Taglio dell'erba per gli animali del podere

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giovedì 4 dicembre 2014

Dalla Bellezza alla Diversità: cronaca di un viaggio nella Capitale

Ogni mio post è sempre stato legato direttamente al mondo dell'Agricoltura, al mio modo di vederla e farla, ed alla mia vita in questo mondo.
Ma questa volta devo "uscire dal seminato" e condividere con voi un'esperienza che mi è accaduta non troppo tempo fa.


Erano anni che con mia moglie dicevamo di prendersi una pausa e di andare a visitare la Capitale: sono sempre stato il primo ad avere curiosità di farlo, e da almeno dodici-tredici anni mi riproponevo la volontà di una visita turistica alla Città Eterna.
Ebbene, senza troppo indugiare, e sotto l'organizzazione della moglie (estremamente più dinamica del sottoscritto e mai povera di entusiasmo), siamo pariti con l'auto (prestatami da babbo perchè la mia oramai non è più in grado di reggere tali "emozioni") alla volta di Roma.
La foratura all'imbocco del GRA non ci ha scoraggiato minimamente, ed anzi ci ha fatto sorridere non poco: ogni volta che ci muoviamo succede qualcosa, ed oramai la prendiamo con filosofia quasi come a dire "stavolta abbiamo già dato, adesso tutto andrà benone".
Il traffico di questa città è qualcosa di...enorme, e con la nostra macchina ci sentivamo una lumachina in mezzo a tutta quella frenesia: guardavamo i palazzi affacciati sulla tangenziale, e ci domandavamo come facessero a vivere in tutto quel frastuono, mentre le auto suonavano all'impazzata ed i motorini ci sorpassavano in ogni direzione.
Trovato parcheggio ci siamo da subito ambientati in quella che sarebbe stata la nostra "residenza" per qualche giorno, e poi subito alla volta della metropolitana.
Confesso che non era la prima volta che la prendevo, ma dopo molti anni mi ha fatto parecchia impressione scender giù sottoterra ed incastrarsi tra la gente (tanta gente) dentro a quel trenino che accelerava e frenava, ri-accelerava e ri-frenava, ri-ri-accelerava e ri-ri-frenava.
Quanti odori in quel vagone, e quante facce diverse, senza che nessuna si osservasse: tutti quegli sguardi fissi verso il basso, contemplando i telefoni cellulari che ognuno aveva tra le mani. Nessun libro...nessun quotidiano...nessuno che si scambiasse sorrisi di cortesia o parole di circostanza, nulla se non occhi fissi su quegli schermi colorati. Gente che entrava ed usciva dai vagoni sempre con lo sguardo fisso su quei cosi ben stretti tra le mani.
Una volta a piazza di Spagna abbiamo sentito Roma, che ci ha accolto con tante persone straniere che ci gridavano qualcosa di incomprensibile, porgendoci delle specie di bacchette di metallo.
Io non capivo, e c'è voluta mia moglie per comprendere di che cosa si trattasse: "Selfii...Selfii...Selfii!" Ma che strano romano che parlavano, ed accaniti continuavano a bloccarci il passaggio brandendo sotto al nostro sguardo quei così di metallo.
Ho pensato che si trattasse di uno di quegli aggeggi che si usano per prendere i barattoli nei ripiani più in altro (una specie di manina meccanica).
Ma poi l'orda di giapponesi che avevamo alle nostre spalle ci ha svelato l'arcano: la bacchetta serviva per metterci il telefonino...oops, scusate lo smartphone, e per farcisi gli autoscatti (Selfii..).
La cosa mi ha fatto sorridere, perlomeno all'inizio, ed era buffo vedere tutte quelle persone che si autoscattavano tenendo il proprio smartphone su questa bacchetta.
Non gli ho dato troppo peso, ed abbiamo proseguito la visita in Via Condotti.
Li ho contati: ci hanno raggiunto ben 14 di questi venditori, solo in Via Condotti.
