Taglio dell'erba per gli animali del podere

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lunedì 4 ottobre 2021

Bilancio di un Settembre dove... Non tutto il male vien per nuocere

Settembre è scivolato via, lasciandomi la stanchezza di chi ne deve far mille, e non ne conclude una.
Inconcludenza?
Talvolta credo che il mio sia un mix tra Sana ambizione, riluttanza al chiedere aiuto, ed evidente incapacità al recupero delle forze.
Settembre è scivolato, tra patate da cavare, recinti da fare, materiale da spostare, legna da accatastare e la bimba da accudire.
Un settembre inizialmente fresco, con qualche sporadica pioggia, e poi caldo, uggioso, con sciroccate e bonacce improvvise.
Nemmeno un fungo nel castagneto, nemmeno il tempo per andare altrove a cercarne.
Ho spostato il fieno del 2020, accostandolo alla stalla della cavalla, in modo da usarlo come lettiera, e facendo spazio al fieno dell'anno, che dovrebbero consegnarmi di qui a breve.
Ho organizzato tutti gli attrezzi del trattore sul poggetto dietro casa, tutti in fila, ingrassati, ripuliti, e pronti al lavoro.
Il grano saraceno continua ad essere fiorito, inaspettatamente bello visto il periodo, e le api timidamente apprezzano, senza entusiasmi eclatanti.
Le patate sono state cavate tutte, ed il verdetto è tale: ci abbiamo "ripreso il seme" (ripagato le spese per la semina), ed in più ne abbiamo per noi per (spero) tutto l'anno a venire.
Averle seminate a mezzo maggio, con patate mezze marce e tutti spighite (con ributti molto lunghi) ci aveva da subito fatto pensare ad un'annata a perdere.
La fortuna (perchè a quella talvolta ci dobbiamo appellare) ha voluto che la fine estate non fosse piovosa qui in montagna, e quindi il raccolto è stato salvato. Patate piccole come pezzatura, ma sane e molto buone. 
Ecco che una stagione stravolta ci ha permesso di raccogliere molto di più di quello che ci aspettavamo.
Ma a far le cose di fretta, succede che sempre qualcosa vien persa lungo strada.
Di fatto ad ottobre iniziato mi ritrovo con tutto il castagneto ancora da ripulire.
Le felci invadono il suolo, e questo impedirebbe una raccolta più agevole delle castagne, e la pioggia di questa settimana (con relativo scirocco) accelererà la caduta delle prime castagne, quindi...
Quindi dovrò fare i salti mortali, rigorosamente con decespugliatore, per ripulire solo i castagni che a mio avviso meriteranno la pulizia sotto chioma: se mai entrassi con il trattore a cingoli nel castagneto per trinciare, farei un più danno che altro con i terreni fradici e le pendenze che mi ritrovo.
E fatica sia...e di corsa, per giunta.
Per quanto riguarda l'orto, settembre è stato una meraviglia: se agosto ci aveva messo in ginocchioni, con la sua siccità, settembre ci ha donato corbelli e corbelli di verdure buone, facendo riprendere i cavoli, allungando il ciclo dei pomodori (abbondanti, belli, e finalmente con buccia più fina), degi zucchini, e dei legumi tutti.
Abbiamo stivato in congelatore una quantità di fagiolini tale da far venire la colite anche al più temerario dei vegani, credetemi.
Purtroppo una varietà di cipolle non ha dato buoni frutti, e sono rimaste piccole, molto piccole, mentre la rossa di Firenze e la dorata di Parma son cresciute belle, schiette, e buonissime (ma purtroppo poche per soddisfare l'intero fabbisogno annuale della famiglia).
Le Api continuano il periodo di crisi, limitando il loro bottinare (nonostante l'abbondante fioritura di saraceno), ed ho dovuto trattarle con Acido Ossalico causa il drastico abbassamento delle temperature notturne.
Ammetto di essere un amante del Timolo, per la lotta alla Varroa, ma per avere un buon effetto ci vorrebbero temperature medie che questo settembre non ho avuto, nonostante il bel tempo.
Per non rischiare mi sono affidato ad un trattamento più sicuro, gocciolando dell'Acido Ossalico nelle arnie, e monitorando la cascola della Varroa sui vassoi.
Approfondirò in seguito le difficoltà che ad agosto ho affrontato con le api, ma posso dire che più che mai io non posso permettermi passi falsi con questa importantissima fetta del mio vivere di campagna: andare sul sicuro aimè è la strada migliore da percorrere adesso con le api, altrimenti rischio di perdere troppo in un anno che nonostante tutto era andato molto bene sino a fine luglio.
Infine, la legna da ardere: è ufficialmente iniziata la stagione '21-'22 del taglio della legna.
La motosega grida a squarciacola la sua voglia di fare, e la mia tendinite mi ricorda che l'annata sarà lunga, forse lunghissima (la passata è durata oltre otto lunghi mesi), e che devo tenere un passo adatto alla mia effettiva resistenza.
Tra non molto inizierò anche l'abbattimento delle piante per la prossima stagione, e quindi alternerò il taglio/spacco del secco, con il taglio del verde.
Se riuscirò, proverò a farmi aiutare in questo lavoro, tanto logorante quanto fondamentale.
Le impressioni per l'autunno sono le seguenti: castagne poche e piccole, mentre i marroni spero siano sani ed abbondanti; api da nutrire con candito; orto che di qui a poco terminerà per le piogge ed il fresco; un ottobre non fresco, magari umido, e qualche problema con i campi da seminare.
Intanto, fuori piove una giornata grigia, la bimba ha la candelina al naso, il cane ronfa mentre le galline razzolano nella terra smossa.
Stasera minestra di patate, camino acceso, ed a letto presto.
Finalmente...Autunno.




