Taglio dell'erba per gli animali del podere

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martedì 27 settembre 2011

Non avere un tempo non significa non avere un'identità

Non avere un tempo non significa non avere un'identità.
L'identità si rafforza contro il giudizio affrettato di quanti non colgano (e non vogliano cogliere) l'etimologia stessa del senso di quest'affermazione: l'essere anacronistico.

Facciamo un esempio per introdurre meglio l'argomento.
Quando il nostro Agricoltore deve offrire le proprie generalità, o semplicemente gli viene chiesta quale sia la sua professione, nel rispondere nota sempre espressioni tanto incredule quanto compassionevoli da parte di chi riceve tale risposta.
A quanto pare è anagraficamente incompatibile.
Ma cosa c'è di strano nel fare l'agricoltore...oggi, sopratutto se si è giovani?
Il nostro Agricoltore Anacronistico è riuscito a darsi una risposta articolata, basandosi proprio sul suo spirito di osservazione e la propria esperienza di vita: per la maggior parte della gente ogni Agricoltore è necessariamente anacronistico, in quanto questo mestiere (considerato antico) é difficilmente collocabile nella società occidentale di oggi.
Oggi uno non è più agricoltore ma Imprenditore, e questo fa assumere un tono più contestualizzabile all'immagine di chi per vivere deve lavorare la terra: è come se l'Imprenditore Agricolo fosse più attuale, e l'Agricoltore fosse un'immagine oramai legata al tempo dei nonni.
L'incredulità aumenta di fronte alla possibilità che tale mestiere possa essere svolto in un luogo prossimo,
ed una delle tante domande che seguono è proprio "..ma lo fai qui?".
Forse un giovane Agricoltore dovrebbe lasciar tutto e fare il pioniere in sud America o Africa?  Magari sì, ma non è il caso dell'Agricoltore Anacronistico che stoicamente (e storicamente) decide di rimanere nel suo luogo di appartenenza e di svolgere tale professione in modo tradizionale.
Ma ecco che oltre che in un tempo questi rischia di non avere collocazione neanche in un luogo.
Ma perchè?

Secondo la fonte Wikipedia
Il primario è il settore economico che raggruppa tutte le attività che riguardano le colture, sia quelle tradizionali che quelle biologiche, ma anche i boschi e i pascoli.
Si tratta di attività che vanno incontro a dei bisogni primari dell'individuo e della collettività.

Chiediamoci perchè tutto questo venga dimenticato così frequentemente.
Bene o male un agricoltore, qualsiasi sia la sua interpretazione di esserlo, provvede proprio al bene primario dell'uomo:l'alimentazione.
Eppure...
I bambini di oggi (o perlomeno la maggior parte di loro...sopratutto quelli che vivono in città) credono che la frutta e la verdura nascano direttamente nelle cassette del supermercato, che un pollo abbia solo cosci, che la carne non sia riconducibile in alcun modo agli animali, e che la frutta più colorata è sempre la migliore.
Ma gli adulti?
Forse loro si sono dimenticati dell'origine del genere alimentare?
Quando il nostro Agricoltore racconta ai bambini del suo lavoro, questi spalancano la bocca e chiedono sempre tanto a tal proposito: sono curiosi di sapere...di conoscere, e pare che imparino molto velocemente.
Loro possono ancora apprendere, ma sembra che gli adulti abbiano rimosso il concetto fondamentale che l'agricoltura offre sostentamento (quindi vita) ad ognuno di noi.
Ed ecco che essere agricoltore (proprio per gli adulti...) oggi non dovrebbe apparire così strano e fuori tempo, ma prima di tutto rappresentare a tutti gli effetti una grandissima risorsa.

Parleremo successivamente del fare coltura e cultura, ma per adesso potremmo soffermarci a riflettere quanto "strano" ci risulti avere di fronte a noi un contadino giovane e convinto.
Per il nostro Agricoltore Anacronistico tale incredulità è solo un pretesto per iniziare i suoi lunghi discorsi sull'etica e la storia di tale lavoro...ma lui è un chiaccherone.
Noi potremmo riassumere i suoi pensieri in queste poche frasi, che sono quasi un manifesto del suo essere:
Non esistono proprietari della terra, ma custodi di essa.
L'agricoltore ha la responsabilità di consegnare ai propri figli la storia di un territorio attraverso il suo operare quotidiano in quelle migliaia di piccoli grandi gesti che gli permettono di interpretare la natura e di affiancarla
Mai si deve interferire, ma assecondare tentando di rendere produttivo ciò che in natura (e non altrimenti) può essere produttivo.
L'agricoltore deve rispettare l'ambiente in tutti quei suoi gesti, e la natura saprà ripagarlo dei suoi sforzi.
La costanza e l'osservazione sono alla base di un buon operato.
Essere agricoltori oggi non vuol dire esserlo come 100 anni fa, ma neanche rinnegare il modo in cui 100 anni fa si era agricoltori.
Le stagioni, le api, i lombrichi e le mani faranno il resto...anche oggi che siamo al termine del 2011.
Questo vuol dire essere agricoltore, ed è come una vocazione innata.

Lui la pensa in questo modo, spesso tanto aperto a nuovi orizzonti quanto radicale nei suoi dinieghi su certi progressi (considerati regressi).
Lui vive il tempo di oggi, anche se la gente di oggi non trova attuale il suo lavoro (e quindi neanche lui per molti è attuale).
Ma tutto questo rischia di essere prolisso di fronte a chi chiede perchè mai si sia intrapreso tale cammino.
Ed ecco che il nostro Agricoltore spesso si trova costretto a risponde semplicemente "sono solo un Agricoltore Anacronistico".

4 commenti:

  1. ottima disanima ottimo blog...
    affronti argomenti spinosi ed essenziali, anche se oggi vengo messi a margine.

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  2. ti ringrazio, e spero di poter continuare per molto tempo ancora.

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  3. Giuste riflessioni sull'incomprensione (di molti) di quella che invece è una cosa ovvia (per pochi).
    Però, anche se piano e in modo latente, qualcosa sta cambiando. Forse c'è una speranza, UNA, e allora non sarai più anacronistico ma precursore.

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  4. Quando dico che mi ritengo un progressista, la maggior parte delle persone sorride e scuote la testa.
    Io la vedo così.

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