Taglio dell'erba per gli animali del podere

Taglio dell'erba per gli animali del podere

giovedì 15 dicembre 2016

Apparire: riflessione di una mosca bianca (o pecora nera)

Apparire, ossia farsi vedere, risultare allo sguardo altrui, sembrare.
Apparire, ossia porre nel prossimo l'immagine di se stesso, porre nel prossimo le basi per l'idea che si potrebbe (dovrebbe o saprebbe) avere di se stessi.
Apparire...

Questa, per me che non son sociologo, né un filosofo né tanto meno uno psicologo, è l'era dove l'apparire è l'IMPERATIVO.
Un era in cui la corsa frenetica al giudizio degli altri è costantemente palese.
E' l'era delle condivisioni dell'effimero.
E' l'era delle condivisioni del superfluo.
E' l'era delle condivisioni degli schermi delle nostre paure.
Io proprio non capisco...
Io non capisco come, giunti a questo punto della nostra evoluzione, con la Coscienza che ci è data e le immense capacità intellettive di cui tutti disponiamo,si venga inevitabilmente proiettati verso quel Pantano di "inettitudine all'essere senza apparire".
Essere senza apparire...
Essere, senza necessità di metterci un volto, un nome, un indirizzo.
Essere, semplicemente forti del nostro Essere, convintamente noi stessi senza dovere svelare al prossimo gli orpelli di questo nostro Essere.
Essere, donando il nocciolo, senza le mille bucce.
Essere, senza apparire, senza numeri che ci qualifichino, caselle spuntate, classifiche, insiemi, recinti...RECINTI.
E' come se oggi, nella volontà di apparire, e quindi di godere sempre del giudizio altrui, ci si ficchi costantemente in Recinti, ed ecco che invece di elevarsi nel nostro Essere, ci si scavano fosse tutt'attorno.
Indebitarsi per comprare un auto...un vestito...per partecipare ad un evento...per uno smartphone.
Perchè se non c'è possesso, non siamo nessuno.
Perchè se non seguiamo il fiume, saremo isolati.
Perchè il giudizio che gli altri hanno di noi, è certamente più importante al giudizio che noi abbiamo di noi stessi.
Sorridere, sempre e comunque, quando non abbiamo nulla per cui sorridere.
Fare vedere che si sta bene, che tutto è bello...anzi, perfetto, nelle nostre vite.
Godere quasi dell'invidia che gli altri nutrono per queste nostre vite.
Esagerare, allontanandosi da una qualche morale, pur di risultare "migliori" o..."i migliori".
Oppure essere aggressivi, a prescindere, offendere, farsi vedere che siamo dei tipi tosti, tipi con gli attributi, pronti a far valere la propria idea ad ogni costo: belligeranti, tanto per un parcheggio privato occupato quanto per una fila all'ufficio postale.
Essere pronti a mettere in discussione qualsiasi convenzione sociale e di buona educazione pur di affondare chi non la pensi come noi.
Apparire decisi, migliori in questo, apparire, appunto...
...e nutrire l'Ego, costantemente, sino a renderlo obeso...e continuare a nutrirlo.

