Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

mercoledì 16 gennaio 2013

Da Agricoltore ad Agricoltore

Devo fare una premessa: questo post è polemico!



Qualcuno sa cosa sia un Agricoltore?

Secondo Treccani:
 agricoltóre s. m. (f., non com., -trice) [dal lat. agricultor -oris, comp. di ager agri«campo» e cultor «coltivatore»]. – Chi esercita un’attività agricola, sia come responsabile della conduzione del fondo (proprietario, enfiteuta, usufruttuario, affittuario) sia come prestatore d’opera o lavoratore. Con sign. più limitato, nel linguaggio giur., l’imprenditore agricolo.

Secondo Wikipedia:
L'agricoltore (chiamato anche contadino, soprattutto in passato) è una persona impiegata nel settore agricolo come coltivatore della terra, specializzato nella coltivazione di  frutta, verdura o di cereali in base alle caratteristiche climatiche del terreno. Può affiancare alla sua attività anche l'allevamento di animali da cortile o di bestiame. L'agricoltore può svolgere la propria attività come proprietario, affittuario, mezzadro o dipendente di un'azienda agricola.

Fatti quindi gli eventuali chiarimenti del caso, mi sorge spontanea una domanda: ma gli hobbisti/passionisti/pensionati che lavorano la terra sono agricoltori o "agriamatori"?
E tutte quelle persone che conducono un pezzo di terra (sia orto che giardino) e che lo fanno come "secondo lavoro" possono definirsi agricoltori?
La mia domanda non è posta da un punto di vista legale (aspetto che conosco abbastanza bene), ma da uno logico: vorrei capire se per confrontarmi, io che sono Agricoltore iscritto come Coltivatore Diretto di un'azienda agricola a me intestata e regolarmente registrata presso la Camera di Commercio con Partita Iva...insomma, se per confrontarmi io possa solo farlo con tutti quelli che "di agricoltura non devono camparci".
Mi spiego meglio...
Da quasi un anno e mezzo ho aperto questo blog per tutta una serie di motivi che ben conoscete, e parallelamente ho sempre continuato a raccontarmi e a cercare il confronto con il prossimo anche (e sopratutto) lontano da internet: che si trattasse di un amico o di un semplice conoscente, di una persona in fila con me all'ufficio postale o incontrata dal dottore, sempre non mi sono negato nel raccontarmi e nel parlare di Agricoltura.
Trovo che offrire opinioni (laddove siano richieste e gradite) sia una grande responsabilità ma anche una grande soddisfazione.
Ma... (ed arriviamo al punto) trovo sempre interlocutori che, come la maggior parte di voi che mi state leggendo adesso, io definirei più Agri-amatori che Agricoltori.
Badate bene, e lo sottolineo per essere sicuro di non incappare in fraintendimenti, ho la massima stima di chi ha Passione per l'Agricoltura, indipendentemente dal fatto che abbia o meno una professione in questa, e questo discorso che faccio non vuole denigrare nessuno di voi...giammai!
Ma mi chiedo perchè gli Agricoltori siano così riluttanti a scrivere e/o a confrontarsi.