Siamo stati a Roma per quattro giorni, ed a dirla tutta abbiamo girato come dei matti, dai Fori Imperiali, al Vittoriano, da Piazza Navona a San Pietro, da San Giovanni al Colosseo: non c'è stato un attimo, uno scorcio, un monumento, una piazza dove non siamo stati raggiunti da questi venditori.
Non sono qui a scrivere del disturbo, anzi: salvo due occasioni dove me li hanno sbatacchiati sul naso, la cosa mi lasciava piuttosto indifferente.
Ma quello che invece non mi ha lasciato indifferente è stato l'utilizzo di questi cosi di metallo e sopratutto di questi nuovi telefoni.
Un esempio: per vedere la Bocca della Verità c'era una fila di almeno quaranta persone, e c'era un signore (paziente e gentile) che faceva procedere le persone in fila indiana sino alla scultura, e si rendeva disponibile per fare scattare le foto con i telefoni dei turisti.
Dei quaranta in fila, io e mia moglie eravamo evidentemente gli unici a non avere uno di quei cosi, e lo sguardo sorpreso del signore che gestiva la fila (sommato a quello delle altre persone in fila dietro di noi) l'ha detta lunga su quanto fossimo veramente strani...doversi...fuori dal tempo...anacronistici.
Per noi il divertimento è stato quello di mettere a turno la mano in quella bocca, e farsi una domanda a testa per vedere se dicessimo la verità: ridevamo, ma la gente ci guardava incredula.
"Ma che hanno fatto a fare la fila 'sti due che manco avevano il telefonino" ho intercettato mentre uscivamo...
...pure nel Colosseo, mentre noi due giravamo liberi all'interpretazione della visita, masse di persone incastrate come in un tetris si autoscattavano (naturalmente muniti di bacchette) in una raffica di flash che facevano luce pure in quella buia giornata di novembre.
Ma la prova più grande l'ho avuta durante la visita ai Musei Vaticani, e sopratutto nella Cappella Sistina, dove gli addetti all'ordine dovevano sgolarsi per ripetere (giuro...fino alla nausea) "No picture, No Video. No foto, no video"
La solennità del Giudizio Universale, lo struggimento della Creazione di Adamo, la commozione per tutte quelle opere di Michelangelo, del Botticelli, del Perugino e di molti altri...tutta quella magia Unica al Mondo...tutto era disturbato continuamente dai richiami fatti dai tanti addetti.  Non bastavao i cartelli, no, non bastavano i richiami: la gente DOVEVA fotografare, e lo faceva in modo quasi compulsivo, incurante dei richiami e dei partaccioni (rimproveri) a cui erano sottoposti...nulla, dovevano farsi il "Selfii" anche lì sennò stiantavano (altrimenti sarebbero scoppiati).
Quanto mi sono incazzato...perdonatemi, ma non trovo altro termine per descrivere il mio stato d'animo.
Perchè?
C'è qualcuno che me lo spiega il perchè?
Per dire: "Vedi, c'ero anche io?"
Ma che ti cambia mi chiedo, non basta più quello che i nostri occhi, la nostra mente ed il nostro cuore ricordano? Non basta più tutto questo per dare credito al ricordo condiviso? La gente se non lo vede non ci crede più che uno è stato a Roma, o cosa?
Siamo così stregati dell'istantaneo-socialiero di internet che ALL'ISTANTE si deve far vedere ad altri dove siamo e quello che facciamo?
Non lo so...io non riesco a capirlo: a trentacinque anni io non riesco a capirlo.
Mi chiedo: ma la gente che fa così si gode veramente la visita di tali luoghi, Colosseo o cappella Sistina che siano, o piuttosto...GODONO DI PIU' nel mostrare ad altri quello che fanno?
Tutto questo mi pare così...esibizionista.
...
Guardavo La Pietà di Michelangelo nella Cattedrale di San Pietro, e provavo reale commozione, mentre gli occhi mi si bagnavano davvero davanti a quella scultura che amo da tutta una vita.  Ero lì, con mia moglie accanto, la pelle d'oca, in silenzio ad osservare la Bellezza, ed ancora spintoni perchè c'erano "Selfii" da fare.
Perchè? Tutto questo mi pare che porti ad un inaridimento delle emozioni, o mi sbaglio?