E' l'era dei SOCIAL...dei social vissuti in maniera superficiale, dove si ha la grandissima opportunità di poter fare CONDIVISIONE, e dove invece si rischia di non aver coscienza di questo grande potere che ci è dato.
Il potere di smuovere le coscienze altrui, di liberare il nostro profondo, di cercare correnti di pensiero che sappiano traghettarci, di trovare proprie isole, di lasciare che le nostre identità possano dare e ricevere in una fusione che alla base della condivisione.
Quel potere immenso che mai sino a questo punto ci era stato dato: portare, dalla comoda poltrona delle nostre scrivanie, o dalle mattonelle telefoniche che non ci abbandonano mai nel nostro quotidiano, portare appunto il nostro pensiero...OVUNQUE.
...
Io sono un contadino, anzi un Agricoltore: nella vita ho studiato solo per l'Agricoltura, e non mi intendo di molto altro.
Mi reputo una persona semplice, cerco di vivere in modo semplice, ed amo la semplicità.
Non ho velleità filosofiche o sociologiche, e scrivo per come parlo, e parlo per come penso: senza certificati, attributi referenziari , pergamene o titoli.
Parlo, semplicemente per quello che sono, ed esprimo una mia opinione, certamente opinabilissima, ma sacrosanta per me.
Non ho interesse di scalare classifiche, essere Primo o Migliore in qualcosa, e nemmeno di godere del consenso dei più...tutt'altro.
Ma sono affascinato, letteralmente affascinato dalla Potenza che questi Social Media hanno: il famoso click che porta un pensiero a disposizione di chiunque voglia, senza confine di spazio e di tempo.
Poter Essere, nell'immediato, e poter ricevere, nell'immediato.
Ne sono profondamente affascinato, intimorito, ma incuriosito, ma...
Sapere che tutto questo, che questo mezzo di comunicazione, di socializzazione, di fratellanza (magari esagerando...)...sapere che questo mezzo che ha la possibilità di renderci comunità, e di offrire comunione ai nostri pensieri...sapere che questa Potenza venga sfruttata così...mi fa veramente perdere le staffe.
Gattini.
Gattini che fanno i gattini.
Amici.
Amici che nei social sono classificati come tali, ma che se ci trovano per strada manco ci cacano.
Amici, che fanno numero, che scalano classifiche,che ci servono a scalare classifiche, e che (spesso) si palesano come tali solo perchè mossi da quell'IRREFRENABILE BISOGNO IPOCRITA DI SPIARCI.
Amici, confusi nelle nostre Vite messe in Mostra, dei quali presto ci dimenticheremo.
Vite messe in mostra, nell'aspetto (spesso) più trash del significato, esponendo noi e le nostre vite agli occhi di tutti.
Vite messe in mostra, nella NECESSITA' DI DARSI IN PASTO ALLA SOCIETA', di darsi in pasto al giudizio, di darsi in pasto al momento.
Un trucco, pesante e becero, del nostro Essere.
Un'apparenza, fatta di consensi, di seguiti, di commenti positivi, e retta sull'effimero.
Un'apparenza che forse nasconde la più grande verità: il consenso rende forti anche chi ha deboli contenuti...
Gattini.
Retorica.
Aforismi.
La Buona Notte data al Mondo, nell'attesa che il Mondo ci possa rispondere.
Luoghi comuni, tantissimi.
Frasi dette e ridette, consunte dalle troppe bocche (e tastiere) che le hanno trasportate.
Gruppi nati e morti in pochi istanti, vere e proprie tribù del momento, dove i numeri non possono reggere i contenuti, e quindi svanite in flatulenze e subito rimosse dal ricordo.
Ed ancora...Apparire.
Ridondante "niente", che occupa spazio e tempo  proprio dove lo spazio e tempo non hanno confini, con un effetto tsunami infinito.
Apparire, tentando di accendere luci senza disporre di riflettori.
...
E' questo un tasto dolente per me, e sono consapevole che questa mia posizione non sia condivisa, ma piuttosto indigni la maggior parte delle persone.
Vivo un conflitto interno, oramai da anni, fatto di curiosità e di sdegno.
Mosca bianca...o piuttosto pecora nera.
Non sento il bisogno di apparire, o perlomeno non ne ho consapevolezza, e non voglio portare avanti questa crociata idealistica scontrandomi quotidianamente contro dei mulini a vento.
Rimango in disparte, esprimendo un'opinione che è confinata ad un luogo (questo) che non è considerato "sociale", esposto comunque alla critica e bersaglio dell'indignazione di chi non la pensi come me.
Rimango in disparte, e solo dopo tanti anni di questo "angolo" mi esprimo in modo più netto su un argomento che troppo spesso tarla il mio fegato.
Io non sono anti-social.
Io sono pro-social.
Io sono pro-social, purchè i significati delle parole, ed i concetti del SOCIALE rimangano tali anche in quelle piattaforme.
Che gli Amici possano considerarsi REALMENTE tali: forse sono io che sbaglio e che do un valore così alto all'Amicizia? A quel legame sentimentale che ci lega al prossimo, spesso in modo indissolubile, anche per una vita intera (ed oltre...).
Le parole sono importanti, e cazzo se la parola Amicizia ce l'ha.
Oggi, dove due persone si conoscono e dopo tre ore si chiamano "Amò", io proprio non so viverci.
Oggi, dove uno ti clicca, ti tagga, ti chiede l'Amicizia, e poi lo trovi in fila al supermercato e  manco ti fa mezzo sorriso.
Oggi, dove si usa questa Potenza dei social media per far "appendere" stucchevoli quadretti con frasi fatte, allegando immagini di vite altrui con le quali nulla si ha a che fare, aggrappandosi a carovane senza sapere quali siano le destinazioni, non con leggerezza (magari fosse quella) ma con convinzione (naturalmente temporanea) di avere le risposte giuste (senza essersi poste le domande sbagliate).
Oggi, dove l'Apparire continua a spingere per vincere sull'Essere, io mi sento veramente solo, e lontano dalla buona parte del resto di questo Momento.
Indignato, certamente frastornato, impaurito, affranto, ma anche motivato, convinto, incuriosito: mi pongo in disparte, osservatore non sempre silente, tentando di aspettare che questa piena scenda a valle, certo che travolgerà ancora tanto e tanti.
Senza supponenza, saccenza o arroganza, solo con la mia testa e quanto ne deriva, guardo i fiumi di persone che camminano a testa china, impugnando quei cosi luminescenti e vivendo nelle vite messe in mostra da altri, senza curarsi di dove stiano camminando o chi stiano incontrando nella Realtà.
Coppie di giovani sposi, l'uno di fronte all'altra, che al ristorante non parlano ma spippolano su quelle mattonelle digitali, senza godersi il piacere della Presenza dell'altra persona, e alienati in quei ruoli così assurdamente distanti dal Reale.
Ridono, di battute non dette...si arrabbiano, per parole non udite, e mi chiedo che emozioni riescano ancora a provare, così assorbiti da quegli schermi e così DISTANTI dalla percezione del Reale.
Si fanno la foto, il selfii, e SUBITO tutto il mondo deve sapere dove siamo, cosa facciamo, cosa pensiano...
...ed il bello è che ci sono decine, centinaia se non migliaia di Amici pronti a commentare e dare soddisfazione a quei momenti che non vengono vissuti, goduti,  né da chi commenta né tanto meno da chi dovrebbe viverli invece di spippolare...

