo, messe a disposizione di quanti vogliano curiosare, prendere spunto o criticare.
Non importa quale faccia io abbia, nè tantomeno quale sia il mio nome o dove io viva: sono un giovane Agricoltore che "gioco forza" si trova spesso a remare controcorrente, a fare cose che gli amici di un tempo non riescono a capire, a compiere scelte che talvolta lo allontanano "dai più".
Sono una persona che ha un cuore, una mente e due grandi mani...e che tutti i giorni cerca di mettere assieme queste tre cose in armonia e nel piacere di farlo.
Soldi?
Pochi: ho podere in affitto, terreni in affitto, una macchina scalcinata da cambiare, una televisione rotta, ed un armadio pieno di asciugamani...
Non mi daranno mai un mutuo perchè "non posseggo niente", e lo stipendio di mia moglie serve per pagarci le spese mensili.
Ma ho cose che mi arricchiscono ogni giorno: ho l'amore intorno a me, ho l'amore dei miei cari ed ho l'amore per quello che faccio.
Vivo di quello che le mie mani riescono a darmi, e sempre più escludo il resto dalla mia vita: non un feudo immaginario, ma un equilibrio fatto di piccole grandi cose quotidiane.
Sapersi accontentare è un termine che spesso mi va stretto, e quando posso cerco di essere contento (semantica...ma cosa ben diversa dalla precedente) di quello che ho, e più mi guardo attorno e più vedo che non mi manca niente..anzi, che ho moltissimo.
I troppi averi materiali spesso mi pesano, e poco a poco tento di liberarmene nel rispetto di chi me li ha donati e a favore di chi forse ne ha più bisogno.
Non un moderno San Francesco (come ironicamente mi ha detto un bischero conosciuto ad una fiera qualche giorno fa), ma uno qualunque che fa cose che DOVREBBERO essere normali (e che per lui sono normali).
Ma proprio perchè tale normalità non viene percepita dalla maggior parte del prossimo, il mio sentirmi Anacronistico aumenta di giorno in giorno.
"Hai la percezione di fare qualcosa di speciale?" a volte mi viene chiesto, e tale domanda mi fa scuotere tanto la testa, e cerco di spiegare che per me tutto questo è normale..e che dovrebbe essere normale poter fare certe scelte che ci fanno riappropriare del proprio IO: io faccio il contadino, e lo faccio con una filosofia di vita che punta alla Naturalità come unica via...e non è certo speciale tutto questo, ma forse NECESSARIO.
Non ho tristezza in questo, ma solo consapevolezza.
Il mio gesto non è un chiudersi, ma un RIAPRIRSI alla vita.
Non vivo sul poggio lontano dalla civiltà...non rifuggo molte modernità...non escludo il confronto con il prossimo...non chiudo i cancelli dei miei pensieri a chi mi fa domande...
Vivo ascoltando la Natura, tentando di interpretarla e coadiuvarla, ed in questo non trovo niente di speciale.
Se poi un piccolo orto, un pugno di animali e qualche albero possano far la differenza, io questo non lo so...
...ma so che in qualche modo mi pongo a cuneo nei confronti di quella parte della società che mi dice che "se voglio campare non posso vivere in questo modo".
A quanti mi dicono che il vino naturale non può essere fatto perchè i rischi son troppi ed è troppo deteriorabile...
...a quanti mi dicono che non ha senso allevare dieci o venti capre perchè non ti daranno mai da mangiare...
...a quanti mi dicono che i cereali non mi verranno mai se non uso diserbanti o concimi chimici...
...a quanti mi dicono che la mia frutta è troppo bitorsoluta e poco lucida per essere venduta...
...a quanti mi dicono che le mie varietà da orto non sono adatte al commercio...
...a quanti mi dicono che per ingrassare un maiale ci metto una vita se non uso le miscele...
...a quanti mi dicono che la carne dei miei polli è molto dura...
...a quanti mi dicono che mi ci vorrebbero almeno tre trattori per fare quello che faccio io con uno...
...a quanti mi dicono che lavorare con il cavallo è solo un gesto folkloristico e non più attuabile...
...a quanti mi dicono che essere agricoltore oggi è una pazzia...
...a quanti mi dicono che un figlio non potrò mai "permettermelo"...
...a tutti questi (e soprartutto agli ultimi) non faccio alcun dito medio e nessuna pernacchia, ma li ringrazio di cuore: loro non sanno quanto stanno contribuendo a farmi andare avanti in questo mio progetto di vita, con la volontà un giorno di fargli provare (anche solo per un attimo) quello che faccio e offrirgi una piccolissima alternativa.
Io ho rispetto del prossimo, anche se sempre meno riesco ad averlo per tutti quegli agricoltori che avvelenano l'ambiente (e quindi anche se stessi e i loro figli) in modo consapevole.
Dico sempre che noi agricoltori dobbiamio fare coltura e cultura: forse in qualche modo (e anche grazie a questo blog) io lo sto facendo.
C'è la possibilità di vivere in modo Naturale...e di dare al prossimo la possibilità di farlo.
Ne più e ne meno questo sono io...e questa è la mia Scelta.