Non sono qui per giudicare nessuno, sono qui solo per raccontare questa esperienza, sicuro che troverò gente disposta a spiegarmi quanto non riesco a comprendere: forse la mia mente è troppo semplice per capire...forse sono troppo antico per capire...ma eppure io di Roma mi porto un bagaglio di emozioni mai provate, un carico di Bellezza che pare essere infinita, senza neanche una foto scattata con il cellulare.

Alla sera, quando stremati rientravamo verso la "residenza", nell'attraversare le strisce pedonali mi accorgevo di una cosa: le facce degli automobilisti si illuminavano di blu o altri colori... Approfittavano della pausa (immaginate poi che pausa) per farci attraversare per scrivere sui propri telefonini, o per consultarli, salvo poi scattare subito dopo il nostro attraversamento. Questo ogni sera, ma immagino che sia cosa diffusa anche nelle ore diurne quando le luci camuffano quanto accade dentro le automobili.
Torno da questo viaggio con il piacere di avere visitato un luogo bellissimo, lontano dallo sdegno delle buche nella strada, piuttosto della sporcizia o di chissà quale altro problema metropolitano.
Torno da questo viaggio con tanta confusione in testa perchè forse vivo proprio fuori da questo tempo, perchè io non riesco a capire che cosa ho che non vada, dove le persone più care a me hanno faccialibri, taggano, cinguettano, si "Selfiiano", condividono all'istante, si piacciono a vicenda...ed io mi sento smarrito in tutto questo perchè continuo a non capire.

Voglio fare una confessione, e lasciarla indelebile su questo mio scritto: mai come adesso mi son sentito Anacronistico.
Non sono triste, ma certamente confuso.
Non sono certo migliore di nessuno, sono Diverso, e continuo a non capire.


Ed intanto le temperature iniziano ad abbassare, le foglie sono quasi tutte cadute, e nell'aria si inizia a respirare appena un pizzico di inverno.
Ma i Sasselli ancora non  si sentono cantare, l'acqua degli animali non vuol saperne di gelare al mattino, e sui monti neanche una mezza nevicatella si è ancora appoggiata.
E' dicembre, e scrivo mentre camino e stufa bruciano legna di leccio e carpino, mentre la gattina gioca con le stringhe dei miei scarponi, e mentre fuori si odono tuoni in lontananza.

13 commenti:

  1. Amo quella che chiami " il tuo essere diverso". Certo, come dici tu nè migliore nè peggiore, ma diverso.
    Ho....tanti anni.....56, sono mamma e nonna e domani vado a trovare mia figlia ed il mio nipotino che vivono in Friuli, in mezzo alla campagna. E Unai la mattina si alza e prepara le ciotole con la pappa per i suoi due cani.
    Ho 56 anni ed un cellulare che non fa le foto!!!!!!L'ho ereditato e mi va bene così ed i " selfie", quando ero giovane, si chiamavano autoscatti ed erano molto divertenti. la macchina si impostava, solitamente su un tavolo, un tronco d'albero o comunque in un luogo dove fosse in orizzontale e ferma; chi la impostava aveva pochi secondi per correre verso tutti gli altri, che erano già in posa....era davvero magnifico!
    Un abbraccio Emanuela

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    1. Mi ricordo quando andai a Parigi oramai quasi dieci anni fa.
      Sotto alla Torre Eiffel volevo farmi un autoscatto, ma non trovando un posto dove appoggiare la macchina fotografia, fermai un passante e gli chiesi la cortesia.
      Fu occasione per scambiare due parole, e ricambiai la cortesia fotografandolo nella stessi mia posizione.
      Ricordo quando a Nonza (in Corsica) chiesi ad una coppia di farmi una foto: fu occasione per conoscere un'altra coppia di italiani e per avere tante dritte su quale campeggio scegliere per il pernotto.
      Potrei continuare...
      Forse sarà la paura di essere derubati di un telefonino da chissà quante centinaia di euro, ma magari si potrebbe chiedere la cortesia a qualcun'altro: si potrebbero creare tante occasioni per scambiare parole ed idee, per farsi due risate.
      Ma temo di essere anacronistico anche in questo...
      Ciao
      A.A

