Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

venerdì 2 febbraio 2024

La Protesta degli Agricoltori: chi ci guadagna ad affamare gli agricoltori?

Io sono un Agricoltore.
Io sono un Coltivatore Diretto.
Io vivo nel luogo dove lavoro.
Io non faccio altri lavori se non quelli legati alla mia Azienda Agricola.
Io pago le tasse, INPS ed INAIL.
Io vivo e lavoro in una zona montana, quindi svantaggiata.
Io non sono più un "giovane" Agricoltore.
Io non sono in pensione.
Io non ho ereditato un'Azienda da mandare avanti.
Io ho fondato la mia Azienda partendo da zero.
Io non ho mai ricevuto alcun contributo o sgravio fiscale per iniziare la mia attività.
Io non usufruisco del Gasolio Agricolo.
Io ricevo un irrisorio premio PAC, ammontabile a poche centinaia di euro all'anno.
Io sono in conversione Bio, ed il premio annuale che ricevo serve a coprire le spese per la burocrazia legata al Bio.
Ho forse diritto di dire la mia?

Si, ne ho diritto.
In una politica comunitaria dove il soldi destinati all'agricoltura (soldi che ci sono) non si capisce che strano giro facciano, visto che sempre meno toccano agli agricoltori, la domanda nasce spontanea.
Chi ci guadagna ad affamare gli agricoltori?
Non ho altre domande a tal proposito.
Solo questa, e la ripeto, tanto volte non fosse stato chiaro: Chi ci guadagna ad affamare gli agricoltori?

Non si tratta di fare una filippica infinita su tutti i punti in cui gli agricoltori si sentano presi per i fondelli oramai da decenni.
Non si tratta nemmeno di rivendicare un diritto sacrosanto di tutelare chi porta il cibo nelle tavole di tutti (bene primario, non dimentichiamocelo).
Non si tratta neanche di fare un pippone contro i politici ed i politicanti, dell'UE o della nostra cara Italia, indipendentemente dalla casacca o dal color delle braghe.
La mia domanda l'ho posta.

Un giorno gli Agricoltori si arrabbieranno davvero.
La fregatura sarà che loro mangeranno i prodotti che producono, ed ad gli altri toccherà la farina di grillo, i prodotti extracomunitari e la carne sintetica.
Io fossi in voi qualche domandina me la porrei, e mi soffermerei ad ascoltar le ragioni di quei disgraziati che stan facendo dimostrazioni in tutt'Europa.
Forse avranno rallentato il vostro ingresso in autostrada, o avran fatto confusione col traffico delle vostre città, ma "una vacca senza latte non la si può continuare a mungere", e far confusione è la prima dimostrazione che gli agricoltori hanno.
Ricordate e meditate. 

Pensiamo a quanto telegiornali e quotidiani dedicano spazio da ANNI ED ANNI all'importanza di salvare la compagnia di bandiera che porta gli italiani (e non) in volo.
Pensiamo alle acciaierie italiane, ed a quel lento e doloroso processo di eutanasia a cui son state sottoposte.
Pensiamo a quanto si disquisisce sul fare un ponte che unisca la punta del nostro stivale.
Quanta attenzione.
Quanti soldi.
Tanti soldi.
Ma mentre guardiamo il telegiornale siamo a colazione, pranzo o cena, giusto?
E che c'avete nelle vostre tavole?
E chi vi ce l'ha portato, tutti i giorni quel che mangiate?
Non giratevi dall'altra parte, o anche voi continuerete a mungere una vacca senza latte.

Io son solo un piccolo, minuscolo Agricoltore.
Non ho trattoroni, non ho ettaraggi degni di tale nota, non ho numeri che mi diano credibilità (sempre secondo l'UE e la cara Italia), e se vado a gambe ritte ci va solo la mia famiglia, ed il tonfo non lo sentirà nessuno, e a nessuno importerà nulla di tre minuscoli montanari che lavora la terra con la zappa.
Ma se il tonfo lo fanno la maggior parte degli agricoltori, allora sarà un boato, un frastuono che vi priverà di quel mangiare da cui tanto dipendete e che tanto date per scontato.
E non vado oltre.

Mi scuso se questa volta la poesia ed i racconti di podere li ho trascurati.
So già che questo post non incontrerà la vostra soddisfazione, ma apprezzerò molto chi avrà voglia di dedicare un minuto a lasciare un commento.
Per primo non sono d'accordo con alcune delle contestazioni che molti miei colleghi stanno facendo, e se mi leggete sapete quanto a cuore io abbia l'Ambiente, la Natura tutta e quanto questo sia alla base di ogni mia scelta agricola.
Ma quello che vi chiedo è di informarvi, di essere curiosi e critici, e di essere anche preoccupati per quanto stia accadendo.
L'Agricoltura, anche se fatta soltanto da alcuni, è di TUTTI.
Ricordate e meditate.








51 commenti:

  1. Questo tuo post mi ha commossa...anche fare l'agricoltore è diventato estremamente complicato. No...mi sbaglio! Lo è sempre stato e solo adesso ce ne possiamo rendere realmente conto e le dure regole che emanano a Bruxelles lo rendono ancora più difficile. Oggi piange la terra ma piange anche chi la coltiva o vorrebbe coltivarla. Non mi piace come sta andando il mondo ma nemmeno come va l'Europa e spero vivamente che le cose cambino presto per tutti, tutti i lavoratori. Un abbraccio solidale.

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    1. Dici bene, é sempre stato complicato.
      La difficoltà é nel doversi rapportare alle stagioni che cambiano, a quello stravolgimento continuo che non fa mai stare tranquilli.
      I prezzi delle materie prime che sono schizzati alle stelle, voi forse non ne avete idea.
      I clienti che non accettano di pagare la verdura qualche centesimo in più, salvo poi spendere più di mille euro in un telefono che neanche gli serve per lavorare.
      Ed ecco la burocrazia, il peggiore dei "flagelli".
      Non essere poi presi sul serio, questa é la cosa peggiore.
      Grazie per le tue parole.
      A.A.

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  2. Che sia preoccupante la situazione è indubbio, e l'agricoltura, l'industria dell'agricoltura, vira su l'intensivo, sul cibo per animali, su una piaga ben più grande a mio avviso, che il problema della carne sintetica. Qui continuano ad arricchirsi in pochi, e chi fa mestieri antichi e ingenerosi paga pegno sempre di più. Sappaimo tutti quanto costa una cassa pomodori, un litro di latte, un kg di farina, alla fonte. Troppo poco, e troppi in mezzo poi a spartirsi quote irreali. Faccio il tifo per voi.

