Taglio dell'erba per gli animali del podere

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giovedì 29 novembre 2012

Il pollo Furbo e quello Strullo

La mia esperienza...
Dall'età di sedici anni allevo polli.
La mia passione, spesso strana agli occhi dei miei cari, mi ha sempre portato ad ammirare questi pennuti ritenuti, da qualsiasi stereotipo e luogo comune, come animali Strulli (Citrulli...poco intelligenti).
Nei primi anni di esperienze di allevamento mi affidavo a polli comprati presso negozi specializzati, dove fra consorzi e cooperative mi offrivano sempre il medesimo prodotto: il pollo industriale da carne, o la gallina ibrida ovaiola.
Era bello allevarli, e ricordo quante ore passavo a progettare pollai e giacigli, attendendo il momento in cui avrei potuto realizzarli.
I polli venivano acquistati come "polletti", ossia pulcinoni cresciuti che mettevano il piumaggio da adulti, ed erano severamente allevati con grano, mais e semola.
Ma il vero piatto forte era sempre lui: IL PASTONE.
Una serie di scarti alimentari, per lo più costituiti da frutta e verdure, con l'aggiunta di pane secco...ed il tutto bagnato come a costituire una "zuppa prelibata".
Ed i miei polli vivevano felici, approfittando delle due ore di pascolo che venivano loro concesse, e dell'ampio pollaio dove giornalmente venivano riversate carriole di erba fresca di ogni genere.
Ma i polli...non erano certo furbi.
Attendevano sulla porta il mio arrivo, ed anche se spalancavo loro la possibilità di uscire dal recinto, mi correvano appresso attendendo il cibo.
Non si trattava certo dell'imprinting, visto che erano nati in incubatrice nei mega allevamenti intensivi, ma di associazione: io per loro ero il cibo; dalle mie mani arrivava loro cibo.
Per farli uscire talvolta dovevo gridare, agitare le mani e letteralmente spaventarli: non volevano proprio capire che fuori da quella porta li attendevano ampi pascoli erbosi ricchi di insetti, lumachini, vermi e vermetti di ogni genere.
Così è stato per anni.
Nel maggio 2008 sono riuscito a far decollare un progetto che avevo in mente sin da quando avevo 16 anni: allevare il Pollo Livorno, e grazie ad una cara amica, sono riuscito a rimediarne una covata di 30 esemplari.
Son passati dalle lampade ed i trucioli, ad un pollaio degno di tale nome; passati dalle temperature controllate a quello che il Padreterno (o chi per Lui) gli offriva; sopratutto passati dalle super miscele aziendali ricche di vitamine e mille altre sstanze, al grano mollo (grano tenuto a bagno) ed il brillato di mais.
Nel giro di dieci giorni ne morirono 16 su 30: uno strazio, sopratutto per uno che si definiva "esperto".
All'istituto di Zooprofilassi mi dissero, analizzando la carcassa di un povero pulcino, che era morto per malnutrizione...
...ma io il cibo lo somministravo in abbondanza.
Semplicemente loro non lo riconoscevano come cibo, e piuttosto che assaggiarlo si lasciavano morire.
Una difficile selezione è avvenuta e da quel maggio sono trascorsi 4 anni e mezzo, ed oggi sono alla quarta generazione dei miei Livorno.
Le uova vengono rigorosamente covate dalle chiocce, e le covate crescono e vivono con la mamma sino ai due mesi e mezzo di vita.
La chioccia insegna loro a razzolare (ruspare il terreno in cerca di cibo), a vivere in gruppo, e difendersi...e ad essere future mamme (naturalmente questo vale solo per le femmine).
Si crea quel senso di "famiglia", che perdura per tutta la loro vita, e quando apro loro la porta del pollaio dovreste vedere come volano fuori, avidi di razzolare per l'intera giornata.
Si sanno difendere, e riescono e prfino a tenere a bada i gatti.
Ottime ovaiole (come la razza richiede) ed estremamente territoriali.
Ma non certo animali robusti per la tavola...ed ecco che quest'anno mi son lasciato convincere, e dopo tanti anni sono tornato al negozio specializzato ed ho comprato 10 polletti da carne.
Non ero convinto, ma ho voluto provare.
Li ho messi in un reparto a se, lasciando che si ambientassero, e mettendo con loro dei polletti di Livorno nati da una mia covata.
Non hanno mai legato...ed il giorno che li ho liberati assieme a tutti gli altri adulti, è accaduta una cosa strana: non tanto non volevano uscire, ma una volta che questo erano fuori, non volevano più rientrare.  Al calar della notte erano ancora fuori, ed uno ad uno li ho rimessi dentro io stesso.
Questo è accaduto per venti giorni...una follia, e la follia più grossa è che continuano, di fronte alla porta aperta, a starmi fra i piedi aspettando che io dia loro il cibo.
Ma io il cibo non lo do mai alla mattina quando escono, ma solo alla sera al loro rientro.
Stanno li, fermi da una parte, non razzolano, e sembrano quasi a disagio di fronte a tutte quelle piante e agli altri animali così diversi da loro.
Non riescono proprio ad associare il cibo al pascolo, e neanche a dimitare gli oltre sessanta polli che razzolano attororno a loro.
Potrei andare avanti ancora per molto sull'argomento, ma la morale (se mai ce ne fosse una) è questa:  in diciassette anni di esperienza con i polli, ho notato un'immensa differenza tra i polli cresciuti in incubatrice e quelli da chioccia...e sopratutto fra i polli che sono nati e hanno vissuto (anche se per poco tempo) in allevamenti intensivi e quelli che vivono all'aperto.
Chioccia con piccolo di Livorno ed altri pulcini meticci