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  2. Non sei solo...
    Non ho mai fatto un selfie in vita mia e tutti mi accusano di non rispondere mai al telefono (che spesso spengo o semino non so dove!!!).
    Quello che racconti è divertente ma triste allo stesso tempo. Non credo che queste persone si godano davvero il viaggio. Spesso vedono i luoghi attraverso il teleobiettivo di una telecamera o di un telefonino e non si fermano mai più di pochi secondi anche di fronte a capolavori come la Pietà. la foto basta e avanza, per dimostrare a se stessi e agli altri che l'hai vista... ma l'emozione del momento, la contemplazione della bellezza, l'assorbimento della energia che la bellezza sa regalare... no, questo sfuggirà sempre a queste persone selfie-dipendenti!
    Anche io nella Cappella Sistina mi sono meravigliata della maleducazione di tantissime persone che, incuranti dei divieti, facevano fotografie in continuazione. Avrei voluto fermarmi di più, contemplare la bellezza di quei dipinti magnifici ma come si poteva, spinta da orde di fotografi isterici che, fatta la foto, ti spingevano velocemente fuori perchè c'erano ancora tante foto da scattare e da condividere su Facebook?
    Un abbraccio grande
    Francesca
    P.S. Qui un po' di neve sulle cime dei monti c'è... e mi piace tantissimo!!!

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    1. Concordo, la sensazione è proprio quelle che non si godano la visione...
      ...o appunto sono io che continuo a non cogliere il senso di quella (forse) compulsione, di quella frenesia...non saprei, di quella morbosità (non riesco a trovare il termine esatto perdonatemi) del "Selfiii" in ogni luogo, a tutti i costi, tra spintoni e schiamazzi.
      Ho notato che moltissimi turisti non distoglievano mai lo sguardo dallo schermo, e che osservavano i monumenti sempre e solo attraverso questo.
      Mi chiedo come facessero a non inciampare ogni due passi.
      Ciao Francesca
      A.A.

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  3. condivido in pieno le tue riflessioni .... viviamo in un mondo virtuale dove ogni esperienza perde tutto il suo valore emozionale . si vive in una "vetrina" ed è molto triste.
    mi chiamo Giuseppe e ho 40 anni

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    1. Si vive in una vetrina,
      ma piuttosto direi che FORSE RISCHIAMO di "lasciarci vivere dalle vetrine".
      Ciao Giuseppe e grazie
      A.A.

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  4. Ho scoperto il tuo blog da poco. Amo e condivido quello che scrivi e amo il tuo mondo.Vivo in città ma provengo dalla campagna, dove tuttora vivono i miei genitori, vado spesso a trovarli e mi immergo nel mondo che sento mio, dove la vita ha un altro sapore. Il mio telefonino ha sette-otto anni, ancora funziona e non ho nessuna intenzione di cambiarlo.
    Un caro saluto. Alma

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    1. Grazie Alma,
      lo scorso Natale mia moglie, esasperata dal mio essere sempre "senza segnale", ha deciso di comprarmene uno molto robusto ma senza alcun tipo di fronzolo ed orpello: niente touch, niente foto, niente internet, ma "magari" un poco più di segnale...magari.
      In genere i passati telefonini mi duravano circa due anni, regolarmente distrutti dal loro "abbraccio forzato" nella tasca dei pantaloni con il coltello, le chiavi o chissà quale aggeggio appuntito.
      Un caro saluto a te
      A.A.

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  5. bellissimo post, anch,io sento tristezza per tutta questa superficialità, ormai la gente sa che saremo forse gli ultimi della specie, dopo aver tagliato il ramo su cui stiamo seduti, e vogliono perdersi in queste scemenze per non pensare al peggio. un saluto!!!! Maria

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    1. Io non so se si tratti di superficialità, ma sinceramente ero a disagio nel vedere così tante differenze con il 99% delle persone che avevo attorno.
      Era come se fossi in un posto dove la gente parlava una lingua incomprensibile, e forse quello "fuori posto" ero proprio io...non saprei.
      Un saluto a te Maria.
      A.A.