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    1. Tu pensa, lo scorso anno un kilogrammo di castagne con pezzatura massima veniva pagato 1,20€, e rivenduto a 5€.
      Chi ritirava le castagne non doveva fare altro che metterle dentro ai box, nei cassoni, e tenerle nelle celle frigorifero fino a che non dovevano essere rivendite direttamente.
      E non voglio accanirmi contro una categoria di lavoratori che deve pur guadagnare, ma vi rendete conto anche conto che per la gestione di un castagneto ci sono tot ore per la potatura, tot ore per lo smaltimento delle ramaglie, tot ore per pulire al piede le piante con trattori, decespugliatori o la falce, tot ore per soffiare via le foglie o rastrellarle, tot ore per raccogliere le castagne, tot ore per scegliere le castagne, e poi il viaggio al grossista. Avete una vaga idea di che cosa voglia dire fare un chilo di castagne nel proprio Castagneto?
      Io parlo di fatica fisica, spese per la gestione dei macchinari, spese per il carburante, burrocrazia, tasse, e quant'altro.

      Oggi com'è oggi chi riesce a resistere un po' di più é chi fa la vendita diretta, ma non tutti possono permettersi questo, non tutti hanno quantitativi o il prodotto giusto nel luogo giusto per poter fare la vendita diretta. E poi, per fare la vendita diretta, ci vuole una persona sempre dedicata a questo.
      E se l'agricoltore è nei campi a lavorare, chi la fa la vendita diretta al posto suo?
      E ripeto in tutta questa storia il problema è la burocrazia e la credibilità dell'agricoltore.
      Ti ringrazio molto per questo tuo intervento.
      A.A.

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    2. Pazzesco che ci sia un ricarico così!

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    3. Sara tu pensa che quelle stesse castagne venivano vendute in città anche a prezzi nettamente superiori.
      Ti lascio immaginare.
      A.A.

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  3. Ciao
    ti ho visto da Andrea e son venuta a leggerti. Hai perfettamente ragione, io sono con tutti voi agricoltori, c'è chi guadagna e non siete voi e nemmeno noi che andiamo al mercato a cercare frutta, verdura e carni italiane ormai poche e quelle poche alle stelle.
    Spero che le cose cambino, in meglio, naturalmente, per tutti.
    Un abbraccio 🥰 forza!
    Chiara

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    1. Magari il latifondista, o l'azienda in mano alla "grande ditta che investe in agricoltura", o rampanti e giovani imprenditori scafati ed abituati a districarsi nella jungla dei contributi e dei bandi, magari loro riescono a guadagnare in agricoltura.
      Economicamente parlando il guadagno si allontana, sempre di più, dalla stragrande maggioranza di piccoli e medi agricoltori che non producono firme o prodotti di nicchia.
      E' uno stillicidio che parte da molto lontano.
      Un tempo gli agricoltori erano chiamati "ignoranti", oggi son dei "disgraziati".
      Parola di agricoltore.
      A.A.

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  4. Sono tra quelle persone che hanno "subito" rallentamenti dovuto alla protesta agricola e devo dire che mai come questa volta l'ho accettata e riconosciuta.
    Se le cose non vanno non so esattamente da cosa possa dipendere. Sicuramente i poteri forti e la loro attenzione propende verso altro. Perché purtroppo è il denaro a comandare e guidare. Invece dovremmo fare in modo che il guadagno sia maggiormente nel settore interno. I produttori con le loro aziende se ben remunrate potrebbero far arrivare i nostri guadagni (perché ne beneficeremmo tutti) alle stelle. Un bene troppo sottovalutato quello che concerne l'agricoltura. Quindi meglio far sentire e far capire il grande errore che lo Stato sta commettendo.
    Però spero che non ci si accontenti delle briciole, se si ottiene qualcosa. Spesso succede anche questo è non è giusto.
    Quindi per me continuate così. Un forte abbraccio, ciao A.A e buona giornata.

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    1. Pia ti ringrazio molto.
      Ci vorrebbe una vera e propria rivoluzione culturale che parta dal basso e dal quotidiano.
      Si dovrebbe insegnare il valore del cibo sin dai primi anni d'età delle nuove vite, e dovrebbe diventare una vera e propria materia di scuola e ...di vita.
      Il valore del cibo.
      Più ci penso e più mi sentirei felice di questa idea, andando per scuole a raccontare le cose piccole, semplici, fondamentali, che costruiscono una persona, una relazione sociale, una società.
      Bada bene, non sono un sociologo, ne un professore di qualcosa, nè tanto meno un comunicatore, ma secondo me basterebbe così poco per mettere un buon seme nelle giovani leve.
      Eppure, come pecore a capo chino, in fila, ci andiamo a strozzare da soli.
      A me questo fa tanto male vederlo e percepirlo quotidianamente.
      grazie per questo spunto di riflessione.
      A.A.

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  5. Amico noi ci conosciamo da anni e lo sai come la penso,ci si dimentica sempre che senza agricoltura qua non si mangia,l'anno scorso ha chiuso i battenti l'ultima stalla della mia stradina e il proprietario non riesce più a coltivare i campi che possiede davanti casa mia,ci rimette...

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    1. Ti seguo dal primo giorno, e lo sai.
      più volte lo abbiamo detto, nel tuo o nel mio blog: è una rimessa.
      Far l'orticello sotto casa, o mandare avanti una grande azienda, è una rimessa continua.
      Ma se non lo facessimo, se ci arrendessimo a questo, come si farebbe a portace il cibo nelle tavole delle persone?
      Il "Ma chi te lo ha fatto fa" me lo dicono da...sempre, considerando che sono il primo di famiglia ad aver intrapreso questa vita.
      Il "Ma non potevi fare altro" me lo dicono sempre, anche stamani me lo son sentito dire, e va bene così.
      Se penso alla fatica, ai soldi, alla fatica ancora, alle ferie non fatte, alle occasioni che mi son perso, se penso al lavoro continuo sotto pioggia, freddo, neve, vento, sole che ti sfonda...e se penso che spesso "farci pari" è l'obbiettivo così difficile da raggiungere.
      E lo ripeto, se penso ai quattrini (che non c'erano) e che son saltati fuori e spesi per produrre qualcosa.
      A lottare, contro cento mulini a vento, sperando un un qualche sacchetto di denaro che possa piovere dal cielo sotto forma di contributo o che ne so io, giusto per riuscire a finire l'anno.
      Anno dopo anno.
      Anno...dopo...anno.
      Eppure mi sento addosso l'entusiasmo quadruplicato, e la voglia di fare pare inesauribile.
      Vallo a spiegare alla gente

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  6. Concordo su tutto il contenuto del tuo post. Trovo triste che qualcuno debba ancora essere invitato a riflettere su un tema che ci coinvolge tutti e che dovrebbe vedere tutti noi consumatori insieme con voi a protestare anzi no, a rivendicare la possibilità di aver cibo sano e quindi di mettere tutti voi in condizione di guadagnare per potercelo dare. Come avrai capito su una cosa sola non sono in linea col tuo post e cioè quando sostieni che non avresti incontrato con questo tuo scritto la nostra attenzione e "soddisfazione " perché per me ma direi anche altri che ti hanno commentato non è dtsto per fortuna x così

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    1. Grazie per avermela ispirata, spero di non fare cosa sgradita a postarla anche qui da te

      "TRATTORI RESISTENTI"

      Anno 2035
      Tipica famiglia media italiana 

      "Ciao amore, cosa abbiamo per cena?"