Credo che tutta questa Apparenza, mossa da una sorta di arrivismo verso il consenso altrui, sia figlia anche di grandi insicurezze e della paura della solitudine.
Apparire, senza più curarsi di Essere: questo, a mio avviso, è il vero male di questa era.
Io, Anacronistico più che mai, non mi ritengo migliore o peggiore, ma tanto diverso...


9 commenti:

  1. Caro Agricoltore, hai fatto una chiusa del tuo post che la dice più di qualsiasi psicologo-tuttologo (cribbio io sono psicologo ed imprenditore agricolo) certo che c'è una grande insicurezza ed infinita solitudine in questo voler apparire a tutti i costi, mettendosi una maschera e mostrando ciò che non si è davvero.
    Falsi miti, tutto stimato per quanto "costa", non se davvero "serve a.." o se è "bello di per sé". Io non sto su Facebook nonostante tutti mi dicano sia una primitiva retrograda, ma non per spocchia, proprio perchè tramite fotografie o pensieri, amo condividere le mie emozioni sul mio modesto blogghino, senza tanti "like" o faccine che fanno ok o pollice verso.
    Io sto con piacere assieme alle persone con cui mi trovo bene, ma non disdegno la sana solitudine, quella ricercata per respirare lentamente e pensare.
    Non voglio perdermi ora in un commento lungo, qui, nel tuo spazio personale.
    Penso solo che quando tempo fa ti ho appellato "amico agricoltore" è perchè mi sento affine al tuo spirito, perchè come tu dici bene: "...non sei migliore o peggiore ma (piacevolmente) diverso in un mondo di omologati."
    A presto Susanna
    PS: spero sempre che la zampetta guarisca bene e presto!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E...se ti dico che quel mucchio di briciole per gli uccellini dopo 20-25 minuti è completamente sparito? Grazie per la tua visita!
      Susanna

      Elimina
    2. Cara Susanna,
      puoi essere lunga quanto più desideri nei tuoi commenti.
      Come ho spiegato, il mio non è un attacco al Social Media, del quale invece ne riconoscerei indubbie opportunità e potenzialità, ma piuttosto è una "critica" (sempre e comunque basata solo su un'idea personale) dell'uso che se ne fa.
      Alienati...ho detto, e lo ribadisco con fermezza: utenti alienati in ruoli prestampati, dove il consenso altrui (piuttosto che l'origine del senso di CONDIVISIONE) muove gli intenti.
      Questo mi rattrista, portandomi ancora una volta lontano dai più.
      Non una polemica.
      Non un'accusa.
      Un punto di vista...
      Ciao e grazie a te.
      A.A.