Vedete, vado dal mio vicino e gli chiedo come possa fare a svolgere una determinata cosa, e questo è sempre piuttosto riluttante all'idea di dispensare consigli...ma per amicizia me ne offre uno.
Perfetto, a questo punto vado dall'altro vicino e chiedo la medesima cosa (senza far notare che l'avevo chiesta anche all'altro vicino) e questo a stento partorisce pochi concetti sulla mia richiesta.
Allora vado da un terzo vicino, e peggio che mai me ne torno a casa senza consiglio.
Allora vado all'associazione di categoria (che notoriamente è il punto d'incontro degli agricoltori ): chiedo spiegazioni e consigli ai presenti in fila con me, e questi mi guardano come se avessi ruttato o mi fossi travestito da uomo ragno...
Ma non me la prendo, e persevero con la mia ricerca di un consiglio, e vado dall'amico agricoltore (che non è vicino...notate bene), e questo mi da il consiglio, ma quasi sottovoce.
Vado dall'altro amico Agricoltore (anche lui non è un vicino) e mi guarda addirittura con aria di sfida e mi dice: "Perchè mi chiedi questo???"
Ancora un altro amico, ed un altro ancora, ed entrambi mi dicono: "Bah, non lo sai?" E magari si mettono pure a ridere...ed il consiglio non arriva.
Mi chiedo quindi che cosa debba fare un Agricoltore per cercare confronti con altri agricoltori: magari partecipare ad assemblee e riunioni?
Ci vado, ma ecco che durante l'incontro guadagno la parola e come descrivo quello che faccio (o la mia azienda) perdo di credibilità.
Eccoci arrivati alla questione: la credibilità.
Io sono un Agricoltore, ma non sono credibile in questo ruolo perchè evidentemente faccio il mio lavoro (e quindi vivo la mia vita) in un modo DIVERSO (???).
...
Parlo con l'amico che ha la passione per l'orto, e gli racconto delle mie patate e dei miei zucchini, e lui appare veramente interessato dalle mie parole, e mi porge molte domande alle quali mai mi sottraggo (anzi...): non mi ritengo affatto GELOSO del mio metodo, piuttosto CUSTODE, ma non geloso, e credo che la condivisione sia alla base di tutto.
Parlo con l'amico che vuole andare a vivere in campagna, ed ecco che questo mi bersaglia di milioni di domande, alle quali tento di rispondere per quella che è la mia modesta esperienza ed il mio punto di vista.
Parlo con voi, e cerco di confrontarmi, ed anche se vivete in un appartamento della città e la vostra "campagna" è tutta in dieci vasi sul vostro terrazzo, provo a darvi un pò di me e a rendermi disponibile per chiarire o approfondire quello che ho detto (o che mi chiedete), ed ho la massima considerazione di quello che siete e che fate.
...ed allora?
Come mai con l'Agricoltore questo è così difficile?
Quale sorta di chiusura...se non addirittura di supponenza...o magari di gelosia ci può essere dietro al confronto fra pari?
Forse non sono ritenuto un pari perchè c'ho pochi ettari? Forse perchè non ho abbastanza bestiame?  E' un fatto di quantità???
Forse perchè pratico agricoltura Naturale? Forse perchè sono Tradizionale? E' un fatto di qualità???