      "Grilli fritti della Xindus e Cavallette in agrodolce
      Queste ultime comprate fresche stamattina"

      "Oh che bontà, nostro figlio Giacomo i grilli li adora!"

      "Vero, peccato che invece sua sorella Sara sia cocciutamente legata 
      Ai cibi preistorici di soli 11 anni fa. A forza di rifiutare 
      Questi prelibatezze del presente, rischia l'anoressia."

      Pensate che si tratti di fantascienza?
      Ecco come siamo arrivati a questo...

      Correva l'anno 2024
      La gente era già obnubilata dal metaverso
      Si vedevano i primi visori apple
      Camminare per le strade delle nostre città
      Trascinando membra stanche 
      Di esseri umani spenti come automi
      Incapaci di amare il reale
      Offuscati dalla simulazione immaginifica
      Di un virtuale offerto per inebetire le menti
      Spappolare le sinapsi
      E lobotomizzare l'anima.

      Era l'anno 2024
      Ed in mezzo a questa società distopica
      Dal vago sapore entropico 
      Uomini saggi, capaci ancora di connettere
      A bordo di trattori
      La cui pelle mostra i segni della fatica 
      E dell'amore per la terra ed i suoi meravigliosi frutti
      Rivendicavano diritti per sopravvivere
      Rifiutavano di piegarsi a diktat assurdi dell'UE
      Rigettavano al mittente obblighi green patetici
      Inutili
      Incapaci di salvare l'ambiente
      Ma abilissimi se rispettati 
      Nell'affossare
      Estinguere 
      E prima ancora vietare
      I genuini prodotti della terra
      Provocando la scomparsa di chi
      Quella terra la lavora
      La fa fruttare
      E la ama.

      Era una rivolta saggia
      Giusta
      Ma rimasero soli
      E noi 
      Tutti noi pavidi imbecilli 
      Drogati da immagini di campi virtuali
      E falso cibo di "nuova generazione"
      Invece di sostenerli
      Continuammo a vegetare
      Come se non stesse succedendo niente
      Risucchiati da suoni finti e voci virtuali 
      Incapaci oramai
      Di discernere il reale dal fittizio
      Ed i veri nemici da quelli propagandati dai media.

      Avremmo dovuto capire subito
      Fin dal primo istante
      Come quella protesta
      Fosse un disperato grido di aiuto
      Un allarme lanciato con forza 
      Per la nostra sopravvivenza 
      Ma a berci le menzogne dell'UE
      Corroborate da putride sirene mediatiche
      Al soldo di un padrone artificiale
      Eravamo tutti diventati bravissimi

      Non tutti, in realtà

      Trattori resistenti
      Avanzavano per difendere la qualità
      Ed il diritto alla genuinità dei prodotti 
      Tutto questo senza che si affamasse
      Chi sfamava tutti gli altri.

      Richiami persi nel nulla
      Questo rimasero 
      Quelle disperate invocazioni 
      Voci nel vuoto
      Il vuoto di cervelli ormai arrugginiti
      Perchè inutilizzati da decenni
      Ed abbandonati a se stessi
      Preferendo il cibo pronto e precotto
      Non solo a tavola...

      Corre l'anno 2024
      E sì
      Se vi destate dal torpore morale che vi perseguita
      E da questo lungo sonno a cui le vostre menti 
      Soggiaciono inconsapevoli da tanto tempo,
      Possiamo ancora invertire la rotta
      Possiamo riscrivere quel futuro
      Possiamo aprire il sipario sul 2035
      Ed assistere ad una scena diversa
      E vedere sul palcoscenico della nostra vita
      Cibi veri 
      Invece che carne realizzata in laboratorio
      E scarafaggi al forno.

      DANIELE VERZETTI ROCKPOETA®

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    2. Daniele Dici bene, mi sta sorprendendo questa partecipazione.
      E mi sta scaldando quanta voglia di parlare di questo voi stiate facendo nascere in me.
      Me ne son stato zitto per giorni, settimane, mentre vedevo i video degli agricoltori tedeschi.
      pareva quasi una presa di posizione verso una politica comunitaria "verde", cosa che in parte poteva soddisfarmi senza farmi sentire parte di quel carrozzone di agricoltori arrabbiati.
      ma poi ho letto meglio, ascoltato meglio, e riflettuto meglio.
      Una presa di posizione contro l'UE?
      E' possibile, forse lecita, nel momento in cui nell'Unione Europea tante, troppe forse, sono le anime e le tradizioni assai diverse, tutte raggruppate sotto medesime leggi.
      L'agricoltore scandinavo e quello greco hanno davvero così tanto in comune?
      Quali dei due deve essere maggiormente premiato e quale maggiormente penalizzato?
      Come accadde anni fa quando furono concessi "i trucioli nel vino" per dare il gusto legno, io aborro e rimango incredulo.
      L'UE forse sta facendo molto, ma ci sono troppo intermediari che secondo me riescono a contaminare tutto questo, figure interessate a veder uniformate quelle anime così distanti e diverse.
      Non so, non saprei spiegarlo con le parole, ma nel petto questo mi spaventa.
      L'identità, privata delle proprie radici, della propria cultura, è forse soltanto un numero e non molto di più.
      A.A.

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    3. Grazie tante per aver condiviso qui la tua "Trattori Resistenti".
      Mi lusinga questo, molto.
      Non sono un belligerante, ne un complottista, ne tanto meno un estremista: diciamo che tendo a farmi i caxxi mie, isolato e convinto.
      ma sono un pensante, ed in quanto tale volevo condividere qualche pensiero, e quell'interrogativo (chi ci guadagna ad affamare gli agricoltori?) con tutti voi.
      Le tue parole sono state assai illuminanti.
      A.A.

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  7. Buonasera AA come me, so quanto costa lavorare e portare a sera un giusto guadagno. L'"elenco è lungo a partire dal gasolio, agli attrezzi da mantenere efficienti. La mia piccola azienda produce legname da segheria e da ardere. Ho iniziato dal gasolio e credimi che dissangua è le macchine che si logorano velocemente. L'avvilimento nell'accettare x forza i prezzi che propongono
    Quanta voglia di smettere ma abbandonare la mia terra, i miei monti è impossibile non sopravviverei.
    Nn manca la speranza e l'ottimismo, teniamo duro

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    1. L'ottimismo non manca neanche a me, anche se talvolta è proprio la fiducia a venire meno.
      Come te, credo nelle scelte che ho fatto, e continuo ostinatamente e convintamente a fare il più possibile per creare un futuro proprio con tali scelte.
      Questo mi è possibile perchè ho una famiglia che mi sopporta e supporta ogni giorno.
      Ma è molto complicato.
      Grazie per questa tua testimonianza.
      A.A.

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  8. Il denaro non si mangia, qualcuno sembra averlo dimenticato... buona serata.

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    1. Vallo a spiegare a chi lo ha dimenticato.
      io lo ripeto, e lo ripeto da anni.
      Grazie per essere passato.
      A.A.

