Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

lunedì 8 giugno 2015

Gli attrezzi si rompono quando si usano: fienagione 2015

Domenica 31 Maggio
Sono nell'aia sin dalle prime luci del mattino, ed attacco la barra falciante al trattore: ogni volta questo attrezzo mi fa tribolare non poco, ma ci riesco con l'aiuto di un amico che è venuto a darmi una mano.
Sono le 8:00 quando il trattore è di fronte alla baracca/officina, ed inizia la fase di pulitura: compressore e tanta pazienza, per soffiar via lo sporco.
Tocca poi all'untata generale, effettuata con una miscela di gasolio agricolo e fondo di tino di olio d'oliva (rapporto 1:1): con il pennello ripasso tutte le parti "scoperte" come gli ingrassatori, i lamini, gli ingranaggi, gli attacchi.
E poi giunto il momento di ingrassare la macchina, e con l'ausilio della pompa ingrassatrice riempio sino allo spurgo ogni parte provvista di ingrassatore.
Ed ecco la prova: si accende il trattore, si avvia la presa di potenza, e...la barra lavora bene.
Richiudo e vado nel campo: sono le 11:30, ed inizio a sfalciare il prato.
Loietto, ginestrino, trifogli vari e tanta festuca: il fieno atterra, e come pettinato tinge il campo d'argento.
Una pausa di due ore, ed ecco che alle 15:00 sono di nuovo a sfalciare. Sono 27° e non ho neanche un accenno di cabina o tettuccio di protezione. Non c'è vento
Termino il campo del "lato laghetto" (ogni campo ha il suo nome) alle 20:20.
Ci sono gli animali da fare, le capre da mungere, ed una doccia che mi aspetta: si cena alle 22:10.

Lunedì 1 Giugno.
Alle 5:20 ho già munto gli animali, pulito le stalle, dato da mangiare a tutti, ed accendo il trattore per portarlo nel campo "lato strada".
La rugiada mi dice che devo aspettare, e quindi ritorno a piedi al podere e lavoro: lavoro nella baracca/officina continuando a ripulire il ranghino.
Alle 9:00 torno nel campo, e l'erba è oramai asciuttissima: parto e porto avanti 1/3 del lavoro.
Mi suonano dalla strada, mi distraggo per vedere chi era, ed aggancio l'unico paletto di ferro posto nel confine del campo.  la barra falciante rimane appuntata con la puntazza, e si piega.
Provo a vedere se scorre, e funziona, ma non è più dritta, ed il taglio viene male.
Procedo per circa mezzora, imprecando e sudando, ma il lavoro viene male: se lascio l'erba tagliata troppo alta, c'è poi il rischio che la ranghinatura prima e la pressatura dopo diano molti problemi.  L'erba deve essere rasa, e non smezzata, altrimenti tratterrà il fieno tagliato.
So spiro nuovamente, e decido di farmi aiutare dall'amico di sempre: arriva, e per due ore siamo nell'aia a cercare di riportare la barra alla sua originale posizione.
Ci riusciamo, solo in parte, ma mi accontento e torno nuovamente nel campo: sono le 15:00 e il termometro segna 29°.
Adesso la lama taglia in modo soddisfacente, ma la puntazza si appunta, e carica terra: mi fermo nuovamente, e cerco di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile.
Sono le 19:00 quando corro in paese a cercare una puntazza nuova: ne trovo una, non è la sua originale ma spero di poterla adattare.
Torno al podere, mi armo di pazienza e saldatrice, e provo...invano. Il pezzo non combacia.
Desisto: sono le 21:10 e devo ancora fare gli animali.
Ceno alle 22:40.
La notte non dormo.