...
...
...
Questo post è polemico, l'ho detto all'inizio e lo ridico alla fine, ed ancora una volta mi ritrovo a parlare da solo, arrabbiandomi ed imprecando contro l'ottusità di alcuni.
A chi mi dice che la fatica più grossa è quella di stare gobboni (piegati) a terra a zappare, a volte replico che la fatica più grossa talvolta la faccio per cercare di contrastare il pregiudizio che certi miei colleghi hanno su di me, solo al fine di aprire un dialogo che possa essere costruttivo per me e per loro.
Mi piacerebbe tanto trovare altri Agricoltori che vivono come me...ne avrei proprio tanto bisogno.

23 commenti:

  1. Non è affatto polemico per noi hobbisti il tuo post, al contrario ci avviciniamo alla terra perchè a noi non piacciono gli agricoltori.

    Gli agricoltori sono quelli che fanno agricoltura convenzionale, usano fertilizzanti chimici, e diserbano tutto!!
    I contadini sono quelli che rispettano la natura, lavorano ancora il terreno con la zappa e si allevano i loro animali per consumo. Ecco perché non ti rispondono, loro si sentono di un'altra categoria, c'hanno un'azienda agricola, non una fattoria.
    Quindi non te la prendere, i tempi stanno cambiando, per muovere enormi quantità di terreno ci vuole enormi macchine con enomi quantità di carburante!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ricordo che quando ero piccolo e dicevo che da grande avrei fatto il Contadino, i miei nonni si arrabbiavano tanto: loro avevano vissuto l'immagine dell'uomo che Lavora la Terra come qualcosa di sofferente, e quindi aspiravano a vedermi sistemato meglio.
      Ad oggi la mia Nonna può solo essere serena nel vedere il suo nipote che è felice.
      Magari senza il becco d'un quattrino...ma Felice.
      Quindi la parola Contadino ho imparato sin da piccolo ad eliminarla, lasciando spazio ad Agricoltore.
      Io sono un Agricoltore, che lavora la terra e vive in modo Naturale, limitando al massimo l'utilizzo del trattore, evitando lavorazioni molto invasive, e sopratutto combattendo l'utilizzo della chimica in agricoltura.
      ...Loro non mi rispondono perchè neanche mi considerano al loro pari, e questo forse lo hanno azzeccato: non si tratta di essere Meglio o Peggio, ma in effetti di essere diversi...e questo mi piace molto.
      Non mi piace che non si voglia un confronto: lo trovo denigrante ed offensivo nei confronti miei e di tutti quelli che "provano a fare agricoltura con metodi non convenzionali".

      Elimina
  2. Interessante questo post, davvero! Ma di solito chi fa le cose un po' diverse dalla massa rimane sempre emarginato. Tanto di cappello se stai gestendo la fattoria in modo naturale, e speriamo che qualcuno prima o poi segua l'esempio.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ho avuoto modo di conoscere agricoltori che praticano Biodinamica, chi ha sposato la causa di Fukuoka, chi si è dato alla permacoltura, chi ha convertito al Biologico la propria azienda, e chi fa del Naturale la propria bandiera.
      ...ma ad oggi siamo ancora veramente pochi, e purtroppo distanti l'uno dagli altri.
      Forse questo piccolo blog può aiutarmi a trovare altre persone con cui confrontarmi.

      Elimina
  3. Harlock credo che abbia centrato il punto.
    Sei un alternativo per loro e gli alternativi sono sempre guardati con un pizzico di sospetto.
    "Quello non usa concimi chimici... meglio non fidarsi troppo!!!"
    Se cercassi agricoltori alternativi come te sono certa che la musica cambierebbe.
    Comunque da hobbista o agriamatrice ti ringrazio per quello che fai.
    Presto ti tartasserò di domande sulle galline e su come si allevano...
    Un abbraccio
    Francesca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. ...ed io proverò a risponderti.
      In effetti forse le galline sono gli animali che allevo da più tempo e che negli anni ho avuto modo di imparare a conoscere meglio.
      Ma AGRIAMATORE si può usare come termine?
      Boh, io l'ho tirato là senza neanche informarmi se realmente esistesse.

      Elimina
    2. Non lo so se esiste, ma mi piace!!!

      Elimina
  4. Carissimo "collega", i tuoi post offrono sempre spunti per interessanti discussioni.
    per come la vedo io, il termine AGRICOLTORE è molto generico, si va dal latifondista fino ad arrivare al confine dell'hobbista, con tutte le sfumature che stanno nel mezzo. Ognuno, in base alle sue caratteristiche, coltiva il suo fondo con mezzi diversi; si va dall'agricoltore che usa trattori da 200 CV a quello a cui ne basta uno da 50 CV o, magari, semplicemente la zappa. Ovviamente il tutto forma anche dei gruppi minori ma più omogenei. Non penso sia una questione di credibilità, devi solo ritagliarti uno spazio in un gruppo composto da "colleghi" più vicini al tuo stile di vita. Come hai detto tu, i tuoi vicini qualche consiglio te l'hanno dato, se pensi che abbiano pregiudizi nei tuoi confronti, lasciali perdere, altrimenti insisti e piano piano vincerai la loro resistenza (dovuta forse solo al fatto di non avere risposte).
    Per concludere voglio essere un po' polemico anch'io: purtroppo, molto spesso, i pregiudizi si vedono anche in senso contrario.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. In senso contrario? Spiegati meglio Emilio...