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  9. Basterebbe anche solo guardare quanto l'industria paga i vostri prodotti INDISPENSABILI e quanto li paghiamo noi consumatori quando facciamo la spesa. È palese che qualche cosa non funzioni se le industrie importano prodotti sottocosto dall'estero a scapito di ciò che si produce in Italia.
    Ciao A.A. Buona domenica
    enrico

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    1. Non vorrei fare un discorso politico, anche se di politica stiamo ovviamente parlando...
      Penso che l'acquisti delle materie prime sia sempre mirato a due fattori principali: prezzo e accordi commerciali.
      Il prezzo ovviamente è più basso per le materie che vengono da paesi come la Cina, giusto per citarne uno a caso; gli accordi commerciali sono siglati sotto i vessilli della diplomazia, ma spesso gli interessi sono unilaterali, e c'è chi sorride durante le intese commerciali, e c'è chi sorride quando riceve il bonifico.
      Devo stare attento a non generalizzare, a non cascare in quel ridondante ed uggioso stile tipico di chi scrive nei social, dove attaccare e defecare sul prossimo è la regola.
      Ignoro completamente le regole commerciali che tengono in piedi tutto il villaggio globale, ed è bene che mi fermi qui altrimenti la deriva sarà scontata.
      Ti ringrazio per questo tuo intervento.
      A.A.

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  10. La situazione del comparto agricolo è sicuramente preoccupante. Purtroppo ho il terrore che l'obbiettivo finale di tutto sia ridurre al minimo la produzione della terra e degli animali, che mangeranno solo i ricchi e costringere tutti i "poveri mortali" a mangiare della robaccia sintetica prodotta con le stampanti laser.

    Ma non perché ci vogliono male,a per il bene dell' ambiente.

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    1. Cara Stefania,
      Quel "velatissimo" cinismo che tu metti nelle parole io lo condivido in pieno.
      A spada tratta difendo chi come te insinua un qualche "cavallo di Troia" dietro a tutta questa storia.
      Non a caso la mia domanda era, e rimane, "chi vuole affamare gli Agricoltori?".
      La seconda domanda, forse implicitamente già presente nella prima, è: "Perchè?"
      Tornaconto...
      Un grande, immenso tornaconto sul controllo dell'economia, e quindi sulle persone.
      Un idea di Orwelliana memoria...
      Grazie tante.
      A.A.

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  11. Come hai potuto leggere nel blog di Daniele, usano l'ambiente per arricchire i profitti dei soliti noti. Ancora una volta colpisco i più piccoli, mentre in grandi inquinatori hanno rovinato il pianeta e la terra.
    Serena domenica.

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    1. Non troppi anni fa mi son recato su un'isola minore della nostra cara Italia.
      Di fronte ad un traghetto vuoto, e dico letteralmente vuoto (eravamo tre passeggeri) chiesi ad un membro dell'equipaggio perchè quel traghetto si accingesse ugualmente a salpare, visto che dopo un'ora ce ne sarebbe stato un'altro.
      "Dobbiamo assicurare il SERVIZIO" mi rispose.
      Assicurare il Servizio...
      Mentre faceva manovra nel porto, tra barche e barchini, usciva così tanto ma tanto) fumo denso da quei motori che l'aria divenne irrespirabile ed il cielo si fece nero.
      Smanovrava, e dava gas, ed ancora toglieva per poi dare motore ancora, ed ancora.
      Io ero all'oblò, ed ero impallidito da tutto quello che accadeva.
      Assurdo, pensavo, che tre persone non potessero aspettare l'ora successiva a salpare per quell'isola, a discapito di tutto quell'inquinamento che quella balena di ferro stava rilasciando nell'aria.
      Assicurare il Servizio...rendeva tutto quell'inquinare lecito.
      Faccio un breve parallelo, e mi scuso se accosto un servizio con l'Agricoltura, ma visto il tema del topic, mi sia concesso.
      Il gasolio usato che quel traghetto, quel determinato giorno, in quel determinato, soltanto per fare quella manovra dentro il porto, prima di uscire in mare aperto e quindi continuare a consumare gasolio) orario, credoche sia tante e tante volte superiore a tutto quello che io consumo con il mio vecchio ed unico trattore per dare da mangiare per molti giorni a molte famiglie.
      "Il fine non giustifica il mezzo", e rispondo alla tua riflessione.
      Non c'è l'ho con quegli isolani, che avevano tutto il diritto di avere quel servizio, ma piuttosto che stroncare un Agricoltore che porta la vita nella tavola delle famiglie, dicendogli che la sua vacca, il suo trattore ed il suo campo INQUINANO TROPPO, non sarebbe più giusto alzare lo sguardo e vedere quanto inquinamento viene provocato da reparti, settori e servizi ben oltre quelli di quell'Agricoltore?
      A.A.

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  12. Caro Agricoltore Amico, avrei un mare di cose da dire ...io sono un piccolissimo imprenditore agricolo che vive anche d'altro, avendo supporti in famiglia ma certo è che è sempre tutto più difficile, grazie alla "semplificazione". Ormai per la nostra minuscola azienda agricola prevale l'uliveto biologico (e pochi capiscono cosa significhi essere davvero BIO, soprattutto quando vai a vendere un litro di olio). Non poter potenziare i raccolti con fertilizzanti (costo improbabile per quelli ammessi), raccogliere TUTTO A MANO, con vento e freddo che ghiaccia le dita, portare al frantoio ciò che si prende nelle 24 ore, potare, subire la volubilità di una mosca che vanifica tutto, com'è successo quest'anno. Due trattori del paleolitico inferiore che stanno fermi perché i pezzi di ricambio costano troppo e per comprarne uno nuovo, con il fantomatico PNRR, bisognerebbe avere pecunia in autonomia! Anche a me è stato chiesto di lasciare incolti quei due pezzetti di terra che ho e le altre particelle coltivate a seme di trifoglio bio, prevedono che si dichiari al fornitore e all'AGEA tutti i dati catastali, certificati, cartellini e penso tra poco anche il mio gruppo sanguigno e le malattie avute fino ad oggi.
    Ah dimenticavo: per il terzo anno consecutivo sono stata estratta per il CONTROLLO DELLA CONDIZIONALITA' questo per avere il misero sostegno dell'UE al reddito.
    Dovrei comprare il biglietto della lotteria, visto che sono così fortunata nelle estrazioni a sorte. E finisco: quando a dicembre gli agricoltori tedeschi facevano rivendicazioni e sommosse, ai vari tiggì la prima notizia era quella dei panettoni della Ferragni. Ora non riescono più a tacere e se ne parla. E la gente capisce!!! Meglio non aggiunga altro, potrei trascendere.
    Un abbraccio e onore al tuo sudore versato per lavorare la terra con la zappa.
    Susanna

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    1. Cara Susanna,
      le tue testimonianze sono tanto preziose per questo minuscolo angolino di web, e ti prego di non trattenerti mai nel condividerle ogni volta che senti il desiderio di farlo.
      Potrei scrivere per ore ed ore, e lo sai, mi conosci.
      Potrei darti ragione (e lo sti appena facendo), sottolineando passo per passo ogni tua parola.
      Sono in conversione BIO, non che prima non lo fossi stato in modo implicito, ma ho deciso di fare questo passo burocratico per aprirmi a clienti che non mi conoscono e dare loro una qualche certificazione (oltre la mia parola che per loro potrebbe valere meno di zero).
      E' una strana macchina, che cannibalizza l'Agricoltore, ma che lo eleva ad un livello di responsabilità indubbiamente superiore: divenire BIO credo che prima o poi diventerà obbligatorio, in qualche modo.
      Ma la valanga di parole qui rischierebbe di non fermarsi più.
      Glisso, dicendo che questa protesta deve in qualche modo far riflettere i consumatori, e che spero vivamente che il semino della coscienza faccia nascere qualche pensiero buono nelle teste di tutti noi.
      Grazie tante Susanna.
      A.A.