Che i polli da allevamenti intensivi abbiano perso la loro memoria (o attitudine) sulla cova, è cosa indiscussa: gli è stato imposto dall'uomo in modo che non "perdessero tempo" a covare e continuassero così a sfornare uova.
E' come se, nel codice genetico...o nella loro memoria, i polli del primo caso avessero veri e propri limiti...limiti che forse solo il tempo cancellerà.
Quest'anno infatti una gallina ovaiola di 4 anni, che fu acquistata (per regalo) in una cooperativa specializzata, ha covato e portato avanti 11 uova e relativi pulcini.
Lei, che era figlia dell'incubatrice, aveva IMITATO le altre chiocce, ed aveva imparato a covare come gli atlri polli.
Magari uno di questi 10 polletti diverrà proprio una chiocia, ma ad oggi credo che di anni gli ce ne vorrebbero 10...almeno per imparare a razzolare.  Figuriamoci per capire la cova...

15 commenti:

  1. Bel post, un mondo nuovo per me!!!Maria

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  2. Conosci Andrea di http://oryctesblog.blogspot.it/ ?
    Immagino di si ma se non ti fosse mai capitato di dare un occhiata al suo blog, provaci, probabilmente ti interessa
    E' anche lui come te un grande appassionato di polli

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    1. Conosco da tempo quel blog, ma ti ringrazio ugualmente per la segnalazione.

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  3. Caro Anacronistico, hai raccontato una storia molto inquietante, perchè non so quanti ancora allevino polli come te, ma temo molto pochi...d'altronde se continuiamo a mangiare troppa carne, specialmente di pollo, non ci possiamo stupire.

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    1. Il tuo intervento è sacrosanto e pienamente condivisibile.
      Come oramai ho già detto molte (e molte volte), io non sono vegetariano, ma mangio solo (SOLO) la carne degli animali che allevo...e come li allevo oramai lo sapete bene.
      E' sconcertante sapere che i polli "hanno dimenticato", e che le selezioni li hanno portati a divenire due cose: o fabbriche da uova o fabbriche di carne.
      In ogni caso...i polli son delle fabbriche.
      I miei di polli, e come i miei quelli di tutte quelle migliaia di persone che in Italia allevano a scopo familiare, sono tutt'altra cosa: hanno perfettamente il senso del pericolo, sanno cavarsela da soli, si sanno difendere, sanno procacciarsi il cibo (spesso in modo veramente ingegnoso) e vivono la propria esistenza con l'andamento delle stagioni (fotoperiodo e clima).
      Metterli a confronto con quelli acquistati, beh...mi ha fatto non poco riflettere.