Mi scuso con tutti voi se ho parlato ancora una volta di me, ma tra di voi c'è certamente chi non riesce a capire...e che forse non vorrà mai capire me, mia moglie e la nostra vita..solo forse perchè richiederebbe troppa apertura mentale.
Ma, come diceva Albert Einstein "La mente è come un paracadute: funziona solo se si apre".
Forse con un piccolo sforzo...

23 commenti:

  1. Precisamente quello che voglio io.
    Una vita a misura d' uomo.
    Per me perfetta.
    L unica.
    Tua moglie e' donna fortunata.

    Il tuo post credo che lo leggera' solo chi vuol vedere, solo chi ha intenzione, solo per chi crede in un futuro migliore.

    Eintein era un grande!

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    1. Ti ringrazio per le belle parole che hai detto.
      Leggendoti mia moglie ha sorriso e mi ha guardato...
      Sò quanto sono fortunato io, in molte cose.
      Ma oltre alla fortuna c'è anche altro: c'è la caparbietà, la convinzione e sopratutto la voglia di ascoltarsi.
      La voglia di ascoltarsi, ed ecco che la vita a misura d'uomo non sarebbe poi così difficile.
      Ma non è affatto facile decidere di ascoltarsi: spesso ci spaventiamo.

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    2. ciao,
      niente di più vero, a volte (spesso) ascoltare se stessi fà paura...
      complimenti x la "tua" scelta di vita e anche x quello che scrivi.
      sono belle parole che aiutano a riflettere.

      saluti da uno che non ha il "coraggio" di mollare "questo stile di vita" x intraprendere la STRADA GIUSTA...

      grazie,
      Davide

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  2. leggere questo mi da una gioia immensa, sto cercando anche io piano piano di vivere a misura d'uomo, ho un pezzo di terra in affitto per poter fare mercatini e purtroppo se ascolti la gente sembra sempre che non andrai da nessuna parte. Quanto si sbagliano... la mia gioia più grande, credo come la tua, è tnere le mani nella terra e ringraziarla per quello che riesce a darmi. Buon cammino

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    1. Io non sono una persona che può parlare di religione, nè tantomeno di Dio, ma...
      In tutto quello che facciamo noi Agricoltori assistiamo al miracolo della vita, e seppur io non sia un credente sento di partecipare ad un progetto più grande di me.
      In questo trovo molta religiosità, rispetto e Amore.
      Buon Cammino anche a te.

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  3. ...ma, no so, forse sono un po' di parte ma ti capisco benissimo. E' una vita che inseguo il tuo modo di vivere ...piano piano ci arrivo :)
    Probabilmente è proprio la solitudine che blocca migliaia di giovani che vogliono prendere la strada dell'autosufficienza. Il contadino, come scrivi tu sopra, è considerato un po' sfigato, ed è, molto spesso, anche emarginato dall'altro sesso. Credo che molto dipende proprio da questo che un giovane non ha il coraggio di identificarsi con l'immagine del contadino, anche se si sente tale, perché contadini siamo dentro.

    Il contadino affascina chi non lo è, ma questo avviene dopo che si è raggiunto (non è nel mio caso) una serenità economica, vedono il contadino dall'alto verso il basso ...è una PRESA DI CULO da parte della bassa borghesia!!

    Per me è l'unico modo di vivere sostenibile, cioè non c'è altro modo di vivere che può durare per sempre. Da quando è nata la storia fino ad oggi il contadino è sostanzialmente sempre lo stesso (non sto parlando dell'agricoltore industriale).

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    1. Sono d'accordo con molto di quello che tu scrivi.
      Molti giovani sono spaventati dalla fatica, dalla "miseria" (intesa in aspetto economico) ed anche dall'isolamento.
      Oggi è figo essere un vignaiolo, ma non essere un contadino con due dita di letame fresco sotto gli scarponi...