      P.S.
      Scrivere qui di lunedì alle 8:33 è molto inusuale per me, ma la gelata che ricopre ogni millimetro della terra mi impedisce per un pò di essere a lavoro.
      A.A.

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    2. Effettivamente mi stupivo di questa tua presenza mattiniera, odierna!
      Ti faccio tantissimi auguri per la nobile scelta di essere certificato bio: benvenuto nel girone dell'inferno che vede, PURTROPPO, dare molta, troppa attenzione alle scartoffie burocratiche e pagare anche un prezzo salato (in soldi, intendo) all'ente certificatore di controllo. Anche questi sono carrozzoni dove i più sono ben monitorati, con carotaggi del terreno e controlli a sorpresa dei registri e delle fatture di vendita e d'acquisto, ma ahimè molti riescono ad eludere il protocollo e vanno con concimi chimici, decisamente assai efficaci ma deleteri e seminativi non biologici, spacciati poi per bio.
      Ho pensato spesso di interrompere il rapporto ormai ventennale ma se avviene durante il quinquennio,sei tenuto a restituire quanto percepito prima.
      Un saluto Susanna

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    3. Susanna, ne faccio una questione etica.
      Forse la mia etica non mi riempirà mai il borsello, ma sarò convinto e sereno (sopra a tutto con me stesso e con la prole), e per primo mangerò cose realmente sane e realmente buone.
      Come già detto, se le nostre aziende non vendono più, comunque noi agricoltori continueremo a mangiar bene.
      Magra consolazione?
      In altre epoche sarebbe stata la risorsa più importante.
      A.A.

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  13. ... non so dove andremo a finire, un mondo dominato dalle multinazionali è una minaccia per tutti...
    ... la spasmodica ricerca del prezzo minore di molti, per un guadagno sempre maggiore di pochi...per un cibo sempre più scadente, cui pian piano la gente si abitua...
    ... cerchiamo il colpevole lontano e (a volte per necessità) il colpevole siamo noi, manca una cultura del cibo perchè :"Se una mela è sempre una mela!" allora tanto vale comprare quella che costa di meno, poco importa che sia piena di pesticidi ...
    ... per ora si può ancora scegliere, ma eliminati gli ultimi baluardi ci sarà solo "Quella mela!" e forse non ce la venderanno più neppure a basso prezzo...
    ... mi preoccupa questo strano mondo in cui l'insidia ci viene presentata, da chi domina l'informazione, come qualcosa di utile...
    ... prodotti agricoli "brevettati", posseduti da pochi, magari senza semi (e io ingenuo che ho sempre pensato che le piante si riproducessero così)...
    ... come per la rana bollita (che entra nel pentolone d'acqua fredda sul fuoco e si abitua al calduccio fino a finir bollita) anche noi faremo la stessa fine...
    ... questo vale per tutte le attività, anche quelle intellettuali che pensavano di salvarsi e ora son minacciate dall'intelligenza artificiale ...
    ... mi fermo perchè mi sento sconfortato e impotente...

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    1. L'esempio della rana bollita calza a pennello.
      Hai detto delle cose che dovrebbero far riflettere.
      Sto ascoltando sempre più interviste di agricoltori italiani che spiegano le ragioni della protesta, e forse c'è il rischio "minestrone", dove tutto e di più viene contestato.
      Personalmente non sono contrario all'indirizzo Green che l'Europa vuole ottenere, ma sono contrario al modo drastico in cui lo chiede: sensibilizzare, istruire, aiutare chi utilizza prodotti chimici di sintesi (e lo fa da sempre), cercando di "abituarlo" offrendogli conoscenza e valide alternative concrete (e non solo teoriche).
      Non uso chimica di sintesi, e sapete che sono drastico in questo, e sono a favore di un'Agricoltura che guardi al futuro, ma c'è da pensare al futuro (prossimo) di tutti quegli agricoltori che fanno monocultura da una vita, e che dovranno pur avere il tempo ed il modo di rinnovarsi, dando anche loro un'impronta assai più Green.
      Il Diktat giunge a professionisti che forse hanno già dei pregiudizi verso il Green, ed il modo in cui giunge inasprisce la questione.
      Questo solo per nominare solo una delle tante questioni che agitano una larga parte dell'Agricoltura italiana.
      Ed anche io mi fermo qui perchè sennò parto con le mie solite filippiche.
      Grazie Semola
      A.A.

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  14. Io sono con voi. Ammetto che vorrei un'agricoltura senza pesticidi, fitofarmaci e altri veleni, (non so se sia possibile quando si tratta di grandi produzioni) più sana per chi la mangia e per il terreno, però ritengo che il cibo dovrebbe essere meglio remunerato al produttore e meno al venditore finale dove i prezzi sono invece alle stelle. Davvero quando sento quanto vi pagano qualsiasi cosa, che sia una cassa di zucchine, di mele, il latte ecc.... resto a bocca aperta e penso: ma come fanno ad andare avanti!! E poi vai al supermercato, al mercato, dal fruttivendolo, e poche zucchine le paghi come una cassa a voi. E' il lavoro più faticoso, più rischioso (grandine, secco, alluvioni, ecc...) e più importante del mondo: IL CIBO!! E nessuno gli da il valore che merita, mentre invece ci guadagna tantissimo la distribuzione, direi in modo vergognoso. Il vostro è un mestiere che merita di essere più nobilitato dalle istituzioni, e più aiutato! Credo che la maggior parte della gente sia con voi. Non so cosa si stanno inventando nelle "alte sfere", ma temo che vogliano dare spazio alle multinazionali, e a dire il vero questo sta succedendo in ogni settore. E non parliamo del cibo sintetico.... davvero, non lo voglio nemmeno sentire nominare. Oltretutto portano la scusa che "il cibo sintetico ne fai molto e non inquina". Ma come non inquina!! Non sono fabbriche a produrlo? E quelle fabbriche non inquinano come praticamente tutte le fabbriche? Non consumano energia elettrica (che, anche quella, per produrla si inquina)? E magari un giorno, come hanno fatto ormai per ogni cosa, ce lo faremo fare dalla Cina. E poi stanno cercando a convincerci a mangiare insetti, .... ho sentito anche parlare di "meduse". Io poi, che sono intollerante ad un sacco di alimenti, non so come reagirebbe il mio corpo a certe schifezze. Pensa che non riesco nemmeno a mangiare il cibo esotico! Una volta ho provato la quinoa e sono stata gonfia per due giorni. Figurati a mangiare grilli, meduse e roba sintetica. Voglio il cibo tradizionale, quello di mia nonna. E voglio che sia prodotto bene, perchè ne abbiamo parlato: di agricoltori poco onesti ce ne sono, ho visto anche servizi in tv dove veniva spacciato per bio quello che non lo era (polli, grano, roba importata senza controlli...). Vogliono fare la rotazione dei campi, mio nonno la faceva (quando era bimba mia mamma), ma se fanno la carne sintetica chi concima naturalmente quei campi a riposo? O si limiteranno a farli riempire di veleni? Però vogliono il Green, mi sembra che sono pieni di contraddizioni in Europa! O forse sono io che non ci ho capito nulla. Non conosco in modo preciso i motivi della protesta, ma vedo e sento parlare di queste cose, e immagino che dentro quella protesta ci sia un pò tutto. Abbiamo per anni tanto detto su quanto faccia male il cibo processato e ci vogliono dare quello sintetico?! E quanto ci hanno fatto na capa tanta sul cibo a km zero, o sugli OGM e poi vogliono darci quello delle multinazionali. Boh! Ma che ne so. Sono terrorizzata all'idea di trovarmi un giorno un grillo nel piatto. L'ambiente deve essere protetto, ma il cibo deve essere prodotto, e arrivare al Green deve essere un passaggio lento, accompagnato e sostenuto con validi aiuti, organizzato bene, non una bomba che distrugge i produttori, soprattutto immagino i piccoli e medi agricoltori. E non c'è nulla di green nella roba sintetica!
    Va bè... magari ho detto un mare di sciocchezze, non mi intendo del settore. Sento ciò che dicono in tv. Ma sono dalla vostra parte. Forza e coraggio.