      Elimina
    2. Intendo dire che molti hobbisti e/o agriamatori hanno pregiudizi verso gli AGRICOLTORI, in alcuni noto anche una "punta" di odio (spero di sbagliarmi).

      Elimina
    3. Capito...ed in effetti hai ragione.
      Questa cosa l'ho notata pure io, in qualche situazione specifica (sopratutto sul fatto di allevare animali "da reddito").
      L'odio e l'invidia sono due brutte Ragioni!

      Elimina
  5. Secondo me [che sono una semplicissima agriamatrice, e pure alle prime armi] è centrale la tua frase "l'ottusità di alcuni", l'ottusità che non gli permette di conprendere che la condivisione è arricchimento, così come la diversità.
    Mi hai fatto pensare a quelle persone che non danno a nessuno le ricette dei piatti che preparano, senza capire che condividerle non le impoverisce affatto, anzi la richiesta [di una ricetta in questo caso, e di un consiglio nel tuo] dovrebbe essere per loro lusinghiera. La condivisione di un sapere non genera di certo un furto... ma questo lo capiscono in pochi.
    Credo che continuando a cercare chi è simile a te alla fine arriverai a trovarlo. Non ti consiglio di non arrenderti perché credo tu non ne abbia bisogno!
    Hai tutta la mia ammirazione per come continui a sostenere le tue idee, che in fondo significa essere te stesso.

    RispondiElimina
  6. Il paragone che hai portato è veramente azzeccato.
    In effetti la cosa che mi fa INCAXXARE DI BRUTTO è come ci sia gelosia (se non addirittura egoismo) nel voler custodire le proprie esperienze in ambito agriclo.
    Perchè?
    Non c'è una gara a fare di più...ma spesso credo che per molti sia così.
    IO NON VOGLIO FARE DI PIU'...
    ...IO VOGLIO FARE BENE.
    Non mi interessano capre che fanno 4 litri di latte al giorno; non voglio una vigna che faccia 70 q/ha di uva; non voglio un maiale che arriva a 200kg in 10 mesi...
    ...VOGLIO LA QUALITA' delle cose, voglio L'ARMONIA e voglio LA SOSTENIBILITA'.
    Ma questo molti agricoltori non vogliono capirlo, e non posso biasimarli perchè molti di loro sono rimasti intrappolati in quel meccanismo del PRODURRE TANTO IN BREVE TEMPO PER ESSERE VENDUTO A POCO...che poi mi pare (ed è solo una mia personalissima opinione) che sia la tendenza dell'oggi, dove tutti noi siamo chiamati (da mercato appunto) a produrre sempre di più, in minor tempo e spesso a scapito (come è ovvio) della qualità di quello che facciamo.
    E generalmente tutto questo viene pagato poco, troppo poco.
    Ma tra mutui, affitti, prestiti, leasing e fido...non posso biasimare i colleghi che non possono fare altrimenti, anche se comunque c'è un'alternativa (anzi..più d'una), e la conversione verso qualcosa che possa ridare la DIMENSIONE UMANA al proprio lavoro è il primo passo per quest'alternativa.
    Ma il discorso sarebbe lunghissimo, ed infilerei in una delle mie solite filippiche... e tediarvi è l'ultima cosa che voglio.
    Grazie per il tuo intervento.