      Elimina
  2. A qualcuno che tempo fa mi chiese perché non ero in Facebook, che si potevano ritrovare amici con cui non ci si sentiva da tempo risposi: se non sento da tempo qualcuno ci sarà un motivo...! Non mi piacciono i selfie, ho poco tempo... Non condanno, semplicemente non fanno per me, io che di carattere sono schiva e riservata... Detto questo però io non credo che dietro questa frenesia di apparire ci siano sempre insicurezza e paura della solitudine. Credo piuttosto che ci siano superficialità, un ego smisurato... che poi, in fondo ognuno è libero di fare quello che vuole, se non danneggia nessuno, ma è questo il punto, spesso i social diventano un'arma spietata e questo mi fa davvero paura, sono l'arma dei vigliacchi! E sono anche lo specchio della società, o almeno di una parte: vuota e insensibile... Direi che anche per i social ci dovrebbe essere un bugiardino che avverte dei rischi, delle controindicazioni e degli effetti collaterali! Quello che dici comunque è vero, ricordo che di questo si lamentava anche un calciatore, raccontando che ormai negli spogliatoi non si parla più perché tutti i giocatori sono chini sul loro cellulare! Buon fine settimana

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il fatto è proprio questo lolle,
      io vado a far benzina, e ne parla il benzinaio...
      io vado a far la spesa, e ne parlano le cassiere con i clienti che mi precedono nella fila alla cassa...
      io vado dal dottore, e ne parlano in sala d'attesa...
      ne parlano i miei Amici...
      ne parlano i miei Familiari...
      A questo punto quello sbagliato devo essere per forza io, perchè sennò non si spiegherebbe questa cosa.
      Devo sbagliare qualcosa nel vedere, nell'apparire giudicante, nel prendere distanza, nel muovere una piccola critica.
      Devo sbagliare qualcosa io, che continuo ad essere fuori tempo, fuori dal tempo.
      Non si esce più nelle piazze, quando siamo insieme non ci si guarda più negli occhi, come facciamo qualcosa subito corriamo alla condivisione, il privato è sempre più consunto, il superficiale perversa...
      Boh, cara Lolle...sono io, sicuramente io che proprio non riesco a vedere questa "tendenza" come qualcosa di bello e divertente, ma piuttosto brutto e preoccupante.
      Sono io, per forza, ma non riesco a fare diversamente: forse sono troppo rigido, ottuso, asociale....ASOCIAL???
      Ciao
      A.A.

      Elimina
    2. Forse un po' asocial lo siamo... comunque penso che non sia sbagliato osservare certi "fenomeni" con un po' di distacco, inoltre ti assicuro che conosco più di una persona che la pensa come noi! ... Tra l'altro leggevo che non è nemmeno sicuro far sapere sempre dove si è in tempo reale, anche ladri e malintenzionati usano i social!!
      Ciao

      Elimina
    3. Forse è proprio com'è già stato detto: dovrebbe esserci un bugiardino ad accompagnare l'uso di tali Social.
      Ma il punto rimane l'APPARIRE, indipendentemente dai social media o meno.
      Questo atteggiamento, questo modo di pensare, di vedere noi stessi e quello che facciamo...
      Il punto di tutta questa riflessione non dovrebbe, perlomeno a mio avviso, rimanere legato solo ai Social, ma farsi molto più ampio.
      Credo sia difficile, sopratutto per un Agricoltore mezzo sgrammaticato ed assolutamente poco competente in fenomeni sociali e comportamentali.
      ciao
      A.A.

      Elimina
  3. Spesso leggerti è un po' come tornare a casa: apri la porta e sei al calduccio, in un posto confortevole perché qualcuno, semplicemente, si racconta e tu sorridi perché non ti senti più così tanto diversa dal resto del mondo.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Anonima,
      tu dici che quindi non sono così solo?
      A me non spaventa la solitudine, ma spaventa un comportamento che fatico a comprendere...largamente diffuso, che mi contrasta (più o meno indirettamente) solo perchè non riesco ad adeguarmi.
      Grazie per questo tuo commento
      A.A.

      Elimina