Martedì 2 Giugno
Non onoro la festa, ed alle 4:40 sono nell'aia: approfitto della frescura per trovare una qualche soluzione, e ci riesco saldando una sorta di slitta nel vertice della puntazza, in modo che questa non si appunti sul terreno.
Sono nel campo alle 7:00, l'erba è asciuttissima, e riesco a terminare il lavoro per le ore 13:20.
Sono 30°, e la pelle delle braccia mi odora di estate e morchia.
Devo riposare, e crollo sul divano, quando...suona il telefono: sobbalzo, impreco nuovamente, rispondo.  E' il mio amico che ha un problema con la mia falciatrice che gli avevo prestato per sfalciare i suoi campi.
Corro con la macchina ad 8 kilometri da casa mia, è saltato un lamino della barra.
Dove lo trovo un lamino alle 15:00 del due di giugno?
Si fa un giro di telefonate, ed in un borgo a 10 kilometri si trova quanto cerchiamo.
Parto, mentre per la strafa i serpenti mi attraversano.
Prendo il lamino, prendo i ribattini per fissarlo, bevo mezzo bicchiere di vino per cortesia, riparto.
Alle 17:50 siamo pronti per ripartire...proviamo la barra e funziona.
Saluto l'amico e corro nella vigna: devo trattare.
La tisana di ortica è pronta, come il decotto di equiseto, e poi poltiglia bordolese e poco zolfo.
Riempio la botte da 8q.li, e parto.
Dopo 10 minuti sento un botto, mi giro: è saltato un ugello della botte.  lo cerco, non lo trovo: poco male, e compenso con gli altri ugelli.
Riparto, e dopo 10 viti di numero vedo del fumo uscire dal cofano del trattore.
Stacco tutto, sembro matto e corro ad alzare il cofano: una fumata bianca.
Penso mille cose, ma tutte e mille mi riportano ad un unica soluzione: ho bruciato la testata.
Non è possibile, il termometro dell'acqua segnava la giusta temperatura...si dirada il vapore (perchè di vapore di trattava) e vedo il danno: un tubicino di gomma oramai logoro e crepato, aveva ceduto.
Provo ad aggiustarlo, ci riesco quanto basta per tornare nell'aia.
Sono le 20:40, e devo fare gli animali, mungere e riprendere la via di casa.

Mercoledì 3 Giugno
Mi svegli ad un'ora civile, e mi lascio aiutare da babbo per fare gli animali.
Corro dal meccanico, che apre l'officina trovandomi di fronte alla saracinesca, lo porto nell'aia, si cambia il tubicino e riparto.
Termino di trattare la vigna alle 12:00
Lavo la botte, la stacco, attacco il ranghino e mi fermo per il pranzo.
Alle 14:00, mi dirigo verso il campo "lato laghetto"ed inizio ad andanare il fieno.
Consapevole del fatto che era ancora troppo caldo per smuovere quel fieno, non posso permettermi altre pause, e vado avanti.
Ore 15:30, un rumore secco, e si spezza la sede di uno dei bracci che pettinano il fieno per andanarlo.
Non so come fare, ma faccio una corsa a casa: prendo 5-6 attrezzi, qualche dado e bullone, e torno nel campo.
Rattoppo il problema, togliendo quel braccio, e decidendo di lavorare zoppo (non in modo ottimale).
Mi raggiunge un altro amico che sale sul trattore e mi racconta le sue vicissitudini.
Rientriamo al podere alle 21:30.
Si mangia una minestra d'orzo ed ortica, e qualche ammazzafegato rifatto in padella.
Alle 00:30 mi faccio la doccia, e prendo la via del letto.