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    1. Ed invece hai detto tante cose giuste.
      Risponderti vorrebbe dire fare la sintesi di tutto quello che ho già detto, ed allora mi affiderò ad una semplice riflessione.
      Vedo la verdura, la vendo soltanto per tre mesi all'anno, o poco più, e generalmente la vendo a privati.
      Mi dicono che spendono più che al discount, salvo poi dirmi che la mia sa di verdura, e che son soldi ben spesi: tornano, e mandano nuovi clienti.
      Per fare un guadagno dovrei raddoppiare i prezzi, ma so che perderei la maggior parte dei clienti.
      Per fare un guadagno dovrei raddoppiare la produzione, ma so che non sarebbe più sostenibile per me.
      La scelta quindi è scontata per me: sapere in partenza che non ho un buon guadagno con la verdura, ma sapere che mi faccio e mi mantengo...e faccio contenti clienti ai quali potrò vendere anche altro, oltre la verdura.
      Sai cosa vuol dire fare questo ragionamento sul tuo unico lavoro?
      Vuol dire...scegliere.
      Ogni giorno ci sono migliaia di Agricoltori che fanno scelte del genere, che scelgono pensando al cliente, pensando al proprio territorio, pensando alla tradizione della famiglia.
      Fanno scelte non perchè siano santi, ma perchè sentono il peso della responsabilità: portare cibo nelle tavole è dare vita, lo ripeto.
      Grazie cara Rossella per questo tuo lungo e bell'intervento.
      Ho apprezzato molto.
      A.A.

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  15. Da esterna, mi pare che le realtà produttive siano da tutelare in modi diversi, non so se le varie Coldiretti & Co sono in grado di farlo.

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    1. Agricoltori intervistati continuano a dire che questa protesta non ha tinte politiche e non ha una identità politica, ma è chiaro che questo è controverso poiché la protesta è proprio contro la politica comunitaria.
      Penso, e dico solo una mia opinione, che le associazioni di categoria siano ancora più ambigue di fronte ai temi sollevati dagli agricoltori. Proprio perché non c'è una diretta connotazione politica, seppur implicitamente ci sia, forse le associazioni hanno difficoltà a collocarsi.
      Al tempo stesso molti agricoltori non hanno più fiducia nelle proprie associazioni di categoria, e questo è un dato crescente.
      Non penso che sia necessaria la bandiera dell'associazione di categoria di turno, ma il fatto che queste siano assenti mi fa riflettere su molte cose.
      A A.

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  16. Come darti torto? Abbiamo bisogno di cibo buono ma allo stesso tempo è necessario sostenere chi quel cibo lo produce. Ormai tutto è centrato su dio denaro e alle multinazionali non importa cosa sarà dei piccoli agricoltori, e ai governi ancora meno di aiutare con sostegni veri chi lavora la terra. Hai ragione, dobbiamo preoccuparci per quello che sta accadendo.

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    1. Tutti noi siamo coinvolti, io che lavoro la terra, ma anche io che vado al supermercato a comprare generi alimentari...
      Diciamo che in questa situazione mi trovo da ambo le parti, e sento il bisogno di capire perché ci sia così tanto interesse a affamare e gli agricoltori.
      Il problema va a monte del Green deal, secondo me è iniziato tutto molto molto tempo prima.
      Quando proponevano di coltivare campi per produrre biocarburanti...
      ... Oppure quando proponevano soluzioni di vendita dei terreni a prezzi stracciati per destinare il terreno agricolo a tutt’altro uso.
      Credo fermamente che la svolta verde sia fondamentale, se mi leggete lo sapete, la mia vita è basata su delle scelte, e soprattutto dei sacrifici, atti a cercare di limitare i danni, recuperare danni, migliorare là dove è possibile.
      Ma penso a quelli agricoltori che da una vita fanno monocoltura e sono abituati e dipendenti dall'utilizzo di prodotti di chimica di sintesi, e penso che per loro sia fondamentale non cambiare drasticamente ma cercare di avere una sorta di ponte, di un sostegno : queste persone hanno mutui salati da pagare ogni mese, rate di macchinari per loro fondamentali che devono essere pagati mensilmente, trimestralmente, o semestralmente, e soprattutto hanno dipendenti e a loro volta hanno famiglie, e mutui da pagare.
      Ci vogliono indennizzi seri, coperture importanti, sgravi fiscali, poiché queste persone hanno rappresentato il pilastro, o perlomeno uno dei pilastri economici italiani, si sono occupati del sostentamento fino a ieri, e oggi si sentono dire che non va più bene quello che fanno e che devono cambiare da un giorno all'altro.
      Vivo una situazione assai diversa, forse all'opposto, ma non faccio fatica ad immedesimarmi ed a comprendere i motivi della loro indignazione frutto non c'è un amore atavico verso il concime chimico, ma c'è la necessità di sopravvivere e di non far chiudere la propria azienda.
      A.A.

