Taglio dell'erba per gli animali del podere

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venerdì 23 dicembre 2011

Natale in Decrescita

Parlare in prima persona è una cosa nuova, ma ho deciso di provare io stesso a mettere su schermo le mie parole.
Vogliate scusarmi quindi se avrò forme non corrette e un lessico tutto mio, ma amo scrivere di getto quello che penso, e credo che sia arrivato il momento in cui l'imbarazzo viene prevaricato dalla necessità

Detto questo...
...manca poco al Natale, ma non so qui per commuovermi e commuovervi con storie toccanti, buonismo o forzature di stagione.
A me il Natale piace moltissimo, ed aspetto ancora (come quando ero bimbo) il momento in cui si fa l'albero, il presepio, si cercano i regali, arriva Babbo Natale, si scartano i regali, si fanno pranzi e cene...si gode di tanto avere.
A me il Natale garba, ma mi viene da pensare quanto il consumismo abbia fatto di questa festività un vero e proprio pretesto, una rampa di lancio per l'economia, un bisogno all'acquisto oramai inarrestabile.
Non si tratta più di TENDEZA, ma di OBBLIGO: se non compri non avrai niente.
Già perchè le migliaia di cose comprate in precedenza, indipendentemente dalla data dell'acquisto, sono inevitabilmente da SOSTITUIRE: ed ecco che i pagamenti rateali, la corsa alla novità, e le sostituzioni sono all'ordine del giorno.
Ed ecco che pure a Natale, anzi...sopratutto a Natale l'intera società si ritrova a correre contro il tempo al fine di accaparrarsi la cosa migliore in commercio, senza curarsi se quanto era custodito in casa fosse veramente da sostituire.
Ettolitri di liquidi colorati riempono i kilometrici scaffali delle profumerie; televisori con immagini sempre più reali sono pronti a scacciare dalle nostre case gli oramai obsoleti modelli comprati (niente popò di meno che...) tre mesi prima; cibi sempre più "pronti e veloci" sono in grado di risolvere ogni qual dir si voglia enigma culinario, aiutandoci addirittura a trovare una soluzione per ogni occasione solo comprando una busta tanto colorata dal contenuto dubbio...
E questi sono solo alcuni degli esempi che potrei fare, digrignando non poco i denti e scuotendo il capo.
Aprite il frigorifero e guardate quante cose inutili ci sono al suo interno...
...girate per casa e guardate quanta plastica inutilizzata giace nei cassetti e neri ripiani...
...osservate la vostra pattumiera, e controllate quanto riciclaggio o non spreco siate stati in grado di fare...
...e potremmo andare aventi per ore ed ore.
Proprio l'altro giorno mi è stato chiesto che cosa ci facesse una bottiglia di aceto accanto all'acquaio, e quando ho risposto che mi serviva per lavare i tegami unti dal sugo, mi p stato risposto che esistevano prodotti specifici oltre al normale detersivo.
Ma io ho già la soluzione: l'aceto che appunto mi risolve il problema, e quindi perchè mai dovrei ricorrere ad altre soluzioni? Forse perchè me lo dice la cara massaia sorridente della pubblicità?
Questo Natale arriva in un periodo di crisi economica, dove lo smarrimento pare iniziare a farla da padrone, e dove il denaro gira poco...eppure?
Eppure provate ad andare in un negozio di elettrodomestici nel reparto tv, oppure in una profumeria del centro, oppure al supermercato nel reparto "belli che pronti".
E non vi pare che la gente riesca a comprare pure in questo Natale?
Mi chiedo come possa essere possibile che nonostante le difficoltà ci sia quasi un accanimento morboso nei confronti dell'acquisto di prodotti finiti.
Non sarebbe il caso invece investire sui beni?
proprio con i beni potremmo realizzare molteplici prodotti finiti.
Ma a quanto pare la voglia di avere tutto già fatto e fatto subito vince su tutto il resto.