Giovedì 4 Giugno
Non ho chiuso occhio.
Son fiducioso, e sposto il ranghino nel campo lato strada, e parto a lavorare che albeggia.
Le rondini mi sfiorano il cappello di paglia, ancora le macchine non mangiano l'asfalto, e mi godo il profumo del mattino.
Alle 10;30, quando sono a metà dell'opera, si rompe un'altro braccio pettine...e mi accorgo che l'ingranaggio generale scatta rumorosamente.
Torno al podere, e sino alle 13:30 lavoro di mola e saldatrice.
Sono 30°C, ed il sudore brucia come acido negli occhi. Ho il viso e la barba che odorano di limatura di ferro e di elettrodo di saldatura.
Mangio poco a pranzo, crollo di sonno, ma dopo un'ora devo ripartire: a fatica inforco la porta di casa, e traballante arrivo al trattore.
Torno nel campo lato strada, rimonto il ranghino, lo provo...non funziona.
Scendo dal trattore, ed incurante dei tanti ciclisti che passavano lì vicino, inizio a dar di matto, dando due calcioni a quell'attrezzo oramai inutile: si è rotto il sistema di ingranaggi che fa ruotare i bracci pettine.
Mi siedo a terra, e poi mi stendo: guardo le nuvole e mi addormento per dieci minuti.
Mi rialzo con un salto, il cuore viaggia a mille, ed ho un'idea.
Chiamo l'amico del borgo a 10 kilometri dove due giorni avanti ero andato a prendere il lamino per la barra falciante, e gli chiedo se mi può prestare il suo ranghino.
Acconsente, e prendo appuntamento per l'indomani mattina all'alba.
Non devo perdere tempo, e torno al podere: sono le 15:30 quando stacco il ranghino, attacco la macchina per pressare il fieno (la pressa), ed inizio con il campo lato laghetto.
Lavoro senza pause, ed alle 21 spengo il trattore, lasciandolo nel campo: 167 presse fatte, ed un campo terminato.
Rientro a casa, animali, mungitura, una doccia fresca, la cena, ed il letto.
Non dormo neanche mezzora.

Venerdì 5 Giugno
La sveglia...quella maledetta...suona alle 4:00
Mi lavo la faccia con l'acqua fredda, poi me la rilavo e me la rilavo nuovamente: ho gli occhi appiccicati e sbadiglio ogni dieci secondi.
Forse sono sveglio quanto basta, mungo le capre, e parto con la macchina.
Arrivo al borgo, ma c'è da andare a recuperare il ranghino da un'amico del mio amico...e si perde un'ora e mezzo.
Alle 6 in punto l'amara constatazione: il ranghino non entra nel cassone della macchina (pick up).
L'amico si offre di portarmelo a metà strada con il suo trattore, a me spetta il resto.
Alle 9:30 posso iniziare a ranghinare, e mi dedico a quei 2/3 del campo lato strada ancora da fare.
Mi raggiunge un amico, quello a cui avevo prestato la barra falciante, e si offre di aiutarmi con il suo trattore.
Accetto di buon grado, consapevole che la sciatica e la stanchezza mi avrebbero rallentato non poco.
Stacchiamo il ranghino dal mio e lo ri attacchiamo al suo. Mi sposto sul mio trattore, attacco la pressa, ed inizio a pressare quanto era stato fatto il giorno avanti.
E' caldo, ed alle 11:30 il termometro segna 33°.
Provo a cantare mentre lavoro, ma ho fatica anche in quello, quindi taccio, dondolato da quel ritmo tanto noioso quanto importante dato dal pressare.
Alle ore 13:50 l'ultima pressa è fatta, anche nella parte ranghinata dall'amico.
246 presse fatte in questo lato.
Torno a casa che sono le 14:20, pranzo con un'insalata fresca, e mi addormento alla televisione.
Alle 15:30 arrivano i rinforzi: l'amico di prima ed un altro ragazzo che iniziano a tirare su le presse.
Stacco la pressa, attacco la bodola  (la cesta posteriore usata per manovrare la legna ed il fieno).
Io guido, gli altri caricano, tutti assieme scarichiamo le presse nella prima barcaia (stiva del fieno pressato).
Vediamo almeno 5 serpenti, la pelle brucia per il caldo, sudo il doppio di quanto riesca a bere.
Arriva la sera, ed alle 21 abbiamo terminato.
Animali, mungitura, doccia, cena...e questa volta mi addormento alle 23:00...e dormo.

Sabato 6 Giugno
Avevo detto che ci saremmo visti alle 6, ma alle 5:30 c'erano già i due amici nell'aia.
Mi sbrigo a mungere e delego a babbo il resto dei lavori mattutini.
Si parte con il trattore per il fresco, alla volta del campo lato strada.
Assieme iniziamo una seconda barcaia, molto comoda perchè vicino alla stalla, ma molto scomoda perchè per raggiungerla devo passare dalla vigna e perdere molto tempo.
Alle 12:15 l'ultima pressa è stata messa al suo posto, e le barcaie richiuse dal telone.
Un totale di 413 presse, per una media di 30kg ciascuna: quasi 124 quintali di fieno.