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  4. Questo tuo scritto invece mi ha emozionato moltissimo, non hai bisogno di scusarti. Io ti ammiro per essere sceso da quel treno. Mentre leggevo, mi immaginavo aggrappata ai maniglioni esterni di quei treni a vapore dei film western da dove saltano sempre giù per scappare e mettersi in salvo. Una scena che mi ha sempre fatto impressione, perchè mi sono sempre chiesta se ce l'avrei fatta a saltare... Credo che la metafora calzi a pennello... Comunque anche il nostro cammino va in quella direzione, piano, piano... Scrivi ancora mi raccomando che mi dai coraggio e speranza, un saluto da Denise.

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    1. Ti ringrazio per quanto scrivi tu.
      Nel non essere eccezionale mi trovo a vedere il salto dal treno come una cosa Normale: spaventa, ma ti salva...o perlomeno ha salvato il sottoscritto.
      Come detto, magari adesso sono su di un nuovo treno, ma la mia vita adesso è ricca di felicità, convinzione, prospettive e soddisfazioni.
      ...e sopratutto sento di fare qualcosa per me, per i miei cari..ed anche per il prossimo (perchè no).

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  5. Spesso mi chiedo se l'uomo abbia raggiunto quel grado di evoluzione che permetta l'autosufficenza.
    Sono uno studioso di filosofia, uno studioso dell'uomo...ed andando ad attingere dalla storia ci si rende conto che il contadino è sempre stato il motore di tale storia ma ha sempre ricoperto inspiegabilmente il ruolo più basso della società.
    Per non andare troppo lontano l'unico periodo in cui il contadino viveva libero e considerato è stato il neolitico...formatasi la prima struttura sociale il contadino se pur indispensabile è stato messo da parte, l'unico fra gli uomini che è rimasto in contatto con la natura...

    Spesso i miei amici mi prendono in giro per le mie passioni fra cui quella dell'orto...io gli dico che il nostro stile di vita ci sta conducendo verso un punto di non ritorno...sarà il mio orticello a salvarmi...
    ma a questo punto quasi tutti mi rispondono che se ci sarà veramante un punto di non ritorno il mio orticello verrà o sacheggiato o messo a servizio di qualche potente...perchè è la storia che lo dice...
    Allora ci rifletto su, e mi chiedo quando l'uomo possa raggiungere(come dicevo all'inizio)l'autosifficenza...come nel neolitico...

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    1. La riflessione che tu fai sulla posizione (nella società) del contadino è quanto di più vero ci possa essere.
      Io, che senza proclami effettuo una discreta decrescita (felicissima)... che non rifuggo il progresso, ma scindo e scelgo cosa secondo me è realmente "a favore"...
      che credo che la mia scelta vada ANCHE a favore del prossimo... io che lavoro oggi per raccogliere nel domani... io (appunto) ho sempre sostenuto questa tua tesi, e talvolta credo che "un passo indietro" potrebbe far cambiare alcune cose.
      Ritornare alla preistoria è senza dubbio qualcosa che nessuno mai si potrebbe (o dovrebbe) augurare, ma quanto dici è giustissimo.
      Grazie molte per il tuo intervento.

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  6. Ho letto con piacere questa tua riflessione, che apprezzo sotto tanti punti di vista.

    Sono approdato sul tuo blog per caso...ma forse solo caso non è, perché mi trovo a 30 anni con una voglia matta di cambiare stile di vita e staccarmi dal frullatore che misura tutto solo con il PIL.

    Ho fatto un percorso come molti, prima scuola e università, poi il lavoro.. e ad un certo punto ti accorgi che qualcosa non va, la strada che stai seguendo non è la tua, ma tutti ti dicono che è la migliore, ti dicono "cosa vuoi di più? hai un lavoro hai la tua famiglia!". Ma senti che qualcosa non va, così cerchi di ascoltarti, cerchi di eliminare il rumore di tutti i bisogni che questo consumismo ci impone, per sentire dentro di te cosa ti da soddisfazione, a quali valori vorresti ispirarti e trasmettere, quale vita vorresti per te e per la tua famiglia.

    Così, pian piano si è rafforzato l'amore che da sempre ho per la natura e l'ambiente, la voglia di vivere all'aria aperta e di fare qualcosa per recuperare il rapporto con la Terra, per condurre una vita il più possibile in armonia con tutto quello che ci sta intorno. Per uscire dal vortice della fantomatica crescita...

    In questo senso ho letto molto e mi sono appassionato ai temi della decrescita e ai principi della permacultura (di cui seguirò un corso questa estate), e adesso sono nella fase in cui vorrei imparare il più possibile, acquisire tutte quelle conoscenze che portano verso l'autosufficienza (o meglio la quasi-autosufficienza, perché credo che l'autoproduzione di tutto sia impossibile).

