Ultimo giorno di luna calante, la luna calante di Gennaio: la migliore per tagliare polloni di castagno da destinare a pali, colonne e filagne.
Siamo nel bosco, io e mio babbo, nel silenzio sbattuto dal canto della poiana e dai fruscii di daini che ci osservano da vicino.
Siamo nel bosco, e facciamo del nostro meglio per portare avanti un buon lavoro.
Le attrezzature son quelle che sono, e l'autarchia ancora una volta è regina nel mio lavorare.
C'è fatica, Dio mio se ce n'è: si lavora in piaggia, e le ginocchia non si possono mai rilassare sennò su rotola a valle.
La forza di gravità sembra sin troppo potente, e l'equilibrio ci rende ancor più nani di fronte ai giganti da abbattere.
Dispiace tagliare un albero, dispiace sempre, ma farlo con cognizione di causa e prospettiva ha certamente un sapore di giustizia e riconoscenza verso quel castagneto abbandonato per troppi...troppi anni.
Polloni, che svettano verso il cielo, potenti, maestosi, alti, altissimi...
Polloni, troppo fitti per divenire alberi, troppo scoscesi per reggere alle piogge sempre più potenti.
Ci vuole rinnovo: piante giovani, da innestare a marroni, che possano crescere senza essere oppresse, e continuare a fare il lavoro dei loro fratelli.
Sorreggere la montagna, scoscesa, sarà un compito che solo le loro radici potranno svolgere: noi, con motosega e braccia (tante braccia...) diamo loro lo spazio per sviluppare.
Gli altri, abbattuti in fragorosi boati che squarciano il suono della montagna, saranno sostegni per le recinzioni a venire, spalle per tettoie e stalla, ed infine anche legna da ardere.
Io e babbo ci proviamo a far bene, sentiamo la responsabilità si un lavoro che dovrà durare tanto, e che la Natura dovrà accogliere e far suo.
Piano piano, si vede salire la catasta dei pali, le colonne s'accostano ad un castagno a valle, ci fa legna per stufa e camino.
La luna calante di gennaio, asciutta, assicura il legno nel tempo, quando la linfa ancora "non tira", e la tramontana assolata mette la giubba al legno.
Si scivola, ogni tanto si cade a terra, ci si rialza, c'è sudore salato negli occhi, si sta bene.
Un tempo io bimbo, lui babbo giovane, i suoi insegnamenti nel bosco.
Oggi io grande, che orchestro, lui che mi aiuta.
Di Fatica e Soddisfazioni ne parlerò tanto.
Buona fortuna per la tua nuova avventura.
RispondiEliminaAncora oggi a parecchi anni dalla sua scomparsa il mio papà mi manca tanto.
Io e mio babbo abbiamo sempre avuto un rapporto leale, schietto, diretto e molto sincero.
EliminaAbbiam caratteri simili, caratteri contrastanti, ma ci siamo sempre voluti un gran bene.
Oggi che anche io sono padre forse riesco a comprendere molte sfumature, che prima non riuscivo a percepire.
Grazie e ciao.
A.A.
La luna di gennaio, il castagneto, il lavoro, la fatica, la famiglia... che bello.
RispondiEliminaComplice la luna calante, la Famiglia si è riunta tutta.
EliminaCiao
A.A.
Bella metafora sui cambi genereazionali, tra umani e tra vegetali 😎.
RispondiElimina...hai colto l'idea di fondo, grazie.
EliminaA.A.
Ieri mi sono chiesta se tu abiti in Liguria, nel Tigullio. Quando lavoravo nel bosco, selezionavo i pini, ne tagliavo tanti, piccini, per far crescere quello più forte.
RispondiEliminaCiao Sara,
Eliminason Toscano.
La selezione delle piante è sempre un lavoro molto delicato, di prospettiva, spesso "doloroso", essenziale.
A.A.
Come mi emoziona leggere di questo vostro rapporto complice, profondo, unico.
RispondiEliminaE si percepisce la forza e la fatica che mettete insieme, in un lavoro preciso e studiato.
Sono certa che saprai fare altrettanto con il tuo figliolo, proprio grazie a tuo padre e a quello che ti ha insegnato e che continua a darti.
Un abbraccio caro Amico Agricoltore, a presto
Susanna
Susanna, ricordo con un dolce sorriso la prima volta che babbo mi fece un bastone per camminare nel bosco: è uno dei miei primissimi ricordi, forse avrò avuto poco meno dell'età di mia figlia oggi.
EliminaE quando, oramai sei mesi fa, io le feci il suo primo bastone, provai un senso di appartenenza all'emozione stessa, quasi come se sempre avesse continuato ad abitare in me, ma che adesso poteva uscire in modo...speculare, non so come dirlo meglio.
Babbo per me è modello di Uomo, di marito e di padre: spero si saper cogliere i semi che negli anni ha seminato per me.
Grazie Susanna per avermi dato modo di ricordare questo aneddoto.
A.A.
Ma grazie ancora a te, che ci hai reso partecipi di questo altro tenero ricordo della tua infanzia e del momento più recente, ma ugualmente emozionante, con la tua bimba.
EliminaCiao Susanna
Grazie a te Susanna, che immancabilmente sei qui a portare i tuoi pensieri.
EliminaA.A.
Uno dei ricordi più belli che ho è quello di me e mio padre che insieme cerchiamo di piantare un ciliegio dopo la morte di mia madre. Ciao AA a te e a tuo padre
RispondiEliminaQuello di piantare alberi per la morte e per la nascita, è una cosa che anch'io faccio da molti anni.
EliminaNon mancherò di parlarne prossimamente...
Grazie Valentina per questo spunto e per la tua testimonianza.
A.A.
Caro AA mi hai fatto ricordare il mi' babbo...non abbiamo mai avuto un bel rapporto,fino quando le terra ci ha fatto ritrovare...fare nuovi progetti,condividere la fatica,gestire l'oliveto e la vigna, fare la legna nel bosco....ormai sono vent'anni che non c'e' piu' e quando da solo mi ritrovo a fare le stesse cose non posso fare a meno di pensare a lui...Fare la legna...tanta fatica ma che soddisfazione...in piu' lo sai che ti scalda 4 volte! un caro saluto
RispondiEliminaLa legna ti scalda quando...
Eliminaseghi l'albero, accatasti i tronchi (l'ammetri e ramicci), quando la carichi per portarla all'imposto a seccare, quando la scarichi all'imposto, quando la prendi per fare i pezzi (da camino...da stufa e caldaia...da cucina economica)...quando accatasti i pezzi in legnaia...quando porti i pezzi in casa...e quando devi cavar via la cenere.
ciao e grazie
A.A.