    RispondiElimina
  7. Ti Parlo da "ex ortolana profassionista" oggi "agriamatrice " su vasta scala (un ettaro di orto circa)
    Quando con il mio compagno abbiamo iniziato l'attività (entrambi non eravamo di famiglia contadina) ci siamo trovati di fronte al tuo stesso problema. Non è una questione legata alla tua scelta di agricoltura naturale, è un fatto di diffidenza e di paura. Il nuovo venuto è visto come un altro concorrente in un settore dal reddito già così risicato ed incerto. Storicamente l'agricoltura italiana fonda su basi abbastanza arretrate con aziende di piccole dimensioni e gestite da imprenditori prevalentemente anziani; è un ambiente piuttosto chiuso in se stesso che si sente una cittadella assediata: dal mercato, dalla grande distribuzione, dall'Europa.
    Ovviamente esistona anche realtà moderne dinamiche ed imprenditoriali ma non sono certo la maggioranza.
    Qui da noi i giovani che sono rimasti sulla terra spesso non lo hanno fatto per scelta, la mentalità e la cultura sono simili a quelle dei genitori. I pochi che lo hanno scelto si sono evoluti in modo più aperto, ma solitamente i più disponibili sono i "contadini di ritorno" quelli che si sono dovuti inventare una professione da zero.
    Ricordo il commento sprezzante del nostro vicino "Un besta studià"
    Contadino storico incolto ed incompetente, felice padre di un quarantenne incapace di sfogliare l'elenco telefonico e trovare un numero (non scherzo)sempre contento di spiare i nostri insuccessi. (ma lui più che grano e bietola non sapeva fare)
    Ebbimo poi la fortuna di incontrare un'ortolano con una grossa azienda che ci prese in simpatia e da cui imparammo molto anche se lui coltivava tradizionalmente e noi eravamo azienda bio certificata.
    Ti auguro di trovare tutte le risposte che ti occorrono, nel mio piccolo ti posso rispondere solo a qualche quesito orticolo per le zone con clima simile a quello della bassa Romagna.

    Scusa la prolissità.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Vera, le tue parole esprimono sempre tanta saggezza...
      Quanto dici è più che condivisibile.
      Ma oltre a confermare la tua opinione/analisi, devo però far presente che ho molti fattori che mi svantaggiano agli occhi degli Agricoltori.
      In primis: non son figlio (nè tanto meno nipote) di Contadini, e questo ha costituito da subito un PROBLEMA nei confronti che cercavo.
      Poi viene il fatto che "ho studiato", e quindi come perito agrario ho anche "la teoria dalla mia": conferma in pieno quanto diceva il tuo vicino, dove l'esperienza fatta sui libri arriva quasi a rappresentare un problema e a rendere diffidenti i tuoi interlocutori.
      E ancora, la scelta di vita: il fatto che a vent'anni mi sia messo a fare il castagnicoltore e qualche anno dopo sia andato a vivere in un podere...manco fossi un alieno!
      Non parliamo poi dell'approccio che ho con l'Agricoltura, e quella irrefrenabile voglia di fare l'Agricoltore così "controtendenza ed in modo anacronistico"...puoi solo immaginartelo.
      Insomma, la diffidenza... la riluttanza a confrontarsi nasce anche da questo.

      Mi fu domandato: "Che diserbo usi in questa vigna?"
      Io risposi: "Le capre fino ad aprile e poi la zappa!"
      Quella persona mi ha guardato come se avessi bestemmiato in chiesa...
      ...salvo poi che sia stato io a criticarlo per la sua "meravigliosa scelta" di destinare del terreno agricolo (TERRENO... AGRICOLO...) all'impianto della "coltura del duemila" (come orgoglioso mi disse lui): il fotovoltaico.
      "Belle le mie capre e la mia zappa!" gli dissi dopo un pippone di mezzora dove m'impegnai veramente tanto per farlo sentire come "la cosa più distante dall'essere agricoltore".

      Elimina
  8. Prima di tutto grazie per i tuoi post. Sempre interessanti, e cosa molto importante fanno discutere e riflettere. Credo che gia` molti abbiano dato risposte convincenti. La gelosia nel rivelare i propri "segreti". La diffidenza verso il "diverso". La figura dell'agricoltore non piu` come custode della terra, ma come imprenditore che vuole fare reddito.