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  17. A «Prima pagina» su Radio3, nel filo diretto coi radioascoltatori dopo la lettura dei giornali, un piccolo agricoltore, in controtendenza cogli interventi precedenti, non si riconosceva in questa protesta.
    Quello che da fuori si percepisce, in estrema sintesi, è che in Asia si possono utlizzare prodotti che qui sono vietati o molto limitati, facendo di fatto una concorrenza sleale, ma invece di chiedere maggiori controlli o regole protezionistiche (dazi) per gli alimenti importati da quei Paesi, si chiede di poter usare anche qui gli stessi prodotti!
    Il prezzo del grano è sempre lo stesso, ma invece d chiedere che venga pagato il giusto si chiede di poter usare più porcherie per produrne di più e poterci guadagnare qualcosa. Invece di prendere atto che dovremmo mangiare meno carne ma di miglior qualità, e quindi pagandola il giusto, facciamo la crociata contro i grilli!
    I contadini pagano più di tutti il riscaldamento climatico, ma i vari movimenti che cercano di far capire quanto sia importante cercare di frenarlo sono solo dei perdigiorno e non devono permettersi di bloccare il traffico per dieci minuti.
    L'UE dà un contributo a patto che si interrompa la monocoltura (i nostri avi lo facevano gratis, anzi sul sussidiario delle elementari c'era scritto che era una pratica conveniente). Non la si vuole interrompere? Si rinunci al contributo. Altrimenti si fa come col fermo pesca: si pretende di incassare il sussidio e continuare a pescare. Finché c'è pesce...
    Non so, è un discorso complesso. Mi pare che si dovrebbe protestare ma per obiettivi diversi.

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    1. Antonello ti ringrazio per questo tuo intervento, lungo, articolato, ed interessante.
      Proprio nell'intervento precedente ho risposto almeno in parte a quello che tu stai qui dicendo.
      Ripeto che ho un'azienda in conversione bio e che da sempre conduco un'agricoltura nel rispetto della natura, del territorio e delle tradizioni.
      È anche vero che a differenza della maggior parte degli agricoltori che vengono intervistati e che stanno facendo dimostrazioni, Io ho sempre vissuto delle realtà molto piccole, ed anche per questo i miei investimenti sono stati relativamente più piccoli rispetto a chi magari ha speso €300.000 per fare una stalla o ha trattori da 200.000€.
      Nonostante questo ho una visione abbastanza diretta e pratica di quello che l'Europa ci sta chiedendo, lo fa anche a me che sono piccolo, e delle difficoltà che inevitabilmente in tanti stanno riscontrando per tentare di portare avanti le proprie aziende.
      Sarà importante dare del tempo per far adeguare la maggior parte delle aziende, e penso che sarebbe giusto e bello che nessuno rimanesse indietro in questo passaggio, anche se questo lo vedo assai utopistico.
      L'inevitabile transizione verde non deve mietere vittime, ma piuttosto deve essere coltivata Prima di tutto nellea mente e negli animi degli agricoltori. Se questa arriva come un diktat, come una legge che arriva dall'Europa, sicuramente gli agricoltori si fermeranno e faranno di tutto per far sentire la propria voce.
      Il buon senso credo che purtroppo non conti molto in questo momento...
      qualche intervento fa ho parlato della compagnia di bandiera che fa volare gli italiani in Italia e all'estero, ed ho parlato delle acciaierie, e potrei parlare di tante altre fabbriche e tanti altre realtà in cui lo stato in qualche modo ha cercato di intervenire, non so se facendo sempre bene, ma comunque mettendo voce e denaro.
      Ebbene per un attimo proviamo a pensare che cosa potrebbe accadere se anche solo un agricoltore su cinque forse costretto a chiudere la propria azienda poiché non riesce più a pagare i propri debiti, debiti fatti per migliorare la propria azienda.
      Che impatto avrebbe questo da un punto di vista sociale, ed anche culturale, oltre che soprattutto economico ed alimentare?
      Sino ad oggi queste persone stanno protestando in modo civile, e sino ad oggi non ci sono stati scontri degni di tale nota.
      Spero che i toni rimangano questi, ma ancora una volta dico che comprendo l'esasperazione, la preoccupazione e certamente anche la rabbia di quanti stiano scendendo nelle città con i propri trattori per portare avanti la propria protesta.
      Forse ci sono stati furbi, forse i furbi proveranno ad esserci sempre in tutti i settori, non faccio parte di questa categoria, piuttosto faccio parte degli stoici testoni.
      Magari una vigilanza Maggiore da parte dei controllori? Ma chi controllerai i controllori?
      A.A.

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    2. Ti ringrazio a mia volta per la risposta.
      So che non fai parte dei furbi: sono intervenuto qui perché ti seguo da tempo e trovo sempre interessanti non solo i tuoi racconti ma anche il tuo punto di vista.
      Negli ultimi giorni sta emergendo maggiormente la richiesta che la transizione sia graduale e venga accompagnata con aiuti adeguati. Il paragone con aerei e acciaio (ma possiamo metterci anche le auto) è molto azzecato e lo condivido in pieno.
      Ovviamente in un movimento così variegato ci sono anime ed esigenze completamente diverse, io facevo un resoconto tagliato con l'accetta di quello che si percepisce senza troppo approfondire, leggendo i titoli e sentendo i sommari dei vari mezzi di informazione, che comunque non sono esenti da interessi e danno risalto a questa o quella istanza. Forse se si desse voce a chi va nella tua direzione potrebbe aumentare anche un po' la cosapevolezza di chi i prodotti li mangia, ma probabilmente mi illudo.
      A scanso di equivoci, l'idea di mangiare grilli mi fa decisamente schifo, ma se ci pensiamo razionalmente certi alimenti assai diffusi sono anche peggio :).

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    3. Antonello, dici cose giuste, e lo ribadisco.
      L'effetto "minestrone", come l'ho già definito, è inevitabile.
      Per troppo tempo gli agricoltori sono stati dati per scontato, tenuti volutamente ai margini, salvo sporadiche occasioni.
      I grandi consorzi e cooperative agricole forse e dico forse poichè non ne ho mai fatto parte, riusciranno a reggere il colpo, come anche quelle medie imprese che alla vendita all'ingrosso hanno sempre affiancato anche una vendita al dettaglio.
      ma le grandi imprese, quelle della monocoltura per intenderci, e le piccole imprese, quelle familiari che hanno numeri irrisori per l'UE, queste ultime due categorie secondo me sono maggiormente penalizzate, seppur in modo diverso.
      Non voglio continuare a parlare di chi fa intensivo, convenzionale, monocoltura, poichè non è il mio indirizzo e non conosco sino in fondo tale realtà, per quanto in questi giorni (per fortuna di tutti) si sta molto parlando di quella realtà.
      piuttosto vorrei concentrarmi sulla realtà a cui appartengo, ossia le piccole aziende agricole.