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  4. Carissimo A.A.,
    è sempre un piacere leggerti e credo che mio marito "gioirà" leggendo questo post questa sera. Stessa esperienza per noi che infatti abbiamo deciso di mettere in pensione l' incubatrice e stimolare (non so come) le nostre galline a covare! Magari si potrebbe prendere una tacchinella, che ci dicono sia una covatrice super...tu che dici?

    Fra

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    1. Sinceramente, rileggendo quanto ho scritto in questi 14 mesi, credo di aver lasciato poco spazio ai miei animali...e le galline mi accompagnano da così tanto tempo che credo sia giusto dar loro il giusto tributo.
      A tuo marito puoi dire che A.A. presto metterà altre foto e cercherà di approfondire l'argomento.
      La Tacchina è un'ottima ed instancabile covatrice, ma ho solo un appunto da fare: spesso il sua mole la porta a danneggiare le covate (almeno per mia esperienza).
      Per stimolare la cova...ci vuole una chioccia che covi, ed allora (se la Natura decide di fare questo regalo) le altre potrebbero imitarla, ed andare a covare pure loro.
      Un consiglio spassionato: andate da qualche amico agricoltore e fatevene prestare una, e vediamo se la "magia" accade.
      A.A.

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  5. Che bell'incontro!
    Ciao, mi chiamo Francesca e vivo in campagna da circa un anno. Ho un bel pollaio ma, aime', vuoto! Appena saranno terminati i lavori di ristrutturazione della casa (a primavera) mi prendero' qualche gallina ovaiola. Questo post e' molto interessante per una cittadina pentita come me. Ancora una cosa: non sei affatto anacronistico, sei l'unico futuro possibile!
    A presto
    Francesca

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    1. Cara Francesca, il piacere è mio.
      Spero che tu passi spesso a leggermi, e che le parole che lascio qui possano esserti anche d'aiuto (in qualche modo).
      Non so se sono l'unico futuro possibile, ma sono certo di essere il Mio Unico futuro possibile...ne sono certo.
      A presto
      A.A.

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    2. Guarda, ti metto nel mio blogroll così sono certa che non ti perdo per strada!
      Un abbraccio e... passa a trovarmi se ti va!
      Feancesca

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  6. He!he!Se penso al mio zione che prende a schiaffi le galline faraone per convincerle a starsene zitte...

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    1. Credo che le Faraone non stiano zitte neanche quando dormono...
      E' una lotta impari, credimi.

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  7. Ciao!
    leggendo la parola "STRULLO" mi si sono rizzate le orecchie
    Non sarai mica un mio vicino di casa, appassionato come me di allevamento?

    Paolino, toscano di Siena

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  8. Carissimo,
    a parte la condivsione di quanto scrivi, ahimé, mi fai venire in mente anche che... pure noi umani abbiamo perso la "memoria" di tante cose... perché ci riteniamo diversi, e invece, siamo sempre "animali" e lo si stente proprio se si riesce a scappare dall'ambiente assolutamente dis-umano in cui ci siamo adeguati a vivere e vegetare, esattamente come i polli da allevamento...

    A latere.... ho trovato finalmente casa (sulle montagne toscane) e non ci crederai, ma una delle cose che mi hanno fatto decidere è che c'è l'orto, seppure abbandonato, ma dentro anche il pollaio, da riattare, ma c'è!
    Lentamente anche noi, sempre piu', sentiamo il richiamo, e lentamente cerchiamo di tornare a ... razzolare :-)

    Un saluto.

    Alessandro

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