12 commenti:

  1. Vedo che il lavoro non ti manca. Da noi le gelate d'aprile hanno "bruciato" il 99% dei miei kiwi, ciliegie, albicocche. Poi l'estate calda e secca ha compromesso l'orto. Ora la cimice asiatica si sta accanendo sulle mie poche mele. Dalla tristezza passo alla gioia; dalla siepe sono uscite due chiocce con sette pulcini cadauna. La vita continua, il futuro sarà migliore.

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    1. In dieci anni che scrivo qui, sempre l'anno raccontato è stato "il peggiore" per qualcosa.
      La siccità in primavera, l'inverno caldo, l'estate piovosa, l'autunno freddo.
      In dieci anni che scrivo qui non ho ancora riscontrato "la Regola", se non che "Non esiste una Regola" in agricoltura.
      Fatto sta che, se non prendiamo in considerazione di accelerare il cambiamento delle nostre vite, e ci adeguiamo e ci sacrifichiamo, a mio modesto avviso gli anni a venire saranno sempre più...Peggiori in qualcosa.
      Non mi reputo un pessimista, piuttosto un pratico, un pragmatico.
      La chioccia che cova è Vita, ed il futuro DEVE essere migliore.
      Ma quanto siamo egoisti ed ottusi per capirlo?
      A.A.

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  2. Qui non piove da mesi e il terreno è ormai povere, l'orto va avanti con le nuove verdure invernali perché diamo noi acqua. La stagione passata è stata generosa, pomodori a go go per noi ed amici e ora si raccolgono le noci. Per le castagne non credo sia stata un'annata buona ma d'altra parte gli alberi ormai vecchi sono stati lasciati troppi anni senza giuste potature e il sapore e la pezzatura sono notevolmente diminuiti. Rimane però bellissimo girare con il cestino tra i colossali alberi dando ogni tanto uno sguardo al mare. Buon lavoro AA

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    1. Che bell'Immagine che ci hai regalato, grazie.
      Le prime castagne che cadono sono piccole, e molte sono bacate.
      Non sarà un'annata di castagne, e lo sappiamo già, ma come ci è successo per le patate e per l'orto, potrebbe esserci qualche bella sorpresa.
      Ciao Valentina, e grazie.
      A.A.

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  3. Ciao agricoltore,
    noi quest'anno niente zucchine, soltanto due di numero tanto per dire: ti premio la fatica!
    In compenso tanti fagiolini (nani) che ogni settimana abbiamo raccolto e mangiato. Molti pomodori e forse a mal contare, solo una decina brutti. Sono riuscita a fare della passata(non amo la conserva) per quest'inverno. Tante melanzane, stasera le farò in umido! Patate solo 3 chili ma ne avevamo piantate solo una decina per provare(terreno umido e poco sole). Ora attendiamo di vedere cavoli e verze quest'inverno!
    Barbara

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    1. Brabara, Forza e coraggio.
      Non c'è posto al podere come l'orto per fungere da termometro della stagione in corso.
      Per quanto riguarda le patate, queste non gradiscono l'umidità.
      Potresti provare a metterne qualcuna, magari cambiando la varietà, dove quest'anno avevi i fagiolini: questa rotazione dovrebbe avvantaggiarti un poco.
      Ciao e grazie
      A.A.