    Gli agriamatori come li chiami tu, coltivano la terra solo per passione. Sono quindi piu` propensi a scambiarsi opinioni, cioe` a parlare delle cose che amano. E non avendo reddito dalla terra non vedono gli altri agriamatori come rivali.

    Detto questo io personalmente non vedo differenze di genere fra un agricoltore e un agriamatore. E` solo una questione di dimensioni.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Devo correggerti solo sull'ultima cosa che dici: non si tratta di dimensioni secondo me.
      Il punto è un'altro: doverci campare o no con l'agricoltura.
      Ecco (sempre secondo me...per carità) la differenza fra un Agricoltore (che quindi ci dovrebbe campare con il suo Lavoro) e l'agriamatore (che lo fa per passione...anche se ha 20 ettari di terreno).

      Il punto è questo: non riuscire ad avere con gli Agricoltori quello che ho con molti di voi che scrivete su questo blog...o sui tanti agriamatori che conosco di persona.
      Non riuscire ad abbattere quello stupido muro che c'è a prescindere.

      Elimina
    2. L'unica conclusione ovvia e` che gli agriamatori sono piu` simpatici degli agricoltori. ;^) E` una battuta, lo dico prima che qualcuno si scaldi. A parte gli scherzi, guarda anche sul web. Quanti agricoltori ci sono che condividono o hanno un sito/blog? E guarda invece quanti sono gli agriamatori. Poi c'e` il simpatico e l'antipatico un po' ovunque.

      Sul punto dimensioni non mi hai convinto del tutto. Provo a spiegarmi. Porto il mio esempio per comodita`. Io coltivo la terra e non ricavo reddito in denaro. Ma la frutta e la verdura che coltivo mi permette di risparmiare. E parecchio. Poi ci sono le spese, per i semi per i concimi, per le attrezzature. Costi e ricavi come una normale impresa. Io ci campo diciamo per il 20%, tu ci campi per il 100%. Per quello dico che e` una questione di dimensioni. Mi sono spiegato?

      Elimina
    3. Si, avevo capito quello che intendevi.
      Magari saranno entrambe le cose.

      Elimina
    4. Secondo me conta anche l'età: di giovani in agricoltura ce ne sono pochi e questi pochi al massimo fanno commenti in qualche forum ma non aprono un blog.
      E questo vale principalmente per le piccole aziende; i giovani che hanno una grossa azienda non sono attirati dagli argomenti che trattiamo nei nostri blog nello stesso modo in cui ad un hobbista interessa poco sapere come si coltivano 100 ettari di mais.

      Elimina
    5. Anche questo è vero Emilio!
      Condivido sopratutto nella seconda parte di quello che hai detto.
      ...ed anche questo mi rende poco "vredibile"...forse.
      Il fatto che io abbia una piccola azienda e che non faccia alcun tipo di agricoltura intensiva, anzi.
      Mi ricordo che lo scorso anno parlai con un Agricoltore della pianura che faceva Mais, e gli dissi delle difficoltà che avevo incontrato a trovare del seme tradizionale, locale e non ogm. Ricordo che gli parlai del fatto che avevo il primo campo di mais ad almeno 9 km da me, e che quindi mi sentivo abbastanza "protetto" nel mio voler rimanere lontano dagli ogm.
      Lui rideva, e mi disse che era praticament eimpossibile salvarsi (salvarsi...disse proprio così) dall'ogm.
      Alla fine del nostro discorso mi chiese quanti ettari di mais avrei messo, e quando gli dissi che ne mettevo circa 1000 metri per casa, lui si stizzì quasi.
      "Tutta 'sta storia per due pannocchie per casa? Ma te sei proprio matto!"
      Capito? Io sono Matto a cercare per me del mais non geneticamente modificato, che abbia una sua storia nel mio territorio e che quindi sappia ben adattarvici senza l'utilizzo di antiparassitari, super concimi chimici ed anticrictogamici.
      Io sono matto a metterne 1000 metri (un decimo di ettaro), ma di più non me ne serviva.
      Io sono matto...magari se dicevo che ne mettevo 20 ettari acquistavo credibilità?