    Leggere la tua storia mi da coraggio, perché sei l'esempio di "uno che ce l'ha fatta" e mi dimostra che un'altra vita è possibile (e oltretutto se non ho letto male è possibile in Toscana, la regione dove abito anche io).
    Per questo mi piacerebbe molto poterti fare visita un giorno (e se vuoi aiutarti a fare qualche lavoretto) e trarre ispirazione.

    Grazie per aver condiviso la tua esperienza!

    Ciao. Ale ( fdueotto chiocciola gmail.com )

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    1. Quando da bimbo mi chiedevano "che cosa avessi voluto fare da grande" (dopo un breve parentesi di vigile ubano...pompiere...e cuoco...)rispondevo fiero: IL CONTADINO.
      Ricordo ancora il mio nonno e la sua opera di convincimento (all'allora me bimbo) di dire Agricoltore, e che questo mi avrebbe dato un tono più serio alla mia risposta.
      Agricoltore...
      ...ero bimbo e già usavo questa parola pur non avendo nessuno (NESSUNO) in famiglia che avesse mai fatto tale lavoro.
      L'istituto Tecnico Agrario mi ha formato tanto...e già a 15 anni (durante un compito di seconda superiore) scrivevo del mio progetto DI VITA: dicevo appunto che per progetto DI VITA intendevo un progetto che mi permettesse DI VIVERE...facendo riferimento al guadagno economico MA SOPRATUTTO riferendomi allo stile di vita che volevo avere, svolgendo un lavoro che mi assorbisse e al tempo stesso mi lasciasse tanta scelta e partecipazione.
      L'Agricoltore mi avrebbe dato tutto questo...e già lo sapevo quando qualche mese dopo scrivevo (sempre in un altro compito) che "si doveva tornare alle origini per ripartire in miglior modo".
      Ero convinto, e di lì in poi ebbi in cuor mio (e ben fissato nel mio testone) l'idea di fare qualcosa che fosse il più Naturale possibile.
      La vita poi mi ha portato a dover cambiare rotta e ritmo, ed allora ho tenuto ben stretto quel mio SOGNO DI VITA (chiamiamolo così...) per paura di perderlo lungo la nuova strada che mi si era presentata.
      Non l'ho mai mollato...neanche per un attimo, e sempre (seppur stessi facendo tutt'altro lavoro) mi riferivo alla volontà di tornare alla terra.
      Ale,
      a te dico che inseguire i sogni è importante, ma lo è di più sapersi ascoltare e darsi i giusti spazi e tempi: su questo io ci stò lavorando ancora molto (e molto ho da lavorarci in futuro).
      Io non so se "ce l'ho fatta" come tu scrivi, anzi...
      Come ho scritto, non ho una casa mia, della mia terra, e non ho denari per poterla acquistare (almeno come vorrei o come ne avrei bisogno), ma non mollo e continuo a crescere in questo mio progetto DI VITA.
      I soldi non mi cadranno mai dall'alto (questa strana e controversa fortuna la lascio ad altri), ma con l'aiuto di chi mi ama e la mia tenacia sono certo che a breve riuscirò a trovare un nuovo compromesso che mi permetterà di procedere ancora più avanti.

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  7. Mi rivedo in ogni parola che ho letto. Questo è esattamente il mio sogno di vita. Ma 2 piccole mani non ce la fanno a realizzarlo. Dì a tua moglie che è una donna davvero fortunata! :)

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    1. Io ti ringrazio per quello che mici, ma due mani possono fare molto (anche se piccole).
      Io sono solo all'inizio di questo mio viaggio, e spero che le mie mani...e quelle di mia moglie...possano darci ancora molto, e molto ancora.

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  8. Dici che tua moglie si ingelosisce se ti dico che mi sono innamorata di te???!! ah ahhhh! ;-)))
    Sarà perchè leggendo queste tue parole mi è sembrato di ascoltare mio marito!!
    Quante cose avete in comune: l'amore per la natura, la voglia di farcela senza seguire la massa, le persone che vi guardano e vi dicono quelle cose....
    forza: CE LA FARETE! Io ne sono certa!

    Fra

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  9. Leggere questo commento mi lusinga e mi fa sorridere: ti ringrazio per le belle parole che hai nei miei confronti.
    Per farcela c'è sempre bisogno di comprensione e amore da parte di chi ci è accanto, e son certa che in questo tu starai aiutando molto tuo marito.
    Con mia moglie abbiamo intrapreso questo cammino..ASSIEME, e assieme ce la stiamo facendo, giorno dopo giorno.
    Ma un importante aiuto ci viene dato anche dia nostri familiari che ci capiscono e non vogliono mai cambiarci in alcun modo.