      Quando parlo di piccole aziende vorrei fare qualche precisazione doverosa, puntando proprio sui numeri.
      la piccola azienda, generalmente a conduzione familiare, talvolta portata avanti da una sola persona, non possiedono quei bei grandi trattoroni che state vedendo in tutti i video da settimane.
      Generalmente ci sono due trattori, se non addirittura un unico trattore, generalmente assai datato (il mio è più vecchio di me), che dobbiamo rattoppare ingegnandosi sempre meccanici, poichè il mutuo per comprarcelo nuovo non c'è banca che ce lo dia.
      Ma ci sono tanti (e dico tanti) agricoltori che lavorano le terre con la motozappa, il moto coltivatore, e caricano con le motoagricole.
      Le mucche nella stalla sono 5, 10, magari 20, e non certo "almeno un centinaio", e la stalla è ancora quella storica al piano terra dell'abitazione, oppure una piccola dove la promiscuità tra specie diverse ci porta a far battaglie continue con le Asl di competenza.
      I campi da coltivare sono per 15, 10, 5 ettari... ma a volte la parte realmente coltivabile arriva anche sotto al singolo ettaro.
      Ci sono apicoltori che spostano i propri alveari, appoggiandosi ad altri agricoltori che danno loro la concessione per tenere i propri alveari.
      Ci sono pastori che fanno il pascolo vagante, e che vivono in piccole roulotte trainate al seguito delle loro greggi.
      Ci sono i malgari, con la piccola mandria, che vivono arroccati là dove solo l'elicottero può portare provviste e materiali necessari al lavoro.
      Ci sono gli agricoltori pionieri, che vivono nelle piccole isole, spostandosi (e spostando le proprie merci) con somari o muli.
      Ci sono gli orti realizzati strappando la terra alle case delle città...e ci sono così tanti agricoltori che trasformano i propri prodotti in container, case prefabbricate, facendo mille salti mortali per essere a norma con le regole sanitarie.
      Ci sono i piccoli produttori di zafferano, che in alta collina combattono con i cinghiali che gli devastano il raccolto (ma non ci sono soldi per recintare), e ci sono ancora così tanti agricoltori che con i loro terrazzamenti salvano intere realtà, mantenendo con la pulizia e la cura di questi la certezza che la collina non verrà giù con le prossime alluvioni.

      Tanti, potrei continua re a citarne e citarne, tutti piccoli, minuscoli, forse RIDICOLI agli occhi degli inesperti, spesso ridicoli agli occhi di chi deve loro riconoscere un aiuto economico, un piccolo sostentamento.

      Caro Antonello, sai che io, al pari di tantissimi altri piccoli agricoltori, mi sono sentito dire per anni ed anni che...che i miei numeri non erano abbastanza?
      Che "non ero abbastanza agricoltore" per poter avere un aiuto?
      Proprio perchè la mia produzione era irrisoria, secondo i parametri UE.
      Eppure, con quella produzione ci si alimentano tante famiglie...
      E questo non conta, o non conta abbastanza.

      A.A.

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    4. Gli amici e colleghi che sono a Roma, o nelle altre città d'Italia, stanno dimostrando per tutti noi, e possiamo solo ringraziarli.
      Loro stanno facendo un gran sacrificio ad essere lì, e forse non in molti riescono a comprendere cosa voglia dire prendere un trattore e spararsi due o trecento kilometri, lasciando qualcun'altro nelle proprie aziende a provvedere al lavoro agricolo.
      Tanto di cappello, sperando che il modo civile di dimostrare rimanga e possa essere d'esempio.
      Ma loro rischiano di far vedere una parte dell'Agricoltura, quella appunto dei numeri che interessano all'UE.
      Certamente il loro fatturato conta molto, ma tutto l'elenco che ho fatto prima, l'elenco sui piccoli agricoltori, pensate che non conti per la nostra cara Italia, e per l'estero?
      Forse "di nicchia", magari "molto locali", spesso "troppo radicali", ma son prodotti che sfamano le persone, in modo diverso, ma ugualmente importante e da tutelare.
      Quindi Antonello, ho preso pretesto per le tue parole, per andare ancor più nel dettaglio, mettendoci un pò più di realtà personale, e sottolineando quanta necessità ci sia di tutelare tutti gli agricoltori.
      Il glifosato non l'ho neanche mai visto in confezione, non ho mai usato un diserbante, ignoro con piacere i concimi chimici, e i miei animali non hanno mai preso antibiotici, ma la prossima estate, se la stagione lo permetterà, nelle tavole arriverò ugualmente, e la fatica sarà così tanta, credimi, tanta.

      Non sò se mangerò mai un grillo, ma spesso girando con i carrello al supermercato ne vedo tante di cose che vorrei proprio non dover mai mangiare, eppure vedo che talvolta abbondano nei carrelli delle persone.

      Grazie per avermi dato modo di dire queste cose.
      A.A.

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  18. È tutto giustissimo quello che ho letto. Ad aggravare il problema è la solita diffidenza che l'essere umano medio si porta dentro che lo porta a dubitare e fregarsene di ciò che fanno gli altri e che è diverso da sé. Mi ricordo di una volta che mio zio che si dilettava a coltivare un orto produsse tante bellissime insalate e per non buttarle iniziò a regalarle vicino al mercato. Mentre io e mia madre lo raggiungevamo per avere anche noi delle insalate, sentii due donne parlare tra loro dicevano che non avrebbero mai preso quelle insalate gratis poiché sicuramente il signore che le regalava come minimo ci aveva sputato sopra. Erano solo semplicissime e pulitissime insalate di orto.

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    1. Ignoranza, non soltanto diffidenza.
      ignorare le basi, focalizzandosi sui contorni, sugli orpelli, sulle mode, e sull'apparenza.
      Forse parlo per luoghi comuni, ma sinceramente la penso così.
      Ti ringrazio Valentina per questo tuo commento.
      A.A.

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  19. Sono d'accordo con te su ciò che hai scritto: gli agricoltori fanno un lavoro molto duro, non hanno ferie, mutua, feste perchè i campi e gli animali non si fermano durante le festività o la malattia del padrone. Un lavoro che viene pagato poco e diciamo che è anche un sfruttato. Un abbraccio a tutti che combattono anche per noi.

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    1. Come già detto, penso a quel prezzo che il consumatore paga, e a quel 10-30% che va all'agricoltore.
      Se si tenesse conto, sempre, di cosa è costato (in termini di fatica, di tempo trascorso, di rischio e di denaro) all'agricoltore consegnare alla distribuzione il proprio prodotto.
      Ma anche qui lo ripeto, IGNORANZA: si ignora completamente che tutto il costo della vita e della produzione è aumentato, eppure gli agricoltori son fermi a prezzi di 5-10-12 anni fa.
      Di questo non ne parla mai nessuno.
      L'augurio è che con queste proteste ci sia stata una minima sensibilizzazione dell'opinione pubblica.
      Ciao e grazie
      A.A

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  20. "... da noi la Campagna era tutta coltivata, non c’era nemmeno un pezzo di terreno non coltivato. Il potere della terra è grande: semini e lei ti da il frutto. Se semini!!
    Fai scendere l’acqua, e viene il pane, l’olio e vengono i frutti su tutta la terra.
    Solo i denari potete tirare fuori, ma cose così buone non ne mangiate!"

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    1. Sarei curioso di sapere di più su questa che credo sia una citazione...
      A.A.

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  21. Il tuo post è stato straordinario per la sua chiarezza e profondità. Gratitudine per la condivisione!

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