      Elimina
  9. Concordo con te sul parametro che fa la differenza tra agricoltore e agriamatore.
    Se ad un agricoltore l'annata va storta non ha i soldi per campare e questo la differenza la fa eccome. Di solito vivere di agricoltura (mi riferisco ovviamente a coltivatori diretti non ad imprenditori agricoli) vuol dire non contare le ore, che dieci al giorno, sette giorni su sette sono ancora poche e significa anche acettare per questo redditi assai miseri. Occorre per fare questa scelta o una mancanza di scelta o una consapevolezza fortemente radicata supportata da scelte etiche e filosofiche.
    Non ti aspettare da chi ha mancanza di scelta comprensione e solidarietà. Sono stata presa per pazza varie volte da chi legato alla terra per tradizione, con il desiderio di affrancarsene vedeva me con diploma ed università fare quella scelta.

    Qui l'indirizzo di un piccolo blog di una famiglia di agricoltori (anche loro però non di tradizione contadina mi pare di capire).
    http://lecronachedell-orto.blogspot.it/

    RispondiElimina
  10. Devo fare una premessa: questa risposta è polemica!
    Io credo che il problema non siano gli ettari o i soldi... la diffidenza, il pregiudizio, la poca accettazione del 'diverso' sono tutti figli dell'ignoranza, della mancanza di cultura, dell'insicurezza.
    Seduti al pc è facile definirsi agriamatori e giudicare chi non tutela la natura come vorremmo, se davvero fossimo così evoluti potremmo dimostrare la stessa sensibilità, che tanto sventoliamo per le capre e le galline, anche agli esseri umani. A tutti, compresi quelli che non hanno studiato ed hanno la pelle cotta dal sole e dal freddo, gli scarponi crepati e le dita gonfie e piene di dolori... parlo degli agricoltori, di quelli veri, i fattori, contadini o come altro preferite chiamarli - con tutte le mille sfumature e i nuovi nomi che tanto vi piace dare o coniare - Parlo di quei tanti che sono rimasti sui campi e hanno portato avanti, nonostante tutto, la produzione agricola. Forse è vero che sono cocciuti e non si evolvono, ma è anche vero che non sono lì per scelta, per hobby, per amore. Quanti di loro hanno potuto studiare? quanti sono fra loro periti agrari, biologi, veterinari? forse è meglio domandarsi quanti abbiano finito le elementari! e poi togliamo dalle tasche le nostre belle manine di città e proviamo ad abbracciarli, ad avvicinarli davvero, ad ascoltarli! lasciando a casa i pregiudizi e lo snobismo, 'abbassiamoci' al loro livello, parliamo la loro stessa lingua e forse 'qualcosina' potremmo anche imparare. Se rassicurati, ci risponderanno, si apriranno, ci consiglieranno senza la paura di essere derisi od umiliati. A te che adori definirti anacronistico, vorrei ricordare che in altri tempi non si scriveva sui blog, non si aveva la laurea o il diploma in tasca e nemmeno la consapevolezza del biologico o autoctono... si lavorava la terra, si allevava il bestiame, si cercava di sopravvivere. Tu, uomo dei nostri tempi, prova ad offrire ai vicini il tuo vino, dona il tuo formaggio e chiedi, con tanta umiltà, cosa ne pensino, come migliorarlo. Rispettali e gratificali, vedrai che oltre ai consigli ti daranno il cuore, puoi credermi: ce l'hanno grande proprio come le mani e gli scarponi. Scusa se ti sono sembrata troppo polemica, lo avevo premesso, ma non credo che si possa crescere senza critiche. Il confronto è sempre costruttivo. Lo dici anche tu... Ti abbraccio

    RispondiElimina