...questa è stata la mia fienagione, la fienagione del 2015, fatta su prati oramai vecchi di 11 anni, e con attrezzatura agricola oramai vecchissima.
Il ranghino è da buttare, la barra falciante da accomodare, ed io sono veramente..VERAMENTE stanco.

Ma il profumo del fieno all'indomani del taglio, le mille lucciole che mi hanno accompagnato nelle ore di buio, le api che rientravano al tramonto incuranti del mio "far chiasso", le rondini che garrivano sopra la mia testa nelle ore più calde, e quella luna piana che pareva voler far giorno per farmi rientrare a casa...
...tutte queste cose, sommate alla soddisfazione dell'aver terminato il lavoro di un anno, mi ripagano buona parte della stanchezza.
Al mio amico, durante il ritorno dalla ranghinatura del campo del laghetto, dopo aver spento il trattore nel mezzo del campo, ho detto questo:
"La Natura mette il Bello dappertutto, e noi abbiamo la fortuna di vivere immersi nel Bello.  Noi siamo le persone che più vivono del Bello."
Lui, che è schiacciato dalle mille angherie che la Vita continua a porgli, ma che è Agricoltore come me, mi ha messo il braccio sulla spalla e con un sospiro mi ha dato ragione.
C'era un silenzio...



12 commenti:

  1. Caro agricoltore anacronistico

    hai ragione,non è molto simpatico essere lasciato a piedi dai propri strumenti,ma come hai detto tu sono molto vecchi.La colpa purtroppo,anche se potrebbe sembrare un luogo comune,è da dare allo stato italiano,che negli ultimi anni non ha portato avanti una politica agraria seria;senza preoccuparsi delle realtà medio-piccole,dove in una nazione come l'Italia rappresentano la normalità,ma soprattutto a parer mio,non ha visto l'opportunità del settore agrario in Italia,uno dei settori da cui si potrebbe ripartire(di terra incolta ne abbiamo molta,la disoccupazione è alta....la risposta è semplice).E quindi via a cercare di sistemare quello che si ha,ad andare avanti con attrezzature dell'anteguerra,che per quanto sono vecchie ancora,alcune,fanno il loro lavoro(io ho un vecchio motocoltivatore Pasquali VT-905,dovrebbe avere una 60ina di anni ma il suo compito lo svolge egregiamente).Però dai non tutto è così negativo,la stagione sta avendo qualche problema a partire ma sembra promettere bene,non so quanta terra hai sfalciato però non sembra un così cattivo raccolto(non mi fustigare xD).
    Non credo che quello di cui ho parlato sopra sia un qualcosa di sconosciuto per te,spero soltanto che tu possa riuscire a sistemare il tutto il più velocemente possibile.