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  10. Condivido sempre più le tue riflessioni, e a giudicare dai commenti direi che per fortuna quello che dicevo in un mio commento precedente non è un'utopia: qualcuno comincia a rendersi conto che scegliere un percorso "naturale", che sentire il bisogno di liberarsi del superlfluo, dei bisogni indotti dal sistema è una via per il recupero di se stessi.
    Ci si ascolta, si trae soddisfazione da quello che si riesce a produrre con le proprie mani, con una fatica ricca e appagante.
    E' vero che due mani possono fare molto, quattro ancora di più; se si ha la fortuna di condividere e scegliere insieme a un compagno/a questo modo di vivere, che ai più sembra assurdo e come dici giustamente tu, anacronistico, "non vincente", ma che invece permette di vivere con pienezza ogni cosa.

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    1. Ho la Fortuna di avere chi mi Ama al mio fianco, e nella vita questo è tanto (se non tutto).
      Nelle nostre piccole-grandi scelte (da quotidiano in poi) essere una famiglia CONVINTA e UNITA permette di andare avanti ancora con maggior decisione.
      Leggo sempre con piacere di quanti ci stiano provando.
      Io ci sto provando.

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  11. ... quello che non ho è quel che non mi manca ... (De Andre Fabrizio)

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  12. Non credo che esista il "caso", esiste forse qualcosa che lega Persone e fatti di cui noi animali bipedi non vediamo i fili... e quindi approdato qui al tuo blog tempo fa (ti chiesi un parere su stufa a legna, su stufa econimca, ecc.) ci torno, spesso o meno, per leggerti e come per incotrarci a "bere" mezzo bicchiere di vino ed "ascoltarsi" l'un altro...
    Tu hai avuto una ventura, capire presto quel che volevi fare, e stai attuandolo, appunto senza proclami e clamori. Io ho avvertito un richiamo, ma ci sono voluti 57 anni a metterlo in atto, eppure, capisco ed avverto quel che scrivi e che c'è dietro le parole che scrivi qui sul blog, e lo condivido.

    Non credo esista un "unico" modo di vivere, ma tanti modi "umani", appunto "normali" che si fondano su un rapporto con l'ambiente di cui siamo una piccola parte, e che ci facciano (ri)appropriare di quelle piccole cose che quando si vive una vita "civile" sembrano sciocche, banali, e quasi superflue.
    Invece, quando riesci a viverle, appunto, quelle cose, scopri quanto siano esse stesse la Vita! Aprire la finestra a sera nel buio e far abituare gli occhi all'oscurità per cercare le stelle in cielo; aprire la porta al mattino, quando ancora la luce non c'è e sentire gli odori della terra o di ciò che l'aria ti porta; scendere nell'orto e gioire semplicemnte di quel mazzetto di tarassaco che cogli per farne una frittata, o il vicino di casa che ti bussa per portarti due grappoli dell'uva che ha appena colto e di cui ti ne fa regalo.
    Questa è la Vita!
    Eppure, finché ne leggi su libri o sui blog, finché ne senti soltanto parlare e non la vivi, non si capisce quanto sia così.

    Tu hai fatto una scelta tempo fa, io da meno tempo di te, ma ci si intende, si "avverte nello sguardo" dell'altro quella luce che è molto più luminosa di quella di chi possiede mucchi di diamanti. Questo avverto quando leggo i tuoi pensieri.

    Non si tratta di rifiutare tutto quel che è il vivere appunto "civile", ma di farne qualcosa che sia Vivere e non soprav-vivere.

    Quando si viene alla Vita, si nasce, non si compie nulla di diverso da quello che si è compiuto diecimila o ventimila anni fa, e anche quando si "ri-nasce alla Vita" come hai fatto tu. Ma questa è la NORMALITA', questa dovrebbe essere la maniera di assaporare l'esistenza, per ognuno di noi.

    Grazie per il tuo mettere per scritto queste impressioni e parole e grazie per come lo fai e sai farlo, questo è comunque un bene, esattamente come fare "cin cin" bevendo un mezzo bicchiere di rosso :-))

    Ciao.

    Ale (lupononsociale)

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    1. Questo tuo intervento mi lascia senza parole.
      Posso solo ringraziarti...tanto...ma per davvero.
      Grazie
      A.A.

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  13. Ma tu guarda che scoperta che dovevo fare oggi. Mi fa sinceramente piacere (mal comune mezzo gaudio) che c'è qualcun'altro (o meglio c'era) con il mio strano male invisibile.
    Ora so che qualcuno ha intrapreso questa strada. Grazie. Gianluca.

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