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  6. caro AA, hai già dato la risposta alla tua domanda del "non capire": sei diverso, sei anacronistico.
    siamo (mi permetto di mettermi insieme) in pochi nel mondo a preferire una vita diversa, perchè il trend va tutto da un'altra parte. anch'io mi sento a disagio in mezzo alla folla. e mi da oltremodo fastidio il comportamento da deficienti dei turisti. ma allora, perchè vai proprio a cercarlo???
    guarda caso, anch'io sono stata a Roma poco fa, era settembre, ero lì per la prima volta nella mia vita, di anni ne ho 50. ho evitato accuratamente tutti i luoghi classici o turistici. dunque niente colosseo, niente fori romani, ne piazza spagna o via condotti, niente s.pietro. ho trovato tantissimi quartieri "diversi", ho camminato (e tanto!) su strade senza - o quasi senza- traffico, senza venditori fastidiosi e turisti deficienti, ho visto mercati, case, ville, alberi, gente, baretti, ristorantini, monumenti, negozi...ecc bellissimi! forse non risultano neanche nelle guide. e fanno comunque parte della città. Roma non sarà certo solo quei 4 monumenti?? mi chiedo spesso perchè abbiamo "bisogno" di vedere IL Monumento Famoso? non sarà perchè, e solo proprio perchè è famoso???? e non ce ne sono altri, altrettanto belli ma nascosti????
    e infatti, purtroppo (si certo, purtroppo,) con il turismo impazzito degli ultimi anni questi luoghi sono inondati, infestati, da horde di turisti deficienti, ma per nostra fortuna questi turisti sono anche così stupidi da seguire solo e esclusivamente queste vie "colorate sulla guida", e così noi, diciamo viaggiatori più che turisti, abbiamo si il "divieto" di certi luoghi, ma anche il grande piacere di "sbagliare strada" e vedere luoghi vuoti, solo per noi, ma certo non per questo meno belli. ok, faccio a meno della capella sistina, della pietà di michelangelo, e porto pazienza, ma per la verità io preferisco non vederli piuttosto di innervosirmi mischiandomi alla folla. fai scelte anche li. scegliere è anche rinunciare, ma questo non devo certo dirlo a te....
    ...
    tutta questa pappardella perchè sono convinta che il fatto di essere diversi, anacronistici, ce lo portiamo dietro, dentro, e nelle città è logicamente 100 volte più lampante. ma ci da l'opportunità di guardare delle città, dei paesi, la natura, il mondo, la vita,.... in un modo particolare, e particolarmente diverso. perche sono i nostri occhi che guardano, e non il nostro telefonino.... ciao patrizia

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    1. Cara Patrizia,
      ricordo che facevo le elementari quando la mia Adorata Maestra mi insegnava la storia di Roma.
      Da bimbo quale ero vedevo tutto questo come qualcosa di "ganzo", e mi incuriosivano tutti quegli aneddoti sui gladiatori, il senato, i vari imperatori, le bighe...
      Son cresciuto, e negli anni la voglia di vedere e toccare con mano è cresciuta con me, ma le occasioni per "scendere a Roma" non riuscivo mai a crearmele.
      E' successo, e scoprire la Capitale con i miei occhi è stato un regalo bellissimo: volevo vedere quel colosseo, quei fori imperiali, quelle statue e monumenti che i libri, i film ed i documentari mi avevano già mostrato centinaia di volte...volevo godere di quella bellezza almeno una volta nella vita.
      Ci tornerei domani mattina, magari visitando altri quartieri, chiese minori, e le viuzze a cui accennavi tu...ma non rinnego il viaggio che ho già fatto, anzi.
      L'essere diverso non credo che abbia dei canoni imposti: mi piace il Natale, amo i film di fantascienza, mi fa impazzire la mortadella e...si, mi è piaciuto vedere i monumenti "convenzionali" della Capitale.
      Fondamentalmente non amo essere ingabbiato in un modello, ma bensì preferisco essere spontaneo in ogni cosa (anche solo fare un'ora di fila per vedere la bellezza de La Pietà).
      Tu dici una cosa giustissima: "sono i nostri occhi che guardano, e non il nostro telefonino"!
      I miei erano desiderosi di farlo, oramai da una vita.
      Ciao
      A.A.

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  7. Nun te preoccupà nun sei anacronistico, hai fatto bene a guarda Roma così! Solo guardandola coll'occhi poi scopri Mamma Roma!

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