    Buon Lavoro

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    1. Ciao Anonimo,
      la volontà di parlare di questa specifica fienagione è nata non dalla voglia di lamentarmi di qualcosa, ma piuttosto da quella di voler condividere una piccola "Odissea"...magari una delle tante....magari non la più importante.
      Se mi leggi in questo blog sai che spesso cerco di smontare quell'immagine "idilliaca/bucolica" che taluni avventori hanno dell'essere Agricoltore e del vivere di Agricoltura.
      Magari mi sforzo di essere pragmatico nel racconto (ed in questo caso lo sono stato), ma l'obiettivo è sempre il medesimo: condividere.
      Condividere, colmo di quelle sensazioni che mi hanno accompagnato nell'esecuzione di quanto mi appresto a raccontare qui.
      La fienagione è un momento che Amo: si raccoglie il lavoro che la Natura ha fatto per un anno, e si ha la responsabilità di essere veloci ed evitarne gli sprechi per agevolare tutti quegli animali che poi dovranno trarne sostentamento per l'intero anno a venire.
      Il trattore, che ho acquistato dopo trattativa serrata nel 2010, è del 2007: nuovissimo direi, con le sue quasi 3000 ore di lavoro, e credo (e spero) che mi accompagnerà ancora per molti anni a venire.
      Le attrezzature invece sono vecchie, acquistate per una cifra modesta oramai quasi sei anni fa, e da tempo avevo messo in conto il rischio di abbandono da parte del ranghino.
      Ci sono molti giovani Agricoltori che all'avvio della propria attività investono cifra astronomiche per le attrezzature, magari aiutati da incentivi, finanziamenti e mutui.
      Ci sono altri Agricoltori che ereditano una parte delle attrezzature, e le altre se le comprano nuove con le rate.
      Ma io appartengo alla terza categoria di Agricoltori, ossia quelli che son partiti con poco (avevo 1750€ nel conto quando aprii la partita iva), e poco alla volta comprano quanto possono comprare, sapendosi accontentare ed armandosi di pazienza, chiave inglese, pazienza, saldatrice, pazienza, mazzuolo, pazienza...ed ancora pazienza. Cercando di "restaurare il restaurabile", adattandosi a fare con quello che si ha a disposizione, e sapendo che gli intoppi saranno sempre dietro l'angolo.
      Non puoi chiedere ad un cavallo di trent'anni di galoppare per intere giornate, ma...se lui sta ancora bene, e tu allevatore saprai averne la giusta cura, sarà un cavallo che potrà portarti in lunghe passeggiate ed essere un fedele compagno di viaggio.
      Più o meno applico la medesima filosofia con le attrezzature agricole.
      Grazie per il tuo intervento Anonimo
      Ciao
      A.A.

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  2. Bellissimo. Rivedo e sento quei profumi di oltre cinquanta anni fa quando come te c'era il mio babbo ed io ragazzino lo aiutavo. Poi me ne sono andato per tornare da pensionato per rivivere in campagna quei bei giorni "i miei giorni veloci".

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    1. Sapere che le mie parole suscitano rievocazioni come le tue mi da grande emozione...
      A.A.

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  3. Hai ragione, vivi del bello immerso nel bello e quel bello te lo sei guadagnato tutto, senza sconti, con il sudore della fronte fino all'ultima lucciola, alle ultime api che ronzavano sulla vostra testa... credo sia una bella soddisfazione. Buon lavoro

    p.s. Dopo aver letto dei tuoi ritmi di lavoro, credo mi lamenterò un po' meno dei miei..

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    1. Lolle...."ognuno c'ha il suo".
      Io lo dico sempre, è difficile dire chi sente più degli altri il lavoro: c'è chi vive davanti ad uno schermo 10 ore al giorno, c'è chi impasta la calcina e solleva i mattoni, c'è chi deve memorizzare numeri e leggi, c'è chi lavora in catena di montaggio. Tutti abbiamo diritto di lamentarci delle proprie fatiche, e queste non son seconde alle altre perchè son quelle che noi proviamo.
      Posso dire con certezza che le soddisfazioni ci sono quotidianamente, questo lo penso in assoluto.
      Ciao e grazie
      A.A.

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  4. somiglia molto alla situazione dei video, fatti sempre con materiale scassato, telecamere sistemate col nastro adesivo o computer che fanno cose molto strane...
    questo se uno vuole fare le cose da solo... sennò si va a lavorare per qualcuno magari una grossa ditta e ti ritrovi a fare pubblicità orrende oppure servizi tg inguardabili... chi fa quella roba però le telecamere le cambia ogni anno o quasi
    invece se fai le cose da te, ci hai tutta la libertà che ti pare... e tiri parecchio la carretta ma ti fai i video creativi che vuoi eccetera, oltre naturalmente a cose che a quel punto di solito non puoi dire di no, tipo i saggi di danza o delle scuole di teatro che schifo non fanno e moralmente non ti pesano... tutt'al più sono una palla assurda!!!

    ciò detto, sarei curioso di sapere dove si trovano gli ammazzafegati... ecco qualcosa che sarebbe da capire meglio cosa sono e come si fa a mangiarli... appunto prima trovandoli però

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    1. Interessante l'accostamento con il video...
      L'Autarchia, perlomeno per come la intendo io, è l'arte dell'arrangiarsi...del fare con quello di cui si dispone: i compromessi sono sempre moltissimi.
      Mi chiedi dell'ammazzafegato: è una salsiccia, fatta si con il grasso ed il magro del maiale, ma in aggiunta vengono messi i reni, la milza, (a volte anche il cuore) ed una piccola parte di fegato...oltre che molto peperoncino, sale e pepe.
      Un sapore forte...in tutti i sensi.
      Ciao Alberto
      A.A.