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  4. Castagne e vino nuovo?
    Buongiorno signor Agricoltore, bentornato. Certo che ne hai messa carne sul fuoco in questo post. Commentare tutto per me è " mission impossible!" Visto che è autunno togliamo dal fuoco le castagne. Anche qui da noi, nel ricco nordest, dal medioevo e per tanti secoli, le castagne hanno rappresentato una sostanziosa fonte di sostentamento. Tanti villaggi, che gravitavano attorno alle montagne, erano caratterizzati da proprietà comuni di castagneti in cui tutte le famiglie venivano coinvolte nella buona gestione dei fondi. Erano regolamentati e il ricavato dal bosco veniva suddiviso secondo necessità. Le liti non mancavano e qualche volta ci scappava il morto. Ora non più, almeno per le castagne. I terreni "di tutti", a partire dal dicianovvesimo secolo furono gradualmente privatizzati e poi spesso abbandonati. I castagneti nella mia zona, centinaia di ettari, sono una selva di dantesca memoria. Il motivo? Poca resa e malattie ma anche la svolta epocale, a partire dagli anni sessanta del millenovecento con l'esplosione della monocultura della vite. Da una agricoltura di sostentamento a quella di reddito, e che reddito! Rimasi colpito un giorno sapendo che il valore di un uliveto in centro Italia si basa sul numero delle piante e non sui metri quadri. Vuoi comperare un vigneto qui da me? Anche a 100 euro al metro quadro in collina, ma l'uva poi la vendi a 3-4 euro al kg. Se penso a quanta fatica si fa a fare un buon olio, il suo prezzo al dettaglio potrebbe essere tranquillamente quadruplicato. Qui i giovani che ne hanno la possibilità diventano non agricoltori ma imprenditori agricoli occupandosi di tutta la filiera produttiva. Comprano trattori che ti stordiscono per la stazza, in una sorta di gara "a chi ce l'ha più grande". La selva dei castagneti, sotto il monte, rimane là "oscura, selvaggia ,aspra e forte" a ricordarci, come monumento vivente, il labirinto dell'irragionevolezza in cui ci siamo impantanati. Un esempio. Una giovane stagionale rumena è recentemente morta qui in paese, senza nessuna forma di assistenza sanitaria, mentre la sua compagna di stanza si trova ora in terapia intensiva. Il tutto probabilmente perché, se i titolari dell'azienda avessero segnalato la positività al covid della dipendente, nessuno dei braccianti avrebbe vendemmiato il pregiato nettare di Bacco. Meno male che ci sei tu con le tue fatiche ,i tuoi pensieri e gli scritti a darci una immagine più pura e sincera, a suo modo poetica, di questa realtà. Cosa che riscontro per fortuna anche in chi ti commenta, vedi chioccie e pulcini, colossali alberi e il mare...... Buon lavoro e alla prossima.
    ps. quattro belle cassettone di patate le ho prodotte anch'io quest'anno!

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    1. Emanuele,
      scrivo di mattina mentre fuori il vento sbatacchia di pioggia e libeccio.
      Quello che tu racconti è un quadro assai troppo comune nell'italico stivale, e sono sempre meno le zone che si salvano dall'industrializzazione selvaggia dell'agricoltura moderna.
      Qui in montagna le vigne non sono (ancora) arrivate, ma se il clima continua a cambiare credo che anche a mille metri (o poco meno) ne avremo.
      Il prezzo dei terreni quassù è pressochè stracciato, privo di una qualche dignità agricola, e neppure questo attrae i giovani.
      Io l'ho fatto a quarant'anni suonati, a frutto di una lunghissima gestazione durata quasi venti anni.
      Voglio poter pensare che possa esserci un futuro quassù, dettato più dal buon senso che dal bisogno.
      I castagneti qui sono "religione e reddito", ed ogni famiglia ne possiede almeno una piccola parte.
      Questo mi rincuora.
      Grazie, come sempre.
      A.A.

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  5. Io sono poco agricoltrice, molto consumatrice però di cose dell'orto. Le patate nel mio non sono venute tanto buone, terra impoverita, non so nemmeno a chi posso chiedere un "viaggio" di letame. Ci sono cavalli dalle mie parti, ma mancano le api per il trasporto. Il mio sogno è potermi permettere un'ape!

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    1. Ciao Sara,
      se ritieni di non poter avere alcun aiuto per avere del letame, ti consiglio di recarti presso un'Agraria, o una Cooperativa di vendita di prodotti agricoli, o un Consorzio Agrario e chiedere un letame pellettizzato per Agricoltura Biologica.
      Non sarà come il letame, ma...ti entra nell'auto, è in comodi sacchetti, e potrai addizionarlo al compost che magari starai già facendo con le risulte della tua cucina.
      Ciao
      A.A.

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