Dopo anni che cerco di sviluppare una mia filosofia di vita che sia attuabile tanto nel contesto agricolo quanto nel quotidiano, mi sono sentito dire moltissime volte che io attuavo una "decrescita felice" nei confronti del Prodotto Interno Lordo (P.I.L.)...solo perchè mi autoproducevo pranzi e cene, tentavo di ridurre il mio impatto ambientale e puntavo ad una vita più sostenibile (magari anche eticamente).
Allora mi sono interessato, ho letto e ho capito; ho discusso con mia moglie della questione e siamo arrivati alla conclusione che, senza saperlo, da anni noi pratichiamo una Decrescita Felicissima.
Ecco quindi che, lontanissimo anni luce (ma davvero) da slogan, personaggi, gruppi, associazioni e tendenze...Vi Auguro un Sereno Natale di Decrescita.

Con Affetto
Agricoltore Anacronistico

7 commenti:

  1. io ho la nausea del Natale, non lo aspetto neanche più! Dopo gli anni dei bambini piccoli (dei miei e quelli dei miei fratelli) dove passavo le vigilie a dover cercare il regalo non banale e giusto per ognuno, adesso mi chiudo in casa davanti al caminetto e guai a chi mi dice che devo uscire per acquistare qualcosa.

    buone feste!

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  2. Condivido tutto. Sono anni che a Natale faccio digiuno totale. Tanta e` la nausea del consumismo. Ciao.

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  3. Come sopra,telefoni spenti,cancello chiuso,piedi sopra la stufa leggendo un libro con accanto mezza bottiglia di rosso,divino!

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  4. in questi giorni ho letto i tuoi post
    "caz ma non hai nulla d afare qualcuno potrebbe dire..."
    ed ho riflettuto molto sul tuo nome: agricoltore anacronistico...
    il contadino in quanto tale per natura è anacronistico? oppure anacronistico è un aggettivo appicicato sopra solo ad alcuni contadini?
    vedi, io cocnosco molti contadini e perchè svolgono quel lavoro che li dovrei chiamare anacronistici oppure solo alcuni contadini sono come dire...anacronistici??
    Tutto posso dire dei contadini che conosco tranne che sono anacronistici...
    lavorano la terra è vero conoscono le piante, ma come conoscono le piante? come lavorano la terra??
    parli bene tu -mi dicono-... tu lo fai per divertimento il tuo orticello biologico...ma noi con la terra ci mangiamo...

    e me ne torno allora proprio nel mio orticello ...

    mantide

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  5. Mantide,
    non ho scelto a caso questo nome, e credo che la parola Anacronistico sia quella che più riesce a rappresentarmi.
    Ho 32 anni, ed in tutta la mia vita mi sono ritrovato spesso fuori dal tempo che vivevo...
    ...e certamente anche la gente (oggi più che mai che faccio il Contadino) mi ha affibbiato tale aggettivo, ricordandomi quanto sia "fuori dal tempo" nella scelta di vita che faccio.
    Il rifuggire le pratiche colturali dell'agricoltura moderna (e sopratutto industriale), mi colloca (inevitabilmente) o nella schiera dei "pazzi" od in quella dei "perdenti".
    ma in assoluto, lavorare con un modo antico (spesso comunque non troppo antico) mi mette lontano dal presente, e sempre secondo tali menti io non sono "futuribile in niente di quello che faccio".
    E lo sai qual'è la cosa bella?
    E' che invece io credo di fare tutto questo proprio perchè penso al futuro.
    E da QUESTO l'essere anacronistico diviene per me un grande complimento, e mi libera ancor di più nel fare l'Agricoltura come meglio credo.

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  6. non faccio il contadino di professione e questo mi da modo di poter sperimentare...
    siamo coetanei, e questa mia passione per l'agricoltura e per la natura in generale mi colloca anche a me fuori dal tempo.
    Gli stessi contadini mi dicono ma chi te lo fa fare??? torni da lavoro e cosa fai zappi??

    fuggire dalle pratiche dell'agricoltura moderna (se vivi di agricoltura) è assai difficile oggi quasi impossibile. e per questo ammiro chi lo fa...


    mantide

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    Risposte
    1. Fa sempre piacere sapere che fuori e dentro alla professione di agricoltore c'è tanta voglia di fare nel modo più pulito possibile.
      E sono io, da agricoltore...a ringraziare te.

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