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  5. Certo che la tua cronaca non fa pensare che la vita dell'agricoltore sia poi così idilliaca!!!
    Nel mio piccolo, con il mio trattorino, le incazzature ce le siamo prese anche noi, quando il motore fuma e non capisci perchè, quando si rompe la cinghia o la lama gira male.
    Diciamo che i tuoi e i miei problemi con la campagna stanno 100 a 1!!!
    Però le tue ultim e parole le capisco... o si, le capisco!!! Pur non facendo il tuo mestiere capisco quando parli del Bello e di quanto il contadino ne sia immerso.
    Oggi accompagnavo mia figlia da un'amica in città e al ritorno contemplavo il verde e i boschi che dovevo attraversare per tornare a casa. Certo, quanti disagi... bisogna prendere la macchina per fare qualsiasi cosa, siamo un po' isolati dal resto del mondo... ma che silenzio la sera, che concerti la mattina e le lucciole... quest'anno mai così abbondanti!!!
    Un abbraccio
    Francesca

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    1. Mai viste tante lucciole come quest'anno: una vera Meraviglia!
      Proprio questa sera, affacciandomi dalla finestra di cucina, ne ho contate 45...solo a pochi metri dalla casa.
      Ciao Francesca, e grazie
      A.A.

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    2. Mi sono immersa in queste letture e ho fermato il tempo. Il tuo (posso darti del tu, sicuramente sono piu' vecchia di te) amore per la campagna ha fatto riemergere il mio che ho dovuto sotterrare perchè catapultata in una vita che nulla aveva a che fare con la terra. Ma ora, passati i 50 ed avendo dovuto chiudere un'attivita' dopo 30 anni di lavoro, mi sono sentita libera di dedicare qualche ora al giorno alla mia mai spenta passione. Ho eliminato il giardino davanti casa di 200 mq. Meta' l'ho recintato e costruito una casetta in legno per 6 galline che ho acquistato, e in altra sede ti ho chiesto consigli su come gestirle. L'altra meta', non avendo mezzi o persone che mi abbiano potuto aiutare, l'ho vangata concimandola con letame di mucca che mi ha dato una vicina di casa. Per ora ho seminato solo agli e con le prime piogge sono spuntati. Immagino la soddisfazione che provero' in estate, quando potro' iniziare a raccogliere i prodotti piantati a primavera. Poichè lo spazio non è molto, ho deciso di coltivare il fabbisogno stagionale, senza poter fare conserve o altro, vista anche la mancanza di tempo. Il lavoro l'ho svolto un'ora al pomeriggio e la domenica, poichè fortunatamente ho trovato lavoro in un negozio, ma ho capito che non potevo rinunciare all'unica grande passione della mia vita. A volte mi ritrovo ad osservare le mie gallinelle senza accorgermi del tempo che passa, e loro lo capiscono perchè appena mi vedono vengono vicino il cancello, e se entro nel recinto mi girano intorno e chiacchierano....riuscissi a capire cosa dicono.....continuero' a leggere il tuo diario, che mi trasmette tanta serenita'.

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    3. E' un piacere leggerti in questo tuo racconto di vita e passione.
      E sarà altrettanto un piacere saperti qui, in questo piccolo spazio, dove provo ad aprire ad altri quello che faccio, penso, sento nel mio vivere di Campagna.
      Grazie davvero, e spero di rileggerti ancora.
      A.A.

      P.S.
      Una mia cara bis nonna diceva che "le galline son meglio della televisione", e non le ho mai potuto dare torto: mi incanto nel guardarle e nell'illusione di saper interpretare i loro versi e movimenti.
      Come ti capisco...

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